paride_86 7 / 10 27/10/2011 02:49:08 » Rispondi I primi dieci minuti di "Melancholia" sono pura arte: sublimi e meravigliosi. Purtroppo non si può dire lo stesso del resto.
Innanzitutto, personalmente, detesto la camera a spalla e l'uso barbaro e indiscriminato dello zoom digitale, cose di cui Von Trier abusa fin troppo in questo film, compromettendo una splendida e inusuale fotografia. Ma veniamo alla storia: è divisa in due parti, completamente slacciate tra di loro, al punto che viene da pensare che siano state scritte separatamente per copioni diversi - il primo, bisogna sottolinearlo, ha parecchi debiti con "Festen". L'evidente depressione di Justine non è spiegata in alcun modo: come mai sta male? Perché prima era contenta del suo lavoro - in cui si è dimostrata tanto brillante da avere una promozione -, del suo amorevole e premuroso fidanzato, del suo sontuoso matrimonio? E perché, dopo essersi liberata da tutte le convenzioni borghesi, è ancora depressa? Viene da pensare ad un certo compiacimento nella malattia della protagonista, visto che, successivamente, si bagna nella luce del pianeta "Melancholia" - il cui nome non è certamente casuale. La seconda parte del film è molto lenta e ripetitiva. Si assiste, qui, ad un miglioramento di Justine, anche questo non spiegato dal regista. Si potrebbe pensare che, per una donna depressa, la consapevolezza della fine del mondo possa essere di conforto; eppure non è così, visto che Justine, nella scena finale, piange nella grotta magica.
Tralasciando queste incoerenze, cosa rimane? Certamente una storia suggestiva ed intrigante; due attrici strepitose - Charlotte Gainsbourg più brava di Kirsten Dunst, seppur meno attraente - e delle sequenze magnifiche, destinate a rimanere, e che fanno onore al talento di Lars Von Trier. Vorrei chiudere il commento con un'ultima riflessione: sono d'accordo sulla critica alla società borghese, su cui tutti si scagliano senza pietà; ma è anche vero che una critica, o una satira, debba essere ben motivata. Il discorso che fa Polanski in "Carnage" è perfido ma ben argomentato. Qui, in "Melancholia", vediamo tutt'altro genere di cose. Fa così schifo un lavoro creativo e ben pagato? E' così tremendo sposarsi con un ragazzo carino e premuroso? E' così drammatico avere una sorella ed un cognato che organizzano un matrimonio da sogno? E' così tragica la lotteria di fagioli? Suvvia, penso che ci sia molto di peggio.
Avendolo previsto lei la catastrofe,come ci fa capire in una scena in cui dice alla sorella che ha una specie di sesto senso anche con il numero di fagioli nel barattolo,ha voluto staccare la spina comunque con tutti ma proprio tutti,per"godersi"l'avvenimento in pace.L'unica persona che voleva al suo fianco lo si era capito era il padre,ma dopo il mancato ricongiungimento con lui ella esplode in un crescendo di pessimismo e menefreghismo nei confronti delle emozioni altrui.Riesce ad abbracciare alla fine la visione di fine del mondo secondo il figlio di Claire,ovvero la catastrofe come un gioco iniziato che ha una sua conclusione,con un barlume di speranza ad esempio in un film di Benigni,ma qui invece si vira verso tutt'altra destinazione. Esiste la reazione improvvisa ed esagerata che ti ho accennato di sopra anche nella vita vera clme ben saprai,scatenata da ragioni ben più esili.Il soggetto ferito per quel qualcosa di grave vuole riflettere e rimanere da solo e a fargli compagnia solo e soltanto la sua coscienza tormentata.
ferro84 27/10/2011 15:13:54 » Rispondi Comprendo in pieno la critica che fai sulla camera a spalla, però ti volevo fare notare come nella prima parte si usi questa tecnica in modo anche eccessivo per dare dinamismo e un effetto confusionario che aiuta nell'immedesimarsi nella protagonista. Cioè è fastidioso perchè è oggettivamente fastidioso però ha un senso, infatti nella seconda parte pur avendo ancora un uso della camera a mano è molto più delicato e quasi non si avverte.
Tutto ciò che non era Rachel sta per sposarsi di Demme che non sono riuscito a vedere proprio perchè usato in modo non appropriato. Pochissimi registi sono capaci di usare questa tecnica, anche i più grandi si perdono ma Von Trier non è uno di questi almeno in questo caso.
Comunque fosse per me camera fissa a vita ;)
paride_86 28/10/2011 03:47:20 » Rispondi Hai ragione. Infatti per quanto io odi la camera a spalla non posso fare a meno, comunque, di amare Von Trier!