the wolf of wall street regia di Martin Scorsese USA 2013
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the wolf of wall street (2013)

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locandina del film THE WOLF OF WALL STREET

Titolo Originale: THE WOLF OF WALL STREET

RegiaMartin Scorsese

InterpretiLeonardo DiCaprio, Jonah Hill, Jon Bernthal, Margot Robbie, Jean Dujardin, Justin Wheelon, Kyle Chandler, Rob Reiner, P.J. Byrne, Jon Favreau, Matthew McConaughey

Durata: -
NazionalitàUSA 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2014

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Trama del film The wolf of wall street

Jordan Belfort è un broker cocainomane e nevrotico nella New York degli anni Novanta. Assunto dalla L.F. Rothschild il 19 ottobre del 1987 e iniziato alla 'masturbazione' finanziaria da Mark Hanna, yuppie di successo col vizio della cocaina e dell'onanismo, è digerito e rigettato da Wall Street lo stesso giorno in seguito al collasso del mercato. Ambizioso e famelico, risale la china e fonda la Stratton Oakmont, agenzia di brokeraggio che rapidamente gli assicura fortuna, denaro, donne, amici, nemici e (tanta) droga. Separato dalla prima moglie, troppo rigorista per reggere gli eccessi del consorte, Jordan corteggia e sposa in seconde nozze la bella Naomi, che non tarda a regalare due eredi al suo regno poggiato sull'estorsione criminale dell'alta finanza e la ricerca sfrenata del piacere. Ma ogni onda cavalcata ha il suo punto di rottura. Perduti moglie, amici e rotta di navigazione, Jordan si infrangerà contro se stesso, l'inchiesta dell'FBI e la dipendenza da una vita 'tagliata' con cocaina e morfina.

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Voto Visitatori:   7,77 / 10 (288 voti)7,77Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior attore in un film commedia o musicale (Leonardo DiCaprio)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film commedia o musicale (Leonardo DiCaprio)
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Voti e commenti su The wolf of wall street, 288 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  30/01/2014 12:25:39
   9 / 10
Scrive più sotto ferro84: "Gli italiani uno così lo farebbero presidente del consiglio per acclamazione". Al di là della provocazione politica - che potrebbe ancora far storcere il naso a qualcuno (!) - è evidente che, pur essendo probabilmente importanti le differenze fra i sistemi immunitari delle "democrazie" italiana e statunitense, i miti che abbiamo fatto nostri in questi ultimi decenni sono gli stessi.
Inutile trincerarsi dietro l'idea che il lupo di Wall Street Jordan Belfort sia un degenerato immorale, o dietro la ripugnanza per i suoi eccessi. I suoi eccessi divertono. Eccitano. Sono lo specchio grottesco e iperbolico di una civiltà incentrata sull'individualismo sfrenato, sulla prevaricazione violenta, sulla RIVINCITA DELL'IO SULLA SOCIETA'.
Temi che poi costituiscono il fulcro della poetica di Scorsese ("The wolf of wall street" giunge ben ultimo lungo la strada, tracciata già con "Boxcar Bertha" ["America 1929. Sterminateli senza pietà"], proseguita - con registri diversi - da "New York New York", "Toro scatenato", "Re per una notte", "Goodfellas", "Casinò", "Gangs of New York").

E, da sempre, anche se mai come qui, Scorsese ha inteso renderci partecipi e complici dei suoi individualisti protagonisti volti alla rovina.
Soggetti eccessivi, predestinati al disastro, che quasi perseguono sin dall'origine la catastrofe, accarezzando l'ebbrezza del crollo in un nichilista "cupio dissolvi".

Le novità che fanno grande "The wolf of Wall street" mi paiono 3.
1) Scorsese descrive il mondo della finanza (che manovra le sorti del pianeta) come fosse esattamente lo stesso mondo della criminalità organizzata, governato dalle stesse leggi interne dell'homo homini LUPUS. Diventa così più chiaro che quelli sullo schermo potremmo veramente essere noi, anche se, noi, non abbiamo mai ammazzato e probabilmente non abbiamo mai rubato (?). Scorsese si de-ghettizza, esce dal microcosmo criminale, parlando di un mondo in cui l'illegalità è meno esibita ed evidente, e perciò meno che mai rilevante.
2) Di Caprio è voce narrante, come in Goodfellas (se non ricordo male): più e più volte guarda in macchina, parla a noi, ci coinvolge, ci rende complici, ci fa una lezione. Come Alex in "Arancia meccanica". Ed esattamente allo stesso modo di Kubrick in "Arancia meccanica", Scorsese ci invita esplicitamente a condividere il fascino liberatorio dell'ego senza freni. Farci rendere conto che anche se il nostro super-io lo rifiuta, il nostro istinto lo riconosce bene.
3) Nell'iperbole, il registro è grottesco, il film è una commedia; a volte si ride di gusto. Scorsese sembra qui l'epigono postmoderno e tarantolato delle commedie più amare di Risi e Monicelli, di cui in Italia non siamo più capaci.
Ciò che rende "The wolf of wall street" originale nella filmografia di Scorsese (e diverso da film come "Goodfellas" e "Casinò"), è che viene costantemente negato al protagonista uno statuto tragico. Jordan Belfort non merita spessore shakespeariano. E' uomo ridicolo e basta, senza tragedia.

Si esce dal cinema come drogati. La contiguità fra stile e materia narrata è raramente stata più stretta e avvincente - in ciò sta il genio di Scorsese (e non si contano le scene in cui è strepitoso il montaggio, visivo e sonoro - vogliamo parlare della colonna sonora? Di quei pezzi in acido come "Mrs. Robinson" di Simon & Garfunkel?!?). Poi, smaltita la sbornia, si torna con la mente al film e capita di pensare che la consistenza della parabola di Jordan sia equivalente a quella di una meteora che si dissolve. Alla traccia fugace di quell'aereo, chiamato per i soccors,i che esplode e svanisce, nel buio della notte.
E capita allora di pensare che, questo effetto di sgonfiamento post-sbornia, il vuoto cui lascia lo spazio, fosse esattamente ciò che Scorsese aveva previsto ci rimanesse.

8 risposte al commento
Ultima risposta 05/02/2014 16.08.02
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