Recensione wormwood - stagione 1 regia di Errol Morris USA 2017
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Serie TVRecensione wormwood - stagione 1 (2017)

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locandina del film WORMWOOD - STAGIONE 1

Immagine tratta dal film WORMWOOD - STAGIONE 1

Immagine tratta dal film WORMWOOD - STAGIONE 1

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Immagine tratta dal film WORMWOOD - STAGIONE 1

Immagine tratta dal film WORMWOOD - STAGIONE 1
 

E' una fredda mattina autunnale del 1953 quando Eric Olson, di appena otto anni, apprende dall'amico e collega di lavoro del padre la notizia della morte del genitore. "Tuo padre mentre stava a New York, ha avuto un incidente ed è caduto o saltato dalla finestra di un albergo ed è morto."
E' una notizia devastante per bambino di quell'età che aveva nel padre un fortissimo punto di riferimento. Tuttavia malgrado lo shock della notizia della morte in sé, rimasero scolpite nella sua mente quei termini detti in una stessa frase che gli sembravano inconciliabili e contraddittori: "Incidente, caduto, saltato". Questo triangolo di parole che segnarono in maniera indelebile la sua esistenza, fino ad oggi, dopo oltre sessant'anni.
Errol Morris per la prima volta si cimenta in una forma ibrida tra documentario e fiction e racconta o cerca di venire alla luce di un caso controverso che vede al centro uno scienziato impegnato all'interno di un programma (MKUltra) che studia lo sviluppo e l'utilizzo di sostanze psicotrope in campo militare, forte della sua esperienza e bravura nel campo della chimica e della biologia.
In Wormwood documentario e fiction viaggiano perfettamente a braccetto. Attraverso i due protagonisti principali, Eric Olson (documentario) e Frank Olson/Peter Sarsgaard (fiction), Morris cerca di ricostruire uno dei periodi più bui della storia americana recente. Un periodo dove in piena guerra di Corea e fobie anticomuniste alimentate dal crescente maccartismo, era facile cadere nella paranoia pura e dove un singolo pensiero o concetto espresso nella circostanza sbagliata, poteva realmente gettare una luce sinistra su uno o più individui.

Frank Olson molto probabilmente ha pagato con la propria vita il prendere le distanze da certi progetti da lui ritenuti pericolosi e non più aventi lo scopo puramente difensivo. Il suo crollo nervoso dopo una riunione in cui i vertici del progetto provavano su stessi tali sostanze a mo' di siero della verità, ha in qualche modo messo allo scoperto il pensiero dello stesso Olson nei confronti del proprio lavoro, davanti ai propri colleghi. Non verrà mai rivelato cosa disse esattamente, ma il contenuto sicuramente è stato sufficiente per spaventate colleghi e superiori. E proprio per il fatto di essere un elemento fondamentale e gerarchicamente alto della piramide, era potenzialmente pericoloso in caso di sua uscita dal progetto.

Lo scienziato per i suoi superiori va molto oltre il semplice motivo di imbarazzo, rappresenta un problema vero e proprio di difficile soluzione. Lo stesso Olson è pienamente consapevole della situazione critica in cui si trova e rassegna le proprie dimissioni al suo superiore di Fort Dietrich, la base militare presso cui lavora. Le dimissioni vengono apparentemente congelate e viene convinto a fare un viaggio a New York per vedere uno psichiatra e cercare di trovare rimedio senza prendere decisioni a caldo. In famiglia, Olson rivela alla moglie, senza scendere nei particolari, della sua situazione. Infatti anche la moglie nota il repentino cambio di umore del marito dopo la riunione di Deep Creek. E' depresso e cupo. Partito alla volta di New York, non farà più ritorno a casa. Precipiterà dalla camera 1018A dello Statler Hotel in circostanze mai veramente chiarite e sul referto medico verrà scritto suicidio nella causa di morte.

1975 - Le scuse della Casa Bianca

La quantità di dati che il lavoro di Morris offre è oggettivamente enorme, ma è riscontrabile al suo interno delle tappe fondamentali che hanno rappresentato una chiave di svolta a questo intricato caso. La prima svolta avviene nel 1975. Dopo oltre 20 anni in cui la famiglia ha accettato, sia pure non pienamente la tesi del suicidio, il giornalista investigativo Seymour Hersch informa la famiglia di un programma della CIA volto all'uso di sostanze allucinogene da utilizzare negli interrogatori. Sostanze che furono fatte testare anche agli stessi dipendenti della Cia a loro insaputa. In alcuni casi tale uso poteva indurre al suicidio.
Alla famiglia Olson fu come rivivere l'incubo provato dal congiunto. Le circostanze della morte, con il modus operandi, è qualcosa in più di una semplice coincidenza e di conseguenza fanno causa al Governo.
E' un momento topico per la politica americana. La resa del Vietnam e soprattutto lo scandalo Watergate la pongono in un momento di estrema debolezza, però con un colpo di coda riuscirà a rintuzzare l'attacco della famiglia Olson grazie ad una trovata geniale. L'intera famiglia fu invitata alla Casa Bianca dal presidente Ford a ricevere le scuse ufficiali della nazione per la morte di Frank Olson. Dietro la promessa di una spiegazione esaustiva da parte della CIA sulla morte dello scienziato e del ricevimento di un cospicuo indennizzo di denaro da parte del Congresso gli Olson avrebbero rinunciato alla loro causa nei confronti del governo degli Stati Uniti. Mai era successo che una famiglia fosse ricevuta direttamente alla Casa Bianca per delle scuse ufficiali e mai successe in seguito un atto di questa portata. Proprio per l'importanza di tale gesto gli Olson rinunciarono alla causa.
Eric Olson ammette la gravità di tale errore. Ammette anche che la CIA diede alla famiglia una corposa documentazione direttamente dal capo di allora, William Colby, ma malgrado tale corposità, i documenti erano inconcludenti e frammentari che volevano dire tanto ma che in realtà non dicevano nulla. Inoltre anche in sede di indennizzo, il Congresso decurtò la somma che era stata inizialmente assegnata alla famiglia.
Come sottolineato dallo stesso Eric Olson, non era detto che la sua famiglia avrebbe vinto la causa una volta rifiutato le condizioni della Casa Bianca, ma al tempo stesso la causa stessa avrebbe permesso ai legali della famiglia ad avere libero accesso a tutti i documenti che volevano, persino quelli secretati. Il caso di Frank Olson é solo una goccia nel mare delle operazioni coperte della CIA. Con il totale accesso ai documenti sarebbe venuto fuori uno scandalo senza precedenti e dalle conseguenze imprevedibili. Tutto ciò a cui era collegato Frank Olson, sarebbe uscito allo scoperto.

1994 - La riesumazione del cadavere di Frank Olson

La scienza forense aveva compiuto dei notevoli passi avanti ed un amico della famiglia Olson era in grado di metterli in contatto con James Starrs, specializzato nella riesumazione cadaveri sepolti da diverso tempo e riuscire a determinare la loro morte con molta più accuretezza, specialmente in quei casi dove la stessa causa di morte era incerta o poco credibile.
Eric Olson, il figlio di Frank Olson, è la figura centrale dell'intero Wormwood. Morris stesso lo accosta alla figura di Amleto e spesso, all'interno di questa miniserie, ci sono spezzoni tratti dall'Amleto di Olivier. Il ricordo del padre e più ancora la sua morte assurda, mai chiarita, ha rappresentato una vera ossessione che Eric non si è potuto scrollare di dosso. Al pari del fantasma del padre di Amleto, Eric in qualche modo è condannato e si è condannato a cercare la verità, qualunque essa sia. Da quel tardo novembre del 1953 la sua vita è stata irrimediabilmente segnata per il futuro. Non ha mai avuto la forza di voltare pagina e continuare ad andare avanti, tantomeno elaborare il lutto.
Riesumato il cadavere del padre, si trova di fronte ad un corpo che non aveva mai visto dall'ultima volta che Frank Olson si congedò dalla famiglia per andare a New York. Nessuno della famiglia aveva potuto vederne nel 1953 le spoglie. La bara era chiusa. Analizzare le spoglie per una nuova autopsia poteva essere d'auspicio per chiudere un capitolo. Però questa storia non si vuole mai chiudere. Dopo i risultati dell'autopsia che mostrano una ferita lacero contusa all'altezza della testa, sopra gli occhi, prima del volo dalla finestra, più altri accertamenti, la conclusione di Starrs fu che la causa di morte del suicidio era incompatibile con quanto rilevato dall'autopsia. In parole povere prendeva sempre più piede l'ipotesi dell'omicidio.
Neanche tre anni più tardi alcuni manuali della CIA venivano desecretati. In questi manuali era descritto come uccidere una persona, facendolo sembrare un incidente. Sintetizzandolo in tre fasi principali si tratta di:
1) Portare la potenziale vittima in un luogo posto in alto;
2) Stordirla con un colpo alla testa poco sopra gli occhi (stesso tipo di ferita rilevata in sede di autopsia, dopo la riesumazione);
3) Gettarlo nel vuoto simulando l'incidente o il suicidio.

Il manuale è del 1953, l'anno della morte di Frank Olson ed è il primo di una serie. Sembra una ricostruzione realistica della sua morte. Ma più che un omicidio, la cosa che fa rabbrividire è che sembra più una vera e propria esecuzione.

Morris ha strutturato Wormwood in maniera molto equilibrata. Di solito in questo tipo di lavori, il docu-fiction, è curata maggiormente la parte documentario, mentre lo spazio alla fiction serve soltanto da supporto per spiegare alcune situazioni e solitamente interpretato da attori che sono soltanto poco più che dei figuranti.
In questo caso tanto il documentario puro, con una miriade d'informazioni supportate da materiale di repertorio, anche inedito, si abbina ad un racconto fiction molto più particolareggiato e forte della presenza di attori di primo livello come Sarsgaard nella parte di Frank Olson e ottimi comprimari come Tim Blake Nelson, Bob Balaban e Molly Parker. In Wormwood non si tratta soltanto di operare delle ricostruzioni su dei fatti accaduti, bensì un vero e proprio studio dei personaggi.
Sarsgaard offre un'ottima interpretazione di uno scienziato che crede fermamente nel suo lavoro, di godere della fiducia dei propri superiori, ma che vive un evidente conflitto di coscienza sulle applicazioni pratiche derivanti dai propri studi teorici.
Guerra batteriologica nel pieno del conflitto coreano, sistemi coercitivi per ottenere informazioni da agenti nemici, lo metterà in una situazione imbarazzante quando, a sua volta drogato, renderà questi dubbi a conoscenza dei colleghi, quando prima erano confinati esclusivamente nella sfera personale.
La fotografia fredda che domina tutta la parte fiction di Wormwood assumerà gradualmente tonalità più cupe fino a giungere ad uno stato da incubo ad occhi aperti, seguendo il percorso morale e soprattutto emotivo di Frank Olson. Il percorso di un uomo che ha poche vie d'uscita, considerando il suo ruolo chiave come studioso collocato nelle gerarchie alte del progetto MKUltra. Con ogni probabilità non è consapevole di essere in pericolo di vita. Dopotutto oltre ad essere colleghi, crede di essere circondato da persone che considera amici. Amici che nel proseguimento della storia assumeranno nei suoi confronti aspetti sempre più ambigui e sinistri.

Mai titolo fu più appropriato per questa miniserie, perchè rimane una sensazione di profonda amarezza. Quella di Frank Olson non è stata certamente l'unica morte sospetta nella storia dei servizi segreti statunitensi, ma la pervicacia con cui si vuole negare la verità ad una famiglia che ha perso un proprio caro, dimostra una morale perversa abilissima nel costruire bugie su più livelli, capaci di ingannare chiunque abbia la buona fede nella correttezza delle istituzioni che, al contrario, hanno contribuito fattivamente a questa morte attraverso la precisa volontà di uccidere. Può essere stato tutto tranne che un incidente o un suicidio.
Eric Olson in oltre sessant'anni ha subito sulla propria pelle e assaggiato fino in fondo l'amaro della menzogna e negandogli una verità univoca, anche aldifuori degli apparati governativi (vedere l'ultima puntata con il faccia a faccia Ellis/Hersch). Anche venendo a conoscenza della verità il sapore rimarrebbe sempre amaro. In questo senso verità e menzogna si equivalgono perchè purtroppo producono lo stesso effetto. La fine, se mai ci sarà, non produrrà catarsi. Sessant'anni di menzogne è troppo per un essere umano.

"Il terzo angelo suonò e cadde dal cielo una grande stella ardente come una torcia,
E colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque,
Il nome della stella é Assenzio,
E un terzo delle acque si mutò in assenzio,
E molti uomini morirono per quelle acque,
perché erano diventate amare."
(cit. Apocalisse)

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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 05/04/2018 18.11.00

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