Flavietta2 8½ / 10 12/01/2011 22:53:56 » Rispondi Ed eccoci allìultima fatica del caro buon Clint. Sono stata una settimana a pensare cosa dovevo scrivere e che voto dare e forse non sono capace di spiegarmi a parole in modo giusto. Hereafter segna un cambiamento per Clint. Non è più l'eroe, non c'è più il personaggio che solo sfida il mondo, ci sono solo tanti umani, rinchiusi nei loro mondi, nelle loro speranze,dolori, paure...soprattutto paura della morte. qualcosa d'inspiegabile che ci avvolgerà; può essere il nulla, la luce, la felicità,questo non possiamo saperlo, ma nella nostra vita sempre appare e noi dobbiamo affrontarla. Così un bambino perde il suo unico sostegno, lo cerca, ma la religione, la negazione di essa, come anche la magia, non sempre danno le risposte che si cercano. Sono pur sempre frutto dell'uomo, un uomo che non può comprendere pienamente la vita, figurarsi della morte. Poi c'è colei che "torna" dalla morte, come in una nuova vita, dove nessuno la capisce, nessuno l'ascolta. Forse nessuno vuole sapere la verità, la vuole apprezzare. Infine colui che vorrebbe vivere, ma viene perseguitato da una realtà ultraterrena che non vorrebbe che gli appartenesse. Umani....solo piccoli umani spauriti e dubbiosi. Tre modi di reagire alla morte, tre modi di vivere. Così un bambino, una donna e un uomo, imparano a camminare da soli, si rialzano e continuano a vivere, anche se la paura, il dolore e tutto ciò che la morte provoca nell'animo umano, li scuote nel profondo. Un film che non può che avere degli stereotipi, perchè ciò che non si conosce non può che averli, ma che, pur con elementi sovrannaturali, racconta la vita e la sofferenza umana. Ma non tralascia la speranza, non per quell oche ci sarà, ma per quello che ora c'è. Un fortuito caso, un autore immortale riporterà alla vita. Un argomento così particolare non poteva essere trattato in maniera più delicata di questa: le musiche, la regia, il volto di Cecile de France sono alcuni degli elementi che segnano quello che è un lavoro della maturità Eastwoodiana. Il giovane eroe è sparito, rimane solo un uomo con le sue domande, il suo vago pessimismo, con poche risposte, forse nessuna...ma lo spiraglio di luce c'è e la vita continua. anche se presenta punti abbastanza forzati e poco approfonditi (come l'eplosione per esempio) rimane un bel film che nella sua lentezza riesce a trasportare lo spettatore in un vortice di situazioni e emozioni. Bello.
Flavietta2 12/01/2011 22:55:39 » Rispondi mi scuso sempre per gli errori di battitura. Mamma mia, scrivo peggio di un elefante sulla tastiera.
franx 14/01/2011 20:09:33 » Rispondi Io ho perso quasi tutti, in vari punti della vita, ma non credo che questo possa influenzare il mio giudizio (opinione), ne tantomeno mi viene in mente di paragonare le mie esperienze a quelle di qualcun altro (che non è possibile). O mi sento meglio immedesimato in un film. Mi piacerebbe davvero capire che c'è di così poetico in un film che resta estremamente scontato e per nulla originale. Il mio film preferito del POST MORTEM resta GHOST per l'originalità e la commistione tra serio e faceto (non è che la medium non avesse i poteri è che i morti NON SAPEVANO che poteva sentirli! Geniale!!) tra amore perso e amore eterno. Tra l'altro, GHOST, un film che potrebbe essere assolutamente reale quanto questo, basta leggere un po' di storie di NDE. Se dovessi scegliere, sicuramente terrei GHOST e butterei questo nell'immondizia.
Flavietta2 14/01/2011 20:54:40 » Rispondi Ma il film non è originale. Il film è semplicemente la storia umana punto. Non vuole fare virtuosismi, non intende dare spiegazioni ci mostra come la gente reagisce alla morte in modo delicato. Le parti che m'interessavano di meno erano proprio quelle delle visioni...la sofferenza,l'umanità e la fragilità dei personaggi, quello per me valgono il film. Non è mio interesse sapere, avere interpretazioni o ritrovarmi a genialate sulla morte. Il film parla dell'intimità umana e per questo lo trovo stupendo. Le visioni erano solo un modo per mostrare ciò che noi crediamo possa essere la morte. Solo questo.
Flavietta2 21/01/2011 23:18:45 » Rispondi Grazie, così la mia autostima arriva ad una condizione di normalità. :)
jack_torrence 13/01/2011 02:06:18 » Rispondi Vorrei farti i complimenti per la sensibilità. E anche per la capacità di scrittura, ma soprattutto per la sensibilità con cui hai analizzato il film a mio avviso splendidamente.
Flavietta2 13/01/2011 07:50:55 » Rispondi Grazie...veramente. Sarà che da poco è deceduto un mio parente, quindi sono in fase di empatia.
Capisco bene. (Ho perso mio padre, e anche se sono passati quasi sei anni adesso, quando ho visto "Stanno tutti bene" due mesi fa ho pianto e non mi fermavo più).
Senza alcun dubbio questo è un film che si apprezza con il cuore, con la testa non c'è molto da apprezzare. Tuttavia, se il cuore è meno capace di lucidità critica, sono strenuamente convinto che i significati più importanti dell'esistenza stiano dalle parti del cuore e non della testa.
Flavietta2 13/01/2011 17:38:32 » Rispondi Eh...ci mancherebbe, era mio nonno, stava male da un po'. alla fine in questi casi è quasi meglio così.
concordo con te comunque. Come diceva il buon Pascal il cuore ha delle ragioni che la ragione non concepisce. Un film è anche tecnica, ma è soprattutto comunicazione. se non comunica niente (che sia una lacrima, una risata o na riflessione), beh...è solo un minestrone. :)