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Classificato genericamente come thriller, questo Finestkind di thriller ha ben poco se non nell'ultimo terzo di film quando la storia prende una piega molto più crime rispetto a quanto raccontato in precedenza. E' più un dramma familiare sul rapporto tra due fratellastri ed i rispettivi padri, in cui il maggiore ha rapporti freddi cojn genitore, mentre il secondo vuole deviare dal percorso che il padre ha tracciato per lui. Il contesto è quello della pesca commerciale ed il taglio è non distante dal documentaristico. Malgrado il buon cast a disposizione, i personaggi sono al massimo bidimensionali e non presentano particolari profondità. Inoltre il film non sa bene che strada prendere e dopo aver girato su sé stesso ha quest'ultima parte in cui irrompe il crime, utile perlomeno a ridestare leggeermente uno spettatore annichilito dal torpore di un film noioso.
Cos'ho visto e sentito? "There is life and death, but it is the in-between that counts": Taylor Sheridan produce uno dei suoi film sulla provincia rurale statunitense con "le capesante che costan'un botto" e Jenna Ortega che ripropone il suo personaggio cliché, un dramma familiare col respiro troppo corto per raggiungere le due ore e che perciò divent'un crime thriller per infine risolvers'in un disneyano "volemose bene". Il peggior film d'Helgeland?