hit man - killer per caso (2023)

Piacevole visione e anche sorpresa. Un inatteso Killer e in una storia ben calibrata.

Linklater non abbandona la sua formuletta della rom-com cerebrale quant'una love story diretta da Nolan. Rohmer era fin troppo spesso prigioniero d'un formalismo onanisticament'esasperato, mentr'il regista texano è solito baloccarsi con la filosofia dell'identità nel tempo. Bisogn'attendere le didascalie delle foto nei titoli di coda per capire che stavolta come risposta ha da suggerire un buddhismo liofilizzato: dietro tanto trasformismo ci sarebbe il nulla dell'illusorietà dell'Io. Ipse dixit.
Ps: Adria Arjona sta contendendo ad Ana de Armas il trono di latina più caliente? Zzz.

Non mi è parso un film eccezionale ma una piacevole commedia sentimentale macchiata da altri generi...
Siamo di fronte ad una ottima performance della "nuova stella" Glen Powell coadiuvato da un buonissimo cast di supporto.
La trama è interessante e la realizzazione ad opera di Linklater è di tutto rispetto.
Se ci andiamo a vedere metafore e filosofie varie probabilmente il film acquista chiavi di lettura che ne elevano il voto ma siccome io l'ho guardato come passatempo do la mia valutazione di pancia...

Davvero una piacevolissima sorpresa questo film di Richard Linklater. Commediole basate sugli equivoci e sui travestimenti ne vengono prodotte a vagonate, ma per realizzarle bene serve una mente/sceneggiatura/scopo forti e intuitivj, grazie a dio in questo film ne troviamo. Senza parlare anche degli attori per renderla credibile: Glenn Powell davvero sul pezzo, con una grandissima alchemia con la magnetica (e gnocca) Aria Arjonafinale rovina il film. E' come se avessero finito idee e soldi. Con l'assassinio di Jasper, quello che potrebbe essere materiale per un film intero è trattato in pochissimi minuti, superficialmente. E abbiamo una scena datata tempo dopo che sembra messa lì per metterci un finale La pellicola gioca si sull'equivoco: thriller/noir travestito da commedia sentimentale, l'annessione alla storia della psicologia rende più profondo il contesto narrativo dei personaggi e con più implicazioni morali di quanto sembri, tutto comunque servito con grande leggerezza e in questo si può trovare la chiave vincente del regista Richard Linklater nella sua sceneggiatura (scritta assieme allo stesso Powell. Un molteplice travestimento d'intenti, che richiama nel modo più pratico possibile alle classiche trovate di Hitchcock e che non ne vogliano gli etilisti per il paragone. Inizia come una commedia romantica, sii evolve raggiungendo la sorpresa, l'assurdità e la normalità di un romanzo di Patricia Highsmith per tornare con naturalità nei canoni di come è iniziato. Forse il finale mina il film, quello che potrebbe essere materiale per un film intero è trattato in pochissimi minuti, in pieno stile Hollywoodiano ma è solo una sbavatura. Linklater mischia il più che ormai rodato e iper-pompato tema del killer professionista con il suo classico tocco di romanticismo e questo si adatta benissimo a quello che il film vuole offrire.

Una storia un pò sopra le righe che abbraccia diversi generi cinematografici ( l'action, la commedia romantica, il thriller ) e li fonde insieme in un meccanismo narrativo accattivante e mai scontato. Bravo Linklater a non perdere le fila del racconto ed a portare all'attenzione dello spettatore una riflessione - nella società attuale ormai sempre più urgente - sul concetto di identità, qui declinato da diversi punti di vista. Conoscevo poco gli attori protagonisti: li ho trovati tutti eccezionali e perfettamente in parte.

Commedia gialla piacevole ma del tutto inverosimile, con una sceneggiatura tanto brillante sul versante comico quanto arzigogolata e semplicistica negli snodi narrativi più "seri". E però, sempre di commedia si tratta, quindi ci si gode lo spettacolo sempre col sorriso sulle labbra. Glen Powell in grande spolvero (ma chi ci crede al professore sfigato di college coi gatti se poi ha quel fisicone lì?!), per Linklater una vacanza spassosa che, mi pare, sia stata generalmente un po' sopravvalutata.

Un po' ingenua l'idea della frequentazione tra i due protagonisti ma, nel complesso, è una commedia gradevole, con qualche spunto dark, nonostante qualche eccesso.
Bene cast e regia, il ritmo narrativo non accusa troppe pause forzate e la visione scivola via in maniera soddisfacente.

Commedia gradevole.

Gradevolissima commedia di Linklater, scritta benissimo e con uno strepitoso (e camaleontico) Glen Powell.

ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Linklater dimostra ancora una volta la sua abilità nello scrivere e dirigere storie originali, bizzarre, con film in realtà anche abbastanza semplici e all'apparenza basici in cui però grazie all'estro registico e ad una scrittura di alto livello riesce a regalare spesso e volentieri opere di intrattenimento di alto livello, "Hit man" corrisponde ad uno di questi casi, in cui l'autore riesce a mischiare elegantemente e senza forzatura più generi, dalla commedia a sfondo romantico al film poliziesco, muovendosi abilmente tra thriller e noir, ma vagando anche tra i territori della commedia sofisticata con gli inserti a sfondo filosofico, che poi nel complesso danno i maggiori sottotesti alla pellicola, perché si alla fine il film parla soprattutto della visione di noi stessi, è tutto un gioco, come quello delle identità che si da Gary o Ron che sia, in cui noi ci identifichiamo, è così che durante una missione per scovare l'ennesimo mandante alla ricerca di sicari per omicidi, Gary, nelle vesti di Ron, conosce Madison, un'affascinante donna, maltrattata e abusata dal marito, che vuole farlo fuori, già in questo momento che possiamo considerare la soglia del film, in cui il protagonista probabilmente prende la decisione più importante, quella di non incastrarla e darle una seconda possibilità, solleva dilemmi morali e riporta in voga le tanto sentite tematiche di bene e male, in un contesto in cui il marito, risulta essere uno dei peggiori soggetti che secondo la storia, espressa nelle lezioni di Gary, per avere una migliore evoluzione della specie, sarebbe giusto fare fuori, un po' uno scontro tra le leggi naturali e l'etica contemporanea.

Ma è con lo sviluppo del plot sentimentale tra Gary/Ron e Madison che si notano le differenze di personalità tra i due caratteri intrapresi, nonostante Gary conduce vite parallele per non farsi sgamare né da Madison né dalla polizia per cui lavora, gradualmente il personaggio di Ron, più propositivo e affascinante, prenderà il controllo, dandogli un'ulteriore sicurezza, facendo notare innumerevoli differenze anche ai suoi studenti o ai colleghi stessi, se non fosse per un collega invidioso che, per suo demerito, è stato declassato a favore di Gary, è qui che, tramite una serie di intrecci niente male, la situazione si complica ulteriormente, raggiungendo anche discrete dosi di tensione, tra i molesti incontri col collega che pianifica contro Gary arrivando a quella scena clou che trovo una delle perle del film, quando Gary va a fare visita a Madison ed è ascoltato dalla polizia, momento in cui le da le indicazioni scritte e improvvisano un dialogo fantastico, mostrando una grande intesa tra i due, sembra quasi un messaggio metartistico del regista o direttore d'orchestra che guida da dietro le quinte l'attrice sul set e crea una tensione emotiva incredibile, complice anche l'oppressiva presenza dei colleghi e la possibilità di tradirsi sbagliando anche solo una parola.

Il finale, che mi ha ricordato molto i dilemmi del noir, in cui i protagonisti, in realtà qui senza troppi ripensamenti, si chiedono se effettivamente sia giusto far fuori un individuo, per quanto negativo, se non vi è la possibilità di essere scoperti, mi ha riportato alla mente diverse pellicole classiche, da "Double Indemnity" a "The postman always rings twice".

Il tutto però, è trattato con un mood in realtà molto leggero e una discreta ironia, che rende il film una commedia sofisticata e interessante, tesa e al fulmicotone, con due protagonisti che creano una grande alchimia, e con anche una certa tensione erotica scatenata nella parte centrale del film, la Arjona è sensualissima e ha diversi elementi in comune con le femme fatale del noir, pensate anche al fatto che vuole uccidere il ricco marito, all'assicurazione sulla vita e tutti questi svariati dettagli, Powell, finalmente, dopo alcune pellicole che personalmente mi hanno fatto cag4re come "Top Gun" e "Anyone but you" in cui faceva il belloccio e basta, qui si diletta in un ruolo molto eterogeneo, con i vari travestimenti e trasformazioni che dovrà attuare per il suo lavoro, tra cui uno che palesemente è Tinda Swinton, non so per quale motivo, ma carinissimo.

Gran bella commedia.

Tra commedia spassosa e noir, ma comunque più tendente al lato comico, con uno stile elegante, delizioso e sarcastico. Un bravissimo Glen Powell si rivela essere molto più che un attore da commediole romantiche (tra l'altro è straordinaria la carrellata di trasformazioni che lo vediamo mettere in mostra). Ottima anche Adria Arjona, ma in generale è proprio la chimica tra i due ad essere esplosiva.
Una sceneggiatura brillante e intelligente (soprattutto per come parla dl tema del doppio) e un ritmo travolgente completano il quadro dell'ennesimo ottimo film di Linklater che a conti fatti risulta sempre un po' sottovalutato come regista e sceneggiatore.

Linklater difficilmente sbaglia il film. "Hit man" conferma questa regola, perchè innanzitutto parte da un'idea originale ed è sviluppata in modo assolutamente riuscito, coinvolgendo lo spettatore tra dialoghi brillanti, situazioni divertenti e momenti godibili. Molto bravi Glen Powell e Adria Arjona. Forse la parte finale non mantiene tutte le attese (prendendo strade poco credibili) e arrivato alla conclusione, ho pensato "ah ok, quindi?". Comunque un prodotto gradevole senz'altro.