miciopasticcio 9 / 10 09/03/2010 22:22:50 » Rispondi Questo film può essere considerato un ottimo esempio di utilizzo delle tecniche narrative del foreshadowing e del capovolgimento finale di prospettiva (o twist ending). Non sono tecniche recenti, sono presenti in The others, in Mulholland Drive, in I soliti sospetti e in decine di altri film (A beautiful mind, Two sisters, Old boy…), e per questo possono essere percepite come non originali e addirittura creare fastidio, a causa di quella vaga sensazione di essere stati manipolati e presi in giro… Tuttavia anche per gli esempi che ho citato sarebbe ingiusto parlare di originalità, visto che già negli anni '50, ai tempi della prima serie di Twilight Zone, queste tecniche venivano applicate (e questo è solo l'esempio più lontano nel tempo che conosco, sicuramente ce ne saranno degli altri che ignoro), e se andiamo sul piano letterario si potrebbero trovare esempi ancora più lontani nel tempo (ad esempio Il giro di vite di Henry James). Insomma, veramente nihil novi sub sole. Ciò che fa di The Shutter Island un buon film è l'utilizzo che viene fatto di questa tecnica narrativa: Scorsese non la utilizza come un semplice gioco di prestigio per creare disorientamento nello spettatore e poi stupirlo nel finale, ma la fa diventare un elemento strettamente funzionale al messaggio che vuole esprimere con il film. Il film è la storia di un dolore enorme e di un senso di colpa impietoso. Ogni apparente errore di editing o di continuità (sarebbe veramente sorprendente in un regista come Scorsese!) in realtà serve a creare straniamento (bicchieri che appaiono e scompaiono, tempeste e soli splendenti quasi contemporanei nel cielo…) e farci entrare in empatia con Teddy e con la sua percezione alterata della realtà; ogni anticipazione presente nella trama, che ha creato disappunto in molti, in realtà va inserita in un sistema di messaggi molto coerente e del tutto comprensibile solo alla fine del film
la scritta run sul block notes, la moglie che in sogno avverte Teddy di stare lontano dal faro… non sono altro che gli estremi tentativi dell'inconscio del protagonista di tenerlo lontano da una realtà insopportabile, che le tecniche psichiatriche umanistiche del moderno psichiatra Kingsley stanno per svelargli. Solo l'ultima battuta del film chiarisce tutti gli aspetti irrisolti della trama: riacquistata una percezione vera della realtà, Teddy non può che abbandonarsi volontariamente nelle mani dello psichiatra old style von Sydow e subire una lobotomia che lo liberi definitivamente dai sensi di colpa
Concludendo, questo non sarà un film ai livelli dei capolavori degli anni '70, sarà un film di genere e mainstream (ma anche Cape Fear tutto sommato lo era, e, secondo me, con risultati artistici inferiori) ma anche quest'ultimo lavoro di Scorsese vale la pena di essere visto, se non altro per divertirsi a ricomporre tutti i tasselli disposti sapientemente dal regista lungo la trama.
InsolitoEs 10/03/2010 16:01:37 » Rispondi Bravissimo sei l'unico che ha capito che Scorsese non ha nessuna intenzione di stupire lo spettatore ( solo un demente non capirebbe gia' a meta' film la pazzia del protagonista ). Ma l'intendimento come dici tu e' quello di utilizzare questa tecnica narrativa come ( ti cito )" elemento strettamente funzionale al messaggio che vuole esprimere il con il film ".
Sicuramente di Caprio preferisce morire che vivere da mostro. Prendendosi la responsabilita' della sua colpa. Quindi entrambi gli approcci psichiatrici diametralmente opposti ...falliscono. La consapevolezza non porta necessariamente alla guarigione. Bisognerebbe capire che significa guarire e che significa " malattia mentale " e i relativi tentativi di cura da parte di una pseudoscienza. Prevale la libera scelta .
Il medico che recitava la parte del suo partner,alla fine lo chiama "Teddy" e non con il suo vero nome (ma appunto,con il nome che Di Caprio in teoria si era dato da solo). Questo potrebbe far pensare che la tesi del complotto sia credibile,però mi domando come faceva il dottore a conoscere esattamente i sogni e le visioni di Di Caprio,se non perchè lo teneva in cura da due anni come sosteneva. A mio avviso la frase finale "meglio vivere da mostro o morire da persona per bene?" può essere intesa in due diverse maniere: Piuttosto che continuare a vivere nella consapevolezza di ciò che ha fatto (quindi da mostro),preferisce essere lobotomizzato e rimanere un "fantasma",oppure,piuttosto che essere come voi mi avete dipinto (un mostro appunto),preferisco farmi lobotomizzare da persona "per bene". Resto convinto del fatto che Scorsese abbia chiaramente scelto di lasciare libera interpretazione al tutto.
- lo chiama con quel nome perchè in quel momento lo sta assecondando. Viene detto chiaramente che di caprio pareva già essere guarito più volte, per poi avere puntualmente delle ricadute; il suo psichiatra sta semplicemente tentando di capire se sia guarito o meno definitivamente; - la frase fa intuire che di caprio finga la ricaduta e scelga deliberatamente di farsi lobotomizzare, tutto lì.
Ma ancora non avete capito che non c'è proprio nulla da interpretare liberamente? Seriamente, è tutto di una chiarezza quasi disarmante.
miciopasticcio 11/03/2010 17:36:34 » Rispondi Purtroppo non ricordo bene questo dettaglio, tuttavia posso ipotizzare che il medico lo chiami Teddy perché non è sicuro della sua guarigione e, vista la sua tendenza a massacrare di botte chi gli si mette contro, lo voglia prudentemente assecondare!!! Quanto al finale la seconda ipotesi non mi convince molto, più che altro per un discorso di coerenza:
se i medici stessero tessendo un complotto ai danni di Teddy allora tutte le anticipazioni presenti nel film (la scritta RUN sul taccuino, le parole della moglie in sogno...) non avrebbero nessuna spiegazione se non quella di disorientare lo spettatore.
Anch'io tendo alla spiegazione che hai appena fornito,pur restando però dell'idea che in realtà le cose non siano di una "chiarezza disarmante"...se così fosse non staremmo ancora qui a parlarne e questo per me è un punto di forza del film. Negli ultimi 15 minuti di pellicola le cose appaiono chiare e la verità viene svelata...al contempo però a mio giudizio,il fatto che il medico lo chiami di nuovo Teddy,serve proprio a riaccendere il dubbio nella mente dello spettatore,visto che qualche minuto prima avevamo assistito ad una scena nella quale veniva ribadito più volte da parte dei medici, che il vero nome del protagonista era un altro...sarebbe interessante sentire se Scorsese abbia volutamente scelto di insinuare il dubbio nella mente dello spettatore,o se quello che per me è oggetto di interpretazione,in realtà non lo sia affatto.
Casomai tu ne vuoi parlare ad ogni costo, i dubbi che insinui non hanno alcun senso e poggiano su dei dettagli che evidentemente hanno già una loro spiegazione logica ben definita, pure troppo. Non c'è nemmeno bisogno di scomodare scorsese: è già tutto lì, nel film
Rand 10/03/2010 11:51:23 » Rispondi Ottimo commento! hai veramente colto nel segno la struttuta narrativa del film, che si rivela per quello che è , niente è come sembra, l'ambiguità di fondo rivela la fallacia della natura umana, che viene ingannata dalle sue sensazioni. Qualcosa a cui sta lavorando anche nolan con il suo prossimo Inception.
miciopasticcio 11/03/2010 17:24:38 » Rispondi Grazie per i complimenti! Non ho ancora letto nulla su Inception, comunque Nolan ama molto questo stile e lo ha già utilizzato in The Prestige e anche in Memento, anche se lì è soprattutto l'uso originale del montaggio a fare la differenza!
Avte fatto caso alle date riportate ll'inizio e alla fine del film?Entrabe sono datate 1952...Senza questo indizio anche io avrei pensato che realmente Di Caprio fosse uno psicopatico...Boh...forse ho visto male!!!
cash 11/03/2010 15:45:06 » Rispondi Infatti lo E'.