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Heimat - 8. L'americano (1943-1947)

"Per noi la guerra era finita"
(Glasisch) 18 Marzo 1945

Ma a Berlino la guerra continua alla fine di Aprile. In una sorta di prologo ci viene mostrata una città distrutta, una Martina in mezzo alle macerie e alle esplosioni che allieta con un ultimo spettacolo un soldato (forse, certamente, un amante). E in una sorta di suicidio, dopo la morte di quest'ultimo, Martina va in mezzo la strada nonostante gli avvertimenti sui rischi di uccisione e si fa sparare dai soldati russi.

A Schabbach, con la guerra finita, è arrivato il momento di tirare le somme; la guerra ha disperso ancora i figli di Maria: Anton fa sapere di essere in Turchia e comincia la lunga "camminata" verso casa dove penserà al suo futuro e a ciò che costruirà una volta tornato; Heimat - L'americanoErnst darà sue notizie attraverso una giovane e piacente donna, Klara Sisse, mandata nel villaggio e che avrà un ruolo importantissimo nella vita della famiglia Simon (ma nessuno lo sospetterebbe). Ernst si trova inizialmente in una soffitta francese, delira; come suo padre anni prima immagina un soldato senza nome, magari un vecchio compagno aviatore, che gli dice di essere la nostalgia. Una nostalgia che perseguiterà da questo momento Ernst, un ragazzo/uomo che si sentirà sempre in gabbia qualunque progetto penserà o tenterà di realizzare, tranne nei momenti in cui vola con il suo aeroplano.
La guerra ha lasciato solo le sue tracce di morte, i suoi relitti dietro di sé, simboleggiati dal dito di un soldato ("è tedesco!") che Hermann trova su una camionetta distrutta. Ciò che solleva il morale della gente di Schabbach sono gli americani, la loro giovialità, il loro slang, la loro cioccolata.

E da americano, completamente differente rispetto a come lo avevamo lasciato nel primo episodio, ritorna finalmente Paul. Su una macchina elegante, con autista negro incorporato, il figliol prodigo entra a Schabbach nel Maggio 1946 a piedi, lentamente, per poi cominciare a correre verso i luoghi della sua infanzia. La sua Heimat. Tutto, all'apparenze, è rimasto come prima (frase questa che si è scritta e si scriverà spesso). La chiave che apre la porta di casa (vuota) si trova esattamente dove la si lasciava anni e anni prima (sedici anni), ma la fucina è vuota. Il vecchio Mathias è morto, Paul in una sequenza simbolica che cita quella iniziale di "Heimat" prende il martello cominciando a battere, richiamando come una campana dall'aldilà la madre Katharina. Un gesto naturale come lo fu quella prima volta col padre.

Ma non è tutto come un tempo, Paul lo confesserà poi. A parte sua madre Katharina, le persone intorno a lui certo sembrano le stesse ma non lo sono e non potrebbero esserlo. Maria poi è tutta un'altra persona: il loro incontro è muto, silenzioso, tutt'altro che privato visto che si ritrovano nella cucina dove Paul tornò esattamente anni prima dalla guerra; gli sguardi che si lanciano rivelano imbarazzo e desiderio da una parte, astio dall'altra. Maria si è indurita, non è più disposta a condividere il suo letto per "riscaldare" Paul l'americano. Heimat - L'americanoLui chiede infastidito "C'è ancora Otto tra noi?" ma anche se Maria afferma il contrario ricordandogli che è morto tempo prima, si intuisce che non è solo il suo fantasma a pesare sul cuore della donna ma vent'anni di silenzio e lontananza inspiegabili che non possono essere ricuciti in una notte. Quando, sulla tomba del padre Mathias, Maria chiede per quale motivo abbia abbandonato tutto e tutti di colpo anni prima lui risponderà sinceramente "non lo so". Paul come Maria è un'altra persona. È molto americano, poco tedesco, usa lo slang spesso e volentieri, ci tiene a ricordarlo in un discorso tenuto nella festa in suo onore ("il VOSTRO Hitler"), è ammirato però da tutti proprio per questo suo essere americano; specie da Lucie, invecchiata ma che aspetta da sempre il suo arrivo: invecchiato è anche Eduard. I due probabilmente neanche si amano più, troppo distanti gli interessi quando Lucie continua a coltivare le sue ambizioni sociali rinnegando(si) in continuazione il suo passato nazista (ma lasciando spesso trapelare l'ammirazione per personaggi ambigui), e Eduard invecchiato e stanco, sempre più sordo, continua imperterrito a parlare di fotografie e pellicola. L'unica persona insieme a Maria che non si mostra entusiasta del ritorno dell'Americano è Wiegand, che comicamente inveisce contro gli yankee che stanno torturando suo figlio Wilfried.

E se il passato è una terra nella quale Maria non vuole più tornare, questo ci è ricordato da un altro breve avvenimento; Pieritz torna a Schabbach per una breve capatina, dice che nulla è cambiato. Questo forse infastidisce Maria, che magari ricordandosi della morte del suo Otto non può che pensare il contrario, e bruscamente invita Pieritz ad andarsene. È la chiusura della donna in toto verso il suo passato, verso gli uomini della sua vita. Da ora in poi continuerà a dedicarsi ai figli, specie ad Hermann, soffocandolo fin troppo di amore materno e severità (ne intravediamo gli atteggiamenti già ad inizio episodio).

Ernst non si decide per ora a tornare, si innamora continuamente e altrettanto continuamente lascia le sue nuove fiamme (facile intuire che Klara sia una di queste conquiste presto abbandonate); vuole tornare a volare e non si rassegna. In una delle ultime scene lo troviamo in un locale non lontanissimo da Schabbach, dove nota suo zio Eduard insieme ad un altro uomo mai visto (è suo padre Paul) ma fa di tutto per non incontrarli. Il suo sguardo si incrocerà brevemente proprio con Paul, momento di altissimo e raffinato cinema di cui quasi non ti rendi conto, poi lascerà il locale e Paul torna alla sua bevuta con Eduard.

Infine torna anche Anton dalla sua lunga maratona. Quanto tutto sembra (quasi) tornato come un tempo, però, l'ultimo legame di Paul scivola via: sua madre Katharina, nel silenzio e improvvisamente, dice di andare a riposarsi sul letto. Heimat - L'americanoIl suo ultimo discorso indica ancora una volta la ciclicità storica e del Potere, per cui guarda con scetticismo alla "nuova epoca" che sta presentandosi in Germania; lei ne ha viste tante di nuove epoche, afferma, e tutte sono finite col ritorno dei debiti. Quando Maria va a svegliarla poco tempo dopo la trova già morta, serenamente. Paul affretta a questo punto la sua partenza, ricevendo anche un'ultima frecciata da Maria ("Questa è una partenza, non come l'altra volta"); ma a ben vedere anche questa è una fuga di Paul che sembra avere una fretta del diavolo a lasciare Schabbach ora che l'ultimo legame alla sua terra, la sua Heimat, è scomparso per sempre. Mentre Paul parte, Anton "costruisce" con dei sassi la sua fabbrica a cui ha pensato per tutto il viaggio di ritorno. Comunica alla moglie Marta il desiderio di costruirla presto, in una sorta di febbrile delirio, e si avvia verso casa con la sua consorte. Mentre lo vediamo sulla stradina diritta perduta in mezzo al verde, un'immagine ricorrente, in sovrimpressione si stampa il titolo dell'episodio: "L'Americano". Ma è solo Paul l'americano, oppure la sua idea capitalista ha contagiato anche il figlio Anton? In tal senso Anton, futuro direttore e altoborghese di Schabbach con la sua fabbrica di attrezzi ottici, ne incarnerà lo spirito tedesco.


Torna suSpeciale a cura di elio91 - aggiornato al 25/01/2013

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