the fabelmans regia di Steven Spielberg USA 2022
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the fabelmans (2022)

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locandina del film THE FABELMANS

Titolo Originale: THE FABELMANS

RegiaSteven Spielberg

InterpretiGabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Julia Butters, Keeley Karsten, Sophia Kopera, Judd Hirsch, Jeannie Berlin, Sam Rechner, Mateo Zoryon Francis-DeFord, Robin Bartlett, Birdie Borria, Alina Brace, Oakes Fegley, Chloe East, Isabelle Kusman, Chandler Lovelle, Gustavo Escobar, Nicolas Cantu, Cooper Dodson, Gabriel Bateman, Stephen Matthew Smith, Lane Factor, James Urbaniak, Alex Quijano, Kalama Epstein, Connor Trinneer, Greg Grunberg, David Lynch, Jan Hoag

Durata: h 2.31
NazionalitàUSA 2022
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2022

•  Altri film di Steven Spielberg

Trama del film The fabelmans

Cresciuto nell'Arizona del secondo dopoguerra, un giovane di nome Sammy Fabelman scopre uno sconvolgente segreto di famiglia ed esplora come il potere dei film può aiutarlo a vedere la verità.

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Voto Visitatori:   6,10 / 10 (24 voti)6,10Grafico
Miglior film drammaticoMiglior regista (Steven Spielberg)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film drammatico, Miglior regista (Steven Spielberg)
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Voti e commenti su The fabelmans, 24 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  18/03/2023 19:56:19
   5½ / 10
Purtroppo il film piu' personale di Spielberg, nonche' autobiografico in vari punti, è una mezza delusione.
Tecnicamente il livello è sempre alto, cos'altro chiedere ad un regista quasi ottantenne, ma per tutta la sua durata ti accorgi che manca qualcosa.

Un racconto cronologico degli eventi senza emozione, i personaggi scritti in maniera sbiadita non creano quel legame con il pubblico.

Insomma un film che non annoia, realizzato bene ma privo di un anima.

BigHatLogan91  @  11/03/2023 15:34:01
   7 / 10
Un film che fa bene il suo dovere, ma che non riesce a eccellere in nulla o a distinguersi davvero.

Mauro@Lanari  @  10/03/2023 02:40:39
   4 / 10
Povero piccolo: ha patito il disfacimento familiare e il bullismo antisemita, ricordandocelo a quasi ogni suo film. Woody Allen ha reagito in tutt'altro modo ed è stato meglio così. Una pedantissima agiografia testamentaria, speriamo, tanto di moda in quest'ultimi anni: poco da dire, detto male e indirizzato ai fanatici della 7a arte, recensori e non. "Quando l'orizzonte si trova in mezzo, è una mèrda noiosa": altro meritato maxiflop per profezia autoavveratasi.

marimito  @  05/03/2023 22:22:11
   8 / 10
Uno Spielberg che sbaraglia, che incolla allo schermo con gli occhi e con il cuore, con la forza delle emozioni, che trasudano dalle riprese di Sam, dal pianoforte di sua madre, dagli occhi di un bambino e ragazzo poi che, al riparo dal mondo nel tepore di una famiglia "mulino bianco", ne scopre le cattiverie e gli egoismi, i primi superflui e i secondi necessari, ma entrambi tanto dolorosi. Lo stile Spielberg riempie lo schermo, l'attenzione ai dettagli traborda dagli occhi di Sam/Steven e si posa su tutto ciò che diventa film e parte della sceneggiatura. Bellissimo il ritratto della mamma artista, talent scout di suo figlio, che gli insegna prima di tutto a vivere le sue passioni, proprio quelle cui lei ha rinunciato.

benzo24  @  14/02/2023 15:58:34
   2 / 10
lo solita scemenza di Hollywood

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InvictuSteele  @  11/02/2023 12:51:22
   7½ / 10
Spielberg torna a toccare il cuore degli spettatori, e quando racconta gli anni della sua giovinezza e quell'epoca lì difficilmente delude. Un bel film, c'è poco da dire, dura molto ma non stanca neanche per un minuto. È lo Spielberg malinconico che a me fa impazzire e che emoziona tantissimo. La chiusura poi è brillante, con un cameo/omaggio d'eccezione.

marcogiannelli  @  29/01/2023 09:47:40
   7½ / 10
Spielberg racconta una parte della sua vita, concedendosi anche il lusso di parafrasare alcune storie. Ma racconta soprattutto la sua famiglia e la sua passione per il cinema permettendoci di empatizzare con lui.
Miracoloso ancora Paul Dano, per una volta non uno psicopatico inquietante ma una persona fin troppo misurata.
Quindi Spielberg parla sì di se ma parla comunque di una disfunzionalità della famiglia ormai diffusa, parla di amore per il cinema di un cinefilo vero.
Manca a mio avviso il tocco per renderlo un capolavoro o un film di quelli senza tempo.

Thorondir  @  27/01/2023 21:33:25
   7 / 10
Lo si potrebbe definire un film-testamento: Spielberg richiama e rielabora la sua intera carriera in un film autobiografico (e quindi anche auto-centrato) che è tutto un tripudio del suo amore per il cinema. Il racconto della famiglia Fabelman è il racconto della famiglia Spielberg: borghesia ebraica illuminata, costantemente costretta a spostarsi (causa lavoro del padre) ma anche meno idillica di quanto potrebbe apparire. Nelle pieghe di Sam nella famiglia Fabelman c'è l'amore per il cinema, per la meraviglia, per la capacità di creare sogni ad occhi aperti. Il film di Spielberg è tutta una riflessione sulla doppia anima del cinema (e si potrebbe dire dell'arte): il cinema come meraviglia, come mondo della costruzione del possibile (molto belle le scene in cui Sam crea i suoi filmini), ma anche come compromesso della finzione (quello che smaschera una famiglia, quello che fa apparire "perfetto" un arrogante bullo antisemita).

È certo un film che vola alto, che cerca di ragionare su un'intera carriera e sul cinema che di quella carriera ne è stato alla base: inevitabilmente tema metacinematografico e per cinefili e che produce un film-episodico dove a volte sembra che Spielberg cerchi più il consenso spicciolo che l'autorialità (qua e là piovono bordate di retorica che la metà bastano). Ecco perché "The Fabelmans" appare troppo un'occasione mancata: a momenti di grandissimo cinema (su tutti, la scena del ballo nel bosco) se ne alternano altri di scadimento non da poco (di nuovo il bullismo teen? Con annessa reteorica sull'antisemitismo che finisce quasi per banalizzare un tema gigantesco?) Alla fine ci si ricorda si delle parti più riuscite, dell'interpretazione notevole di Michelle Williams e della riflessione metacinematografica e autobiografica: e però la sensazione che Spielberg abbia fatto nuovamente il film "per tutti", forzando però la mano su retorica e sentimentalismo, non va via.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  22/01/2023 22:55:15
   4 / 10
È stata la mano di Dio, l Immensità, Dolor y gloria sono solo alcune delle rievocazioni della propria infanzia fatta da registi negli ultimi anni. Ad eccezione di Sorrentino, Sono tutti film autoreferenziali e sinceramente a tratti orrendi per quanto irritanti.
Spielberg oramai ha perso il tocco nonostante viva di rendita dei fan e foraggi una certa stampa perché sinceramente non si spiegano certe recensioni positive.

The fabelmas è un film autoreferenziale e poco sincero, rievoca una famiglia liberal molto modellizzata e americana, talmente stereotipata che non si capisce quanto sia vera e quanto sia figlia del suo immaginario cinematografico.
Certe digressioni sul teen movie sono più messe lì per strizzare l occhio al pubblico che reale o significativo racconto di vita vissuta. Il cattivo che viene umiliato, quello che si redime ma qualcuno ha mai creduto un secondo alla sincerità del racconto.?
Che poi , parliamoci chiaro delle infanzie dei registi vogliamo anche dirlo che non ce ne frega una cippa?
Infine i dialoghi ed in generale le situazioni messe in scena sono lente, lunghe, stucchevoli.
Una noia mortale talmente palloso che a momenti se non raccontasse di spielberg avrei pensato non fosse lui il regista.
Carino il finale con il più grande regista vivente Ford un bell omaggio che fa al grande David Lynch davvero il più grande in assoluto, talmente grande che ci risparmia l'autobiografia.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  22/01/2023 19:32:28
   5½ / 10
E' con enorme dispiacere che commento questo film, perché non si dà mai a cuor leggero un'insufficienza a Spielberg. Però a malincuore devo ammettere che con questo film non ha proprio centrato il bersaglio. O perlomeno non l'ha fatto secondo i parametri che di solito mi colpiscono quando guardo un film.

Allora tanto per cominciare questo mi è sembrato proprio un film scritto male. Ma proprio male, dallo svolgimento ai dialoghi: ed è stano, perché l'ha scritto assieme a Tony Kushner che non è esattamente un ragazzino alle prime armi. Partiamo dai dialoghi: suonano tutti, tutti fasulli, finti, posticci, a partire dalla prima scena in cui i genitori di Sammy gli spiegano cos'è il cinema: momento super cringe, come si dice oggi, con Dano e Williams che sembrano due testimonial di una pubblicità scadente anni '80 della 20th century fox. E purtroppo continua così tutto il tempo, forse condizionando anche le prove attoriali (ma ci arriviamo). Dialoghi così finti e artefatti incidono drammaticamente sulla possibilità per il pubblico di empatizzare coi personaggi, che sembrano perennemente delle macchiette.

Ma la cosa peggiore riguardo la sceneggiatura è proprio nell'intreccio, che è sempre fuori fuoco e incoerente: si parte dal fascino di Sammy per il cinema, e devo dire che la cosa funziona (dialoghi a parte): bello vedere la passione del bambino per il controllo sulla realtà dato dal riprenderla. Poi però Sammy cresce e la famiglia si trasferisce a Phoenix, e per un po' non succede letteralmente niente. Sammy gira qualcosa, la famiglia ride e scherza, fino al picnic più irritante mai portato su schermo. E a quel punto, primo cambio di registro: l'attenzione passa alla



Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Che per carità, ci starebbe pure come evento di rottura, solo che fino a quel momento la nostra empatia verso i personaggi in questione, e soprattutto verso

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER rasentava lo zero, perché quello che ci interessava era vedere lo sviluppo di Sammy.

Cambio di scena e si vola in California, dove non si parla quasi più della passione di Sammy per il cinema, momentaneamente abbandonata, e per circa mezz'ora (mezz'ora!) il film diventa la classica, abusata, vista e stravista storiella di emarginazione e bullismo nei licei americani. Ci sono TUTTI gli elementi del caso: ragazzo popolare che gioca a football e fa lo str0nzo, fidanzato con la ragazza popolare che poi lo molla, redenzione, ecc. Paro paro la prima stagione di Stranger Things, tanto per dirne una, che però perlomeno era dichiaratamente citazionista (e che comunque costruisce molto meglio il personaggio del bullo, che qui invece è di carta velina).

Alla fine torna prepotentemente il talento registico di Sammy, col video della gita al mare che sarebbe pue una buona trovata se non fosse, anche quello, troppo lungo. Ma arrivati a quel punto la pazienza è già abbondantemente finita, anche a causa della sottotrama sulla madre di cui veramente non fega niente a nessuno.

Per fortuna, quando il film si avvia alla conclusione, arriva il cameo di Lynch (che interpreta John Ford) a dare un senso alla visione del film: 1 minuto di cinema immenso, in cui Spielberg fa vedere di cosa è capace. Quella scena è semplicemente magnifica, e insegna che se veramente hai qualcosa da dire, qualcosa di sincero e forte, ti basta un minuto per farlo da di0, non serve martoriare il pubblico per quasi 3 ore.

Venendo agli attori: WIlliams e Dano senza dubbio alla peggiore prova della carriera.
Michelle Williams, perennemente sopra le righe, sembra un cartone animato e non trasmette mai la sua inquietudine: prova assolutamente monocorde e piatta pure nei suoi eccessi. E parliamo di un'attrice che ha una gamma espressiva notevolissima (aveva caratterizzato da di0 i suoi personaggi femminili sia in Marilyn che in Manchester by the Sea, per dirne due).
Idem Paul Dano: recita per tutto il film con un sorrisetto ebete stampato in faccia, senza mai essere in grado di impartire una direzione o una caratterizzazione forte al suo personaggio, che in realtà si prestava a mille sfaccettature, anche più di quelle della Williams. Non lo aiuta nemmeno la fisicità da bambino cresciuto: probabilmente non era il suo ruolo.
Bavo LaBelle, imbarazzante come al solito Seth Rogen. Sul serio, non capisco cosa ci faccia in questo film.

Ciò detto, la regia di Spielberg è comunque splendida, perché lui resta uno dei migliori con una mdp in mano; e proprio per questo motivo va giudicato con ancor più severità: se a toppare è una pippa non puoi farci niente, ma se è uno dei più bravi non puoi passarci sopra con la stessa leggerezza. Vabbe' dai andrà meglio la prossima.

4 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2023 09.07.50
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Boromir  @  20/01/2023 21:31:01
   7½ / 10
La venatura autobiografica ha sempre fatto parte del cinema di Steven Spielberg, ma The Fabelmans porta la riflessione su un piano se possibile superiore. In un periodo (quello post-covid) in cui i cineasti sentono l'urgenza di sondare il passato della Settima Arte (Mank e Once upon a Time in Hollywood), i suoi scenari futuri (la saga di Scream) e addirittura il rapporto-fruizione tra immaginario e pubblico pagante (Blonde), Steven Spielberg si accoda tirando invece le fila del suo rapporto dicotomico con la macchina dei sogni e la famiglia.
Ne è venuto fuori un film che dosa con vitalità il sense of wonder fanciullesco tipico del regista e la componente drammatica legata alla struttura del coming-of-age. Certo, non mancano alcune cadute nel dolciastro alle quali Spielberg pare non saper rinunciare, eppure il film riesce a coinvolgere e a tratti emozionare senza far pesare neppure per un secondo la sua durata monstre. Dove The Fabelmans eccelle davvero è nella meditazione sul potere comunicativo delle immagini (c'è una sottotrama che ricorda Blow Up di Antonioni), che sa regalare momenti davvero evocativi.
Cast, al solito, di primissimo livello: oltre alla bravissima Michelle Williams, sugli scudi il sempre poco considerato Paul Dano, che recita in sottrazione come forse non gli è mai capitato; le scelte di Gabriel LaBelle e Julia Butters (quest'ultima già apparsa nel sopracitato capodopera di Tarantino) riconfermano il fiuto di Spielberg per i giovani talenti. Il cameo di Lynch è memorabile, anche se il modo in cui viene disegnato John Ford è forse un po' troppo macchiettistico (metto in conto che il doppiaggio potrebbe aver influito).

Nattydread  @  19/01/2023 11:39:52
   2 / 10
Un film che non lascia NULLA.
Spocchioso, noioso, lento.I primi minuti, come detto, sono pallosi come i filmini amatoriali in video 8 che si facevano una volta.
Ci si aspetta che da un momento all'altro il film cambi registro, decolli.Invece niente.Niente trama, niente emozioni.Niente di niente.
Enorme falso falso dell'Immenso regista

ilgiusto  @  13/01/2023 16:17:28
   6½ / 10
Filmetto minore di Spielberg.
Carino di un livello che x altri sarebbe una conquista, ma per Spielberg significa averlo girato bendato e distratto.
Non ha nulla di malfatto ma troppi argomenti e una mezz'ora di troppo lo rendono, in definitiva, poco interessante.
Si esce dalla sala con quella sensazione di "Vabè, ci sta, ma in fondo in fondo chissenefrega?".

TheLegend  @  08/01/2023 22:04:59
   6 / 10
Spielberg non è sicuramente il mio regista preferito e questo film ne conferma i motivi.Un film senza mordente, troppo classico e senza guizzi, se non in rari momenti.
Non è un brutto film ma nemmeno andrebbe esaltato.

Filman  @  08/01/2023 13:31:19
   8 / 10
L'uomo delle grandi storie non poteva che dirigere un racconto così intimo in maniera così potente.
Steven Spielberg dirige questo film così personale prima che potesse essere troppo tardi, raccontando di sé nell'ultima fase della sua carriera: la voglia primordiale di dirigere film, di farli, prima di qualunque altra cosa, sfruttando le possibilità di un regista formato per esaltare la stessa voglia di un giovanissimo e talentuoso cineasta in erba.
Si può vedere chiaramente da dove nasce la passione, da dove nasce lo stile e da dove nasce l'estetica degli sguardi e delle luci che da sempre hanno segnato il suo cinema, palese nella sovrapposizione tra la faccia dell'autore e quella dei suoi attori: senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte ad un film di stampo teorico nel suo essere iper-autoriflessivo.
THE FABELMANS non è però solo pasta per cinefili, perché il dramma familiare in questione è bellissimo, suggestivo e assolutamente originale, a dimostrazione del fatto che la sincerità porti alla bellezza e alla novità. L'amore forte ma incurabile, la dualità di due genitori diversi, l'antisemitismo, sono tutti temi portati a braccetto dal progressismo e dal positivismo del regista. Molto divertente e giocosa la linea narrativa del giovane protagonista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  06/01/2023 02:30:11
   7 / 10
Buon film, l'ultima fatica di nostra maestà Steven Spielberg non è certo nulla di iconico, ma qualcosa ci lascia di certo.
Veniamo proiettati nell'adolescenza del regista e i suoi primi passi nel mondo del cinema. Un'autobiografia celebrativa mi permetterei di definirla, nella prima parte scorre un po' lento e leggermente soporifero, ci si diverte con qualche battuta qua è la. La seconda parte invece è molto interessante e meno pesante, c'è un lentezza diversa, forse perché gli argomenti trattati per me diventano più interessanti.
Si assiste all'evoluzione del giovane Fabelmans, tra gioie, dolori, drammi famigliari, l'antisemitismo e il divertente scontro culturale e religioso con i ragazzi della sua età. Tutto questo fa da sfondo all'aspetto centrale del film: l'evoluzione del suo amore verso il cinema e la comprensione del ruolo da regista.
Nella produzione del film Spielberg mette alla musica John Williams, persona già conosciuta al regista e non solo, che esegue un ottimo lavoro. Alla magnifica e contrastata fotografia Kaminski e alla sceneggiatura Tony Kushner, che ha lavorato con il regista a varie sceneggiature in passato, fu candidato all'oscar con Lincoln.
Se la scelta nella produzione è stata impeccabile, negli attori lascia un po' a desiderare, convince solo Judd Hirsch nei panni dello zio Boris, Paul Dano e Gabriel LaBelle così e così, a momenti si altri invece no. Quella meno convincente è Michelle Williams, attrice che in altri film ho certamente apprezzato ma non in questo, la recitazione non ha convinto. Nel finale, arriva un attore/regista che io ho riconosciuto subito, altri invece no, non è facilissimo d'azzeccare eh :).
The fabelmans mi viene da definirlo un film di riposo, di carattere morbido, si ripercorre una parte della storia del regista, che fa riaffiorare i suoi ricordi e ci travolge con i flussi del suo passato. Probabilmente non piacerà a tutti, ma per un regista come Spielberg, un film di questo genere ci stava tutto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/01/2023 05:57:17
   7 / 10
Stavo per alzarmi e andare via, per nulla stupefatto dalla tanto decantata Magia delle Immagini che, fra l'altro, tributano un Cinema Pioneristico fuori tempo massimo. Annoiato profondamente da questa odiosa famigliola Liberal con padre dal cuore di panna e Mamy isterica e lunatica in stile "Eterna illusione" di Capra. Tutto molto, troppo Americano, direi. E il consenso spropositato della Critica Mondiale deve saper parare bene i colpi da latte-alle-ginocchia delle Memoirs di Spielberg...tuttavia, a un certo punto diventa un Altro film, quasi un omaggio al teenage movie di cui, volenti o dolenti, anche il cinema di S. si è appropriato. Tutta la parte del College, fino all'epilogo, è di una bellezza che lascia senza fiato. Come riflessione sul Cinema sul bisogno di trasmettere gli Eventi cfr. Il treno che deraglia, l'ho trovato debole, oltretutto potrebbe essere S. come Bogdanovich (entrambi ebrei, esordienti quasi nello stesso periodo, entrambi conoscono... John Ford!) ma più che mai efficace come ritratto dell'artista da cucciolo (Dylan Thomas) con un protagonista molto intenso che mi ricorda tanto il primo Tobey McGuire... Il gustoso Cameo di Lynch, il cinema Classico, etc etc...peccato che per arrivarci il tasso glicemico sia davvero troppo alto e diabetico per il sottoscritto (no non ho il diabete, per fortuna). Potrei azzardare un paragone con Hugo Cabret, dove lo sguardo va "oltre" lo Stupore delle Immagini dentro una Sala. Ora Capolavoro (mancato) e poetico, ora indigesto ritratto di famiglia in Interni/esterni, "The Fabelsman" è noioso ma lascia intatto quel senso di Stupore che avrei voluto cogliere molto di più

ben4  @  02/01/2023 10:33:27
   4½ / 10
Il cinema è spietato e purtroppo spielberg non è tarantino... detta in poche parole non è quel regista capace di tenerti incollato allo schermo parlando del testo di like a virgin.
spielberg è quel genere di regista che ha bisogno di una storia importante da poter raccontare per dare il meglio di sé e in questo fabelmans il problema è che manca proprio la storia. mancano gli spunti, e si osserva tutto con lo stesso interesse che si ha osservando i primi video fatti in casa del protagonista.
qualcosa che probabilmente può risultare interessante solo ai familiari.
poca conta l'omaggio al cinema e poco conta se la storia raccontata in questo film è la storia di uno dei registi più importanti del cinema. poco conta se ogni scena è studiata e realizzata in maniera perfetta se poi dietro questa messa in scena rimane un pugno di mosche. la scena esempio è quella dello scontro tra i trenini... tutto perfetto ma cosa viene raccontato con quella scena ? poco più di niente.
il film purtroppo rimane noioso come un filmino di un matrimonio che non vedi l'ora finisca in fretta. Chi grida al capolavoro offende tutta la filmografia di questo grandissimo regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  01/01/2023 14:51:21
   7½ / 10
Spielberg è un ragazzo di 76 anni che ha ancora voglia di far stupire. Parzialmente autobiagrico è il film della nascita di una passione condivisa fino ad un certo punto all'interno della famiglia con una sotterranea contrapposizione tra il lato più razionale e scientifico (il padre) ed il lato più artistico della madre che nutre la passione del figlio per la macchina da presa. Nella sua classicità d'esposizione il cinema è elemento rivelatore, anche amaro, di segreti che scombinano gli equilibri familiari o far apparire un individuo mediocre in un eroe. Il cinema può essere menzogna e verità ed è questa la sua magia. L'importante è tenere l'orizzonte in alto o in basso per essere interessante. In mezzo è noioso come la *****. E l'orizzonte di Spielberg, malgrado i suoi difetti che ci sono, destano sempre interesse.

Wilding  @  31/12/2022 10:30:04
   7 / 10
Un gran bel film senza dubbio, piacevole dall'inizio alla fine, pur se le urla al capolavoro personalmente mi sembrano esagerate.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  30/12/2022 18:40:02
   8 / 10
Film stupendo, di gran lunga il più intimo e personale del caro vecchio zio Steven. E' un inno al cinema ed al suo potere, non sempre benigno. "The Fabelmans" è un lavoro raffinato, quel cinema classico che ormai pochissimi propongono, ma di cui personalmente non mi stancherò mai.

Invia una mail all'autore del commento Bosso92  @  28/12/2022 23:28:21
   7½ / 10
Un ottimo film ma non un capolavoro come ho sentito dire da molte persone. Spiccano nel cast il protagonista (Gabrielle La Belle) e i 2 genitori (Paul Dano ma soprattutto Michelle Williams). Si sente l'amore verso l'arte del cinema di Spielberg ed è il suo film più intimo. Candidato agli Oscar ma non lo vedo vincitore in nessuna categoria.

rocksoff  @  26/12/2022 10:52:26
   4 / 10
Assolutamente inspiegabili le recensioni entusiastiche per uno dei film più deboli di Spielberg.
Esclusi rari momenti davvero godibili negli anni dell'università ed un avviso scoppiettante, il film è lentissimo, noioso e privo di colpi di scena.
Probabilmente con attori di altro calibro il risultato sarebbe stato diverso.
Ma Michelle Williams, madre di Sammy, regala una recitazione semplicemente indecente.Stessa identica espressione nei momenti felici ed in quelli tragici.Idem dicasi per Paul Dano, assolutamente non all'altezza di un ruolo.Sembra Nel Flanders dei Simpson (scusa Ned).
Bravo La Belle, ma senza sussulti.
Se il regista non fosse l'immenso Spielberg credo che il film sarebbe passato totalmente inosservato

GLIMMERTWINS  @  24/12/2022 20:05:03
   6 / 10
Alcuni momenti geniali, nel complesso però troppo lento e pomposo.
Anche il finale un pò stiracchiato.
Pensavo molto meglio

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