Recensione excision regia di Richard Bates Jr. Usa 2012
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Recensione excision (2012)

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locandina del film EXCISION

Immagine tratta dal film EXCISION

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Immagine tratta dal film EXCISION

Immagine tratta dal film EXCISION

Immagine tratta dal film EXCISION
 

Capelli arruffati incorniciano il viso tempestato dall'acne, la primavera del corpo soffocata in una goffa, neutra mascolinità. Un carattere scontroso ed introverso brucia in uno sguardo enigmatico e disturbante. Derisione ed emarginazione dai coetanei sono prosecuzione sociale del disprezzo e dell'indifferenza familiari.
Povera, Pauline. Meriterebbe compassione.
Pericolosa, Pauline. Dietro quegli occhi spiritati e dentro quelle parole aspre si nasconde un animo ribelle, intelligente e profondamente disturbato. Una mente vivace, morbosamente ossessionata da sesso, sangue e morte, che adulti scettici desistono dal salvare.
La dichiarata ambivalente ambizione di diventare chirurgo sposa uno struggente, inespresso o inconsapevole, sogno e bisogno di attenzione. La tragedia si profila all'orizzonte.

Questa è Pauline, la protagonista di "Excision", pellicola del 2012 del giovane Richard Bates Jr.
La partecipazione al Sundance Film Festival dello stesso anno, nella sezione dei Midnight movie, oltre ad essere determinante per la carriera di Bates (per sua stessa ammissione) è indice di raggiunta maturità da parte di una storia nata in embrione nel 2008. Le vicende di quest'adolescente disturbata infatti venivano già narrate in un'omonima dark comedy, con lievi richiami autobiografici ("ispirata al crescere in Virginia") e dalla breve durata (18 minuti). Girato con l'intento di impressionare gli spettatori, il corto partecipa a 50 festival e vince 24 riconoscimenti. Sono risultati notevoli che Bates, peraltro spronato da più parti, non può ignorare: "Excision" diventa così il suo obiettivo ed ossessione ("Mi ero ormai convinto che, se avessi dovuto fare un film nella mia vita, quello doveva essere Excision... Non potevo togliermelo di mente").
La pellicola viene infine alla luce, nutrendosi della convinzione di Bates che, pur di realizzarlo, finanzia il film di tasca sua e col contributo di una cerchia di amici, ponendo alcune delle location in un garage. Peculiarità di un prodotto underground, ma di qualità notevole.

Fulcro della pellicola è il concetto di excision, termine che letteralmente indica un'asportazione effettuata mediante recisione.
In primo luogo, la recisione come concetto chirurgico. E' un richiamo al grande sogno di Pauline di diventare medico, causa (anzi, più probabilmente effetto) della sua ossessione per il sangue e la carne. La sua follia e la sua vocazione si intrecciano portandola ad effettuare una rudimentale autopsia su un uccello morto, rozzo tentativo di affinare le sue immaginarie abilità in vista di un grande obiettivo: operare la sorella per guarirla dalla fibrosi cistica che l'affligge.
In secondo luogo, la recisione come concetto psicologico-percettivo. E' un taglio netto tra la realtà empirica e la sua percezione ad opera di Pauline. La realtà dice che Pauline è una ragazza apparentemente insignificante, disturbata ed estraniata, che soffre di una marcata perversione, un'ossessione per il sangue e per la carne; lei però si vede differente: una ragazza bellissima ed estremamente sexy, una dominatrice sessuale, che consuma fantasie cosparse da litri di sangue.
In terzo luogo, la recisione come concetto sociale. Pauline è estraniata dal suo ambiente. Ignorata dall'ambiente scolastico. Incompresa dallo psicoterapeuta. Invisibile agli occhi di un padre distratto e di una madre perennemente preoccupata dell'apparire e della formalità, le cui attenzioni sono rivolte in maniera preponderante alla malata figlia minore.

In tale isolamento (indotto, ma forse in parte voluto), Pauline appare un'instabile sociopatica, goffa e mascolina, che non ha né amici né ragazzo.
Eppure Pauline per certi versi è tipicamente adolescente: attraversa una fase della vita in cui inizia a prendere consapevolezza di sé, del suo corpo, della sua sessualità, dei suoi sogni e delle sue idee, e sviluppa il tipico atteggiamento ribelle di chi vuole affermare quelle consapevolezze nei confronti di quegli ambienti che ogni giovane vede come oppressivi (la famiglia, la chiesa, la scuola, la compagnia, i ruoli istituzionali).
Pauline è certamente pazza, ma non è demente. Ha una sorta di lucidità che a volte si risveglia dirompente, in momenti di forza in cui gli altri vengono da lei circuiti, derisi, sfruttati senza nemmeno rendersene conto. La serie di "vittime" è lunga: il ragazzo con cui perde la verginità, il preside, lo psicoterapeuta, la vicina di casa e persino quel Dio a cui rivolge dei discorsi apparentemente deliranti, ma in realtà meditati, provocatori e beffardi.

"Excision" è una prova di maturità, peraltro superata a pieni voti dall'eccellente protagonista AnnaLynne McCord, giovane (classe 1987) che ha alle spalle una carriera televisiva ben avviata (in serie molto note, come per esempio "American Heiress" nel 2007, "Nip/Tuck" dal 2007 al 2009, "90210" dal 2008 al 2013). La preventiva impressione (sorta nel primo incontro con Bates) che il ruolo di Pauline le si addicesse pienamente viene poi confermata alla luce di un'eccellente interpretazione: se il make-up perfetto riesce a nasconderne la bellezza, il ruolo ne esalta la bravura. Calata nel personaggio, risulta perfettamente a suo agio sia nelle scene d'interazione, sia nelle scene vis-à-vis con la telecamera; sia nei panni dell'infelice Pauline, sia in quelli della sua sexy e perversa proiezione.
Perfettamente all'altezza i comprimari del cast. I personaggi, caratterizzati a volte in maniera caricaturale, sono interpretati da nomi importanti, provenienti soprattutto dalla tv e scelti da Bates con una palese ironia del paradosso: la severa ed ingessata madre di Pauline è un'attrice che in passato ha militato nel mondo del porno (Traci Lords); l'integerrimo reverendo William è un apprezzatissimo, ironico e brillante cultore dell'horror (John Waters); il sorridente direttore Campbell è il folle padre di Laura Palmer nell'indimenticabile serie "Twin Peaks" (Ray Wise); l'educato professor Cooper è il violento Alex di "Arancia Meccanica" (Malcolm McDowell).
Tra le righe si legge un tributo di Bates ai suoi idoli: "Twin Peaks è il mio show televisivo preferito di sempre, quindi dovevo avere Ray Wise. E amo Arancia Meccanica, quindi dovevo avere Malcolm McDowell".

Vi sono pesanti influenze cinematografiche sul lavoro di Bates, ben evidenziate dallo stesso regista. "Excision" è un incrocio tra un film di John Hughes (come "Un meraviglioso batticuore") e un film di David Cronenberg (come "Inseparabili"). C'è l'ispirazione a "Occhi senza volto" di Georges Franju e a "Freaks" di Ted Browning, mentre le scene oniriche si ispirano a "La montagna sacra" di Jodorowsky e alla saga "Cremaster" di Matthew Barney. E ci sono pure tracce di Todd Solondz.
L'intento dichiarato di Bates è realizzare un film irriverente, che prenda le distanze da gli horror moderni e commerciali alla "Saw" e che sia al contempo un rispettoso tributo ai registi di cult dell'horror e delle teen comedies degli anni '80.

"Excision" è un film ben realizzato. Parte da una sceneggiatura attraente, si sviluppa disegnando egregiamente i profili psicologici e si chiude con un finale che, seppur preannunciato, chiude il cerchio in modo appropriato e sconvolge equilibri e squilibri.
La regia è paradossalmente statica: l'azione si svolge in spazi ristretti e il gioco della macchina da presa è limitato, così che lo sguardo dello spettatore sia ben focalizzato sulla scena.
In sottofondo, un'adeguata e non invadente colonna sonora asseconda le evoluzioni del racconto, mentre le atmosfere riescono ad essere addirittura calde e accoglienti. E' il modo tutto originale e peculiare di Bates di dipingere l'orrore. Il regista infatti voleva luci "non meno chiare che in un qualunque lavoro alla Walt Disney", mentre "tutto ciò che c'è di violento nel film, persino il garage nel finale, deve apparire bello e in un certo modo persino sexy".
Ne viene un film molto particolare, una commedia horror dalle venature drammatiche, che rispetta l'obiettivo preannunciato di portare allo spettatore le più disparate emozioni, tra orrore, tragedia e commedia. A tratti sì, fa sorridere, ma non è mai una risata aperta e leggera: è più un cauto sorriso in vista di nuvole nere all'orizzonte.

Psicologico, ironico ed intelligente. Crudo, delicato e irriverente. Uno dei migliori film dell'ultimo biennio.

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Recensione a cura di ilSimo81 - aggiornata al 27/03/2013 15.52.00

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