dietro la porta chiusa regia di Fritz Lang USA 1948
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dietro la porta chiusa (1948)

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locandina del film DIETRO LA PORTA CHIUSA

Titolo Originale: SECRET BEYOND THE DOOR

RegiaFritz Lang

InterpretiJoan Bennett, Michael Redgrave, Ann Revere

Durata: h 1.39
NazionalitàUSA 1948
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 1948

•  Altri film di Fritz Lang

Trama del film Dietro la porta chiusa

Mark, che Celia ha sposato dopo un colpo di fulmine, si comporta stranamente e ha la mania di ricostruire fedelmente delle stanze che sono state luogo di delitti. Un giorno Celia scopre che una di queste stanze riproduce la sua. La vicenda è raccontata attraverso gli occhi della protagonista, con l'aiuto di un intenso commento della voce fuori campo.

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Voto Visitatori:   7,98 / 10 (31 voti)7,98Grafico
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Voti e commenti su Dietro la porta chiusa, 31 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

ferzbox  @  02/09/2017 12:15:13
   7 / 10
Anche se il perno principale della vicenda si fa attendere parecchio, quando ci si arriva il film prende una certa piega, stimolando abbastanza la curiosità grazie ad una sceneggiatura niente affatto banale, nemmeno nell'attuale presente se vogliamo, considerando che la storia, per quanto sia alla fine un thriller psicologico, fa forza su un po' tutti i personaggi, delle volte esaminati con criterio, altre analizzati discretamente all'inizio per poi essere abbandonati a se stessi verso la conclusione del film, quest'ultima interessante nella sua intrigata struttura, ma poco convincente(almeno per me) nella sua veridicità; quello di Cecilia è un personaggio dal forte carisma femminile, ma forse troppo accondiscendente(per essere considerato verosimile) nella sua reazione a determinate scoperte.
Non so per quale motivo ma ho come avuto l'impressione che la pellicola seguisse un percorso edulcorato, pensato apposta per un finale che a mio avviso ha smorzato di un poco la potenza che avrebbe avuto una tale stesura se fosse stata affrontata con più drammaticità....
Comunque sempre di un film di Fritz Lang si parla; la regia, le scenografie e la gestione degli attori rimane sempre di ottima fattura.....
.....ma pensavo meglio sinceramente.....

DogDayAfternoon  @  30/03/2017 14:00:29
   7 / 10
Un po' altalenante nel ritmo e nel coinvolgimento, ma ad ogni modo un film che merita di essere visto. Soprattutto la prima parte risulta un po' troppo compassata, molto meglio nella seconda metà dove la trama si fa sempre più intrigante e ricca di suspense, aiutata anche da una regia d'autore (magnifiche le inquadrature nella scena dell'apertura della porta n° 7) e dalle giuste musiche.

Joan Bennett ben calata nella parte, così come il suo compagno.

Scostante, ma comunque un bel noir da vedere.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  19/09/2016 19:27:02
   8 / 10
Solito magistrale film di Lang, con uno dei migliori b/n di sempre. Morboso come spesso accade, Lang trascina lo spettatore in un noir psicologico che sembra non lasciare scampo, perlomeno

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Bravissima la Bennet, un po' troppo bietolone Michael Redgrave.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  03/04/2016 00:42:45
   7 / 10
Bisogna sempre tenere conto dell'epoca in cui un film è stato girato.
Ormai si è un po' troppo smaliziati, o meglio, parlo di me.
il film non è male. Affatto. L'ho trovato un po' superficiale nella precipitosa conclusione, così

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Comunque buon prodotto, un ritmo ansiogeno e ombre e luci che favoriscono il tenebroso mistero. Stanza n° 7.

sixx79  @  07/11/2015 23:38:02
   7 / 10
Un film di Lang non può essere brutto, qui penso si sia tutti d'accordo.

Storia interessante, quasi uno studio della psiche umana. All'avvicinarsi del finale, la tensione si carica più che bene, accompagnata da luci e ombre, ma quando ci si avvicina al finale, la stessa si smonta, peccato. Mi sarei aspettata un finale diverso.

Pre-finale, bellissimo e fascinoso.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  27/07/2015 17:47:30
   8½ / 10
Fritz Lang dirige superbamente un film memorabile. Da vedere assolutamente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/07/2015 18.14.03
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vehuel  @  11/11/2013 12:26:51
   9 / 10
Avvincente e raffinatissimo noir targato Fritz Lang. Atmosfere cupe e suggestive, film molto psicanalitico dai risvolti imprevedibili.
Uno dei più bei noir di sempre!!!!

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  08/01/2013 21:54:35
   8 / 10
Una delle più stupefacenti regie di ogni tempo rende indimenticabile un plot dai rimandi psicoanalitici, servito da una sceneggiatura a tratti ridondante. Lang crea una tensione sottile e sempre più morbosa, utilizzando al meglio la fotografia contrastata di Stanley Cortez (tra i più grandi), affidandosi ad ogni sequenza a tecniche visive del muto che lasciano senza fiato.

Un caso da manuale di ossessione omicida e, come spesso nel noir, l'amore non è salvifico e puro, ma carico di ambiguità morale. Il finale, infatti, è assai meno accomodante di quanto possa sembrare.

La voce off è spesso fastidiosa, tanto è sublime la regia. In definitiva un dramma gotico che può deludere chi non è avvezzo all'analisi della sintassi cinematografica, ma che esalta gli occhi di ogni cinefilo, il quale può gustarsi un'ora e trenta di impareggiabile gusto estetico. Onirico.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/01/2013 16.09.11
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baskettaro00  @  04/08/2012 21:00:06
   8 / 10
atmosfere cupamente tenebrose che rapiscono,ambientazioni magistrali,bianco e nero perfetto,peccato per la voce fuori campo.lang dirige sapientemente.

Gabo Viola  @  06/07/2012 16:14:31
   6½ / 10
Non memorabile. Amo Lang ma oltre ad una fotografia eccellente, con i suoi giochi di ombre e luci fenomenali, lascia abbastanza a desiderare. Gran classe ma sostanzialmente vuoto

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/11/2011 17:49:55
   7½ / 10
Un noir intriso di psicoanalisi che può sembrare schematico a livello di scrittura, ma che diventa molto efficace a livello visivo. L'abilità di Lang risiede nel riuscire ad immedesimarsi nella protagonista, una brava Joan Bennet, divisa tra un senso misto da attrazione e paura crescente verso il proprio consorte, nella sua ricerca di verità nascoste dietro una stanza inaccessibile, luogo dove si celano i segreti di una mente sconvolta da traumi passati. E' un film che nella sua qualità visiva ha i suoi punti migliori e piuttosto coinvolgente sul piano emotivo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  14/07/2011 23:33:00
   7 / 10
E' il film di Lang che forse assomiglia di più a quelli di Hitchcock. Si può tranquillamente dire che "Secret Beyond the Door" sia un misto di "Rebecca la prima moglie", "Io ti salverò" e "Il sospetto". Qui Lang in pratica abbandona le libertà stilistiche dei film precedenti (che coinvolgevano gente comune, anche prostitute, e ritraevano tutto sommato la vita quotidiana) e si dedica anima e corpo allo stile classico, con personaggi raffinati, di stile e con inquadrature che esaltano il divismo degli attori (soprattutto della protagonista donna).
La storia raccontata è piena di stereotipi e tende al romanticismo gotico (la solita protagonista ingenua che si fida troppo di un uomo fatale, lo sposa in fretta e si viene a trovare in situazioni complesse e a dover fare i conti con un passato scomodo e ingombrante. La parte "psicologica" è trattata in maniera ancora più superficiale e semplicistica rispetto a "Io ti salverò" (la spiegazione degli impulsi omicidi del protagonista fa oggi un po' ridere). Anche i caratteri dei personaggi sono molto più abbozzati e semplificati rispetto a quelli dei film di Hitchcock.
C'è qualcosa che però riscatta alla grande il film: la meravigliosa tecnica cinematografica. Intanto il film ha una progressione di suspense di tutto rispetto, niente da invidiare a Hitchcock. Poi ci sono le soluzioni visive impiegate per caricare emotivamente le scene e quelle sono qualcosa di eccezionale. C'è soprattutto una grandissima cura del contrasto fra luce e ombra. Alcune scene sono veramente suggestive e molto cariche di suspense solo per il semplice uso di una torcia o di un'ombra che copre il volto di una persona.
Lang qui usa la tecnica della testimonianza del protagonista (la solita bella e brava Joan Bennet), la quale più che spiegare, rivela parzialmente e in maniera quasi sibillina e finisce un po' per sviare lo spettatore, visto poi l'immancabile lieto fine accomodatore.
Non mancano messaggi indiretti. Quello più inquietante è l'ammissione che "siamo tutti figli di Caino", che ognuno di noi, anche la persona più rispettabile, possiede una personalità da assassino. Veramente bella la scena semi-onirica del processo, in cui il protagonista (un bravo Redgrave) è sia accusato che accusatore. Altro istituto che non ci fa assolutamente bella figura è quello della famiglia.
Insomma anche qui trapela l'ossessione americana dell'epoca: il timore di non essere in grado di tenere a bada gli istinti distruttivi e omicidi scatenati dal periodo di guerra.

Goldust  @  05/07/2011 11:46:55
   6½ / 10
In parziale controtendenza rispetto al giudizio generale non ho trovato indimenticabile questa pellicola di Lang, regista che per altro amo molto. Certo è un film ben fatto, e vanta una Bennet meravigliosa, ma le atmosfere non sono sempre riuscite, la suspense latita spesso ed il personaggio ( principale tra l'altro ) di Marco ha poco spessore ( colpa dell'attore?probabilmente sì ). La storia in sè ha poi parecchi debiti nei confronti di " Rebecca la prima moglie"

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che rimane però su di un livello inarrivabile.

pinhead88  @  24/08/2010 16:52:59
   7½ / 10
Notevole psicodramma langhiano, magico e carico di mistero in molte sequenze, elegante e barocco nella messinscena. Forse il più hitchcockiano dei film del regista tedesco, ma non per questo uno dei suoi migliori lavori.
Giusta atmosfera, buona dose di suspance e una Joan Bennett davvero splendida.

edmond90  @  20/07/2010 09:03:31
   7½ / 10
Non uno dei migliori Fritz Lang per quello che ho potuto vedere.L'impianto narrativo è gestito molto bene con l'idea della voce off e la storia sulla carta è molto intrigante;la tensione e l'alone di mistero vengono mantenuti alla perfezione nella prima parte di pellicola mentre nella seconda il ritmo si fa più dilatato e la suspense inizia a scemare,arrivando a un finale inaspettato si,ma anche insoddisfacente.Resta comunque un ottima pellicola di uno dei maestri del genere,impreziosita da una splendida fotografia e dalla bella prova di una conturbante Joan Bennett

dave89  @  05/04/2010 20:32:15
   8 / 10
buon film di lang...poteva far di meglio nel finale

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Ultima risposta 07/11/2015 23.31.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  06/03/2010 09:53:02
   9 / 10
Bellissimo film di Lang.
L’inizio è melodrammatico ma le vicende lasciato spazio ad un noir teso ed angosciante.
La vicenda è affascinante, quanto sono affascinanti i suoi personaggi.
Un film che passo passo svela venti che appassionano sempre più. Veramente un diamante questa opera di Lang dalla costruzione geniale e dalla sera tecnica eccezionale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/11/2009 14:03:31
   7½ / 10
Chi mi ha preceduto ha gia sottolineato tutti i punti di forza del film che dopo una partenza da melodramma percorre in maniera perfida i meandri della psiche umana...tutto legato,come spesso succede,a traumi infantili...in questo caso "infantili" in ogni senso!
E' il finale ad avermi convinto di meno...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  28/07/2009 08:22:40
   7½ / 10
E’ curioso come raggiunta una certa età, anagrafica e professionale, il maestro Lang riesca a vestire i panni dell’alunno, e ispirarsi ed attingere da altri registi.
Ma con indubbia dignità, personalità e mestiere. Alcuni accorgimenti, e soprattutto il barocchismo macabro degli ambienti (gli interni della casa danno la sensazione d’un complesso di segrete addobbate), creano sapientemente un clima d’asfissia e di inquietudine. L’intreccio narrativo però, non mi ha convinto del tutto. Spesso nei film di Lang, in contrasto alle magnifiche inquadrature e scenografie, la trama presenta diverse pecche, mantiene sempre un non so che di troppo infantile. Anche il finale (che ha comunque il merito di essere ciò che uno non si aspetta) con la sua moraletta del bene che vince il male, invece di crescere in tensione, va lentamente calando. Troppi ornamenti poi per i miei gusti (siamo a Hollywood, d’altronde).
Insomma Lang, che un inventore lo è sempre stato, qui non s’inventa nulla; ma si limita a confezionare un discreto thriller.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/01/2009 23:05:12
   7½ / 10
In effetti, si tratta di un film molto hitchcockiano, nel quale si avvertono gli echi di film quali “Rebecca-La prima moglie” e “Io ti salverò”, e più in generale del modo, tipico del regista di Leytonstone, di sviluppare la psicologia dei personaggi. SECRET BEYOND THE DOOR non brilla, dunque, per originalità, ma rimane pur sempre una pellicola esemplare, sotto il profilo narrativo, per la capacità di avvincere lo spettatore. Ottime anche la scenografia e la fotografia.

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somberlain  @  22/11/2008 18:48:48
   9 / 10
Ottimo thriller-noir firmato da Lang, strano ci siano così pochi voti...
E' un film ricco di suspense e mistero, che tiene incollati allo schermo dall'inizio alla fine, spaventosamente moderno dal punto di vista narrativo.
Buona l'impronta psicologica, che, non sfociando mai in inutili eccessi, rende assai verosimili i profili dei personaggi.
Da vedere assolutamente!

xxxgabryxxx0840  @  04/09/2008 23:25:52
   9 / 10
Un altro gioiello di un regista straordinario. Un noir che sa molto di Hitchcok. Grandissimi la Bennett e Redgrave. Fantastico!!

crimal9436  @  04/08/2008 17:57:33
   8 / 10
Borg  @  21/06/2008 19:06:22
   7 / 10
I film di Lang (forse in assoluto il mio regista preferito, quello di cui più apprezzo la poetica) sono concettualmente di una modernità paurosa.
Zero moralismi, zero facilonerie nel tratteggio psicologico, ma analisi puntuali e spietate della natura dell’uomo, di esseri già segnati da un destino ineluttabile dove l’ossessione e il male sono sempre in prima linea per aprire una breccia (o già ci sono) negli animi.
Come posso non spasimare per queste analisi fulminanti, che ci dicono che l’uomo è costantemente in balia di pulsioni negative, di un male che è soprattutto condanna e maledizione, ma nonostante ciò il male (la capacità di creare orrore, dolore, di macchiarci le mani con il sangue dei nostri simili) viene mostrato in tutta la sua spaventevole forma.
Ognuno di noi è un potenziale assassino, un colpevole, ognuno di noi può arrivare a compiere azioni disdicevoli.
Siamo in balia dei nostri lati oscuri, dei doppi neri che trovano alimento nei nostri traumi.
Lang nel suo cinema sembra dirci, ossessivamente, questo. A volte è una condizione dalla quale non possiamo fuggire. A volte gli errori del passato sono macchie che disegnano la traiettoria di un destino già segnato, non c’è modo di sfuggirgli, soprattutto quando la libertà e la rivalsa sembrano così vicine. Non c’è modo, la fuga dalla trappola che cerca di imprigionarci ci mette sempre più in gabbia (ebbene sì, sono forse il più grande fan di “Sono innocente”).
A volte l’ossessione per la perdita delle persone amate o per i torti subiti ci trasforma in vendicatori ossessivi e acquistiamo pericolosamente la forma, le sembianze, del male che ci ha arrecato danno, non può che essere così visto che il terreno più fertile per le zone d’ombra è quello segnato da terribili sovrapposizioni.
E non si torna indietro, la vendetta si trasforma nello specchio dove osserviamo il nostro nuovo volto, inevitabilmente corrotto e consapevole della nuova solitudine.
Il male, l’ossessione, la colpa, la vendetta, i traumi, nelle mani di Fritz Lang i personaggi diventano pedine così fragili e così facilmente (e disperatamente) corruttibili.
Ma a volte anche Lang, nelle sue storie più torbide, sembra aver bisogno della speranza.
E’ il caso di questo bel noir piuttosto misconosciuto “Dietro la porta chiusa”.
Un giallo che è una storia d’amore fondamentalmente, di due esseri macchiati entrambi dai lati oscuri (Cecilia e Marco, nella versione italiana), che fatalmente si attraggono reciprocamente (bellissima la scena del duello per la ragazza, momento dove la protagonista si accorge dell’irrefrenabile forza magnetica di Marco), ma uno nasconde un terribile segreto, un’ossessione, un trauma che affonda le proprie radici dell’infanzia.
Grazie all’amore (ma attenzione, l’azione non si svolge in un contesto melodrammatico, ma in uno scenario barocco ma inquietante, in una casa invasa da ombre con corridoi che ci portano in camere da letto dove si sono consumati avvenimenti infausti, in una casa che ospita personaggi a dir poco sfuggenti e sinistri, come la segretaria, il figlio e la sorella di Marco) avverrà la catarsi di uno dei protagonisti, per una volta almeno il buio sembra lontano, forse.
Il film è visivamente molto bello (la fotografia è di un certo Stanley Cortez, “L’orgoglio degli Amberson”, “La morte corre sul fiume”, “Il corridoio della paura” dovrebbero dirvi qualcosa), ci sono momenti geniali (il processo immaginario di Marco), le classiche atmosfere nebbiose alla Lang. Un buon noir, senz’altro, ma a cui manca quella forza dirompente delle migliori opere del regista.
Anche il ritmo a volte latita, la vicenda procede fin troppo lentamente nonostante non manchino i colpi di scena (il migliore dei quali, ovviamente, è quello che si presenta a Cecilia dietro la porta chiusa).
Non è un problema, ovvio, avercene più spesso di bei noir così!


Exodus  @  08/05/2008 10:23:05
   8 / 10
Torta di psicanalisi in salsa di barbablù, un film pienamente riuscito. Musiche angoscianti enfatizzano un'atmosfera già tesa di suo a causa della onnipresente voce fuori campo, che accentua la sensazione di vivere la storia "da dentro" Celia.
Curioso che il doppiaggio abbia italianizzato tutti i nomi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  23/03/2008 14:10:44
   9 / 10
Un'altro stupendo noir di Lang, con uno script che rende un personale omaggio a opere come "Angoscia" di Cukor o "Il sospetto" di Hitchcock.
Mirabile mise in scene che, dal punto di vista tecnico, supera a tratti anche l'abilità degli avversari. Strepitosamente bella e conturbante la Bennett

Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  31/01/2008 09:20:39
   10 / 10
E' da film come questo che nascono tutti gli altri. Hitchcock incluso.


Non si può perdere!

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Ultima risposta 30/10/2008 09.35.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  21/12/2007 15:30:53
   8½ / 10
Stupendo noir firmato Lang.
Il regista ci fa entrare in un oscuro mondo di morbose ossessioni di delitti e collezionismo attraverso personaggi ambigui e fascinosi, fino a condurci ad una soluzione finale davvero ben costruita. Il tutto è raccontato attraverso lo sguardo ed i pensieri della protagonista femminile.
Lo consiglio a tutti gli amanti del noir, di Lang ed anche di film con peculiarità psicologiche.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  04/06/2007 23:48:57
   10 / 10
Ancora un capolavoro di Fritz Lang incredibilmente poco conosciuto quanto incredibilmente bello.
Una donna, l'affascinante e sempre brava Joan Bennet ( Celia ), senza dubbio una delle attrici preferite del regista austriaco, conosce un uomo, l'ottimo Michael Redgrave ( Mark ), e se ne innamora sposandolo un pò frettolosamente.
Ben presto Celia viene a conoscenza di quello che Mark in realtà è, un uomo ossessionato da drammatici ricordi della propria infanzia che lo portano ad avere vere e proprie manie omicida.
Come in quasi tutti i film di Fritz Lang a farla da padrona è la suspence che tiene incollati allo schermo per tutta la durata del film.
Alcune scene, come quella di Celia che con una torcia, di notte, va ad aprire la "porta chiusa" , fanno venire veramente i brividi.
Molto bello l'uso della voce fuori campo che accompagna i pensieri della donna.
Film psicologico, onirico, Freudiano, con riferimenti ad altri capolavori Hitchcockiani.
Le scenografie barocche, la musica, la fotografia creano un'atmosfera veramente inquietante, mettendo di diritto questo lavoro di Lang tra i miei preferiti di sempre.

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Ultima risposta 30/10/2008 09.36.47
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Dick  @  11/03/2007 19:22:04
   8 / 10
Thriller cupo che dopo una prima parte introduttiva si fa forte nella seconda grazie ad un' atmosfera buia ed ad un racconto serrato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  17/02/2007 16:08:54
   9½ / 10
Noir Langiano meno conosciuto di altri (la donna del ritratto) ma altrettanto straordinario.
Sperimentale, all'avanguardia per il periodo, ed estramente complesso, "Dietro la porta chiusa" è il classico Noir torbidissimo degli anni '40 con molta psicanalisi, come da tradizione, ma con la firma del maestro.

Lessi da diverse parti che Lang non l'amava particolarmente. Francamente non ho capito il motivo. E' stupendo.

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