M. Bordiga 10 / 10 12/10/2004 12:34:14 » Rispondi Un film che spinge ad indagare la propria coscienza. Che costringe a una dolorosa riflessione sulla natura umana…e sull’eventualità di poterla/volerla cambiare. Al contempo, una delle più straordinarie opere d’arte che il cinema, nei suoi oltre cento anni di storia, abbia mai partorito. La pellicola riesce nel miracolo di conciliare lo spessore e la drammaticità dei contenuti con l’ipnotica, sconvolgente “bellezza” estetico/espressiva delle immagini e delle carrellate. Una furiosa cascata di sensazioni, un frenetico accavallarsi di (esaltanti) violenze, pugni allo stomaco dello spettatore e (autentici!) moti di commozione. Un elettroshock al cervello. Nella prima parte, il viaggio nella mente di Alex, l’individuo “senza legge”, legge intesa anche nel senso di “freno inibitorio” e capacità di operare la distinzione, socialmente riconosciuta, fra “bene” e “male”(A-Lex). L’ Alex De Large di Burgess/Kubrick si nutre di sangue, di violenza, di stupri. Ma egli esercita, quotidianamente, il “culto” del male senza l’aggravante del dubbio. Il dubbio, nella mente di Alex, non esiste. Esiste solo l’istinto, la NATURA, appunto. Nel romanzo di Burgess Alex afferma, in buona sostanza: “Non riesco proprio a capirli, questi poliziotti ‘redentori’. Cosa vorrebbero cambiare, nella mia testa? Io faccio cose balorde? Sì, certo, ma nel senso che loro danno alla parola ‘balorde’. Esistono quelli che vivono solo per fare il bene, esistono quelli che vivono solo per fare il male: e io non mi permetterei mai di giudicare negativamente quelli che vivono solo per fare il bene. Son gusti. E io, a differenza dei poliziotti che vogliono fare i redentori, rispetto i gusti di tutti.” Nella celebrazione (estetica, non morale) dell’ ”istintualità” pura di Alex, Stanley Kubrick si esalta. E costruisce il suo capolavoro, dando vita al più riuscito dei personaggi della sua “galleria dei soggetti estremi e/o deviati/psicopatici.” L’ “Es” di Alex pungola la fantasia poetica di Kubrick, che prende il volo dalle righe di Burgess per scatenare il suo gusto visionario: l’occhio truccato di Alex che ci fissa nella carrellata che apre il film (che, a ben vedere, si riaggancia agli ultimi fotogrammi del film precedente di Kubrick, 2001:Odissea nello Spazio, nei quali a fissare la camera era il feto spaziale), i provocatori costumi dei “drughi”, con tanto di bastone e bombetta, parodia di certa nobiltà anglosassone… Il capolavoro è suggellato e consegnato alla storia dall’uso, sontuoso e innovativo, della musica classica nella colonna sonora . La “Gazza Ladra”, di Rossini, è l’imprescindibile “amplificatore emotivo” delle azioni violente di Alex (memorabile è la sequenza del fiume in cui il “capodrugo” Alex si scaglia improvvisamente contro i suoi compagni insofferenti); la “Nona” di Beethoven, ossia il “fuoco” che si sposa con l’armonia, è più intimamente l’alimento vitale di Alex, la musica che lui piega e adatta alle sue fantasie sanguinarie ma al contempo, forse, la sua necessità di BELLEZZA, di ORDINE, di PERFEZIONE. I sentimenti contrastanti di Alex a proposito della “Nona” emergeranno, del resto, durante la “Cura Ludovico” (Ludovico!!!). La seconda parte del film, che non perde affatto l’intensità emotiva e la potenza espressiva della prima, si concentra più da vicino sul problema concreto, filosofico di Burgess/Kubrick: la NATURA di Alex può (e soprattutto DEVE) essere cambiata? Cosa è peggio: la violenza LUDICA, primordiale di Alex, o la violenza LUCIDA, scientifica dello Stato, che “usa” Alex per il proprio tornaconto? Se il dubbio può rimanere irrisolto per qualcuno di noi, pochi dubbi restano invece a Stanley Kubrick…
NanD 27/10/2004 22:44:23 » Rispondi Grazie per il contributo di qualità.
lupocattivooooo 18/10/2004 08:10:41 » Rispondi Straordinario. Alcuni punti analitici ( A-Lex ) non mi sarebbero mai venuti in mente. Grazie.
cash 18/10/2004 11:57:23 » Rispondi bastava leggere la rece ufficiale del sito. E poi pensa a quanti senza legge ci sono el mondo del cinema.
lupocattivooooo 19/10/2004 11:49:04 » Rispondi E' posta molto meglio. ... e piu' che "A-Lex" nel mondo del cinema ci sono degli "A-Brain"
paul 12/10/2004 12:38:31 » Rispondi bellissimo commento. Prima Tark, poi Kubrick: ti voglio sempre più bene.
Leporex 05/11/2004 19:44:29 » Rispondi Tutto il mio rispetto per il tuo sentito commento. Un solo dubbio: ma non si tratta del "La cavalcata di Guglielmo Tell" di Rossini?
M. Bordiga 12/10/2004 16:15:09 » Rispondi Ti ringrazio davvero, Paul. Mi pare di aver capito che sul grande schermo abbiamo gusti parecchio simili...su Tarkovskij e Kubrick non si scherza. Come quando sei di fronte a due poeti. Io penso che i gusti cinematografici, come quelli artistici in generale, siano estremamente soggettivi; ma non riconoscere in certi film i tratti del capolavoro e NEGARE la loro bellezza e profondità denuncia accidia, pigrizia...e forse un pò di faciloneria. Inoltre, impedisce allo spettatore che giudica con troppa superficialità di fruire di opere d'arte immortali. Cioè di fare del bene al proprio spirito.
paul 13/10/2004 15:46:15 » Rispondi condivido al 100%. Anzi, sei riuscito a spiegare chiaramente quello che a me non è mai riuscito. Una persona può dare 10 oppure 1 a Spiderman, per ex.: si tratta di opinioni soggettive. Ma certi film sono degli autentici capolavori e negarlo testimonia faciloneria...insomma sto ripetendo quello che hai scritto (: saluti
sb6r 13/10/2004 22:09:05 » Rispondi Complimenti vivissimi, ottima analisi. Mi hai fatto venir voglia di rivedermelo!
Gilead 13/10/2004 16:44:18 » Rispondi Complimenti! Uno splendido commento! Stretta di mano virtuale e pacca sulla spalla!