la spiaggia regia di Alberto Lattuada Italia 1954
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la spiaggia (1954)

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locandina del film LA SPIAGGIA

Titolo Originale: LA SPIAGGIA

RegiaAlberto Lattuada

InterpretiValeria Moriconi, Mario Carotenuto, Raf Vallone, Martine Carol

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 1954
Generecommedia
Al cinema nel Febbraio 1954

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Trama del film La spiaggia

Anna Maria è una prostituta che si è recata in vacanza al mare con la figlioletta Caterina. Nell'albergo in cui si trova è benvoluta da tutti, ma naturalmente nessuno sa chi lei sia in realtà. Quando lei respinge le attenzioni di un tale che la conosce, questo fa scoppiare lo scandalo. Anna Maria rischia di essere messa al bando, ma ecco che interviene un miliardario che si è innamorato di lei...

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Voto Visitatori:   7,88 / 10 (4 voti)7,88Grafico
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Voti e commenti su La spiaggia, 4 opinioni inserite

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Dick  @  21/09/2016 14:14:00
   8 / 10
Per raccontare la borghesia spiaggistica Lattuada sceglie l' insolita per l' epoca strada della commedia evitando così di scadere troppo nel melodrammatico affiancando alla storia principale vicende ironiche come quella dell' uomo d' affari che spera di fare il colpo grosso, deii due (uno è il regista Marco Ferreri) che sono intenzionati ad vacanza tutta salute e dieta e dello scrittore di una rubrica femminile come madame non ricordo.
Ne esce sia quindi uno scorcio divertente, ma anche amaro tra perbenismo e ipocrisia dove la protagonista si trova tra la figura del giovane e simpatico sindaco pronto a farsi in quattro e quella del cinico e ironico generale, due anime agli antipodi, ma che a loro modo portano avanti la comunità.
Se alcuni tocchi sanno di datato, il registro "leggero" usato permette di mantenere freschezza e ritmo senza scadere nel patetismo.
Bello poi il paragone tra il mondo degli adulti e quello più semplice dei bambini dove non importa chi sei, ma se offendi sono cavoli. A tal proposito divertente e sempre attuale quando

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  24/08/2015 00:24:33
   8 / 10
Splendida commedia sociale di Lattuada che, ancora una volta, ci propone un personaggio femminile denso di significati e sfumature. Nonostante qualche caricatura francamente eccessiva tra i personaggi di contorno, una fauna di maligni vanesi arricchiti di varia schiatta, il film è tuttora modernissimo, forse perché certe cattive abitudini (italiane sicuramente, ma non solo), quelle di giudicare a priori e costruire castelli in aria per semplice voglia di malevolo chiacchiericcio, non muoiono mai. Un vero atto d'accusa al moralismo e al perbenismo, con almeno una sequenza memorabile, quella della bimba prima assalita dagli amichetti per aver vinto un premio in spiaggia e poi lasciata sola a piangere, dopo che si è sparsa la voce dell'attività della madre. Fece scandalo (e aizzò la censura bacchettona) la Moriconi "esistenzialista" che fa la doccia in bikini. Uno dei primi film italiani a colori.

topsecret  @  19/08/2011 11:09:09
   7½ / 10
Un dramma raccontato con garbo e stile da Lattuada che mette in risalto l'ipocrisia, la falsa morale della cosiddetta gente per bene, ricchi di portafoglio ma decisamente poveri e aridi dal punto di vista dei sentimenti.
Un film scandalo all'epoca per i temi trattati, assurdamente investito dalla censura, che riesce ad imbastire una storia veramente appagante.
Un cast ben amalgamato e molto abile, capace di performance davvero convincenti e sentite, riesce a mantenere alto l'interesse nello spettatore che si lascia coinvolgere degnamente in un vortice di emozioni varie e contrastanti.
Una pellicola che certamente merita di essere riscoperta ed apprezzata.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/02/2007 14:35:42
   8 / 10
L'aneddoto racconta che Lattuada vide una prostituta piangere per strada e le promise "scrivero' un film per te".
Lo spunto che ha dato vita a questo film è un po' edificante, ma riflette la sensibilità di un'autore come questo, certamente (anche se molti l'hanno ingiustamente dimenticato) uno dei piu' moderni e acuti cineasti italiani di sempre (splendido il suo epilogo cfr. "la cicala").
"La spiaggia", nonostante qualche figura di contorno abilmente congegnata secondo lo stereotipo della commedia all'italiana (i due bagnanti goffi e pallidi come mozzarella!) è un film delicato e commovente, certamente molto sincero nel raccontare i dolori e il dramma di una donna di strada come Anna Maria.
Una donna che è soprattutto MADRE di una splendida bambina.
Reca un pathos travolgente, e la scena in cui la figlioletta viene lasciata sola, abbandonata dai coetanei prelevati con forza dalle mamme moraliste, quando scoprono la vera identità della madre, mette addosso ancora oggi, a distanza di molti anni, un senso d'indignazione, di rabbia, di ingiustizia che non lascia scampo ("cosa vi ha fatto la mia bambina?" cfr. mi vengono i brividi ogni volta che penso al pianto della Carol, a queste drammatiche parole).
La "colpa" di essere madre e prostituta in vacanza, con l'emblematica ultima
scena dove il bisogno impellente di ritrovare dignità accredita la donna come simbolo di connivenza con i suoi "nemici", è tutta nella rappresentazione di un rito benpensante e crudele, persino laido a tratti (cfr. le proposte indecenti che vengono fatte ad Annamaria appena si scopre la sua reale identità) della gente "perbene", quella che punta il dito sulle "sclete" altrui e decide di emarginare l'elemento scomodo.

Guardatelo questo film, se vi capita, registratelo magari: è ancora attualissimo come monito a non giudicare mai gli altri ma se stessi.
E, manco a dirlo, è davvero molto bello

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