JoJoGay 7 / 10 06/03/2005 18:36:59 » Rispondi In una parola: "agghiacciante". Deprimente, esasperante, triste, commovente... sì, "Una Tomba per le Lucciole" potrebbe essere descritto annche da ciascuna di queste parole, ma più di tutto questo film è agghiacciante, allucinatamente agghiacciante. Giusto per togliere ogni dubbio, Takahata parte dal finale per immergere nel mare di lacrime amare lo spettatore, difficilmente preparato ad un'esperienza come quella offerta da questo film. La crudezza del racconto, terribilmente realistico, è da lasciar di stucco: vedere un ragazzino e la sua sorellina sprofondare lentamente verso una morte vaticinata sin dal principio giusto per togliere ogni barlume di speranza allo spettatore, sapere che qualunque sforzo sarà inutile, è una carta molto forte da giocare per colpire il povero spettatore ignaro. Takahata sembra essere un mostro insensibile: non ha pietà per i suoi personaggi, e non ne ha nemmeno per chi guarda, provando a buttarlo nel fiume della lacrima (facile, a volte) (sovrac)caricando di patetismo la struttura ad ogni pie' sospinto. Nella sua ansia di commuovere, però, il regista ad un certo punto esagera; non nel realismo (la storia è sin troppo verosimile), ma proprio nell'impostazione narrativa: il film non è fatto per poter piangere, ma per DOVER piangere, quasi che questo fosse il fine e l'emozione, invece che l'obiettivo primario, il mezzo. Questo gioco è pericoloso, perché se è vero che "Una Tomba per le Lucciole", se riesce a strappare una lacrima, ne farà sgorgare anche molte altre, se questo non accade, il film finisce per scivolar via, lasciando verso il finale lo spettatore con un sentimento di distaccata indifferenza.
Enzo001 28/09/2008 22:13:21 » Rispondi jo, stavolta non ci siamo. solo un perfetto folle avrebbe potuto scrivere cose simili (cit.)
cash 06/03/2005 18:53:00 » Rispondi solo un perfetto folle poteva scrivere una cosa del genere
cash 06/03/2005 19:07:24 » Rispondi non ho capito quele secondo te doveva essere l'obiettivo primario.
JoJoGay 06/03/2005 19:20:23 » Rispondi Far provare emozioni allo spettatore. Ostinarsi a cercare di farlo piangere e BASTA per un'ora e mezza diventa stancante. E' la resa che non mi è piaciuta, troppo marcatamente patetica: secondo me avrebbe dovuto tentare di ampliare un po' di più lo spettro delle emozioni da trasmettere. L'ha pestata troppo su quel tasto. Beh, comunque è un bel film... è piaciuto pure a me, però ad esempio con "La Città Incantata" che ho visto l'altro giorno non c'è assolutamente paragone: QUELLO è un anime commovente, molto più completo, che mi ha veramente toccato.
cash 06/03/2005 19:44:54 » Rispondi cosa? ma che stai dicendo? Guarda che il film dura un'ora e mezzo, e non mi pare proprio che il tutto si possa ridurre solo all'aultima sequenza. Il tasto viene spinto solo lì, e una cosa furba è spostare tutto all'inizio. E allora dirai peste e corna anche di elephant man, non oso immaginare.
JoJoGay 06/03/2005 22:12:23 » Rispondi Per fortuna che dura solo un'ora e mezza: non è certo questa la pecca del film, che sicuramente non sarebbe potuto (dovuto) durare di meno, ma nemmeno molto di più. Comunque non è che si riduca tutto all'ultima sequenza (o, se preferisci, alla prima): giocando la carta d'un inizio di quel genere, Takahata dichiara scopertamente di voler ammazzare qualunque tipo di speranza potenzialmente nascente nello spettatore. La scelta è più che legittima e non dev'essere necessariamente giudicata come errata, però, dovendo valutare globalmente il film, ho notato la tendenza ad un gioco al massacro fine a sé stesso. Poi è ovvio che la storia non si sarebbe potuta sviluppare altrimenti, ma la mia critica non è specificatamente sulla trama, quanto più sul metodo narrativo adottato. Come ti ho già detto, l'impostazione data mi è sembrata limitante... una sorta di auto-castrazione artistica, non so se rendo l'idea. Inoltre, si sta questionando su un 7, non su un 4: non mi sognerei mai di dire che questo anime sia da buttare, semplicemente non l'ho trovato niente di straordinario.
jingoro 17/03/2005 14:19:50 » Rispondi mi piacciono molto i lieti fini nei film, pero' non mi sembra una fine cosi' triste ke porta lo spettatore a impiccarsi... io ho pensato subito ke quelle 2 anime si sono ritrovate tutte in paradiso insieme alla madre...poi ognuno puo' pensare una fine diversa...pero' se tutti fossero sopravissuti felici e contenti non mi avrebbe toccato cosi'
babbo 18/04/2005 23:16:51 » Rispondi il film non è fatto per poter piangere, ma per DOVER piangere?...scusa ma non ti seguo! Non e "ansia" di commuovere come dici tu (onestamente non si può parlare di ansia visto che la storia scorre in maniera lineare e senza "forzature") e nemmeno patetismo, e semplicemente un "piccolo" (si fa per dire!!) dramma in quel enorme tragedia che e la guerra, e dove Seita e la sua sorellina semplicemente....vivono! (o cercano ostinatamente di farlo). E tutto questo, nel bellisimo surrealismo che solo un film d'animazione può dare.
Ste85 30/07/2005 03:55:50 » Rispondi Capisco perfettamente che ogniuno ha una propria opinione, ma hai detto che "Takahata sembra essere un mostro insensibile: non ha pietà per i suoi personaggi".... Il fatto che questo film è tratto da un autobiografia, di una persona che è sopravvisuta dalla Seconda guerra mondiale, perdendo la sua famiglia e la sua cara sorellina. Takahata ha solo rispettato quello che l'autore ha scritto. Il ragazzo protagonista del cartone animano "Una Tomba per le lucciole" é l'autore del libro. Si, nel cartone il ragazzo muore, ma nella realtà lui è sopravvissuto. Ma per lui è stato come morire dopo tutto quello che aveva passato, perdendo tutti e tutto. E questo è stato l'unico cambiamento che l'autore stesso ha fatto. Ma del resto è tutto una storia vera, accaduta realmente,.. uno delle tante storie aggiaccianti che purtroppo ci sono. Mi sono dilungata, sorry,.. ma era per spiegare che Takahata ha rispettato il libro.
kowalsky 24/09/2005 01:19:27 » Rispondi Non sono del tutto d'accordo: se guardi bene tra le righe è pieno di ottimismo, purtroppo naufragato dal piu' grande errore umano della storia di ogni tempo (la guerra) Se i sogni muoiono all'alba, è altrettanto vero che la loro intensità puo' durare per sempre, anche dopo la morte