Un rifugiato ebreo sposa un soldato per sfuggire alla deportazione in Germania. Nel frattempo una ricca studentessa d'arte perde il suo primo marito a causa di un proiettile vagante della Resistenza; alla Liberazione incontra un attore, rimane incinta e lo sposa
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Era da molto che desideravo vedere questo film, da quando negli anni '90 vedevo la cassetta in videoteca. Penso che tutti conosciamo la nouvelle vague francese: gli anni '50, il bianco e nero, Truffaut, Godard, Chabrol etc...Diane Kurys (che già aveva ambientato il suo primo film negli anni '60), ricrea benissimo quell'ambiente partendo però dagli orrori della guerra ed addentrandosi nello sfavillante periodo post bellico e ci racconta una storia di amore, amicizia e famiglia. La profonda amicizia tra due donne, tema spinoso che ovviamente negli anni '50 non poteva essere trattato, viene mostrata con delicatezza, senza mai sfociare in un rapporto saffico; allo stesso tempo però dall'altra parte abbiamo il disgregamento di due famiglie con rapporti d'amore che finiscono (ammesso che siano mai nati) e genitori che si separano e si parla di tradimenti e divorzio -altri temi tabù all'epoca- con una naturalezza che solo un cinema attuale avrebbe potuto mostrarci. La pellicola, quindi, narra una storia semplice...forse anche troppo, nel senso che non accade nulla di davvero concreto, con i titoli sia italiano che originale, che preannunciano qualcosa che di fatto non accade ed al netto della bravura e bellezza della due protagoniste (confesso di essere innamorato di Isabelle Huppert) è un film che si vede ma tutt'altro che memorabile.