snowpiercer regia di Joon-Ho Bong Corea del Sud, USA, Francia 2013
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snowpiercer (2013)

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locandina del film SNOWPIERCER

Titolo Originale: SNOWPIERCER

RegiaJoon-Ho Bong

InterpretiKang-ho Song, Chris Evans, Tilda Swinton, Jamie Bell, Octavia Spencer, John Hurt, Ed Harris

Durata: h 2.06
NazionalitàCorea del Sud, USA, Francia 2013
Genereazione
Al cinema nel Febbraio 2014

•  Altri film di Joon-Ho Bong

Trama del film Snowpiercer

In un futuro non lontano, la Terra conosce una nuova Era Glaciale. Gli ultimi sopravvissuti del genere umano vivono confinati in un treno rompighiaccio in grado di correre perpetuamente attraverso il globo. L'inventore di questa macchina perfetta, il misterioso Wilford, ha anche determinato un sistema sociale su cui si regge l'equilibrio della comunità che abita i vagoni del treno. In coda stanno i miserabili sfruttati che salirono a bordo gratis, verso la testa del treno vivono invece nei privilegi i passeggeri di prima classe. Ma la rivolta degli oppressi dalla coda del treno è oramai imminente e il suo leader, Curtis, attende solo il momento giusto per tentare l'ardimentosa presa della testa del convoglio.

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Voto Visitatori:   6,70 / 10 (135 voti)6,70Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Snowpiercer, 135 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

DogDayAfternoon  @  19/09/2020 20:13:05
   5 / 10
Film apocalittico dall'ambientazione troppo statica, caratterizzato da trama e personaggi totalmente privi di fascino. Più che altro annoia, inammissibile per un film di questo genere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/03/2021 22.35.47
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floyd80  @  13/05/2015 15:37:25
   8 / 10
Stupenda questa pellicola che parte come un semplice film di fantascienza con un misto di azione e arriva ad una critica sociale sul futuro e sul presente dell'umanità.
Bellissime ed estreme le scene d'azione, infatti si vede che non sono girate da un americano per quanto sono disturbanti ed evocative. Bravi gli attori e ottima la fotografia, il senso di claustrofobia è quasi autentico.
Bello anche il finale con personaggi davvero sopra le righe, talmente cattivi da risultare "comici".
Insomma un gioiellino da recuperare.

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Ultima risposta 11/06/2015 08.22.38
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harlan  @  15/04/2015 02:08:29
   7½ / 10
è il caso di dirlo... va come un treno. veloce ed avvincente.
bellissima tutta l'impostazione. e soprattutto la seconda parte.
un plauso

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Ultima risposta 19/04/2015 01.21.21
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ivanello  @  07/04/2015 23:32:01
   3½ / 10
Veramente noioso, idea non originale, personaggi caratterizzati malissimo, lento, effetti speciali ridicoli. Ho fatto fatica a portare a termine la visione. Alcuni passaggi rasentano la comicità involontaria.

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Ultima risposta 11/06/2015 08.32.58
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Beefheart  @  05/03/2015 22:42:33
   3 / 10
Proprio un fumettone. Pretenzioso all'inverosimile richiede molta buona fede ma non da in cambio niente. Alla fin fine ci si chiede perchè proprio un treno? Qualcosa di leggermente più credibile? E invece sembra proprio che con questi film si faccia a gara a chi ce l'ha più lungo. Il risultato è patetico.

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Ultima risposta 07/03/2015 14.03.12
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Jolly Roger  @  10/02/2015 23:06:30
   8 / 10
------------------Spoileroso------------------
Chissà perché m'è venuto in mente di commentare sto film a così grande distanza dalla visione! Non lo faccio mai.
Forse perché Snowpiercer è un ottimo film, che mi è rimasto molto impresso.
L'ambientazione è affasciante, questo grosso treno futuristico che avanza in mezzo a paesi sotterrati da quel gelo che ha distrutto l'umanità, che sfreccia spaccando ogni ostacolo di ghiaccio sulle rotaie davanti alla locomotiva, lanciato in moto perpetuo lungo il globo per consentire la sopravvivenza dei superstiti.
Il film presenta un discreto livello di action ed un ritmo coinvolgente dall'inizio alla fine, senza sbavature ma, anzi, con qualche scena notevole che resta impressa.
Malgrado quanto sopra sia già di per sé una ragione sufficiente per vedere questo film, quando si parla di Snowpiercer non si può fare a meno di citare il suo vero valore aggiunto: è una metafora, anzi, una vera e propria rappresentazione semplificata, della società civile, delle classi sociali, delle masse e del controllo che il potere esercita su di esse.
Il treno è un microcosmo, un piccolo stato autarchico, in cui ognuno ha un proprio ruolo, anche se spesso lo interpreta in modo inconsapevole.
Alla fine del treno, in fondo, c'è la Coda, dove risiedono le classi povere, gli straccioni, coloro che apparentemente non fanno nulla di utile alla società e che ricevono, dalla Testa del treno, solo ordini, vessazioni e briciole…poche briciole che a volte non sono sufficienti per sfamare tutti. La Coda, tuttavia, ha un'altra caratteristica fondamentale: i suoi abitanti si riproducono. Sì, mettono al mondo figli, cosa che non avviene così spesso nelle classi superiori (in ottica metaforica, si potrebbe leggere questa situazione come "proletariato").
In mezzo al treno, le classi medie. Le maestre, ad esempio, che indottrinano i piccoli al culto del treno e del suo Capo, Wilford, oppure i faccendieri (coloro che svolgono diverse mansioni per il treno), ma soprattutto i soldati, che mantengono l'ordine.
In prima classe, infine, i ricchi. Essi passano la totalità del tempo a ubriacarsi, drogarsi, giocare a carte, starsene in piscina (sì, perché sul treno c'è anche un vagone con le piscine!).
E poi, la locomotiva, la Testa. Dove risiede Wilford, il Capo, il Creatore del treno nonché mente di tutto. Il Boss, nella famigerata stanza dei bottoni.
Il collegamento tra la Coda e la Testa non è nient'altro che la selezione naturale – ad opera della Testa, ad onor del vero– che sceglie dalla coda i membri di cui ci si può fidare di più, facendoli passare avanti.
Wilford sa tutto del treno. E tutto, sul treno, è regolato in modo tale da garantire l'equilibrio, nonostante ciò costi il sacrificio di molte persone (le stragi degli straccioni ribelli, ma anche dei poliziotti impegnati a fermare le rivolte). Sì, perché tutto è programmato, tutto è calcolato.
Persino le rivolte della Coda.
La Coda, infatti, è l'unico settore in cui la gente si riproduce, si moltiplica…finché, periodicamente, arriva il momento in cui il cibo non basta più per tutti. A quel punto, scatta l'odio verso la Testa, vengono tramate ed organizzate rivolte contro Wilford.
Ma Wilford non fa nulla per impedire queste rivolte..anzi, pare pure che le agevoli…perché lo spargimento di sangue che ne seguirà, contribuirà a riportare indietro l'orologio, a calmare le acque, ridurre la popolazione in esubero, ripristinando quell'equilibrio che è essenziale per la Sopravvivenza del Tutto.
Il problema è che questa volta il capo dei ribelli, Curtis, è uno proprio tosto.
Un ribelle che ha il dono del comando, uno che risalirà trutto il treno con il suo piccolo sbandato esercito, fono a scoprire, infine, anche il segreto grazie al quale si muove il treno: grazie al sacrificio di un bambino, scelto tra quelli della Coda, condannato a stare in un buco dove lui solo può entrare, per guidare il macchinario.
L'Equilibrio si basa quindi sul sacrificio, non voluto e non volontario, di umani meno potenti, perpetrato da umani potenti e consapevoli.
Ma tutto ciò non è un atto di volgare supremazia: è semplicemente necessario.
Wilford non lo fa per piacere, lo fa perché così deve essere. Perché questo è l'unico modo. In lui non c'è arroganza, c'è la triste solitudine dell'uomo al comando.
Stavolta, però, il ribelle è qualcuno che non può essere fermato, come invece avvenuto nelle precedenti rivolte. Curtis è troppo duro, troppo forte. Curtis è un uomo d'acciaio, determinato a distruggere il sistema precostituito.
Come tutti i grandi ribelli, egli si troverà al Dunque, fino ad arrivare alla cima del treno e a trovarsi faccia a faccia con Wilford.
E, in quel preciso momento, si porrà nella sua testa il dilemma che si è posto a tutti i grani rivoluzionari della storia:
prendere il posto di Wilford, del Capo?
Oppure no?
Se lo farà, potrà forse sperare di cambiare le regole…ma il confronto, il dialogo con il Capo (davvero significativo e intenso), non lascia alcuno spazio: non c'è altro modo di condurre il treno. La sua vittoria potrà essere una speranza per molti, ma sarà solo un'illusione: perché niente, in realtà cambierà, se non la sostituzione di un uomo forte al comando, con un uomo che è ancora più forte, ma che comanderà allo stesso modo, facendo credere di essere diverso.
Oppure, la seconda scelta è distruggere tutto, spaccare l'anello della catena che cancellerà l'equilibrio che si era formato fino ad allora…ma le conseguenze saranno imprevedibili. Ed il film non si pronuncia su questo.
Lancia il sasso ma nasconde la mano.
Cosa succederà dei ragazzi che sopravvivranno alla morte del treno?
Non si sa.
Ma il mondo si sta risvegliando dal gelo…e questo non può che essere interpretato come un segnale positivo per la Nuova Umanità.

Snowpiercer è una piccola allegoria che semplifica grandi rivoluzioni che sono realmente accadute in passato, da parte di ogni bandiera, nera o rossa. Su può anche dire che le tesi su cui si basa sono molto semplicistiche…ma del resto, in un film di 2 ore, sarebbe veramente impossibile approfondire temi così grandi.
Mi fanno un po' ridere coloro che hanno demolito il film tirando in ballo filosofia e sociologia, Hegel e quant'altro. Perché costoro hanno perso di vista totalmente il film, che non è un saggio di filosofia…ma è soltanto un film!!!!
Ciononostante, è un film che fa riflettere – nel suo piccolo – perciò chi lo ha demolito ha perso una doppia occasione, quella di godersi un bell'action movie e di gustarsi le riflessioni provocate da un prodotto cinematografico - pur non trovandosi d'accordo, per carità!
Ma non è una cosa che succede tutti i giorni.

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Ultima risposta 19/04/2015 01.24.40
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Lory_noir  @  23/09/2014 23:10:20
   6½ / 10
Malgrado il ritmo incalzante non mi ha entusiasmato.

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Ultima risposta 25/09/2014 16.31.27
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albyhfintegrale  @  17/07/2014 18:11:52
   4½ / 10
Devo dire che questo film non era cominciato male e all'inizio mi aveva quasi convinto.
Mano a mano però che il protagonista

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER allo stesso modo avanzava la noia.
Evidentemente dopo un'idea non male di partenza, si è partiti per la tangente (come a volte fanno i registi/sceneggiatori orientali) con una storia costruita male, irrazionale oltremodo che inverosimile e che ha perso decisamente mordente.
Aggiungiamoci degli effetti speciali piuttosto scadenti (a tratti sembra un videogame o un cartone animato).
La fine poi è piuttosto insulsa.

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Ultima risposta 28/07/2014 22.55.02
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BenRichard  @  10/07/2014 12:16:44
   4½ / 10
Mi spiace ma personalmente vado controcorrente..Se devo essere sincero questo film non mi è piaciuto..vero che si discosta un pò da altri film di questo genere, però non mi ha entusiasmato e convinto quasi per niente...andamento scialbo, recitazione di certo non memorabile, effetti speciali abbastanza scadenti, oltretutto non riesco a capire se volontariamente o involontariamente comico...bah non mi è proprio piaciuto

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Ultima risposta 07/09/2014 09.53.39
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luis 98  @  30/06/2014 03:33:23
   8½ / 10
Uno dei più bei film che ho visto ultimamente ,all'inizio ero scettico pensavo in un film noioso , lento e strano ma sinceramente dopo 30 minuti di film mi sono ricreduto un po strano lo è ma è un capolavoro assoluto , trama eccellente e attori più che bravi .
Solamente gli ultimi 5 minuti finali rovinano forse un po il film si poteva far di meglio ma nonostante tutto film da 8.5 con un finale migliore sarebbe stato da 9

Trama 9
Attori 9
Scenari 8

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Ultima risposta 07/09/2014 09.56.46
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_Hollow_  @  24/06/2014 03:51:14
   9 / 10
Una media ingiustamente bassa per quello che, in fin dei conti, è un gran film in linea coi lavori di Joon-Ho Bong.

Dai molti commenti negativi che ho letto, l'unica cosa che posso capire è che a certa gente manca un concetto direi parecchio importante riguardante qualsiasi opera di finzione, quindi non solo cinematografica: si chiama "sospensione d'incredulità". Cito testualmente il primo rigo di wikipedia: "è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia."
Notare la parola "secondarie", che coglie molto bene il punto.

Nel caso qui in questione, il treno è un'enorme metafora ("il treno è il mondo") che, rappresentando una sorta di distopica società del futuro composta dagli ultimi sopravvissuti del genere umano, vuole in realtà criticare la società attuale che, in maniera assai più velata ma non diversa, è strutturata allo stesso identico modo.
A tutti noi della prima classe del mondo, che ha potuto vedere questo film, non frega nulla degli ultimi vagoni; non sappiamo esattamente come vanno le cose laggiù; come i tizi dei primi vagoni (con macellerie, acquari, serre, saloni di bellezza, saune, discoteche ecc.) ci limitiamo, magari dopo un mese che in una qualche parte del mondo è accaduto un cataclisma, scoppiata la siccità od una guerra, a spedire qualche medicazione o qualche genere alimentare (magari yogurt scaduti, com'è successo, roba insomma non troppo diversa da quelle barre proteiche). E questo succede anche nel nostro stesso Paese, perché la reazione di chiunque, alla vista dei barboni dell'ultima classe a camminare tra noi come nella seconda metà del film, sarebbe guardare con circospezione o storcere il naso dal tanfo che emettono.

In pratica, dopo l'iniziale critica ecologista e scientista, il treno (e la sua fine) può benissimo simboleggiare la deriva di un capitalismo senza freni. Da cui escono una bambina cinese ed uno di colore, scoprendo che, nonostante tutto, la vita andrà ancora avanti.

Tra l'altro, a parte il dialogo finale con Wilford in persona (e tutto quello che può rappresentare: classe politica, mass media, capitani d'industria, Dio e la religione ecc; in cui la realtà stava per essere distorta dalle parole, da un discorso ben fatto alla Vermilinguo del Signore degli Anelli, dall'eloquenza), risultano poi pure stupende le ultime metafore che fanno tornare il senno a Curtis, i mali peggiori del sistema a cui non si può rimanere indifferenti: lavoro minorile e bambini soldato.

Ovviamente in tutto questo si passa attraverso vagoni di ******** dedite alle loro attività inutili mentre la gente muore, oppure attraverso il vagone propagandistico dell'istruzione e del lavaggio di cervello delle giovani menti ("The Wall").

Il ritmo è sempre alto, mantenendo così pure l'interesse, e sono ottime regia e fotografia.

Ma, per tornare al discorso iniziale, come metafora si è scelto di usare il viaggio circolare su rotaie (e, anche qui, notare il simbolismo per descrivere un mondo in apparente movimento, magari tecnologico, ma in realtà perennemente fermo da millenni nelle stesse condizioni di egemonia/subalternità e in uno stato in cui una parte della popolazione soffre mentre l'altra rimane indifferente, sia per volontà sia perché inconsapevole di tutto quello che gli succede attorno, come se fosse rimasta in uno stato perennemente puerile come ipotizzato da Toqueville; un mondo, insomma, che gira, o meglio ruota, attorno al proprio asse o in un'orbita intorno al Sole ma senza che nulla cambi sulla sua superficie. Un perenne presente.) di un treno.
E allora altolà! Ecco i soliti *****ni, che hanno lasciato la sospensione dell'incredulità nel cesso insieme al cervello, che devono scartavetrare la minchia evidenziando come sia impossibile che un treno possa girare per anni senza problemi ecc. si chiama METAFORA. Vorrei vedere il commento di qualcuno, su un blog od un forum di letteratura, che leggendo Ungaretti cominciasse a puntualizzare sul fatto che non si sta come le foglie in autunno sugli alberi e che i cuori non sono paesi. Verrebbe mandato al centro d'igiene mentale più vicino o sarebbe rintracciato tramite indirizzo IP e preso a calci in **** appena dovesse mettere un piede fuori casa.

Oltretutto sono presenti parecchi elementi strani e grotteschi non nuovi a chi avesse già visto un qualche film del regista, "The Host" ad esempio.

E Kang-ho Song è grande come al solito (lo adoro da JSA), idem per il semi-dio John Hurt.

Tra l'altro, non so se fosse la versione vista da me o se sia effettivamente così, ma molte parti in Coreano, non venendo tradotte dall'aggeggio apposito, davano l'effetto di un volere autoriale di lasciare il pubblico all'oscuro di certi dialoghi magari importanti, dialoghi tra padre e figlia e quello sul finale tra il coreano e Curtis che, a differenza dello spettatore, sembravano in grado di capirsi ugualmente una volta ingranata la marcia. Se fosse intenzionale, sarebbe un gran utilizzo della polarizzazione.

Buona la recensione, anch'io non do il massimo ma senza un vero motivo razionale; solo una sensazione che, per qualche motivo, poteva essere ancora migliore.

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Ultima risposta 07/09/2014 09.59.13
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TheLory  @  30/04/2014 22:24:41
   8½ / 10
Non so mica cosa dirti di questo film, ma so solo sì che lo so che mi è piaciuto più di quel che immaginavo.
bella storia frenetica, azione a pioggia sempre presente, robe che un ombrello non vi basterebbe... ma che dico un ombrello! un canotto servirebbe!
ma non andiamo fuori tema. tornando a baston battente sul film (ma qua la metafora dell'asino-bastone-carota non c'entra, seguitemi con attenzione), ve lo consiglio, mi è piaciuto più di quel che immaginavo, bella storia frenetica, azione a pioggia sempre presente, robe che un ombrello non vi basterebbe.
bene, mi pare di essere stata esaustiva, vedetevelo e non ve ne pentirete!

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Ultima risposta 22/09/2014 16.54.00
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camifilm  @  24/03/2014 20:02:24
   5 / 10
Altri film ed in maniera più esaustiva ed accattivante hanno trattato la classificazione sociale, anche a posteriori di un evento mondiale tragico come a sottolineare che anche nelle difficoltà ci saranno sempre prime e seconde classi.

Il film è una MEZZA se non TOTALE delusione su tutti i fronti. Non crea curiosità durante la visione ed i personaggi non sono particolarmente delineati.

SPOILER
scene belle: quella della scuola; quella dell'uso dei bambini.

ERRORI:
il finale, freddo o non freddo alla fine non si capisce.

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Ultima risposta 22/09/2014 17.00.04
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barone_rosso  @  23/03/2014 18:39:50
   1½ / 10
Di boiate ne ho viste molte, ma questo è veramente a livelli stratosferici. Iniziamo dal fatto che abbiamo un film ambientato su un treno che procede PER MOTO PERPETUO (eeeeeh??? cosa devo sentireeee??? Vabè l'attrito si sa, è un optional....), che per qualche motivo deve continuare a muoversi, ma anzichè muoversi in un percorso sicuro e circoscritto, o usarlo come fonte di energia, continua a girare TUTTO IL MONDO, che è totalmente congelato, ma non si sa come le linee ferroviarie sono perfettamente funzionanti al punto di far muovere un treno a velocità altissima per 17 anni, senza bisogno di alcuna manutenzione dei binari e senza problemi di congelamento (ogni pendolare del mese di gennaio sa bene di cosa sto parlando...).


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Ultima risposta 07/09/2014 10.12.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  20/03/2014 19:32:26
   8 / 10
presenti spoiler

Certo che gli americani dovrebbero odiarlo sto Bong.
Sì perchè questo grande regista coreano (sempre loro...) con solo due film ha dato agli statunitensi la paga in un modo spaventoso in due dei loro generi preferiti.
Prima gira The Host, il miglior monster movie degli anni 2000, che da solo va a sfidare tutti i suoi epigoni prodotti in America uscendone trionfante. Con, tra l'altro, l'Apparizione del mostro che forse si installa direttamente al primo posto delle apparizioni nell'intera storia del genere.
Poi fa uno Sci-fi, questo Snowpiercer e anche stavolta rischia di sbeffeggiare tutti gli altri film dello stesso genere girati in America, questi sì decine e decine, altro che i monster movie.
E' vero, in questa operazione ci sono dietro parecchi dollari americani ma per il resto è tutto con gli occhi a mandorla, soggetto, sceneggiatura, regia, troupe.
E' una frase affettata ma questo Snowpiecer è uno di quegli sci-fi che segnano un'epoca, uno di quelli che ce n'è massimo due per decade.
A partire da 2001 di Kubrick, passando per Guerre Stellari, Alien, Blade Runner, Terminator e, anche se a me non piace, Matrix (vado a memoria eh, non vi scaldate per le mancanze) questo è un genere che ha poche pietre miliari nella sua strada e, probabilmente, un solo periodo d'oro, quello della fine 70 e anni 80.
Snowpiercer non avrà la forza dei capolavori citati ma si candida come possibile miglior esponente della fantascienza 2.0.
E, attenzione, Kubrick a parte, il film di Bong è tra tutti gli altri quello forse più ambizioso come tematiche, quello che sembra usare la fantascienza più come un mezzo per che come fine.
L'intera umanità sopravvissuta a un'era glaciale creata dallo stesso uomo (per combattere il surriscaldamento globale) vive da ormai 18 anni su un treno, lo Snowpiercer, un convoglio con una locomotiva dal motore perpetuo. Non c'è altro fuori, solo gelo su gelo, tutto il mondo è stipato nei vagoni di questo treno. In fondo i poveri (fortissimo il richiamo ai campi di concentramento), e poi su su su fino alla locomotiva dove vive da solo il Dio-Tiranno-Creatore che ha fatto costruire il treno.
In fondo preparano una rivoluzione. Si vuole avanzare, vagone dopo vagone...
La metafora è semplice quanto straordinaria.
Se si voleva un esempio più pertinente e "lineare" per rappresentare la società con le sue lotte di classe, con il controllo dei poveri da parte dei potenti, con la rivoluzione, con la necessità di mantenere un certo "ecosistema" stabile e chi più ne ha più ne metta, beh, difficile trovare meglio di questo.
E' proprio la linearità, la consequenzialità il concetto più interessante e niente in questo caso è migliore dei vagoni di un treno. Non si può andare di lato, vanno percorsi uno ad uno, uno di seguito agli altri.
Il film è molto ambizioso, in ogni azione, in ogni dialogo la carica metaforica è fortissima.
Però c'è anche tanto cinema, forse troppo.
E non credo purtroppo si raggiunga il mix perfetto tra autorialità e obbligatori tributi al genere.
Innanzitutto quello che funziona sono i personaggi, su tutti quello della "Ministra" Mason, interpretata da quel mostro di Tilda Swinton. Soprattutto tra i cattivi c'è tanto di buono, dai boia incappucciati al pelato braccio destro del capo, dalla donna in giallo al killer grasso. Ho trovato molto più deboli i buoni, anche nella recitazione. Molto bene il protagonista Evans, ottimo Song Kang-Ho (attore feticcio di Bong ma anche di Park Chan-Wook), discreti gli altri.
Tante bellissime scelte come ad esempio la tortura del braccio congelato, le barrette proteiche a base di insetti, il Capodanno (geniale, fantastico), l' Asilo dove come materia di studio non c'è la Storia tout court ma quella dei 18 anni di treno, e quella locomotiva così "viva", pulsante, quasi un'entità a sè, forse lei più che il suo Creatore il vero Dio di quella derelitta umanità.
A proposito, curioso che Ed Harris interpreti un ruolo similissimo a quello di Truman Show.
Ma c'è anche tanto trash, come ad esempio la rivolta dei discotecari, la sparatoria da finestrino a finestrino, alcuni momenti in cui in situazioni molto drammatiche si tirano fuori battute quasi comiche, i due personaggi coreani, padre e figlia, in cui troppo insistentemente si ricorda la figura dei tossici, la scena del sushi e altro ancora. Insomma, una delle tare del cinema orientale, quel non prendersi mai sul serio fino in fondo, è senz'altro presente.
E così, quasi assistendo a una specie di platform in cui piattaforma dopo piattaforma si arriva alla fine...arriviamo alla fine.
E qui sta forse la parte più interessante.
Perchè tutti i personaggi più importanti acquistano sfaccettature nuove.
Curtis, il capo della rivolta, personaggio sì positivo ma con molte cose da farsi perdonare sia nel passato che nel presente.
Gilliam, il vecchio capo dei buoni che invece si rivelerà qualcosa di molto diverso. A tal proposito reputo la metafora della testa e della coda che in qualche modo devono "comunicare" per mantenere un certo ordine a questo strano microcosmo come la più geniale del film.
E lo stesso Wilford, il Creatore, sarà anche un sanguinario dittatore ma alcuni suoi discorsi sulla miseria della sua stessa condizione e sul fatto che senza questa società gerarchica che lui ha creato l'umanità nemmeno esisterebbe magari fanno accapponare la pelle ma sono discorsi affatto banali e scontati.
Il finale dividerà molti ma io l'ho trovato nerissimo, altro che speranza.
Del treno non rimane niente. Degli uomini non rimane niente (forse) se non due bambini.
E quell'orso potrà dire tante cose ma a me dice solo che se speranza ci sarà è per lui.
Non certo per noi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2014 01.22.31
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-Uskebasi-  @  14/03/2014 02:43:35
   8 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

La classica storia del debole che si ribella al forte. La classica rappresentazione metaforica della società, più asciugata che mai. Tutto il mondo è in un solo treno, dal povero cùlo alla ricca locomotiva.
A differenza di molti altri film distopici però, non abbiamo la completa visione, non vediamo fin da subito il mondo dei ricchi, lo scopriamo vagone per vagone, senza sapere quello che ci aspetta nel locale successivo.
E così, dopo un inizio di rivolta che più bello non si può (Curtis che si punta l'arma alla testa e preme il grilletto), assistiamo alla piacevolissima risalita dei ribelli in questo spazio così limitato ma così variegato.
Si nota nel bene e nel male l'orientalità del regista.
Si nota nel bene l'autorialità del regista che rende Snowpiercer sostanzialmente diverso dai suoi colleghi di genere. Questo è uno dei pregi più grandi, così come l'approfondimento dei personaggi che mostra yin e yang anche all'interno di chi non ti aspetti: il racconto di Curtis che descrive il primo mese in treno è bellissimo. La migliore scena insieme al geniale e surreale momento del capodanno.
Tilda Swinton, persino in un personaggio così caricaturizzato, ha una presenza scenica ingombrante che mette in secondo piano tutto e tutti.
Si è parlato del finale e di un ipotetico accenno alla speranza.
Io non credo ci sia un messaggio che vada oltre quello che vediamo.
Se l'intento di Bong era quello di far nascere una speranza, si tratterebbe di un fallimento. L'orso non può rappresentarla, in quanto non è nato dal nulla, ma è sempre vissuto e sopravvisuto per 18 anni. Quindi, o la speranza e la possibilità di vivere c'è sempre stata, o non ha senso rappresentarla così.
Magari con una piantina che usciva dalla neve avrebbe funzionato.

11 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2014 14.56.55
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NicolaDYD  @  10/03/2014 18:10:07
   8 / 10
Continuo a leggere commenti di gente che lamenta "grossolani" errori di sceneggiatura, io sinceramente di errori o buchi non ne ho trovato nemmeno uno, basta ragionare un pò e tutto fila liscio, tutto ha un senso. Il pubblico italiano è abituato a non ragionare, ad essere portato per mano (magari con una bella voce fuoricampo che spiega ogni minima cosa che succede, che è successa in passato, e che magari spiega anche cosa succederà in futuro), bisogna aprire un pò la mente.
è un film crudo, violento, per niente buonista, è normale che a qualcuno non piaccia, ma dire: "è troppo lento" o "è troppo irreale" non sono motivazioni giuste, Blade Runner è molto più lento di Snowpiercer, ma è considerato un capolavoro, lento non significa brutto.
Tecnicamente è bellissimo, fotografia magnifica, scene d'azione che rendono molto bene il senso di claustrofobia che può nascere dentro un treno, e colpi di scena al punto giusto.
Film assolutamente da vedere per gli amanti del genere di fantascienza e distopico, gli amanti dei cine-panettoni restino a casa

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Ultima risposta 16/03/2014 10.42.49
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Leonardo76  @  09/03/2014 22:14:11
   4½ / 10
Mamma mia che delusione, tanto mi aspettavo da un film post-apocalittico con protagonista un treno (a tutti piace il treno, il treno è sempre bello http://www.youtube.com/watch?v=p6tRfEhPdaw) ma le stupidaggini ben descritte dagli altri utenti hanno trasformato la visione in un calvario dove nulla torna. Una delle poche scene decenti è quella con i cattivi vestiti da San Babilini anni '70 armati di asce ma tutto il resto è noia e assurdità con il finale copiato da un vecchio spot della Golia bianca. Peccato.

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Ultima risposta 11/03/2014 01.15.33
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  07/03/2014 19:16:53
   4 / 10
Francamente mediocre e scritto malissimo.
Snowpiercer nasce da una Bande Dessinée francese concepita negli anni settanta e pubblicata per la prima volta all'inizio degli anni ottanta, degli autori Jacques Lob e Benjamin Legrand e dal disegnatore Jean-Marc Rochette.
Il film purtroppo si ispira solo vaghissimamente alle atmosfere e alla metafora sociale presente nel fumetto rendendo il tutto di una banalità esasperante, stupida e fine a sé stessa.
Stupisce che fra gli sceneggiatori ci sia Kelly Masterson che aveva dato prova di grandissima maestria di scrittura con la sua sceneggiatura d'esordio "Before the Devil Knows You're Dead" (Onora il Padre e la Madre) diretto da Sidney Lumet. Il film, peraltro si ispira essenzialmente al primo fumetto della trilogia intitolato "Le Transperceneige", ma come accennato si dimostra iuncapace di mutuarne i contenuti, la solidità narrativa e l'arguta metafora sociale (arguta per l'epoca del fumetto).
La scrittura cinematografica di Snowpiercer è fallace poiché ridondante di momenti superflui, superflui in quanto non trovano risposta nella progressione narrativa del film. Un esempio: il gesto della mano della Swinton su cui si concentra lungamente la macchina da presa, alla fine è immotivato, esternato in un contesto incongruo, fine a se stesso e sostanzialmente errato perché


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Questo è solo un esempio, ma ce ne sarebbero tantissimi che è meglio lasciar analizzare a chi il film vuole recensirlo.
Gli errori di sceneggiatura si susseguono mettendo insieme file di scene che non modificano mai la propria valenza, la superficialità con cui sono caratterizzati i personaggi e la sproporzione fra i tempi cinematografici in cui un film dovrebbe essere ripartito. Inoltre, la maggior parte degli eventi mostrati non sono rivolti alla preparazione dell'Impression Finale, quindi sono inutili e grammaticalmente errati sotto il profilo cinematografico.
Ma voglio andare oltre.
Il messaggio finale di questo film è altamente contraddittorio.


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Inutile continuare ad infierire sugli enormi errori degli sceneggiatori.
Il film risulta un concentrato d'azione, che però avanza a volte stentatamente. Il solo momento veramente ben riuscito è quello della battaglia conto i soldati armati di armi bianche. E questo ci obbliga a spostare l'attenzione sulla regia. Joon-ho Bong è bravo, ma questa volta sembra che si sia limitato a giocare a far spettacolo e neppure troppo avvincente. L'uso della camera a mano in alcuni case è abusato e fastidioso. La sequenza sopracitata, invece, è ben riuscita grazie al rallenti accelerato e alla dolcezza della musica che accompagna il bagno di sangue. L'espediente non è nuovo ma è sempre efficace. Come già ha detto appena l'altro ieri un regista dilettante ma di belle speranze, Alfred Hitchcock, le scene di violenza devono essere girate come se fossero scene d'amore e viceversa.
Ad eccezione di questa scena, la regia è complessivamente anonima e non funge da collante narrativo ad una sceneggiatura scalcinata che avanza stupidamente proprio come un passeggero di un qualsiasi treno trenitalia che cerca il proprio posto, ma non sa quale sia.
Gli attori, invece svolgono bene il loro lavoro, ma non possono salvare un film scritto malissimo e diretto manieristicamente. Buoni il montaggio e la fotografia.
Sostanzialmente se non si ha nulla di meglio da fare, Snowpiercer si può anche guardare, ma non vi aspettate niente di più di un filmetto d'azione pieno di fesserie narrative e condito di tanto, troppa presunzione autoriale.
Il solo vantaggio:
si dimentica in fretta.

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Ultima risposta 20/03/2014 18.25.21
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  06/03/2014 09:51:04
   5 / 10
La cinematografia coreana ci aveva abituati ad horror di livello o a produzioni autoriali da amatori, stupisce come una relativamente piccola cinematografia sia riuscita a realizzare un lavoro così importante da un punto di vista tecnico e ovviamente economico.
Puntando su un cast internazionale e di livello, il film si dipana sull'ennesimo racconto su un futuro distopico con ambizioni sociologiche.

Purtroppo il film sebbene esca fuori dai canoni classici hollywoodiani ed è quindi nel complesso godibile risulta essere totalmente sconclusionato da un punto di vista della sceneggiatura.
Se la realizzazione è ineccepibile, è la storia che non riesce minimamente a stare in piedi e frana in un finale che sa di no sense.
Purtroppo i buchi di sceneggiatura possono essere tollerabili in una pellicola di mero entertainment, no di certo per un lavoro così strutturato.
Se l'inizio funziona alla grande il film perde di spessore all'avvicinarsi dei protagonisti verso la locomotiva e il voler puntare su colpi di scena forzati facendo perdere al tutto di credibilità.

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Ultima risposta 23/03/2014 01.36.37
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lucasssss  @  04/03/2014 11:30:03
   4 / 10
personalmente non mi è piaciuto proprio
esagerato nella caricatura di alcuni persomaggi,
senza ritmo,
a tratti ridicolo,
niente affatto coinvolgente
rimasto molto deluso, poteva essere un gran film, peccato!!!

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Ultima risposta 17/03/2014 19.43.03
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Strix  @  04/03/2014 02:41:01
   8 / 10
Un piccolo capolavoro, un futuro cult di cui si parlerà per un bel po' di anni. O meglio, non se ne parlerà nell'immediato perchè la produzione non è americana, ma è orientale, tratta da una novel europea.
Nonostante lo splatter sia pochissimo, la violenza e la crudezza ti tocca, grazie a una regia con i controc...i.
Cast bravo, personaggi ben caratterizzati (persino Chris Evans fa bella figura), tematica non originalissima (ma d'altronde quale film lo è?), in compenso lo svolgimento della trama risulta coinvolgente nonostante le 2 ore.
Un gioiellino d'oro, nel mare di mediocrità del cinema moderno.

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Ultima risposta 06/03/2014 03.32.29
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Invia una mail all'autore del commento stefano  @  03/03/2014 10:54:52
   2 / 10
Indigeribile. Non lasciatevi condizionare dalla critica dei soloni, per me è una grossa delusione, un film veramente brutto e da dimenticare, come recita la frase associata al voto 2. Tratto da una graphic novel che tratta della trita e ritrita questione degli oppressi che cercano di ribellarsi, la pellicola è un'ambiziosa e pretenziosa rappresentazione della società degli uomini. Non ho mai visto un film così schematicamente simile ad un videogioco, in cui i vari vagoni (che vorrebbero rappresentare le varie condizioni umane) sono i livelli successivi. La recitazione pessima (su tutti, anzi sotto, un inespressivo Chris Evans ed una macchiettistica e supercaricaturale Tilda Swinton). Si salvano solo i grandi McKellen e Harris, ma sarebbe una sorpresa il contrario. Le situazioni fumettistiche che si sviluppano alla fine strappano la risata involontaria (se hai uno spirito inguaribilmente positivo) o l'insofferenza alla visione (se sei più concreto). Speravo che l'unione tra soldi, idee e tecnica del sud-est asiatico con attori americani potesse produrre qualcosa di superlativo.
Mi sono sbagliato di grosso.

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Ultima risposta 18/03/2014 11.33.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  19/02/2014 14:53:35
   9 / 10
Un superbo esempio di distopia futuribile, riuscita convergenza tra modalità lontane di far cinema: l'impronta coreana feroce c'è, congiunta a un cast (parzialmente) occidentale e a uno svolgimento della trama appetibile per il pubblico occidentale. Anche se rimane, per fortuna, ostico e caz.zuto; anni luce distante da blockbuster, giocattoloni e fumettoni.
Probabilmente quindi un "progetto" troppo intransigentemente autoriale per avere vasta e immediata fortuna commerciale.
Il che però fa sì che il film, finale compreso, rimanga un gioiello: un instant-cult per pochi e un futuro cult per cinefili anche non necessariamente orientalofili.
Da annali del cinema, di genere e non solo.

Visto in anteprima al festival di Roma 2013,
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Ultima risposta 18/03/2014 16.31.03
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