past lives regia di Celine Song USA 2023
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past lives (2023)

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locandina del film PAST LIVES

Titolo Originale: PAST LIVES

RegiaCeline Song

InterpretiGreta Lee, Teo Yoo, John Magaro, Moon Seung-ah, Yim Seung-min, Yoon Ji-hye, Choi Won-young, An Min-yeong, Seo Yeon-woo, Chang Ki-ha, Shin Hee-cheol, Jun Hyuk Park, Jack Alberts, Jane Yubin Kim, Noo Ri Song, Si Ah Jin, Yoon Seo Choi, Hwang Seung-eon, Jojo T. Gibbs, Emily Cass McDonnell, Federico Rodriguez, Conrad Schott, Kristen Sieh, Oge Agulué, Chase Sui Wonders, Isaac Powell

Durata: h 1.46
NazionalitàUSA 2023
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2024

•  Altri film di Celine Song

Trama del film Past lives

Nora e Hae Sung, due amiche d'infanzia, si riuniscono a New York per una settimana fatidica mentre si confrontano con le nozioni di destino, amore e le scelte che cambiano la vita.

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Voto Visitatori:   6,56 / 10 (16 voti)6,56Grafico
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Voti e commenti su Past lives, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Mauro@Lanari  @  02/07/2024 11:39:19
   6½ / 10
Va bene citare Gondry, Kaufman, Allen, Kieslowski, Howitt, però quando s'arriva al circense de "La ronde" (Ophüls '50) un minimo di nausea l'ho avvertito. Debutto registico rigorosamente misurato e solidamente asciutto, ma si può credere che 36 anni sia l'età giusta per un bilancio esistenziale definitivo solo con una massiccia dose di spocchia.

topsecret  @  14/06/2024 13:56:24
   6½ / 10
C'è poca carne al fuoco ma abbastanza sostanza per godere di un film sentimentale fatto bene, diretto con sobrietà e interpretato al meglio da un paio di attori che offrono intensità emotiva e profondità d'animo, anche tra silenzi, sguardi e parole non dette.
Certamente un film interessante, anche se povero di originalità, ma forse più orientato verso un pubblico più incline al sentimentale, tra il malinconico e il nostalgico.

stratoZ  @  12/03/2024 19:37:54
   7 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Tutto sommato un film sentimentale carino, dalla forte componente empatico/malinconica e uno stile coerente e ben visibile che accompagna una sceneggiatura semplice quanto efficace nel far trasparire i sentimenti.
Nel suo esistenzialismo sentimentale può richiamare "In the mood for love" ma anche altre opere di Wong Kar Wai, col suo narrare dell'amore come potenziale, mai sbocciato, ma dilaniante nel pensiero di ciò che sarebbe potuto essere, è una formula vecchia, quasi atavica ma tremendamente efficace, uno dei temi cardine dell'essere umano, e questa pellicola trasuda umanità, lo scorrere del tempo, il ricordo del passato, le immagini di una persona come era un tempo nei più vividi e nostalgici ricordi, la partenza - intesa come separazione - controvoglia, consapevole che quello potrebbe essere l'ultimo incontro, tirando in mezzo anche un po' di filosofia orientale al momento giusto, l'autrice è abbastanza furba da non rendere le tematiche ridondanti, è abile nel gestire i tempi e i piani d'inquadratura, lascia il giusto spazio al non detto per dare allo spettatore la possibilità di una riflessione, cattura le emozioni con i primi piani e gioca con la semantica del linguaggio, basti vedere la scena in bagno tra Nora e il marito, con quella porta a dividere lo schermo a metà, quasi appartenessero a due piani temporali diversi, o gli splendidi momenti dell'incontro tra Nora e Hae, in cui la camera si allontana, si nasconde, i personaggi arrivano addirittura ad uscire fuori campo o vengono impallati, come se l'autrice li volesse lasciare soli nella loro intimità.

Si arriva al finale col cuore pieno, è una malinconia dal sottofondo ottimista, che sa di vissuto, un po' con la speranza di vedere quel tanto agognato bacio da ventiquattro anni, un po' con quella tipica filosofia orientale che trascende il qui e ora e pone speranza per le prossime vite, allo stesso tempo c'è una forte impronta realista, con la quotidianità che prende il sopravvento, un matrimonio che non viene mai spiegato del tutto se l'amore è ricambiato, Nora dice di si, ma non mi è sembrata tanto convinta, figlio anche della green card. della comodità di dividere l'affitto e di una vita sognata in una New York che dà molte più possibilità, un dilemma efficace quanto divisivo nell'anima.

PS: menzione d'onore per la prima scena in cui vi è inserita "Hey, that's no way to say goodbye" di Leonard Cohen.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/03/2024 19:05:23
   7 / 10
Storia di un probabile amore che poteva nascere, che si è mantenuto sotto la polvere del tempo, al quale però il frutto di scelte fatte, proprie o degli altri non ha saputo esprimersi. Due individui della stessa nazionalità ma che vivono in continenti diversi. Lei emigrata insieme ai genitori per lavoro, ha mantenuto una certa identità linguistica, anche se un po' arruginita, ma si è realizzata in quel di New York. Lui invece è rimasto in Corea dove ha studiato ed ottenuto un normale lavoro o ordinario come lui stesso lo definisce. Parzialmente si può definire come delle sliding doors senza costruzioni di universi paralleli. Due persone che sono sempre state connesse, che hanno idealizzato questa sorta di ideale romantico di amore, ma che le circostanze della vita non hanno permesso. Un film che non presenta particolari guizzi, però solido quanto basta ed na regia che si focalizza sugli attori, molto bravi, ed alla qualità dei dialoghi.

mrmassori  @  28/02/2024 17:23:18
   7½ / 10
un bel film: delicato, nostalgico e sognante.

matt_995  @  27/02/2024 17:43:30
   5½ / 10
La fascinazione di Hollywood per gli universi alternativi (Marvel, lo Spider-verse, Everything, everywhere bla bla bla) approda anche nella commedia romantica, anche se solo evocata con le parole e senza trascendere nel fantastico o nel metafisico.

Detto questo, non ho notato nient'altro di interessante. Un film un po' insipido che parte molto bene col prologo in Corea, con quel bivio/sliding door che quasi commuove, per poi procedere con un'interessante rappresentazione dell'amore virtuale ai tempi di (paleo)Facebook, Skype, Zoom e compagnia cantante. è la terza parte del film, il nucleo del film, però, a non convincere per niente. I due innamorati finalmente si rincontrano dopo 24 anni e con loro arrivano tante, tante, troppe parole. Parole che non si traducono in immagini, non si traducono in fatti, non si traducono in azioni o conseguenze. Solo parole, da cui prima o poi, inevitabilmente, ci si distrae. Una virata decisamente verbosa che mortifica quanto di buono era stato fatto in precedenza. Dà il colpo di grazia il personaggio della protagonista Greta Lee, davvero insipida, di cui già non mi ricordo a due giorni dalla visione. Decisamente meglio raccontata la compagine maschile, in particolare il coreano Teo Yoo regala una prova sentita, ben delineata.

marimito  @  25/02/2024 22:07:11
   6½ / 10
Un amore fuori dal tempo, che esiste solo nelle favole (e nei film), preservato, sottratto al tempo e alla vita, inseguito per una vita, ma che non riesce a vincerla. Perché alla fine vince lei, nonostante il romanticismo, la caparbietà, l'ostinazione e la tenacia, i protagonisti devono cedere dinanzi alla vita compiuta. Sicuramente delicato e coccolante, ma per me non un capolavoro. Talvolta assurdo, ma nonostante silenzi significativi e sguardi paralizzanti, per me non emozionante.

Wilding  @  25/02/2024 08:54:25
   6½ / 10
Intenso e delicato, ma certamente esageratamente piatto, oltre ad una trama non proprio grandiosa come mi aspettavo. Il dover leggere i sottotitoli per il novanta per cento del film non migliora la situazione.

Boromir  @  19/02/2024 19:00:57
   6½ / 10
L'esordio di Celine Song, regista-sceneggiatrice coreana naturalizzata canadese, mette in scena una storia d'amore idealizzato e incompiuto dagli echi stilnovisti, non privo di quei sensibili tocchi autobiografici che ci si aspetta da chi deve scendere a patti con le radici perdute . Ci sono anche i riflessi di Proust e Wong Kar-wai per quanto riguarda la memoria del tempo perduto e le difficoltà comunicative, che Song propone attraverso una regia di delicata compostezza. Le concessioni a certa estetica sundanciana e un paio di vistose (pure troppo) ellissi temporali sono difetti perdonabili a un'opera sicuramente non originalissima, ma che riesce a veicolare con la giusta potenza emotiva il dialogo spesso conflittuale tra passato e presente, tra oriente e occidente.

E in ogni caso: viva le alette di pollo, sempre.

federicoM  @  18/02/2024 16:40:00
   6½ / 10
Come già sotto hanno scritto questo film è un pò "Se mi lasci ti cancello, ma vediamoci ancora una volta".
Io sono una persona poco romantica e ritengo che certi film di idealizzazione dell'amore facciano più male che bene a chi li guarda.
ATTENZIONE SPOILER
Tutta la parte della liaison via Skype non mi è piaciuta, è piuttosto convenzionale e noiosa. Anche lo sviluppo parallelo delle loro vite serve a far capire che i due protagonisti cambiano, ma non aggiunge niente al film, se non il fatto che lei non è diventata una scrittrice di successo.
Il film diventa interessante quando Hae Sung va a trovarla negli USA, più o meno a metà pellicola.
La regista alterna parti in cui parlano solo le immagini, gli sguardi a momenti di dialogo intensi. Le parti visive tendono ad essere molto, troppo, dilatate e i dialoghi, soprattutto fra Nora e il marito sono molto asciutti e un pò esagerati. Ci sono proprio dei momenti quasi comici (tipo è proprio coreano, di qua, di là..). All fine la regista riesce a mantenere l'integrità e la coerenza della storia.
Tirando le somme Nora è la Queen del film e i due uomini sono un pò due stampelle.
lei ha fatto scelte coraggiose e se Hae Sung (non è un caso che lei appare, tranne da bambini, sempre più adulta di lui, un bel ragazzotto) avesse avuto altrettanto coraggio, anche solo baciandola probabilmente avrebbero vissuto la loro vita insieme.
Ottime intepretazioni degli attori coreani.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  18/02/2024 15:49:49
   8½ / 10
Per il suo film d'esordio Celine Song sceglie una semi-autobiografica storia d'amore impossibile, tema trattato migliaia di volte al cinema ma raccontato in questo caso con tanta amarezza ed una sensibilità veramente fuori dal comune. Non v'è invece traccia della stucchevolezza cui siamo ormai purtroppo abituati vedere in questo genere di film.
Difficile tra l'altro credere che si tratti di un'opera prima considerata la bellezza di certe scene e certe inquadrature (specialmente da quando Hae Sung arriva a New York) che da sole riescono a trasmettere lo stato d'animo dei protagonisti, così come fa del resto lo straordinariamente espressivo volto di Greta Lee.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/02/2024 01:40:20
   7½ / 10
Tempi dilatati (fin troppi?), dialoghi che sembrano verbosi ed estenuanti mentre in verità sono preziosi più che mai, forse l'unica cosa che mi ha davvero infastidito è la colonna sonora, che naviga nei meandri dell'Ambient in maniera troppo ossessiva e zelante. Ma non capisco proprio le critiche a questo gioiellino d'esordio che, di fatto, è la Storia D'Amore più bella del mondo, poiché inespressa e irrealizzata. Diciamo Idealizzata dai due protagonisti (strepitosi Greta Lee e Theo Yoo). Un film che sembra ricordare Woody Allen con un po' di Jarmusch e qualcosa di "In the Mood for love" ma nella sensibilità occidentale di raccontare un sentimento concreto, poi virtuale e ancora universale. Una serie di spiegazioni che combaciano nel plettro delle possibili reincarnazioni, raccontando con sensibilità gusto e semplicità un desiderio rimosso dalle scelte (troppo professionali quelle di Hae Sung). Forse non vi è modo di sapere quanto prevalga il vero sentimento ma basterebbe la lunga conversazione in Coreano tra Nora e Hae Sung davanti al consorte a rendere SPECIALE E PREGEVOLE questo film. Un film che non è certo inedito o innovativo, ma sa esprimere qualcosa di più di un sentimento lungo una vita, e mai davvero consumato. Si avvale inoltre di un fotografia magistrale, che inmortala Ellis Island nella sua fuga e scelta di vita, e a seconda delle angolazioni. È un film imperfetto ma proprio per questo molto intelligente. Se mi lasci ti cancello, magari ti rivedrò una sola volta...scorrono lacrime quando si capiscono certe verità

neverhood  @  15/02/2024 18:12:03
   5½ / 10
Occasioni mancate, sentimenti inespressi, amori che viaggiano su binari diversi, senza mai veramente incontrarsi... Mi ha ricordato vagamente "In the mood for love", ma senza averne lo spessore e la forza.
L'ho trovato piatto, vuoto, e a parte poche scene (prima fra tutte il saluto finale prima di prendere UBER), inespressivo e tutto "già visto". Non do un voto più basso per l'ottima prova di Teo Yoo.

Thorondir  @  15/02/2024 17:57:25
   8 / 10
Dio cristo, a che livello è l'incapacità di comprendere il cinema. Basterebbe l'uso del montaggio e la lunghezza dei piani in base agli stati d'animo dei protagonisti, basterebbe il campo e controcampo a dividere i personaggi quando si allontanano emotivamente e i piani che li tengono insieme quando si avvicinano a determinare la sintonia di forma e sostanza di un film di pura finezza rappresentativa. Ma niente, ci meritiamo il nulla del cinema-videogame-spettacolo che riempie le sale ma svuota le scatole craniche.

5 risposte al commento
Ultima risposta 21/02/2024 12.34.39
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7219415  @  12/02/2024 11:40:42
   5 / 10
goophex  @  31/01/2024 23:49:31
   4½ / 10
Al succo, la regista, un'arrivista figlia di papà, ci sforna un film autobiografico (perché a leggere su Wikipedia quella è la sua bio) dove racconta (?) di un amore impossibile, per colpa sua, e che arriva al culmine con un matrimonio di comodo con un uomo dipinto come un minchione.
Il marito della sedicente regista sara felicissimo per questo film...

Pretenzioso, sciapo, vuoto, zero poesia, zero atmosfere, zero romanticismo, zero razionalità, il tutto condito da dialoghi banali e noiosi.
Statene alla larga.

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