Edgar Allan Poe 7½ / 10 24/10/2013 20:56:02 » Rispondi "Salò o le 120 giornate di Sodoma", l'ultimo film di Pasolini, liberamente tratto dal romanzo del marchese De Sade. La pellicola, rispetto al romanzo, elimina alcune sequenze eccessivamente sadiche-fra l'altro quasi inquietante la somiglianza "De SADe"-"SADico". Comunque, al di là di queste pseudosomiglianze, "Salò" è senza dubbio uno dei più violenti film senza sangue della storia del cinema. La violenza fisica è infatti relativamente limitata, e si ritrova più che altro
nell'ultima scena, vista attraverso la soggettiva di un binocolo usato dai quattro carnefici... la scelta di usare una soggettiva in quella scena, per quanto sia una cosa edificante e positiva dal punto di vista estetico, dovrei ancora capirla. Pasolini qui decide praticamente di mettere lo spettatore nel punto di vista dei quattro carnefici: starà a significare qualcosa? La pagina italiana di Wikipedia, consultata subito dopo la fine del film per schiarirmi un pò le idee (seppur superficialmente) su quello che avevo visto, non fa riferimento a possibili significati di questa scelta registica, forse ne parla solo nell'esposizione della trama.
Comunque sia, poco fa ho detto che il film di Pasolini è noto per essere uno dei film più violenti della storia del cinema, ma la violenza più che fisica è psicologica. Non dico cosa ha provocato in me il film, il discorso sarebbe troppo complesso e particolare e non voglio scrivere un commento di proporzioni bibliche (anche se comunque credo che lo farò... sono tante le cose da dire per "Salò"). Però, avrei da fare un appunto proprio sulla violenza: anche dal mio punto di vista il film è relativamente violento dal punto di vista psicologico, ma non raggiunge in questo il film di Buttgereit "Der Todesking", che secondo me è il capolavoro della violenza psicologica cinematografica. Questo perchè, come ammesso dallo stesso Pasolini, il film non vuole tratteggiare psicologicamente i personaggi, in particolar modo delle vittime (tranne dove necessario) per non risultare definitivamente insostenibile per tutti. Ecco un'altra delle cose che non ho capito di "Salò", oltre a quella messa in spoiler. Se Pasolini voleva fare un film che osasse, perchè si è fermato proprio sul tratteggio dei personaggi? Insomma... c'è un famoso detto che recita: "Hai voluto la bicicletta, ora pedala." Qui ho l'impressione che Pasolini avesse voluto comprarsi la migliore delle biciclette per poi non pedalare alla velocità massima per paura di cadere o di perdere il controllo. E visto che comunque i risultati di questo film sono stati la catalogazione dello stesso fra le pellicole più disturbanti mai realizzate e l'eliminazione di Pasolini (per la quale il film probabilmente ha giocato un ruolo importante), tanto valeva "premere l'acceleratore" anche sulla presentazione dei personaggi. Un'altra caratteristica fondamentale del film è la doppia natura dello stesso. Da una parte il rigore formale (tecnico), con fra le altre cose una fotografia rigorosa, spesso simmetrica, colori raffinati, sceneggiatura con alcune battute talmente complesse che per cercare di capirne il senso bisogna rifletterci, il "binocolo" di cui ho parlato sopra (qui non l'ho messo in spoiler perchè messo così è un riferimento che capisce solo chi ha visto il film), che per quanto mi risulti incomprensibile è una finezza registica. E dall'altra parte la violenza del film stesso, e le varie volgarità di cui è costellato. Le due cose giungono, nella pellicola, a fondersi, così ciò che è volgare si fonde col "lirismo" della tecnica, e ciò che è "lirico" si fonde con la volgarità. Prendiamo questo emblematico esempio:
"Girone della *****". Sarà volgare, però è molto più "lirico" e musicale di un possibile "Girone degli escrementi", "Girone delle feci", "Girone della cacca" (terribile quest'ultimo) e chi per loro.
Fatte queste conclusioni, il film per me sarebbe stato almeno da nove con una già citata maggiore attenzione ai tratti personali dei personaggi, contrapposta magari per quanto riguarda la sfera tecnica da un maggiore uso di musiche. Di musiche migliori. Perchè se proprio c'è un difetto dal punto di vista formale, questo è nelle musiche. Ma credo faccia parte dello stile di Pasolini, visto che già in altre sue pellicole che ho visto in precedenza a "Salò" non mi sembrava (e non mi sembra) che il poeta-regista avesse particolari fissazioni per le musiche dei suoi film. Prima di concludere questo lungo commento due parole sugli attori: nella maggior parte dei casi scarsini, ma comunque coraggiosi a prestarsi ad un film del genere. Piccolo appunto: Valletti ce l'avrei visto meglio a fare il vescovo. Ma comunque è un parere personale... In conclusione, film bello, psicologicamente violento, ma che compie l'errore (secondo me è un errore) di fermarsi ad un certo punto, apparendo quasi spaventato. E' come un leone che avvista la sua preda pensando di ucciderla, ma nell'ucciderla tituba sempre perchè non vuole farle male. Così avviene che alcune prede riesce ad ucciderle, altre scappano...
Kater 24/10/2013 22:33:59 » Rispondi ... e MASOCHISTA deriva dal nome dello scrittore Masoch.
HollywoodUndead 27/12/2014 02:45:04 » Rispondi E PISELLO deriva sicuramente da Pisellino, il figlio di Braccio di Ferro.
Kater 24/10/2013 22:32:06 » Rispondi Scusa, non ho letto ancora tutto il comento, però il termine SADICO e DE SADE ti suonano bene accostati perchè il termine SADICO deriva appunto dal nome del Marchese.
Edgar Allan Poe 24/10/2013 23:56:14 » Rispondi Però... non lo sapevo... o forse l'avevo sentito ma magari in un momento in cui non sapevo chi fosse De Sade... quindi l'avevo rimosso... grazie della(/e) informazione(/i)! Approfondirò anche Masoch... :)
Niko.g 25/10/2013 01:15:41 » Rispondi Se ti piacciono i film disturbanti ti consiglio "Seul contre tous" che a livello di contenuti è molto più coerente e incisivo rispetto a questa porcata di Pasolini. Non conosco la tua sensibilità ma ti avverto che potresti trovarci tendenze omofobe.
Edgar Allan Poe 25/10/2013 12:26:35 » Rispondi Sì beh, qui invece sembra se ne trovino "omosessuali", di tendenze... Per quanto riguarda impressione, non c'è problema, puoi consigliarmi anche la pellicola più marcia e malata del mondo...
Edgar Allan Poe 26/10/2013 02:27:57 » Rispondi E che vuol dire ma dai? Ne Il Vangelo secondo Matteo non mi pare ce ne siano di tendenze omosessuali, io parlavo logicamente del film, non di Pasolini.
Kater 26/10/2013 14:15:53 » Rispondi Non ho ben capito cosa ti aspettassi quando affermi che, secondo te, Pasolini doveva andare fino in fondo. Se si tratta "semplicemente" dell'approfondimento psicologico del personaggi ti ha già ben risposto Elio. Io comunque sospetto che tu, in realtà, ti aspettassi più violenza, in quel senso spiccio in cui è intesa ora la violenza. Bhè, a parte che questo film è stato fatto 40 anni fa e per i tempi era un film decisamente devastante (per me lo è tutt'ora) qui la violenza si mette al servizio di una tesi e per questo evita giustamente ogni elemento morboso che lo ridurrebbe al livello di un qualunque filmetto dove si vedono *****, sesso e sangue.
Edgar Allan Poe 27/10/2013 02:43:55 » Rispondi Parlavo dell'aspetto psicologico, come ho risposto ad Elio... violenza spiccia ce n'è poca e come ho già detto è proprio questo uno degli aspetti positivi di "Salò", disturba senza troppa violenza fisica (che più che altro è nel finale). E per questo, con un approfondimento dell'individualità delle vittime, sarebbe stato disturbante al 100%.
elio91 26/10/2013 12:51:00 » Rispondi La vittima non ha approfondimento psicologico perché è annullata nella passività, nella tortura e nel niente. Nonostante provi, in modo surreale nel finale, ad intavolare un discorso di sconcertante quotidianità e questo forse è ancora più disturbante se ci pensi. Se avesse avuto anche una sua complessità mentale, una storia regressa, davvero sarebbe stato un film totalmente inguardabile ed insostenibile. Comunque se vuoi guardare film simili per concetti radicali guarda Funny Games e tutto il cinema di Haneke. Ti consiglierei anche di lasciar perdere Noé che è un regista che non centra una mazza con Pasolini, è un bravo esteta e un ottimo regista (molti non saranno d'accordo perché spacca in due chi lo guarda) ma a livello di contenuti lascia molto a desiderare, è quasi pura forma. Forse l'opposto di PPP che era quasi puro concetto, a volte fin troppo.
Però il commento è molto interessante Edgar, complimenti.
Edgar Allan Poe 27/10/2013 02:39:32 » Rispondi Grazie... sì, il dialogo nell'ultimissima sequenza per me è stato delirante, non saprei davvero come commentarlo. Ecco, io parlavo di storia regressa, e ho proprio letto da Wikipedia che Pasolini disse quello che mi riporti ora, ovvero che con una storia regressa il film sarebbe stato totalmente insostenibile. Per quello ho fatto il paragone della bicicletta e del leone. Il film comunque di fatto è già insostenibile ora per il pubblico più sensibile, tanto valeva-volevo dire io-completare l'opera con l'approfondimento psicologico. La scena
della ragazza costretta a mangiare l'escremento dopo che le era stato ricordato il sacrificio della madre (una delle pochissime sequenze in cui vengono fatti cenni sulla storia di una vittima)
è straziante e raggiunge livelli di disturbo che se fossero durati per tutto il film avrebbero superato la "vetta" di disturbo psicologico che per me è attualmente occupata dal già citato "Der Todesking". La peculiarità della scena che ho citato sopra è proprio questa: non vengono usati sangue, stupri (come farebbe chessò... Vogel) per rendere la scena disturbante. Però disturbante oggettivamente lo è e tanto anche. Per me sangue e violenza fisica in un film che vuole essere disturbante sono come le parolacce in un film comico, dove non è bandito nè illegale usarle, però se si riesce a far ridere senza doverci ricorrere è una nota di merito. E il fatto che Pasolini con quella scena sia riuscito a disturbare senza violenza fisica è allo stesso modo una nota di merito. Questo mi fa pensare che sarebbe stato capace di fare così per tutta la pellicola. Quello con cui non ero d'accordo era la motivazione per cui non l'avesse effettivamente fatto. Chissà se magari col senno di poi non ci avrebbe provato con il terzo film della "Trilogia della morte", purtroppo non lo sapremo mai. Comunque sia, la scelta è del regista... e per me il film è da 7,5, quindi assolutamente non da buttare. Vorrà dire che proverò a consolarmi con Haneke... oltretutto ho scoperto (da una tua risposta a un commento) che proprio "Salò" è il suo film preferito...
Mi sai/sapete rimandare a una spiegazione di quella soggettiva di cui parlavo in spoiler? Grazie comunque a tutti per l'attenzione.
elio91 27/10/2013 11:35:37 » Rispondi Si, Haneke lo cita come uno dei film che ama di più, forse non il suo preferito ma uno dei più importanti. E da quando ho visto quell'intervista (mi pare negli extra de "Il nastro bianco") per me è lampante che il suo modo di procedere, cosi scioccante, violento eppure trattenuto e cerebrale, derivi dalla stessa voglia di scandalizzare o comunque non fare assistere lo spettatore ad uno spettacolino dalla "pillola indorata" ma che anzi lo obblighi a farsi delle domande. Anche se Haneke è di gran lunga un regista sotto tutti gli aspetti molto più capace di Pasolini, che mi pare di averti scritto non ritengo un regista cinematografico eccezionale.
Sul binocolo ti incollo un pezzo di recensione molto sintetica e interessante sul film contenuta nel sito "Pagine corsare":
"Nel film, il miglior Pasolini a detta di Fassbinder e Carmelo Bene, la musica ha un ruolo fondamentale: con prevalenza di quella classica, eseguita dalla pianista, con preferenze di Chopin; nell’apocalittica scena finale del cortile, un ammasso di immagini infernali che ricordano apertamente alcune tele di Bosch, sono accompagnate da brani tratti dal Carmina Burana di Orff nella sequenza maggiormente meta-cinematografica dell’opera complessiva: il Signore che seduto sulla sua bella poltrona osserva fuori dalla finestra, (e in particolare quando il Presidente utilizzerà il binocolo al contrario), la metafora diviene esplicita: lo spettatore di fronte ad uno schermo, qualsiasi cosa egli veda gli è estranea, non può interagire con essa, per quanto la visione gli possa portare piacere, goduria, immedesimazione. Anche nelle immagini più becere, egli ne resta immune. Si pensi alla performance di Gina Pane e delle sue rose."