beau travail (2000)

È uno di quei film che vanno lasciati stratificare e che vanno visti e rivisti. E infatti l'ho rivisto a distanza di tempo e anche se l'ho rivalutato in positivo mi rimane una sensazione di non completo appagamento: è certamente un film che per certi aspetti anticipa e soprattutto "codifica" un certo cinema minimalistico che verrà dopo: penso alla narrazione volutamente misteriosa, alle location quasi metafisiche nella loro asetticità (vedere per credere cosa farà dopo Gus Van Sant con il purtroppo dimenticato "Gerry"), all'utilizzo dei raccordi e della musica. Un cinema sperimentale, sospeso, da cui emerge una tensione omosessuale del mondo cameratistico che finisce però per consumarsi nella violenza classica dell'uomo militare, con le sue paure, i suoi demoni, le sue estreme fragilità. Certamente un'opera interessante ma francamente non comprendo (limite mio, sia chiaro) come possa essere stato inserito addirittura tra i 10 film più belli della storia del cinema.

Capolavoro della Denis con un Levant straordinario

L'ho visto un po' distratto perchè non mi ha preso molto, anche se le scene nell'ambiente arido e caldo di Djobouti avevano il loro fascino, ma sarà che il tema non mi appassiona molto, neanche il film lo ha fatto.

In un paesaggio illuminatissimo la vicenda di un uomo che ha dedicato tutto se stesso alla Legione straniera. Tra deisderi inappagati ed il terreno che comicia a mancare sotto i propri piedi, si dipana una storia dai toni autodistruttivi.