Una giovane coppia, per ragioni di lavoro, deve trascorrere a Manhattan un piovoso fine settimana, ma il loro legame sarà messo alla prova. Lei inizia infatti una relazione con un celebre regista che deve intervistare, mentre lui con una ragazza con cui recita in un film.
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Tanto, (secondo me) troppo bistrattato questo "Un Giorno di pioggia a New York" che è invece un film "alleniano" che più "alleniano" non si può, tra personaggi disillusi, personaggi sicuri di sé stessi e personaggi che la sicurezza la perdono strada facendo. Certo non si può accostare ai grandi lavori del regista, di cui questo sembra una riproduzione "minore" (con una certa sensazione di dejà vu da parte dello spettatore), ma chi ama Allen vi troverà una commedia brillante, romantica e divertente.
Gradevolissima commedia di Woody. Bravi i due protagonisti, lei incastrata in un personaggio discutibile: diventa da ragazza innamorata, una dai costumi facilissimi, innamorata prima di uno e poi dell'altro (" na... roba de no squallore), lui assomiglia al Woody dei primi film, pensioroso e innamorato, che per fortuna nel finale farà la scelta più saggia ( e se non lo avesse fatto avrei lanciato il blu ray dalla finestra per l'ora e mezza persa). Divertente e consigliato.
Anche se si tratta del film più naif di Woody Allen, A RAINY DAY IN NEW YORK, si chiude nella solita confort zone di una visione del mondo priva di rischi e pericoli. Il film è incapace di osare, sempre sotto le righe, così timido da mostrare qualcosa che sa di già visto pur non essendo tale, e se si pensa che il taglio sia un taglio surrealista, non si può che rimanere delusi. Regia e recitazione lodevoli.
Woody Allen ha più di 80 anni ma parla dell'amore, di NY, dei ventenni con una freschezza di scrittura che non appartiene ai registi più giovani. Abbiamo lui, ricco, di famiglia repubblicana e perbenista, non sa cosa fare della sua vita. Ama la pioggia e lo smog di NY (un Woody giovane), non sopporta particolarmente il college. Anche lei è tutto sommato benestante ma viene dall'Arizona, quindi il mondo della Grande Mela le sembra lontanissimo. Ed è con questi personaggi che Allen ci racconta una NY piovosa, molto losangelina per densità di persone legate al cinema. Lui pian piano si riscopre sempre di più grazie all'ambiente che gli è più familiare e consono, lei scoprirà le insidie dello star system Bravissimi i due protagonisti, Timothee Chalamet ed Elle Fanning, sempre più lanciati nell'olimpo e future star di punta di Hollywood. In generale, grazie alla sapiente direzione degli attori del buon Woody, tutto il cast viaggia alla grande, come l'inaspettata Selena Gomez. Bellissima la fotografia di un genio come Vittorio Storaro.
Ho visto il film (in lingua originale) pieno di aspettative, visti anche i commenti entusiastici di alcuni all'uscita in sala. Sono un amante di Allen, lo considero un genio che ha realizzato innumerevoli capolavori, ed è stato quindi ancora più triste vedere questa sua ultima fatica. In realtà sembra proprio che di fatica non ne abbia fatta. Il problema principale è la scrittura. I personaggi sono vuoti, privi di spessore, ciò che dicono è banale, o inconcludente, o assurdo, mai divertente. I pessimi attori di certo non aiutano (non ne salvo uno). Il film gira a vuoto, da una situazione all'altra. I dialoghi sono ingessati, in certi momenti sembra che non ci sia regia. E non posso neanche dare la colpa al doppiaggio. La scena finale poi è davveo imbarazzante. Mi spiace sia un film di Allen. Sconsigliato.
La classica commedia da divano da vedere in coppia.Trama semplice,piacevole,senza pretese,dialoghi intelligenti,musica jazz di sottofondo ,una fotografia calda con le inquadrature di una New York romantica,autunnale e fumosi ed eleganti locali retrò.Un atmosfera affascinante che sa coinvolgere con ironia e leggerezza e che farà passare un'ora e mezza in piacevole compagnia. Consigliato
New York è una città che ti fa perdere coordinate predefinite. Un fine settimana pensato nei particolari che viene immancabilmente demolito pregressivamente. I due personaggi, profondamente antitetici fra di loro compiono una sorta di viaggio di fromazione. La famming, sempliciotta ma in fondo sincera, rimane abbagliata dallo star system newyorchese dalle caratteristiche che vanno dal vacuo all'uomo in preda a crisi professionale ed esistenziale, mentre Chalamet si ritrova a fare i conti con i tratti tipici del personaggio alleniano, geniale ed inconcludente al tempo stesso, con gravi problemi nei confronti della figura materna che sarà, nel loro confronto faccia a faccia, uno dei momenti migliori, se non il migliore dell'intero film. Un film delizioso con un Allen in velocità da crociera.
Piacevole commedia diretto in maniera classica dal sempre prolifico Allen. Si torna a girare a New York anche se la citta' la viviamo poco rispetto ai protagonisti, scritti molto bene come sempre. Ma è anche un omaggio al mondo del cinema con molte citazioni sparse qua e la'. Insomma non tra i migliori del regista, probabilmente sara' dimenticato in fretta, ma è comunque godibile e adatto a qualsiasi tipo di serata.
Film carino di Woody Allen che nel suo essere semplice risulta comunque mai banale. La commedia scorre piacevolmente, consiglio per serata senza pretese.
Filmetto godibile, risulta un passa tempo senza pretese, una pellicola troppo facile da dimenticare, che a conti fatti consente di trascorrere 90 piacevoli minuti. Certo, dialoghi personaggi e ambientazioni non abbagliano, direi che non fa neppure troppo sorridere, tuttavia in questo film c'è qualcosa che funziona: il ritmo, forse, le belle melodie al pianoforte, la fotografia, la vena malinconica del protagonista. Non saprei. Alla fine mi è piaciuto, pur consapevole di non aver visto un capolavoro e nel ricordo del Woody Allen che fu, ben più spiazzante ed intelligente di questo. Ma stavolta, forse, Woody Allen ha solamente voluto intrattenere. Nulla più. Direi missione compiuta.
Film piacevole di Woody Allen, ritmo incalzante grazie a una trama ricca di peripezie. Fotografia magnifica così come le ambientazioni. Godibile commedia dove non mancano dialoghi che danno spessore. Chalamet perfetto nel suo ruolo di newyorkese eversivo, in conflitto con l'eredità della sua classe sociale.
E' il Woody Allen degli ultimi tempi in versione minore. Belle ambientazioni, ottima fotografia, un po' didascalico, manca però di spessore, potremmo definirla una storiella d'amore che non lascia il segno.
Quanto mi fa' male bocciare un film di Woody Allen...ma questo per me e' in assoluto il suo peggior film. Noioso e un senso di fastidio per ogni personaggio del film.
Solito Woody per musiche ,scenografia e fotografia . purtroppo la sceneggiatura non ha la brillantezza dei lavori passati e sa anche di già visto purtroppo. Le interpretazioni sono buone ( e vorrei vedere con un cast del genere) tranne la Gomez che ha un personaggio inutile ,inappropriato e doppiato malissimo ,altri sono proprio sprecati ,tipo Law o Luna ,ma si sa che molti lavorano quasi gratis e accettano ruoli minori basta girare con Woody.
Woody Allen, vittima di una disgustosa persecuzione ad opera di isterici esaltati, guidati dai vertici della setta bigotto-perbenista del #MeToo, cui il mondo del cinema si è vigliaccamente sottomesso. Woody Allen, a 85 anni ci consegna un film romantico, fresco e vitale. Woody Allen, che ha l'incredibile capacità di girare sempre lo stesso film, nella stessa New York e con lo stesso tipo di personaggi, eppure risultare sempre interessante.
Ennesima variazione sul fato per un Woody Allen old school, che giostra bene il giovane cast intorno ai suoi soliti intrecci amorosi. Una pellicola fuori dal tempo, ambientata al giorno d'oggi ma che potrebbe essere tranquillamente catalogata come una commedia anni '30, o '50, o '70, con adolescenti impallinati con l'arte, il cinema e ovviamente quel teatro a cielo aperto che è New York. Al buon Woody gli si vuole bene ma sembra quasi non abbia interesse a mettersi al passo coi tempi, a confrontarsi con un amore non più romantico nè letterario ( o cinefilo, anche ) per dire ai giovani d'oggi - ma anche agli altri - quello che realmente bisognerebbe dire loro parlando ad esempio di futuro, sogni, identità. Con il rischio quindi di confezionare un lavoro autoreferenziale, fuori moda e fuori tempo appunto, ed in aggiunta interlocutorio visto che le risposte cercate dai protagonisti faticano ad arrivare. Non un film inguardabile sia chiaro, tuttavia sorpassato, e quindi forse un pò inutile per un autore che di commedie così ne ha firmate a bizzeffe. Tra le note positive metto sicuramente Chalamet ed il solito inappuntabile lavoro di Vittorio Storaro alla fotografia.
Qualcosa di Allen lo si trova volendo. Forse un sarcasmo di fondo sulla vita, forse per un paio di scene. Però alla fine, è una commediola. Nulla a che vedere con altri film di Allen che meritano davvero di essere visti. Qua la filosofia qual è? Che facciamo tutti come ci pare? C'è una ricerca di sé da parte di questi due protagonisti, che ci può stare. Comunque alla fine nulla di che. Bella la fotografia e colori.
Il peggior Allen che io ricordi se si esclude l'improponibile To Rome with Love. La storia bene o male è sempre la solita e ci sono tutti gli stilemi Alleniani che uno si aspetta e che una volta all'anno tutto sommato si rivedono anche volentieri per una serata di relax, ma stavolta non si riesce proprio a stare sopra la soglia minima della decenza. Personaggi scritti malissimo, di rara idiozia, mai credibili e totalmente incapaci di suscitare la minima empatia. Sceneggiatura e situazioni ai limiti del demenziale (il provino improvvisato in auto, il modo in cui la Fanning si fa circuire dall'attore famoso, ecc.), spunti appena abbozzati tanto per fare minutaggio e lasciati morire così (il fratello del protagonista e i suoi dubbi sul matrimonio, la relazione extraconiugale della moglie di Jude Law), circostanze date per assodate e non chiarite (il protagonista, pur di famiglia ricca, si mantiene giocando d'azzardo e vince sempre…come fa? E' l'uomo più fortunato del mondo? Bara? Boh…). Chalamet studia da grande e intanto mette Woody Allen nel suo curriculum che male di certo non fa ma fra dieci anni si vergognerà di essersi prestato per un ruolo così idiota, la Fanning poverella è tanto caruccia ma di recitare proprio non se ne parla, sulla Gomez gonfia come una zampogna e doppiata da un trans una parola è troppa e due sono poche, sprecati Law e Schreiber. Mezzo punto in più per il dialogo chiarificatore con la madre sul finale, unica cosa degna dei momenti migliori del regista newyorkese, ormai da anni privo di ispirazione. Finale imbarazzante.
Allen, ormai 84 enne, dirige un gruppo di ragazzini che sono in realtà vecchi quanto lui nei dialoghi e nella vita che sostengono di aver vissuto. Una specie di masturbazione mentale a tratti divertente (e a tratti meno) che ha il pregio di mostrare una splendida New York.
Non nascondo il disappunto per un cinema retrò che costringe un alter-ego trentenne ad ascoltare Irvin Berlin anziché che so Dylan i Led Zeppelin o al massimo Elton John. I rimandi a Fitzgerald e Steinbeck sono evidenti, come quelli a Minnelli (il bellissimo "The clock") e Orson Welles, ma questo Gatsby (?!) spocchiosetto e borghese del protagonista non si regge proprio. Pollice verso per gli interpreti principali, dai comprimari arrivano gradite sorprese. E la confessione della madre di Gatsby vale tutto il film. Per il resto un gradevolissimo e compassato film Newyorkese che non aggiunge molto alla carriera di Allen. Non è "Manhattan" e non si ricorderà nei prossimi decenni, ma mette di buon umore e forse è questo quel che aspettiamo di trovarci in un suo film. Quando imparerà (mai troppo tardi) che i suoi personaggi devono avere la loro identità e non vestire i suoi panni a qualsiasi età anagrafica, torneranno i capolavori di un tempo, forse
L'ultimo film di Allen è di una banalità sconcertante. Noioso e recitato anche male dal giovane protagonista maschile, con una sceneggiatura che sembra un saggio di prova del primo anno di un corso di Canicattì. Se si aggiungono i tempi insolitamente lunghi e la spocchia della iperborghesia americana, difficilmente si resiste oltre il primo tempo. Meglio fare qualsiasi altra cosa. firmato Un ammiratore molto deluso
L'ultima commedia di Allen è una commedia lineare di intrattenimento. Ennesima ode a New York. Sceneggiatura semplice e solida, brillanti i dialoghi. Buon cast.
Nel leggere la trama ho storto un po' la bocca perchè ho immaginato un film frivolo e banale, invece mi sono dovuto ricredere e Allen non si smentisce mai. Una storia carica di humor, dotata di dialoghi ironici e intelligenti, come spesso capita di trovare nei film del buon vecchio Woody, capace di divertire e intrattenere senza sforzo alcuno, palesando anche nei momenti meno intensi una spinta emotiva e interessante negli interpreti e nelle loro caratterizzazioni. Unico neo (personale) l'antipatia nei confronti della Fanning per colpa di un personaggio poco sopportabile nei modi di fare e nelle espressioni usate. Ma è davvero poca cosa e la riuscita del film non è in discussione.
La noia. Fin dalla prima scena. Questa sì, la vera protagonista dell'ultimo film di Allen, La protagonista femminile vorrebbe essere un richiamo alla incantevole Melodie (Evan Rachel Wood) di Basta che Funzioni.La campagnola catapultata in città e la sua perdita di innocenza. Ma in questo caso i tratti sono eccessivamente grotteschi, poco credibili.E per nulla (auto) ironici Anche il protagonista, una specie di radical chic piuttosto tristanzuolo è poco realistico, poco terreno Verso 3/4 il film migliora nettamente per poi crollare in uno dei peggiori e più penosi finali di sempre. davvero un film deludente
La storia raccontata è talmente essenziale da essere davvero racchiusa nel titolo: Gatsby e Ashleigh sono due giovani studenti che decidono di trascorrere un fine settimana romantico a New York. Lui, proveniente da una ricca famiglia neyworchese, vorrebbe portarla in tutti i luoghi della città che ama e al tempo stesso tenerla lontana dai genitori e dal loro galà di beneficenza. Lei, figlia di banchieri dell'Arizona, ha la possibilità di intervistare un famoso regista per il giornale dell'università. Per entrambi la giornata non andrà come previsto e il weekend romantico si trasformerà ben presto in una serie di incontri segnati dalla pioggia e dal destino.
La storia raccontata è talmente essenziale da essere davvero racchiusa nel titolo: Gatsby e Ashleigh sono due giovani studenti che decidono di trascorrere un fine settimana romantico a New York. Lui, proveniente da una ricca famiglia neyworchese, vorrebbe portarla in tutti i luoghi della città che ama e al tempo stesso tenerla lontana dai genitori e dal loro galà di beneficenza. Lei, figlia di banchieri dell'Arizona, ha la possibilità di intervistare un famoso regista per il giornale dell'università. Per entrambi la giornata non andrà come previsto e il weekend romantico si trasformerà ben presto in una serie di incontri segnati dalla pioggia e dal destino.
Il personaggio di Gatsby Welles (un nome che è tutto un programma) non è una versione giovanile di Allen, ma la rappresentazione di un ideale alleniano che va avanti da decenni: la ricerca per il bello e per la cultura come rimedio ad ogni male e bruttura del mondo.
Semplicemente ALLIBITO dai commenti positivi. Woody Allen è il regista preferito per cui sono ben (pre)disposto in ogni suo film.
Ma questo è credo il peggiore (almeno) degli ultimi 20 anni. Non si ride MAI. Non si resta affascinati in un alcun momento musicale, fotografico scenografico. Ma soprattutto non ci si emoziona mai Il protagonista è tra i più tristi e sfigati soggetti mai apparsi in una pellicola. Le interpreti femminili sono volgari e spiacevoli.
Insomma, non sembra neanche lontanamente un film di Woody. Il finale è scontato è squallido.
"Classico film di Allen, alla Allen e per i suoi fans. Ma in fondo è una splendida commedia, piacevole, rilassante, carica di positività. Ho apprezzato moltissimo il lavoro di Elle Fanning, qui davvero brava.
Per gli amanti di w.allen è una conferma. Nel film si ritrova il suo stile, i curatissimi interni e la sua amata new york. Nota di merito per i tre giovanissimi protagonisti, che mettono su una girandola di avvenimenti in cui c'è sempre il flirt a farla da protagonista. Non mancano il sarcasmo di fondo e le frecciate, sia all'alta borghesia che al giornalismo. In sostanza promosso, è una piacevole commedia romantica..e allen è ancora in pista, nonostante l'età ed il numero elevatissimo di film fatti.
Un film di Woody Allen ambientato a New York, per chi è un suo ammiratore, non si può perdere. In questa ultima pellicola si ritrovano tutti i suoi migliori elementi distintivi. I dialoghi sono brillanti, pungenti, ironici e sarcastici come non mai. Le ambientazioni suggestive (soprattutto gli interni, curatissimi e di grande fascino). I due attori protagonisti sono davvero molto bravi (soprattutto il giovane Timothée Chalamet, una vera sorpresa) ma anche Elle Fanning è molto ispirata. Battute a non finire (sottili nello stile di Allen, alcune delle quali hanno sempre qualche riferimento molto poco casuale con la realtà). Woody tramite il suo personaggio principale deride e schernisce di continuo (a volte anche se stesso) e la scrittura dei dialoghi oltre ad essere funzionale al film ha l'obiettivo di mandare continui messaggi a vari contesti (il mondo del cinema, l'alta borghesia newyorchese, il giornalismo, la moda e via dicendo) e si ride o sorride di continuo. Consiglio il film per chi ama il suo genere, astenersi coloro che cercano colpi di scena a tutti i costi (Woody Allen è altro e spero non cambi mai).