un altro ferragosto regia di Paolo Virzì Italia 2024
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un altro ferragosto (2024)

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locandina del film UN ALTRO FERRAGOSTO

Titolo Originale: UN ALTRO FERRAGOSTO

RegiaPaolo Virzì

InterpretiSilvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, Gigio Alberti, Agnese Claisse, Paola Tiziana Cruciani, Claudia Della Seta, Emanuela Fanelli, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Raffaele Vannoli, Silvio Vannucci, Rocco Papaleo, Fabrizio Ciavoni

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 2024
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2024

•  Altri film di Paolo Virzì

Trama del film Un altro ferragosto

In una sera d'agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli un'ultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Non si aspettava di trovare l'isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

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Voti e commenti su Un altro ferragosto, 12 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Mauro@Lanari  @  14/07/2024 10:03:33
   5½ / 10
Virzì in modalità "Amarcord", carente d'una rielaborazione personale, rischia il plagio. Suppongo glien'abbia fregato zero e che anzi questo sia il senso del sequel: quando si formula un bilancio esistenziale negativo, disastroso, persino nichilista quant'il il monologo della Fanelli ("Sto a di' che 'sto film è bello perché dice la verità, finalmente: la gente fa schifo, apposta c'arriva addosso solo la mèrda... Dovemo morì tutti, se lo meritamo. Dovemo morì tutti, e pure male"), l'unico apparente rifugio sembra essere, come per l'alter ego Silvio Orlando, la memoria idealizzata. Il font dei titoli è il Windsor d'Allen, la coralità è circense più che mai e ho pure avuto l'impressione che la colonna sonora riecheggiasse Rota, la sceneggiatura cit'a più non posso Age & Scarpelli: sincerità apprezzabile e apprezzata. Ma non è un'opera riuscita se si teme la poca chiarezza tanto da ribadire il canto funebre dall'inizio (Paola Tiziana Cruciani esclama subito due volte "È una strage") alla fine (dedicato "a Ennio, a Piero, a Oumar, a Evelina", val'a dire Ennio Fantastichini, Piero Natoli, Oumar Ba ed Evelina Gori, gl'attori di "Ferie d'agosto" morti nei 28 anni intercorsi d'allora), eppoi cenotafi, urne cinerarie, capezzali, altari domestici con foto dei deceduti. Non lo è se si diventa difficilmente distinguibili da Muccino per il semplicismo o da "I Cesaroni" per il bozzettismo. Non lo è se ai jalissiani "fiumi di parole" non c'è uno Scola che le sappia trasformare in almen'un'immagine memorabile. E allora bye bye a Fellini e alla visionarietà dei cineasti degni di tale titolo. La "regia di soli dialoghi" (Linklater) è incomplet'alla pari d'una "regia di soli silenzi" (quella cara a esordienti e a certi francesismi elitari). Qui dov'è un Nino Manfredi che s'infila in gola la pompa della bici con l'acqua di mare per indurs'il vomito (https://www.youtube.com/watch?v=f7wOKUhpv_g)? Nota quasi a margine: se volete divertirvi con Gemini: https://g.co/gemini/share/192b88103877; https://gemini.google.com/share/26350ac8f905). O anche questa è una critica da boomer (generazione a cui non appartengo)?

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/07/2024 12.36.07
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topsecret  @  23/06/2024 14:32:22
   6 / 10
Operazione nostalgia per Virzì che però non riesce a rinverdire i fasti di FERIE D'AGOSTO, proponendo dinamiche stanche, vecchie e non al passo coi tempi.
Certamente il cast è di tutto rispetto, brillano alcuni interpreti su altri, ma tutti i personaggi presentano, tra clichè e luoghi comuni, poca propensione a coinvolgere ed empatizzare con lo spettatore.
Un film corale riuscito a metà, forse fuori tempo massimo o, semplicemente, con poco o nulla da dire.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  25/03/2024 14:04:45
   6 / 10
Piede puntato forte sull'acceleratore della nostlagia per Virzì, che tenta l'usato sicuro per rifarsi degli ultimi insuccessi. L'operazione però non riesce fino in fondo: gli attori sono quasi tutti bravissimi (perfino Laura Morante se la cava, De Sica invece è sopra le righe come al solito) e c'è qualche idea carina, ma nell'insieme il film sembra piuttosto scontato e poco sincero. Abbatanza patetiche, soprattutto, le scene aventi per protagonista Sabry, che rappresenta lo sguardo di un sessantenne sul fenomeno degli influecer.

C'è però un picco: il monologo di una strepitosa Emanuela Fanelli sul finale: vale la pena vedere il film anche solo per lei.

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1 risposta al commento
Ultima risposta 05/04/2024 23.10.04
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/03/2024 00:55:41
   7 / 10
Ventotene quasi come Capri. Alla fine mi è piaciuto questo nuovo di Virzì anche se la sensazione che ho provato è di una fauna di Idiozia Italiana che fatica a graffiare, forse perché tutto è stato già detto ed esplorato altrove. La direzione degli attori è impeccabile, soprattutto nei personaggi della Ferilli e della ritrovata Morante, forse è proprio l'implosione di certi momenti cfr. Le nozze con scene girate come un 30mm. da TV locale tra i momenti più esaltanti. Il climax cupo di questa falsa commedia vacanziera, fatta di personaggi laidi (De Sica qui molto Avatiano) o tamarri, insulsi ex playboy e donne da follower, farebbe pensare a una sorta di versione mondana e modernissima della Tempesta di Shakespeare o una Grande Bellezza traslumata in un'isola. Secondo me ci sono forzature che rendono vaque certe pretese social-ideologiche, o troppo seriosi i momenti volutamente "leggeri". Non è il suo film migliore, mi sembra che ricomponga un po' troppo il suo stile meglio esposto nel Capitale Umano o La prima cosa bella (al capezzale di Orlando ad esempio al posto della Sandrelli) ma vale la pena vederlo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/03/2024 17:28:39
   7½ / 10
Ci sono numerosi flashback in questo film di Virzì che richiamano a Ferie d'Agosto, ma non c'è nulla di nostalgico in questa operazione di riesumazione di personaggi che compongono due nuclei di famiglie allargate ormai in completa implosione. Due nuclei che in realtà interagiscono poco fra di loro, ma è dentro di loro che si misurano rapporti ormai slacciati tra diverse generazioni. Lo sguardo di Virzì è più amaro e disilluso. Se la deriva berlusconiana era al centro del precedente film ormai la situazione è talmente caotica che si fatica a seguire. E' un film che richiama a Ferie d'Agosto ma ha le tonalità cupe del Capitale umano. Quel poco che si ride è sempre amaro e cinico di un paese perso in sé stesso, fra turbocapitalismo da social e elitarismo fine a sé stesso. Due anime di un paese diviso fra loro e dentro di loro. Un film molto più pessimista di quanto mi immaginassi. E' il resoconto di un fallimento.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  19/03/2024 09:12:26
   4½ / 10
La caduta degli Dei.

E' inutile girarci intorno, Paolo Virzì è in piena crisi creativa e "un altro Ferragosto" è la conferma dell'ennesimo film buco nell'acqua.
Dopo il deludente Siccità, questo Un altro Ferragosto è davvero un film caotico, senza senso, con tante storie che si intrecciano ma nessuna dice niente.

Quello che colpisce non è tanto aver fatto un brutto film quanto la totale incapacità di Virzì di leggere il presente. Oggi si dice Boomer, effettivamente Virzì lo è nel come inquadra i giovani, i social, le app e la nuova economia.

E' raccontato tutto in modo superficiale che sarebbe passabile se dietro non ci fosse la solita critica moralista della perdita dei valori (I VALORI NON SI PERDONO I VALORI CAMBIANO! BOOMER!).

Nel vecchio film le tante storie che rimanevano in sospeso ma si intrecciavano ed emergeva il contrasto, qui rimane tutto abbastanza diviso, le due famiglie per conto loro e i personaggi del tutto macchietta.

Alla fine non si capisce niente ma soprattutto non si capisce perchè.

marimito  @  16/03/2024 09:41:22
   7½ / 10
Virzì sempre illuminante quanto deprimente per come riesce a descrivere per immagini e plasticamente quella che rappresenta una triste realtà, realtà nella quale la società appare divisa fra radical chic (che non vogliono essere considerati tali), autoreferenziali e nostalgici, ripiegati su se stessi ed incapaci di attualizzare e contestualizzare il loro pensiero, convinti depositari di grandi verità ma incapaci di incidere sulla realtà per cambiarla, e dall'atra parte un popolo di gretti ed incapaci, vittime del web e dei social (anche quando credono di esserne il padroni), ignoranti e inetti fino al paradosso da ritenersi capaci di poter dare il proprio contributo, quantomeno formale (solo per immagini), al sistema di potere. Sono venuta fuori dal cinema con un gran senso di angoscia ed al tempo stesso di tristezza.

Sabatoun  @  13/03/2024 22:16:02
   5 / 10
Un film che boh, si certo meglio di una calcagnata sicuramente, si vede lo studio degli sceneggiatori sul tema di Ventotene, bravi, ma per il resto si rimane abbastanza sconcertati: un'accozzaglia di personaggi uno più assurdo dell'altro

- un bambino di 7 anni con la passione dell'antifascismo e che un ride mai, sempre calmo, pacato, virzì vai al centro commerciale la domenica e dai un'occhiata a come sono i figlioli di 7 anni e icche fanno
- la ferilli che la sta dappertutto come il nero, ormai per un personaggio che deve esse trombabile passata la 50ina c'è solo la ferilli, anche perché la Margherita buy ringraziando dio, la *******, San clodoveo e molti altri ha capito che doveva fare festa
- la fanelli che la sta dappertutto (e 2), dice eh si sposa il babbo ho portato il figliolo a Ventotene. Ma con il ***** c'è l'avrei portato! Tutto il film a **** torto e poi limona lo sposo, mah proca molto fiacca a dimostrazione che una cortellesi non fa primavera
- la lauta morante sotto psicofarmaci, con quel dialetto toscano inutile che non fa più ridere dal '97 virzi, anche qui eh bona datti una sveglia
- Silvio Orlando che pare burioni a parlà di vaccini, non sente ragione vive solo per quella panchina, ora ditemi voi capisco tutto ma più rin********to di burioni no *****
- de sica ci stanno lavorando ancora sopra degli speleologi per capire che ***** ci sta a fare in questa pellicola
- ogni tanto passa un obeso davanti alla telecamera, così tanto per ricordarvi che tra poco c'è la prova costume

Virzi mi sa che altri 10 euro te li dò la prossima volta, ma in pezzi di rame tirati radenti m'hai fatto butta via due ore

mrmassori  @  13/03/2024 20:16:43
   8 / 10
Una delle migliori commedie (drammatiche perche rispecchia perfettamente la dualità tragica dell'italianità) degli ultimi anni. Bellissimo film sotto tanti punti di vista poichè è una commedia, solo superficialmente, ma cela tanti aspetti profondi che purtroppo caratterizzano i tempi pieni di inutilità e banalità in cui viviamo e tante sfaccettaure dell'essere umano, così patetico, subdolo e fragile. GRANDIOSO SIlvio Orlando.

Wilding  @  10/03/2024 15:40:28
   7 / 10
Mi ha ricordato un pò "A casa tutti bene" di Muccino, pur se qui i personaggi sono meno approfonditi e la trama più "sempliciotta". Film piacevolissimo e rilassante.

matt_995  @  10/03/2024 01:09:56
   7 / 10
Che Virzì con l'età si sia un po' imborghesito è fisiologico. Sta di fatto che se nel '96 riuscì a tratteggiare con precisione e efficacia la destra e la sinistra nell'Italia del primo berlusconismo, oggi riesce a raccontare con brillantezza solo il lato sinistroide e radical chic della sua storia (lato che probabilmente conosce meglio). I Molino infatti sono ritratti con maggior interesse (Silvio Orlando ha un personaggio straordinariamente caratterizzato e Laura Morante si rivela una fantastica spalla comica). E il rapporto tra i due fratellastri è caldo e sincero. Sono i Mazzalupi a non funzionare granché: sono i classici bori che si incontrano nei film di Virzì. Si incontrano identici anche in Siccità, in Tutti i santi giorni, in Tutta la vita davanti. Ritratti stereotipati e clichettosi che non rendono giustizia alla scrittura brillante a cui ci ha sempre abituato il cineasta livornese. A titolo di esempio: Christian De Sica era da tagliare completamente, un personaggio del tutto inutile con poco da dire e portato in scena in maniera macchiettistica (di solito Virzì è bravo a farmi rivalutare attori altrimenti sottovalutati ma con De Sica non è riuscito a fare lo stesso), la storia del matrimonio social e le derive di estrema destra che ne conseguono non colpiscono mai il segno, la Cruciani è finta e fastidiosissima.

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Quel che è peggio è che le due famiglie si incontrano (e scontrano) davvero di rado, senza mai vere conseguenze e le loro storie corrono sempre in parallelo (non come nel precedente dove le storie erano intrecciate in una fitta rete di azioni e reazioni).
Come detto da molti, c'è troppa carne al fuoco e se già nel precedente film c'erano tantissimi personaggi, qui ce ne sono ancora di più e il problema è non lasciare il giusto spazio alle sottotrame che davvero avrebbero meritato.
A Virzì però gli si vuole sempre bene e anche questo film si merita un mezzo punto in più.

Cosimo70  @  09/03/2024 23:22:20
   6 / 10
Simpatico e piacevole ritratto delle due famiglie, forse un po' confuso e con qualche stereotipo, direi non male.

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