anatomia di una caduta regia di Justine Triet Francia 2023
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anatomia di una caduta (2023)

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locandina del film ANATOMIA DI UNA CADUTA

Titolo Originale: ANATOMIE D'UNE CHUTE

RegiaJustine Triet

InterpretiSandra Hüller, Milo Machado-Graner, Swann Arlaud, Saadia Bentaïeb, Jehnny Beth, Samuel Theis, Antoine Reinartz, Camille Rutherford, Anne Rotger, Sophie Fillières

Durata: h 2.31
NazionalitàFrancia 2023
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2023

•  Altri film di Justine Triet

Trama del film Anatomia di una caduta

Sandra, Samuel e il loro figlio non vedente Daniel hanno vissuto in una remota località di montagna nell'ultimo anno. Quando Samuel viene trovato morto fuori casa, viene avviata un'indagine per morte in circostanze sospette. Nell'incertezza, Sandra viene incriminata: è stato suicidio o omicidio? Un anno dopo Daniel assiste al processo di sua madre, una vera e propria dissezione della relazione dei suoi genitori...

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Voto Visitatori:   6,86 / 10 (28 voti)6,86Grafico
Miglior sceneggiatura originale (Justine Triet, Arthur Harari)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior sceneggiatura originale (Justine Triet, Arthur Harari)
Miglior filmMiglior regia (Justine Triet)Miglior attrice protagonista (Sandra Hüller)Miglior attore non protagonista (Swann Arlaud)Miglior sceneggiatura originale (Justine Triet, Arthur Harari)Miglior montaggio (Laurent Sénéchal)
VINCITORE DI 6 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Miglior regia (Justine Triet), Miglior attrice protagonista (Sandra Hüller), Miglior attore non protagonista (Swann Arlaud), Miglior sceneggiatura originale (Justine Triet, Arthur Harari), Miglior montaggio (Laurent Sénéchal)
Miglior film stranieroMiglior sceneggiatura (Justine Triet, Arthur Harari)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero, Miglior sceneggiatura (Justine Triet, Arthur Harari)
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su Anatomia di una caduta, 28 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Febrisio  @  05/04/2024 11:48:04
   7½ / 10
Quasi più un'Anatomia di una relazione. Malgrado la lunghezza e la lentezza riesce in certi punti ad esprimere il meglio con schiettezza e quasi con precisione chirurgica dei sentimenti vissuti in un rapporto di coppia. Di contorno, ma sebbene la storia principale, una vicenda trasformata in giallo che mantiene le aspettative fin quasi all'ultimo. Splendida l'interpretazione della protagonista femminile Sandra Hüller, che ho scoperto in seguito che è la stessa de La zona di interesse.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/03/2024 16:15:02
   7½ / 10
Non solo dramma giudiziario ma anche una bellissima vivisezione dei rapporti all'interno di una famiglia benestante che vive apparentemente in armonia lontano dal caos cittadino.

Le vittime di questa storia sono tre, il marito morto ovviamente, la moglie che finisce al centro delle accuse e il figlio ipovedente che si trova a dover scegliere quale sia il male minore. Meglio accettare il suicidio del proprio Padre o considerare la propria Madre un assassina?

Questo dubbio celato nella sua psiche è il punto di forza della sceneggiatura che non si schiera mai da nessuna delle parti e dell'intero film.

Alla fine sara' lo spettatore a farsi un'idea dopo piu' di due ore di interviste e processo...

Da vedere.

Oskarsson88  @  15/03/2024 10:15:50
   7½ / 10
La lunghezza del film si abbina alla lunghezza dell'attesa per la verità e per la sofferenza della protagonista in questo processo legale che la vede accusata di omicidio. Avvincente e originale...

mark0  @  12/03/2024 18:15:44
   6½ / 10
Il film è talmente avvincente e intrigante che crea un'aspettativa per il finale che va oltre ogni misura.
Dopo due ore e quindici ti aspetti qualcosa di grosso o, perlomeno, qualcosa che ti ripaghi della "fatica".
Peccato, invece, che tutto svanisca proprio alla fine, una fine piatta e sbrigativa. Nessun colpo di scena né rivelazione.
Non mi aspettavo un twist alla Shyamalan, sarebbe stato fuori luogo, ma perlomeno qualcosa di più… di più d'effetto!

Il doppiaggio, inoltre, è pessimo, davvero pessimo. Per seguire alcuni punti è necessario capire l'inglese perché suddetti punti non sono stati doppiati né sottotitolati.

JohnRambo  @  12/03/2024 10:24:46
   7 / 10
Il film avvince, pur eccedendo nel minutaggio, grazie all'esemplare interpretazione della protagonista e la partecipazione di tutti i comprimari, incluso l'inquietante bambino cieco.

Fosse stato girato in USA sarebbe finito col botto, ma siamo solo in Europa, e l'ultra realismo del regista lascia davvero poco margine alla fantasia. Non capisco l'oscar alla sceneggiatura originale, perché non capisco cosa ci sia davvero di originale, ma a questa domanda avranno risposto gli esperti che hanno una conoscenza e una vista superiore alla mia del mondo cinematografico.


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jason13  @  08/03/2024 20:40:12
   1 / 10
Il Zero sarebbe piu' appropriato...un mattone inutile freddo con un finale che ti fa gridare all'imprecazione

benzo24  @  07/03/2024 13:27:59
   1½ / 10
Uno dei film più sopravvalutati della scorsa stagione, un legal movie dalla regia mediocre con interpretazioni per niente coinvolgenti, cosa che invece nei legal movie devono essere proprio la punta di diamante. Film troppo lungo, prolisso e banale nel contenuto. Anatomia di un film noioso come è stato ribattezzato da qualcuno

Cinder  @  01/03/2024 21:32:42
   10 / 10
Capolavoro di sceneggiatura.

BlueBlaster  @  25/02/2024 18:00:42
   7 / 10
Non è un capolavoro eccezionale ma mi ha dato da pensare...
Nonostante, alla fine dei conti, soggetto-sceneggiatura siano simili ad altri centinaia film sul genere drammatico o legal-thriller in questo caso c'è qualcosa in più...
Sarà per la buona prova recitativa di Sandra Hüllero del ragazzino che interpreta il figlio Daniel o sarà per una regia regia che ha più di qualche freccia al suo arco ma il risultato è valido.
Fa riflettere ed è un tema sempre attuale anche per quel che concerne la sua parte al processo.
Quando arrivi al finale, rimani un poco perplesso e dici E' GIUSTO SIA FINITO COSI'.

antoeboli  @  23/02/2024 19:55:53
   4 / 10
Avevo aspettative altissime per questo film , vista la mole di premi e nomine in giro per il globo. Purtroppo Aduc è un film che mi ha semplicemente annoiato.
Una puntata di law and order infarcita di due ore e mezza di spiegoni, schelketri nell armadio dei protagonist, e un finale di una banalità assurda.
Mi aspettavo almeno qualche conclusione assurda, e invece nulla, titoli di coda e chi si è visto si è visto!
Regia solida e le ottime performance della Huller e figlio non bastano per me a sollevare un piattume che raramente mi è capitato di vedere.

TheLegend  @  20/02/2024 11:59:37
   7 / 10
Buon film ben interpretato e con alcuni aspetti interessanti, altri meno.
Da Palma D'oro? Non credo.

BigHatLogan91  @  18/02/2024 12:57:16
   7½ / 10
Ben scritto e molto ben interpretato. Forse solo un po' troppo lungo.

matt_995  @  16/02/2024 19:44:45
   8½ / 10
Parte come Blu Notte di Lucarelli, si conclude come la versione thriller (se non addirittura horror) di Marriage Story.
In mezzo c'è un dramma bellissimo, forse appesantito da momenti di troppo (in entrambe le parti) ma che non riescono ad affossare la riuscita del film. Sandra Huller (dopo lo stranissimo Toni Erdmann) crea un altro personaggio ambiguo, glaciale e solo all'apparenza passivo e distaccato ma che tassello dopo tassello viene delineato per quello che è (o che non è, a seconda dei punti di vista): una personalità prevaricatrice ed aggressiva, che in maniera sottile e sotto pelle, riesce a divorare la volontà di chi le sta accanto. O forse no. Forse questa è solo la versione del marito frustrato e depresso (e dell'avvocato d'accusa). è questa la grandezza del film, a parer mio: il raccontare tutto e il raccontare niente, il giudicare un personaggio e poi smentirsi poco dopo, senza dare una vera soluzione, un vero punto di vista oggettivo. Perchè la vita (e la coppia meno che mai) non può essere oggettiva e l'interpretazione oggettiva della realtà è pressoché impossibile.

Chapeau alla Triet che scrive un film sulla "caduta" della coppia, proprio in coppia col marito sceneggiatore. Chapeau alla Huller (specie per la citatissima scena del confronto registrato, da applausi) ma chapeau anche al piccolo Daniel e al meraviglioso cane, attore di grandissima statura.

Setter57  @  14/02/2024 22:36:12
   6 / 10
L'idea di base è abbastanza originale: mischiare un dramma familiare con una vicenda giudiziaria (relativa ad una morte fin da subito sospetta).

La realizzazione è invece abbastanza noiosa, lunga e poco avvincente (sia per la parte "poliziesca", che per il drammone familiare).
E neppure il "sonoro" e la fotografia spiccano per qualità ed originalità.

Va visto unicamente perché una Palma d'oro bisogna nessariamente guardarla (quantomeno per curiosità e per capire come va il mondo).
Se non fosse stato per questo, se ne
sarebbe potuto tranquillamente fare a meno .


P.S. La versione da me vista (in un canale TV a pagamento) era in italiano, ma non presentava sottotitoli: ciò può essere un problema per molti, considerato che diverse fasi del processo sono in lingua inglese (oltre ad una lunga ed importantissima singola scena).

Goldust  @  12/02/2024 17:24:27
   7½ / 10
A partire da un evento delittuoso usato come una sorta di specchietto per le allodole, il film è una radiografia fredda e spietata di un rapporto di coppia ormai deteriorato, orchestrata attraverso una efficace parte processuale e filtrata attraverso le sensazioni e gli stati d'animo di un bambino non vedente, figlio della coppia. La visione è tutt'altro che una passeggiata, la pellicola è lunga ed il dibattimento è condotto sia in inglese che il francese, con un utilizzo di conseguenza denso dei dialoghi. Ma ma la tenuta drammatica è di alto livello ed arrivare in fondo alla storia è veramente appagante. Poi sul finale

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Estonia  @  09/02/2024 23:18:04
   7½ / 10
Rapporto deteriorato tra due coniugi il cui figlio vive con ansia liti e incomprensioni. Quando il marito muore cadendo dalla finestra (omicidio o suicidio?) la vita della donna viene scandagliata con scrupolosa spietatezza. L'atmosfera processuale resa pesante da mille dubbi sulla verità dei fatti è descritta efficacemente. Dramma teso e rigoroso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  02/02/2024 09:30:16
   7½ / 10
La caduta fisica della vittima, quella metaforica della coppia. Piaciuto tantissimo, un film splendido, con una protagonista (Sandra Hüller) che catalizza tutta l'attenzione grazie a quella valanga di ambiguità che esplode in ogni primo piano.
Il climax con la registrazione vocale dentro l'aula di tribunale è una sequenza che vale da sola il prezzo del biglietto. Da lì in poi il film poteva durare tranquillamente una mezz'oretta di meno, ma va bene così. Ha vinto molti premi, conta cinque nomination agli oscar, tutto meritatissimo.

stratoZ  @  23/01/2024 14:42:10
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Mi accodo al parere della critica, o comunque quello dell'opinione cinefila riguardante questo film, lo trovo ottimo, magari non un capolavoro ma sicuramente un film di alto livello che utilizza il pretesto giudiziario per indagare a fondo in un rapporto di coppia saturo e stanco, che procedeva a stenti, il film nella sua indagine alla ricerca di indizi, prove e dettagli toglie gradualmente i veli dell'apparenza nel rapporto matrimoniale lasciando scoperte quelle che erano le incomprensioni e le estreme conseguenze di esse.

In seguito alla caduta dalla finestra e conseguente morte del marito, Sandra si ritroverà in tribunale a difendersi dall'accusa di omicidio, dato che al momento della morte non vi erano testimoni e lei era l'unica persona in casa, che però a detta sua stava dormendo, da qui si svolgerà questa inchiesta che porterà al processo, nel quale verranno a galla tante verità e problematiche del rapporto tra Sandra e suo marito.

La sensazione che mi ha dato il film è quella di narrare un amore ormai finito, nascosto sotto un velo di convenzionalità, un matrimonio che andava avanti per inerzia, con Sandra, ormai colpevole di tradimento - solo due volte, con la stessa donna, a detta sua, ma la verità non la sappiamo - e il marito frustrato e oramai disperato per le poche opportunità di scrivere che gli vengono concesse, complice anche il tempo che deve dedicare al figlio per aiutarlo a studiare, a causa del fatto che è ipovedente per un incidente avvenuto anni prima di cui Samuel si sente colpevole, ecco che nel film subentra prepotentemente quel senso di colpa dilaniante, amplificato anche dai comportamenti di Sandra nei suoi confronti, che inizialmente esplicitamente, poi inconsciamente lo considera responsabile dell'incidente accaduto al bambino.

L'altro elemento che mina il rapporto tra i due coniugi è l'invidia, con la non realizzazione di Samuel che pulsa prepotentemente nella sua mente e questa idea inizialmente concepita da lui poi usata da Sandra in un suo libro, con il conseguente rinfaccio quando la situazione si scalda, si nota come nelle liti che vengono mostrate dalla registrazione, probabilmente i racconti più attendibili perché non narrati da un personaggio, vi è questo accanimento nei confronti della coniuge, che nasconde un rancore di fondo fomentato dall'invidia e dalla non realizzazione professionale.

Poi vi è il piccolo Daniel, il figlioletto di 11 anni che all'oscuro delle dinamiche familiari deve assistere al processo in cui viene per prassi di ricostruzione svelato tutto, un bambino che vede la sua vita crollare improvvisamente, a cui vengono a mancare tutte le certezze che alla fine dovrà fare i conti con la scelta definitiva, da qui, mi viene l'interrogativo del film, ma Daniel crede davvero la madre sia innocente? Oppure ha scelto di crederci per non perdere anche lei? La forza del film sta anche in questo, non rimane il dubbio di innocenza o colpevolezza solo allo spettatore, rimane in realtà a tutti, anche se probabilmente quello di Daniel è quello che conta di più.

Nelle sue due ore e mezza di durata lo ritengo un film che nonostante i ritmi dilatati scorre bene, fatto prettamente di dialoghi e primi piani, con uno stile abbastanza basico che alterna inquadrature più formali e ricercate a quadri in movimento sporcati appositamente per ricercare un effetto realistico, curiosi sono gli impalli utilizzati nell'aula di tribunale come se i personaggi si volessero nascondere perché imbarazzati dalla condizione che stanno narrando o perché in fondo vorrebbero non raccontare la vicenda e ovviamente la scena del primo interrogatorio di Daniel, con quel punto di vista che cambia continuamente in base a chi pone la domanda, se l'accusa o la difesa è da manuale, recitato divinamente, la Huller l'ho trovata straordinaria nel suo personaggio così incastrato nelle dinamiche legali e matrimoniali, il bambino pure, ha recitato bene anche il cane, figuriamoci.

E comunque, nei giorni successivi alla visione del film non riuscivo a smettere di ascoltare lo strumentale di 50 Cent.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/01/2024 21:50:34
   7 / 10
Non ho mai apprezzato la Triet nei suoi precedenti film. Non penso che lo farò nemmeno con questo Anatomia di una caduta, pur essendo un deciso passo avanti per la regista che si serve di una situazione semplice (incidente? omicidio? suicidio?) per analizzare non tanto la caduta di un corpo quanto l'anatomia di una coppia che sta vivendo il suo personale inferno. Una coppia ormai dalla relazione finita ed arrivata nel momento dei rancori reciproci. Ciò che è pubblico nell'aula del tribunale è il riverbero di quello che accade ovviamente nel privato, dove non viene tralasciato nulla. Però tutto rimane su un piano soggettivo o di supposizioni da una parte o dall'altra. Non c'è nulla di oggettivo in Anatomia di una caduta, solo un gran numero di ipotesi che tali rimangono e che nessuna testimonianza, a favore o contro riuscirà a stabilire se Sandra ha ucciso o istigato al suicidio un marito frustrato nelle sue velleità letterarie, al contrario di lei, scrittrice di buon successo. Oppure Samuel ha avuto un semplice incidente o scelto deliberatamente il suicidio perchè non reggeva più il peso del suo fallimento professionale.
Fino alla fine non saremo in grado di giudicare o avere la netta impressione che Sandra sia una vittima o un carnefice. Le stesse parole nell'udienze del tribunale sono messe in discussione, estratte a caso dal contesto più volte per portare acqua al mulino di accusa e difesa. Sicuramente la Triet ha imboccato una certa maturità con questo film invece dei suoi precedenti ed inconcludenti lavori precedenti (Victoria e Sybil). Anatomia di una caduta ha una linearità quasi spietata e mantiene una bravissima Holler su un quadro di assoluta amnbivalenza. C'è sempre tensione e viene mantenuta anche in frangenti che ritengo risondanti. Mi riferisco a quando vengono lette le citazioni dei libri di Sandra in tribunale. Francamente un passaggio inutile che non aggiunge nulla a quanto visto finoa quel momento. Ho visto palme d'oro migliori di questa, ma eravamo in Francia ed i francesi quando giocano in casa fanno di tutto per vincere, se hanno in concorso un buon film come questo.

Phenomeno  @  23/12/2023 13:16:09
   7½ / 10
Sandra Huller, attrice nell'attrice, inafferrabile, incanta lo spettatore che, come i personaggi del film, rimane nel dubbio se crederle o meno. Girato in modo meticoloso, realistico, documentaristico, il film diventa a tratti quasi estenuante perdendosi un po' troppo nella parte "facile" processuale, mentre avrebbe potuto e dovuto dare maggiore spazio alla relazione tra i coniugi per andare a scavare ancora più in profondità nell'animo umano, per approfondire le ragioni di un matrimonio finito, le invidie, le frustrazioni, la rabbia, la depressione dell'uno, la solitudine, stanchezza, la mancanza di sopportazione, la pazienza che sta per terminare dell'altra.

VincVega  @  03/12/2023 14:00:12
   7 / 10
Pellicola riuscita tra dramma e legal movie, capace di appassionare e coinvolgere lo spettatore nelle due ore e mezza di durata, nonostante la lentezza della narrazione. In tutto ciò le cose migliori che vengono fuori sono la caratterizzazione della protagonista e la grande interpretazione di Sandra Hüller. Però a fine visione, pur apprezzando il risultato finale, non riesco ad esaltare il film della Triet, troppo asettico, freddo e distaccato.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  27/11/2023 11:40:04
   7½ / 10
Gran bel dramma giudiziario, forse un po' troppo verboso (ha mezz'ora di troppo, come la stragrande maggiorparte dei film attuali, purtroppo) ma appassionante nel suo utilizzare l'espediente del giallo per scandagliare gli abissi dell'animo umano e dei rapporti di coppia, soprattutto quando sono colpiti da un dolore enorme. Il film probabilmente non sarebbe riuscito nel suo ambizioso intento se non avesse avuto un'attrice pazzesca come Sandra Hüller. Ma la menzione d'onore va all'attore che interpreta il figlio, anche lui strepitoso: e non era semplice, visto che la regia indugia tantissimo sui primi piani dei suoi protagonisti. Insomma bravi tutti, dai.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  18/11/2023 08:00:03
   3 / 10
Lento, verboso, noiosissimo film da festival che grazie ad un dialogo benfatto nella parte centrale del film vorrebbe ergersi a pellicola di spessore.
Troppo lungo, il legal movie telefonato e non avvincente, silenzi buttati lì per darsi un tono, in 150 minuti di agonia


Purtroppo funziona poco, a partire dall'algida protagonista che non riesce mai a trasmettere un minimo di trasporto.
Si salva solo l interpretazione del bambino

Una martellata sugli zebedei

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/02/2024 22.23.23
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clemtaf  @  13/11/2023 00:44:54
   9½ / 10
Ottimo film, ruvido, scartavetra una famiglia, una coppia. Sandra Huller da Oscar.

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  07/11/2023 13:51:23
   8 / 10
c'è bisogno di una rivoluzione nei rapporti umani, specie quelli di coppia. Le frustrazioni personali, la competitività, i traumi familiari e privati, la genitorialità sono trattate in un crime che si muove fra lo chalet e l'aula di tribunale. Ho pensato di colpo al caso Franzoni, ma per carità lo stato del cinema italiano non è in grado di partorire film come questo. Attori perfetti hanno fatto un lavoro di intreccio delicatissimo sostenuti da una sceneggiatura pazzesca. Il finale magnifico, profondamente umano.

Thorondir  @  06/11/2023 14:14:58
   8 / 10
Dietro il giallo del film della Triet c'è la progressiva fine di un matrimonio, una delle grandi crisi della borghesia occidentale già sviscerata in moltissimi film degli ultimi anni. E però, se il tema potrebbe sembrare inflazionato, è la capacità della Triet di renderlo cinematograficamente interessante che non è scontato: nel ritmo della pellicola, nella descrizione dei personaggi, nei rapporti interpersonali volutamente tracciati con ambiguità viene costruito un film di accumulazioni, di flashback improvvisi me incastonati ottimamente nel fluire del film, di trovate riuscite (splendida la sequenza del "doppiaggio" del figlio sulle parole del padre in flashback, un modo intelligente di rendere la memoria acustica in mancanza di quella visiva). E sebbene il film duri due ore e mezza e si prenda lunghi momenti dialogici, il ritmo è quello di un giallo che vola via e che riesce nell'intento tutt'altro che banale di non spiegarci i personaggi, di non mostrarceli veramente, di abbozzarli in tutta la loro ambiguità, nelle loro fragilità represse. Ne risultano quadri irrisolti, funzionali alla narrazione. Un film ottimamente costruito, girato con uno stile volutamente "basic" a tallonare volti e mosse dei personaggi e recitato da attori perfettamente in parte (su tutti, Sandra Huller).

7219415  @  29/10/2023 17:15:22
   7½ / 10
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  29/10/2023 02:34:18
   8 / 10
La crisi coniugale era stata affrontata con altri risultati diciamo enfatizzanti da cineasti nordici come Von Trier e Ostlung cfr. facile pensare alle tensioni di Forza Maggiore se non altro per lo stesso habitat - le montagne - in comune. Ma senza scomodare Bergman diciamo che questa Palma a Cannes poteva essere ancora più rilevante se fosse meno Francese. Film minuzioso e manicheo fino a rasentare la freddezza, girato con un aplomb apparentemente privo di emotività e con sequenze di processo che possono apparire estenuanti e verbose. Ma in realtà è un grande film perché non da nulla per scontato, nemmeno alla fine. Perché racconta una protagonista, Giulia - fantastica la Huller - che non si dimostra una buona moglie o una buona madre, in definitiva nella lunga requisitoria è irrilevante che sia colpevole o innocente perché è difficile parteggiare per lei. La Caduta del film, quella che ferma la vita dell'irrequieto Samuel alle prese con i morsi di coscienza per l'incidente del figlio è una sconvolgente requisitoria dove viene raccontata ogni debolezza della vita dei due coniugi, dove la Legge non si ferma a nulla sfruttando le testimonianze del ragazzino fino alla scoperta della Verità sempre che possa apparire tale. Ho detto anche troppo ma questo ragazzino maturo e non vedente che aggira il cinismo di giudici avvocati e assistenti sociali pretendendo di essere sempre presente e testimoniare anche sapendo che sarà un pesante trauma per lui beh lui sì si fa amare incondizionatamente dallo spettatore. Credo che se le cose fossero andate diversamente, un ragazzino così sveglio e precoce l'avrei volentieri adottato. Il film della Triet segue peraltro un binario inconsueto - straordinario il file mostrato al Processo alla faccia del garantismo presunto sulla Privacy - che se fosse lordato di un contesto meno altezzoso e formale avrebbe guadagnato un punto in più. Parlare di Capolavoro mi pare eccessivo, ma resta un eccellente esempio di radiografia -anatomia o chirurgia - della morte coniugale

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/11/2023 13.38.20
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