strange_river 6 / 10 10/01/2011 20:54:36 » Rispondi Imbalsamato a sostegno di una precisa tesi, Hereafter non si colloca certamente tra i film meglio riusciti di Eastwood, e questo non può che dispiacere per chi apprezza lo stile del regista. Stile che nemmeno qui è venuto meno, sia chiaro, ma quanta prevedibilità e quanto meccanicismo con emozioni ad orologeria nelle tre storie che mescola: la nota giornalista che si accorge che la fama non la mette al riparo dal rischio di veder spezzata improvvisamente la sua vita con buona pace di chi le sta accanto; il bambino dal musetto triste, uguale uguale a quello del sesto senso, che caparbio rompe gli indugi del medium, il quale a sua volta è l'unico non ciarlatano tra i tanti che speculano sul dolore, non capendo noi perchè proprio lui no e gli altri sì, se non che dobbiamo credere a quel che vediamo lì. La parte scientifica, per così dire, è affidata alla dottoressa atea, come ci tiene a ribadire, che da scienziata non può non indagare sulla similitudine dei racconti di chi “torna in vita” e unica su tutti, dà credito alla giornalista di cui sopra, facendo trapelare come una sorta di complotto sia in atto a nascondere la realtà di queste esperienze. Sembra tutto già predisposto, tutto programmato e questo stride enormemente in un film che parla della Sconosciuta per eccellenza e perfino un happy end va a banalizzare ulteriormente quello che già era scontato ed emotivamente costruito. Ha ragione da vendere Clint, e non si può non essere d'accordo con lui, quando sostiene che la morte è il grande tema tabù dei nostri tempi, tema da esorcizzare e che provoca fastidio se non vera e propria ostilità verso chi lo tocca, però certamente il modo che ha scelto di affrontarlo non può che dividere nettamente tra chi crede vero tutto quello che vien mostrato e chi perlomeno si riserva di non sapere se lo sia: per i secondi non c'è non storia, né viene instillata riflessione, e non credo manchi per superficialità d'approccio o rifiuto a farla. Rimane allora solo lo stile, sempre asciutto e curatissimo nella sua apparente semplicità (e questo è un valore indubbio, ma qui la semplicità paga pegno), e la prima scena, cinematograficamente notevole, l'unica che ha avuto la forza di rimanermi impressa. Il sei è di rispetto.
tylerdurden73 22/01/2011 17:30:12 » Rispondi Al solito un commento notevole,anche se in cuor mio mi auguro più dovuto ad un umore particolarmente nero...;) Il film non l'ho visto ma il tuo giudizio e quello di Vinz cominciano a preoccuparmi...:O
strange_river 27/01/2011 19:03:54 » Rispondi Ah no no, non preoccuparti Tylerone, avrai visto anche tu quanti altri commenti positivi ha ricevuto. Non umore nero da parte mia, ma solo un distacco emotivo che nemmeno leggendo gli altri punti di vista si è colmato, ma di certo non lo ritengo affatto un brutto film (e come potrebbe?). Senza adesso entrare in un campo troppo personale, probabilmente non risponde alle mie domande, o meglio, bisogni, su questo tema, nè entra in sintonia, ancor prima che col mio pensiero, col mio modo di essere.
endriuu 15/01/2011 14:02:13 » Rispondi con concordo pienamente ma il rispetto sta iniziato a scendere e ho messo 4.
patt 11/01/2011 12:09:32 » Rispondi mmmhh tu e kat con pareri e sensazioni diverse.. mi sa che lo vado a vedere così mi ficco in mezzo. ciau Lucilla! buon anno! ti scrivo. luv
strange_river 11/01/2011 13:18:52 » Rispondi Anche a te buonissimo e luvvissimo anno! Certo che devi andare a vederlo e poi ci dici cosa ne pensi.