la salamandra regia di Alain Tanner Svizzera 1971
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la salamandra (1971)

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locandina del film LA SALAMANDRA

Titolo Originale: LA SALAMANDRE

RegiaAlain Tanner

InterpretiJean-Luc Bideau, Jacques Denis, Bulle Ogier

Durata: h 2.05
NazionalitàSvizzera 1971
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1971

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Trama del film La salamandra

La ragazza del titolo – l'animale che attraversa le fiamme dell'inferno capitalista svizzero senza bruciarsi – è Rosamonde (B. Ogier), ragazza madre di Ginevra, asociale e indifferente ai valori morali, gelosa della sua libertà. La processano per aver ferito con una fucilata lo zio, un benpensante orgoglioso d'esserlo. È assolta. Con l'aiuto dell'amico Paul (J. Denis), scrittore e operaio, il giornalista Paul (J.-L. Bideau) ha l'incarico di cavare dal caso un programma per la TV. Insieme, ciascuno a modo suo, cercano di sapere chi è Rosamonde e che cosa l'ha spinta a quel gesto. Tra i due intellettuali e la ragazza avviene uno scambio. Loro offrono una base ideologica alla sua rivolta istintiva e prepolitica; lei, con la sua vitalità, li aiuta a uscire dalla loro crisi di scetticismo impotente.

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Voti e commenti su La salamandra, 2 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/10/2023 15:00:06
   6 / 10
La salmandra è un animale che a contatto con il fuoco non brucia, rimanendo indenne. La personalità di Rosamunde, donna incolpata di aver sparato allo zio, non si sa per incendente o volontariamente, colpisce l'immaginario di due uomini, un giornalista ed uno scrittore, che non navigano economicamente in buone acque. Due approcci differenti su questa storia: il realismo da parte del giornalista che entra direttamente in contatto con la ragazza e l'approccio più oggettivo dello scrittore che non vuole incontrare la ragazza e raccontare tale storia da altre fonti. Un film stilisticamente vicino alle corde della Nouvelle Vague,che nella sua fotografia in bianco e nero esprime il grigiore della Svizzera, di quella maggioranza silenziosa che giudica a priori una donna sulla base di comportamenti che non rientrano nel conformismo imperante. Non è un mistero che lo stile intellettualoide da Nouvelle Vague non è nelle mie corde, ma il film suscita quel minimo d'interesse. Partendo da un fatto di cronaca si opera una ricerca sociologica di un intero paese.

Crimson  @  28/04/2013 13:03:31
   7½ / 10
Il montaggio della sequenza iniziale è magistrale nel confondere l'idea di verità e aprire il varco a dubbi e insinuazioni. E' stato un incidente o lo sguardo di Rosemonde è colpevole?
Il secondo film di Tanner parte come un'inchiesta giornalistica che assume i contorni del giallo, ma ciò è un mero pretesto. La ricostruzione pedante del passato di Rosemonde in realtà è l'occasione per interrogarsi sulle condizioni che hanno determinato il fallimento di un'ideologia e individuare le ragioni per conservare l'idea di libertà nell'inestinguibile giogo capitalistico.
Il tempo nei primi film di Tanner è sempre il post-'68, volutamente e inevitabilmente.
Lo spazio, altro elemento imprescindibile, è una Ginevra filmata come luogo al confine con la Francia in cui si mescolano le vicende di frontalieri e persone in movimento.
I tre protagonisti si cercano l'un l'altro e si attraggono come calamite. Rosemonde cela un sentimento di ribellione viscerale che giustificato dal proprio passato di espulsione e giudizio (che confluisce nel presente) sposta l'ago della verità, mettendo in secondo piano il centro dell'indagine, che da giornalistica (Pierre) e letteraria (Paul) diviene sociologica. Il disvelamento della verità iniziale si assottiglia nel marasma dei rapporti sociali.
La salamandra a cui allude il titolo è la metafora di Rosemonde che, come vuole la credenza popolare, come l'animale esce indenne dal fuoco (dei rapporti di dipendenza economica).
Un (meta)film colto, costellato da riferimenti letterari e cinefili (anche e soprattutto Godard), non di facile lettura ma ricco di sfaccettature, in cui spicca una provocante e provocatoria Bulle Ogier (madre di Pascale) capace di rendere egregiamente il fascino ambiguo della protagonista.

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