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Pur condividendo vari punti di vista qui ed in rete, il film non merita certi trattamenti, dai; Battiato, lo si è capito, intende il mezzo filmico a modo suo, un modo innovativo e usato in modo anticonformista.
Cosa interessante anche se non del tutto riuscita (come per Musikanten).
Saggia la scelta di limitare tutto sui 65 minuti; concetti interessanti, guest star prestigiose, ambizione, stile e tematiche personali e discutibili.
Vale un'occhiata, ma il film non è assolutamente mainstream.
Signori miei siamo seri. Siam mica qui a scherzare a raccogliere ortiche. Chi mi legge, sa cosa penso degli intellettuali che fanno cinema. Ne parlai commentando "Salomè" di Carmelo Bene e sono costretto a ribadirlo nuovamente. Come si può pensare di girare e distribuire una roba del genere?... Come dite? Sì ho capito, Franco Battiato è quello che a Beethoven e Sinatra preferisce l'insalata, ma questa non può essere un'attenuante. Non c'è peccato che lo spettatore pagante abbia commesso, per meritarsi una tale masturbazione cerebrale priva di struttura e di pathos. Tematiche stimolanti, financo moralmente legittime su come mai, su come dove nel mondo, dove chi e perché quando, meriterebbero ben altra sede e ben altra forma per essere affrontate. Certo non un simile obbrobrio che con il cinema ha poco da spartire e che si fregia di un ritornello musicale ad insinuare che "niente è reale", una frase che dice tutto e niente, perché fondamentalmente stupida.
Terzo film di Battiato. Non dico che spero sia l'ultimo ma se vuole continuare la strada cinematografica dovrebbe cercare di tornare alle atmosfere e fruibilità del suo Perduto amor. Meglio di Musikanten sotto il profilo della recitazione,comunque poco realistiche,ci sono pochissimi spunti di interesse e per la maggior parte della sua durata è un ibrido tra film e documentario che tenta di esporre analisi filoofiche supponenti ed irritanti. Come detto da julian qui sotto,questo può anche andare bene per le magnfiche canzoni del cantautore catanese,ma in un film diventa tutto irritante ed inconcludente per tutta la sua durata. A dispetto del finale che sembra ridurre il film ad una gran perdita di tempo. Dura pochissimo,però è pesantissimo. Battiato regista aveva sorpreso piacevolmente con il suo primo film ma adesso sta prendendo strade che non piacciono,presuntuose e quasi patetiche.
La cosa più bella del film,manco a dirlo,è la splendida canzone Niente è come sembra che è pure una delle mie preferite del cantante Battiato.
Dispiace che uno dei film più presuntuosi degli ultimi tempi, insieme ai lavori di Infascelli, sia stato realizzato da un cantautore di indiscusso livello, tra i più interessanti e poliedrici di sempre nella storia italiana e in assoluto il mio artista preferito. Il voler strafare, il voler cimentarsi in più campi, anche in quelli non di propria competenza, rispecchia proprio ciò che il Battiato che conosco io, quello della musica insomma, definirebbe a ragione sinonimo di commercializzazione e svendita al miglior offerente. Cmq, pur se le sue comparse in tv sono pian piano aumentate, il caro Franco si è fortunatamente riconfermato un musicante di alto livello anche con la sua recente uscita, il più che discreto Inneres Auge. Parlando del film, è una baldanzosa accozzaglia di filosofia, specie (anti)teistica, che si richiama più volte a Bunuel (citato esplicitamente La via Lattea, un pò meno L'indiscreto fascino della borghesia) e allo stesso Jodorowsky, evidentemente amico di Battiato - che magari gli avrà dato pure una mano a rendere più casinara l'opera. Pochi momenti sembrano avere capo, ma cmq non hanno coda; la filosofia non può essere "discussa" in un film, deve essere colta intuitivamente, rappresentata metaforicamente non spiegata. Si rischia, come è successo qui, di creare una sceneggiatura fatta di discorsi vuoti che girano in tondo, senza arrivare a conclusione, tipo quell'odiosissimo Nude Restaurant di Warhol dove però gli attori non parlavano di un *****. Inutile dire che Battiato è riuscito ad essere molto più filosofico con pochi criptici versi di alcune sue canzoni, dai quali si schiudono mondi e interpretazioni infinite, anzichè con un intero film di un'ora e dieci creato ad hoc per seminare panico tra i credenti. Il cinema, è ovvio, non l'ha capito, e ridicolo Ghezzi quando, nel libro allegato al dvd, tenta di metter pezze facendo paragoni arditi e apprezzando. Attori quasi tutti pessimi, si salva Jodorowsky.
Riesce a peggiorare il pessimo. Dopo l'orripilante Musikanten se ne esce con un altro sputacchio senile pretenzioso, presuntuoso e filosoficamente ridicolo. Si crede l'unico intellettuale sincretico del momento, invece è un povero vecchio imbevuto di orientalismi e profondità a costo zero, per altro girate male. Le "innovazioni estetiche", poi. Un'accozzaglia di banalità e libere associazioni di un aterosclerotico che ha appena scoperto la filosofia e i dibattiti adolescenziali. Avere ancora il coraggio di riproporre argomenti vecchi quanto le corde di Aries, come quello del "se c'è un meccanismo dev'esserci un progettista", dopo anni di dibattiti biologici che lo seppelliscono, richiede un'alta dose di alienazione dalla cultura contemporanea. Mi dispiace demolire così brutalmente un discreto musicista, ma la sua saccenza ignorante è insopportabile e va picchiata.
Viaggio metafisico di difficile digestione che offre bellissime riprese e splendida fotografia. Mi ha ammaliato così tanto da rubarne una scena per un mio cortometraggio. Ogni tanto si rivela troppo cervellotico
un non film, perchè film non è. Un non documentario, perchè documentario non è. Questa opera di battiato potrebbe essere definita "lezione". Lezione sul pensiero orientale (e a detta di alcuni, io non me ne intendo, lezione fata male...), sulla dissertazione e sull'anima pensante. Alla fine rimane poco, qualche spunto interessante si ritrova nel dialogo ateo/spirituale, ma sinceramente certe cose andrebbero scritte in un libro e non filmate, male, con una cinepresa. Cmq il voto è piu che mediocre, sia per il coraggio di sperimentare (anche se mi sa piu di autocompiacimento), sia per l'attore protagonista davvero bravo e sia, come dicevo prima, per qualche spunto di riflessione.
Una serie di appunti, conversazioni e dissertazioni filosofiche in un film molto astratto non alla portata di tutti (sottoscritto compreso), ma interessante in qualche aspetto, come la lettura dei tarocchi di Alejandro Jodorowsky.
Questo film è un film che per chi ama i film americani pieni d'azione e meglio non vederlo. Per chi invece ama i film di pensiero e psicologici e anche non commerciali e metafisici è l'ideale. A me è piaciuto molto, una storia molto semplice ma con una sceneggiatura molto colta e ricca di significato, come sono d'altronde anche le canzoni di Battiato.