Recensione juno regia di Jason Reitman USA 2007
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Recensione juno (2007)

Voto Visitatori:   7,19 / 10 (287 voti)7,19Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
Miglior sceneggiatura originale (Diablo Cody)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior sceneggiatura originale (Diablo Cody)
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locandina del film JUNO

Immagine tratta dal film JUNO

Immagine tratta dal film JUNO

Immagine tratta dal film JUNO

Immagine tratta dal film JUNO

Immagine tratta dal film JUNO
 

Trionfatore al Festival del Cinema di Roma e preceduto da una campagna che col vero senso del film ha ben poco a vedere, "Juno" resta comunque un discorso a se stante ben lontano dal genere "mamma è bello" che ultimamente spopola negli Stati Uniti, ed anzi non manca una velata ironia nei confronti del movimento pro-life, rappresentato nella storia da una ragazzina goffa e un po' sciocca di etnìa nipponica.

Nome allegorico quello della protagonista: regina delle dee, moglie di Giove, prima tra tutte ma spesso tradita ed ingiuriata, carattere forte: la Juno del film un po' assomiglia alla divinità mitologica da cui prende il nome: anticonformista, amante della musica alternativa, lingua affilata, la giovane adolescente si trova da subito a combattere con gli altri, a cominciare dal venditore di test di gravidanza, ironico e disinteressato.
Eppure che questa gravidanza a sedici anni non deve e non può essere un dramma si vede dall'inizio: titoli di testa con un'allegra canzone country e tanto colore, Juno come un cartone animato si scola litri di succo per il suo test della verità.

A sedici anni incinta: è frutto del degrado? Sua madre l'ha mollata ricordandosene solo alle feste con pianticine di cactus, ma Juno una famiglia ce l'ha, e la sua matrigna le vuole bene anche se la notizia con madre e padre seduti nel tinello di casa è accolta con un aplomb britannico che suscita grande ilarità, soprattutto per chi si potrebbe aspettare scene madri da telenovelas sudamericane o, per i più colti, da tragedie greche.
Il "padre" del nascituro non è un bieco e cinico violentatore, né il giovane spaccone che se la tira perché superbello, ma un ragazzo timido e complessato, col vizio delle caramelline all'arancia, pallido e dalle gambe magrissime: normalità nella stravaganza come tutto il mondo della giovane Juno.
Matura più dei suoi anni, Juno si mette alla ricerca di una famiglia: una coppia di bellissimi e ricchissimi trentenni diventa subito la prescelta, ma dietro la patina di perfezione si nascondono i tarli. Lei che all'inizio sembra cinica e programmata poi si rivela vera donna, lui soffocato da una moglie perfetta mostra i limiti del Peter Pan che rifiuta le responsabilità, e l'allegra confusione della casa di Juno è sicuramente più amorosa di una vuota perfezione da casa alto borghese.

I nove mesi scanditi da cartoline stagionali scadono piano piano e Juno cresce, matura, accompagnata da un'amica frivola ma fedele; in un percorso al contrario si innamora del padre di suo figlio e ritorna allegra ragazzina. Tutto risolto: il "fagiolo" finisce tra le braccia di chi mamma voleva essere ma non poteva, Juno col suo fidanzatino.
Sembra facile.
La verità, le verità, le "lezioni" che il film vuole dare si possono scoprire guardando e riflettendo e molto dopo la visione.

Per il resto la storia non ha smagliature: la protagonista, la bravissima Ellen Page, con le sue maglie buffe che evidenziano la pancia e i capelli un po' grassi raccolti in una coda di cavallo sembra nata per il suo personaggio, ed altrettanto quelli interpretati da Jennifer Garner (la mamma adottiva) e Justin Bateman (suo marito).
Belli e realistici i dialoghi realizzati dalla ex blogger ora premio Oscar Diablo Cody, un po' meno brava la doppiatrice della Page, alle volte un po' romanescheggiante.

Ritratto di un'adolescenza inquieta, originale commedia, storia per riflettere: "Juno" è questo ed è tanto altro, ma per scoprirlo esiste una sola maniera: vederlo ed esprimere la propria opinione.

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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 13/05/2008

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