speciale andrej tarkovskij - cenni sulla storia della cinematografia sovietica: dalle origini a tarkovskij - il periodo del muto
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Il periodo del muto

Fu il produttore russo Drankov a esordire, nel 1908, con un film realizzato da Romankov: "Stenka Razin". Con questo film Drankov diede inizio a una produzione che attingeva i temi alla storia e alla vita quotidiana del popolo e quindi alla letteratura russa.
Così le prime produzioni si ispiravano alle opere più famose di Puvskin, Gogol, Tolstoj, Dostoevskij, Lermontov.
Con la guerra del 1917, la produzione francese, che allora era quella dominante, andò rallentando e si bloccò l'ingresso di pellicole straniere in Russia: si ebbe una conseguente crescita del livello artistico delle opere.
Per contro ci si preoccupò troppo della forma e ci si abbandonò in maniera compiaciuta a trame pessimistiche, macabre e decadenti.
Nell'ottobre del 1917, la conquista del potere da parte dei bolscevichi non contribuì certo allo sviluppo dell'industria cinematografica.
La guerra civile accentuò il conflitto, i proprietari dei grandi cinematografi chiusero le sale e alcuni produttori emigrarono insieme ai loro registi, attori e tecnici.
Il cinema sovietico nacque ufficialmente il 27 agosto 1919, giorno in cui Lenin firmò il decreto per la nazionalizzazione del vecchio cinema zarista.
I primi passi del cinema sovietico incontrarono enormi difficoltà materiali: la guerra civile, sconvolgendo l'economia nazionale, privava i cineasti sovietici dei mezzi necessari.
Tornata la pace, nel 1922 ebbe inizio la ricostruzione dell'economia del paese.
Lenin in un discorso, pronunciò questa frase, che rimase storica:
"Per noi il cinema è, tra tutte le arti, la più importante."
I teatri di posa furono riaperti e riprese la produzione cinematografica.
Si diede molta importanza al montaggio, alla necessità di sorprendere l'uomo nel suo ambiente sociale e nella vita di tutti i giorni, si consolidò una scuola di arte documentaria che rimane ancora oggi una delle più significative.
Queste nuove tendenze furono, in un certo senso, anticipatorie di quello che oggi è chiamato "cinema verità".
Teorico di questa nuova tendenza fu DziZa Vertov, che può essere considerato l'iniziatore di un genere nuovo.
E' in questi anni che esplode il genio di Sergej Mikhailovìc Ejzevstejn, che si fa conoscere per un montaggio tutto particolare denominato montaggio delle attrazioni.
La parola "attrazione" era intesa da lui come nel senso quasi filosofico di una sensazione violenta imposta agli spettatori.
Il montaggio univa più 'attrazioni' prese arbitrariamente nel tempo e nello spazio.
Dimostrativo è il primo lungometraggio Sciopero (Stacka, 1925) in cui faceva alternare al massacro degli operai sotto il regime zarista inquadrature di animali sgozzati ripresi in un mattatoio.
Nel suo film più conosciuto, La corazzata Potemkin (Bronenosec Potemkin, 1925) Ejzestejn dovette rinunciare all'uso del montaggio delle attrazioni, ma sotto l'influenza delle teorie letterarie d'avanguardia, rifiutò di usare i teatri di posa e gli attori.
Il suo film ebbe per protagonista la sola massa, gli attori si ridussero a comparse e i capi rivoluzionari restarono dei semplici profili.
Furono creati dei personaggi perfettamente coerenti, la corazzata e la città, il dramma sorgeva dal loro dialogo e dalla loro unione.
Sull'onda di questo successo Ejzestejn diresse La linea generale (General'naje linija, 1929) che ebbe minor fortuna, poi partì per Hollywood dove si scontrò con esperienze molto dolorose.
In Unione Sovietica prese il suo posto Pudovkin.
I film di Pudovkin sono opere psicologiche dal contenuto sociale, la sceneggiatura condiziona e determina il montaggio, perfetto nella sua elaborata precisione.
Altro rappresentante del cinema russo di questi anni è Dovzenko: a descrizione del suo stile particolarissimo basti per tutti il suo film più conosciuto, La terra (Zemlja, 1931). I suoi sono film pieni di lirismo epico: la campagna, la notte, le fattorie sono i personaggi principali delle sue opere.

Concludendo si può dire che gli stili, i temperamenti e i temi dei quattro maestri appena citati, colpiscono soprattutto per la loro diversità e rappresentano le tappe fondamentali del cinema sovietico fino all'avvento del sonoro.


Torna suSpeciale a cura di maremare - aggiornato al 05/09/2005

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