Granf 6 / 10 04/04/2009 20:23:54 » Rispondi E' il primo film di Miyazaki che vedo e non mi ha colpito in maniera particolare. Bisogna sicuramente ammettere che i disegni e i colori sono favolosi e servono a ricreare questo mondo magico. Alcune tavole e certe inquadrature sono proprio emozionanti. Tuttavia il film non è niente di speciale, a tratti risulta piuttosto infantile e retorico. Il risultato finale è un film per bambini e nulla più, non ci sono temi e argomenti di notevole importanza come spesso accade in alcune opere d'animazione decisamente più "adulte" per così dire. I personaggi non li ricordo più dopo qualche giorno dalla visione, è questo dimostra quanto mi hanno trasmesso. Mi aspettavo molto meglio dal tanto decantato Miyazaki, vedrò altri suoi film.
Granf 27/10/2009 16:10:43 » Rispondi Mi stai controllando/perseguitando eh??!! Bene... Ora ti spulcio come si deve.. Avrai mie notizie..
VincentVega1 27/10/2009 17:58:12 » Rispondi ahahah, no, è stato un caso. solo perché sei nella mia lista amici.
non essere cattivo (almodovar, allen e argento puoi evitarli tanto si beccano solo "votacci" da me).
Granf 27/10/2009 20:56:57 » Rispondi hihihihi vabbè su Argento non c'è molto da dire, Almodovar praticamente non lo conosco ma Allen azzo.. ma è (era) un genio!!!
Granf 27/10/2009 20:57:19 » Rispondi Vabbè ora controllo
Mic Hey 30/12/2009 03:04:31 » Rispondi uhm... mi intrometto perchè questo film (?) mi ha colpito subito !
l'altra sera è passato in tv e mi ha affascinato talmente che ho interrotto l'altro film che stavo vedendo (Neverland)..
questo film animato è pura classe (un po come quelli in cg come FinalFantasy) !
Non lo si può votare meno di 7 !!
Granf 04/04/2009 20:25:38 » Rispondi Ah dimenticavo il finale stucchevole.
Enzo001 04/04/2009 23:15:04 » Rispondi Finale stucchevole? BAHAHAHAHAHAHAHA
peter-ray 05/04/2009 02:03:11 » Rispondi I contenuti ci sono e come. Tratta il tema della libertà; quella libertà che si ottiene solamente quando si ama qualcuno e lo ha fa in maniera piuttosto originale e per niente retorico. Il finale poteva essere meglio d'accordo, ma non lo definirei addirittura stucchevole dai!. Per il resto sono gusti, se non ti piace o non ti arriva non ci posso fare niente.
Enzo001 05/04/2009 03:00:09 » Rispondi mmmh, la libertà assoluta comunque non esiste; e miyazaki questo lo sa. il finale è bellissimo, non smetterò mai fdi ripeterlo. stucchevole sti*****. poi vorrei vedere un ragazzino di 6 anni (dato che dice che il film è per bambini) cogliere tutti i millemiliardi di sottotesti che ci sono.
peter-ray 21/04/2009 12:38:16 » Rispondi Non parlavo di libertà assoluta, ma di libertà che paradossalmente acquisisci solo con un legame. E' un tema molto forte in questo film
Howl era schiavo del suo potere derivante dal patto con il fuoco magico (non ricordo il nome) a cui ha affidato il suo cuore. Howl per essere "libero" (ovvero per non sottomettersi ai voleri della regina), è sempre stato costretto a nascondersi e a fare le sue lotte in segreto portando il fardello della sua maledizione. La svolta arriva con il conoscere Sophie (anch'essa colpita dalla maledizione della strega delle lande) e capisce che la vera libertà risiede nell'amore a costo di sacrificarsi, trovando quel coraggio che mai aveva avuto in precedenza. Sono bellissime le sequenze in cui lei ringiovanisce quando esterna il suo amore per Howl. Anche lei era schiava della paura di affrontare la vita e paradossalmente la sua maledizione le ha fatto scoprire il valore del senso della vita e dell'amore che si acquisisce paradossalmente solo quando non si ha più nulla da perdere.
E' vero che ci sono moltissimi sottotesti. Il film è molto poetico, ma non è facile per tutti cogliere queste sfumature ad una prma visione, ma specialmente ad un primo approccio con maestro.
Granf 05/04/2009 22:41:10 » Rispondi millemiliardi di sottotesti? ma che film hai visto? Dimmene qualcuno...secondo me un bambino di sei anni li capisce tutti.
Enzo001 06/04/2009 18:10:23 » Rispondi Senti granf a questo punto chiedo io a te che film hai visto. Sei tu a non averne afferrato il senso, e mi domando come avresti potuto non conoscendo miyazaki come autore. E mi domando pure come fai ad accusare il film di retorica, dato che effettivamente non l'hai capito. Non vanto di essere il detentore delle verità assolute su miyazaki, ma lo conosco abbastanza per poter tranquillamente affermare di aver afferrato il senso di questo film. Cosa non hai capito? Be', tutto. Perdonami ma è così. Ho già scritto su questo film e non vorrei ripetermi; ti dico solo che sono SICURISSIMO che un ragazzino di sei anni possa cogliere la metafora del castello errante come espressione dell'io in continuo movimento. Sono pure sicuro che un ragazzino di sei anni mi coglie tutti gli omaggi alla pittura, agli impressionisti, a magritte. Mi coglie pure il significato recondito del valzer di Sophie ed Howl all'inizio del film, ovvio. Mi coglie anche la metafora del viaggio della protagonista che attraverso la vecchiaia riscopre la sua giovinezza, sottolineato dal cambiamente del colore dei capelli. Devo continuare?
Granf 06/04/2009 18:57:51 » Rispondi Prima di tutto, può capitare che alla prima visione io non riesca ad afferrare un film e tutte le sue sfumature. Naturalmente per comprenderlo appieno dovrei rivederlo, ma se il film non mi ha trasmesso niente la prima volta è già un problema riprovare. Potrei aver giudicato frettolosamente il primo film che vedo di un regista (non conoscendolo affatto), ma lo giudico. Posso giudicare un film di Miyazaki o devo per forza conoscere vita e opere di questo regista per apprezzarlo? No, perchè così sembra. Magari guardando altri suoi film e poi rivedendo quest'ultimo potrei cambiare idea sul castello errante, ma adesso questo è il mio pensiero. La retorica è presenta a vagonate, che io abbia capito il film oppure no. Per quanto riguarda la pittura, i colori ecc. ho già scritto che sono straordinari. Sulle altre cose, il castello errante come espressione dell'io in movimento è molto interessante e non ci avevo pensato minimamente (e sicuramente anche un bambino di sei anni). Il resto lo trovo molto banale, la protagonista ritrova la sua giovinezza perchè nella mente è già giovane, e poi lo fa grazie all'amore per Howl? Niente di più insulso e convenzionale.
Enzo001 06/04/2009 19:22:16 » Rispondi Ma come puoi giudicare un autore senza conoscerne vita e opere? Mi sembra il minimo, guarda. Prima di dare 4 e 3 rispettivamente a forrest gump e roger minkia me li sono rivisti attentamente; dopo aver visionato buona parte della filmografia di zemeckins, ovvio. Dove sarebbe la retorica scusa? No, perché io non l'ho vista. Vatti a cercare sul vocabolario il termine "retorica"; non perché penso che tu non lo conosca, ma perché credo che tu stia facendo un po' di confusione. Sbagliato ancora. La vecchiaia è il punto di arrivo definitivo dell'affinamento individuale; sophie era esteriormente giovane, ma interiormente vecchia. La pittura, i colori e tutto il resto non sono messi lì a casaccio; servono ad esprimere i sentimenti dei protagonisti: la quiete delle montagne, i colori sgargianti della città in contrasto col grigiore della veste della protagonista, la pioggia che accompagna le lacrime di sophie nella sequenza in cui esce dal castello; e ancora: il rosso dei bombordamenti, il cielo azzurro splendente eppure nuvoloso, la stanza-antro di howl ripiena di ciarpame, lo stesso ciarpame che sophie rimuove dal castello come la vanità nell'animo di howl. Sophie ed Howl sono due anime che si completano a vicenda: "per quando mi riguarda io bella non lo sono stata mai", dice lei in un momento di disperazione; salvo poi riprendersi subito, come se la vecchiaia le avesse donato nuovo vigore e coraggio interiore, perché è vecchio chi ha imparato a stare al mondo mondo. Miyazaki questo lo sa, il suo sguardo è sempre sincero e ironico (non so se hai colto l'ironia nel finale "Un lieto fine? E' questo che vuoi?"; sembra quasi una domanda posta allo spettatore. Non c'è niente di convenzione in Howl, anche la narrazione è per lo più estremamente anarchica: prima una pausa, poi un'improvvvisa accelerazione, poi ancora una pausa. Ma a Miyazaki non importa, lui racconta se stesso attraverso i suoi personaggi; questo film è l'opera della maturità, come lo è "yume" per kurosawa: è una metafora del suo percorso umano e artistico.
Granf 06/04/2009 19:55:53 » Rispondi Guarda, posso essere d'accordo così come non posso esserlo. Un film deve comunque brillare di luce propria, per capirlo non devo guardare tutta la filmografia del regista che lo ha realizzato. Al contrario, può essere naturale l'esistenza di un filo conduttore, di una linea ben precisa da seguire per il regista, ma non per lo spettatore.
RETORICA: Insistenza formale e superficiale in gesti, forme di vita, atteggiamenti: la retorica dei buoni sentimenti. Per me il finale è l'apoteosi dei buoni (e superficiali) sentimenti. L'ironia del finale? Scusami ma non esiste minimamente questa ironia, è proprio quel finale che lo rende un film per bambini. Queste sono cose che non concepisco, che mi prendi in giro, io non voglio nessun lieto fine (se non sincero), se tu non vuoi finire il film con il classico lieto fine non lo fai e basta, altro che ironia. Con tutto il resto sono d'accordo, la vecchiaia come unico modo per stare al mondo, la vecchiaia che dona coraggio. In pratica mi stai dicendo che la ragazzina (prima dell'incantesimo) era vecchia interiormente e con la trasformazione fisica ha ritrovato la sua giovinezza perduta. Detto in poche parole, o sbaglio? Bellissimi i disegni come stati d'animo, veramente meravigliosi.
Enzo001 06/04/2009 20:14:19 » Rispondi Sì ma se vuoi conoscere un autore (come cinefilo, non come normale spettatore; altrimenti sei liberissimo di dire "non m'è piaciuto"), mi sembra il minimo.
Che significa non esiste l'ironia del finale? Cioè, stai scherzando, vero? Il fatto che tu non l'abbia colta non significa che non esista; è un po' come leggere ariosto: la sua irnoia è sempre sottile e sopra le righe. Silliman: "Un lieto fine? E' questo che vuoi? Non pensavo fossi un simile romanticone!". Devo forse citarti tutte le battutine di Sophie per farti rendere conto? Non mi sembra il caso. Ancora ti ripeto che non hai capito lo spirito del film: sophie impara ad apprezzare ciò che la vita le offre, come testimonato dal nuovo colore dei capelli sul finale; Miyazaki, semplicemente, vuole rendere la precarietà di questo lieto fine. Come la rende? Ironizzando, un po' come farebbe una vecchia novantenne sulle nuove acconciature dei ggiovani d'oggi. Miyazaki fa esattamente quello per cui tu lo condanni: evita di prenderti per il ****. Più o meno. Superato lo sbandamento iniziale, la vedi acquistare nuova forza e vigore; sente la necessità di evadere, di uscire da quella vita che non le appartiene. Entra nel castello sempre in movimento di Howl non tanto per riacquistare a sua giovinezza ma per affinare il suo animo. Il discorso è complesso, comunque. Ed è per questo che mi indispondgo quando mi dici che è un film per bambini. Bellissimi i disegni? E' sinonimo di linguaggio cinematografico eccezionale; come può esserci retorica? A parte che al forza di miyazaki è sempre stata la genuinità dei sentimenti; e qui ti rimando a totoro.
Granf 06/04/2009 20:25:04 » Rispondi Si infatti, su questo sono d'accordo. Guarda, io queste frasi neanche me le ricordo sinceramente. Sarà che non mi ha preso, sarà che ero io indisposto. Decisamente sono io a non aver colto tutto quello che mi hai detto, ma non credo sia colpa solo mia. Forse il film non è ben confezionato e ben incartato, non so se mi spiego, non mi ha dato nessuna carta per poterlo affrontare per quello che, forse, effettivamente vale. O più semplicemente ero indisposto io... Comunque non dico che non esiste l'ironia, dico solo che io non l'accetto. Certamente vedrò altri film di Hayao.
Enzo001 06/04/2009 21:15:48 » Rispondi Ma infatti a me interessava darti qualche spunto per rivedere il film e per comprederne la natura; sono tutte cose che ho scritto nella rece. Mi fa piacere, ovviamente.
Granf 06/04/2009 21:21:38 » Rispondi Si, infatti. per questo ti ringrazio. Il prossimo che vedrò è "La città incantata".
Jellybelly 06/04/2009 21:25:42 » Rispondi Mi permetto di inserirmi in questa corretta discussione solo per dire che, se Howl qualche difettuccio lo può pure avere - sta poi alla sensibilità del singolo attribuirgli un peso più o meno rilevante, "La città incantata" è veramente la fiaba perfetta, un capolavoro intramontabile sulla diversità e sul potere di redenzione della bontà senza risultare mai stucchevole. Guardalo, non te ne pentirai assolutamente.
Granf 06/04/2009 21:47:43 » Rispondi Si lo farò sicuramente, a questo punto mi aspetto molto da 'sto film.
Enzo001 06/04/2009 22:23:19 » Rispondi Ma sì in fondo hai ragione: per me howl è un insieme di suggestioni visive che miyazaki si diverte a disegnare; forse per questa sua natura così singolare potrebbe apparire leggermente ridondante e per certi versi vuoto. E non è così, davvero. Ah, per inciso a me la città incantata ha fatto piangere sin dalla rpima sequenza, quella di lei in auto che contempla il mazzo di fiori; basta solo la colonna sonora. Tutto questo senza che miyazaki si sforzi troppo di ricercare la lacrimuccia.
Granf 05/04/2009 22:36:48 » Rispondi Non credo sia una questione di gusti, il fatto è che questi contenuti io non gli ho proprio visti. Sarà che non mi arrivano, ma non c'è niente di interessante nel film. I personaggi sono privi di una qualsiasi utilità, non trasmettono niente e non si evolvono mai, hanno comportamenti insensati e alcuni sono stati inseriti così a casaccio. Tentano di essere originali ma non ci riescono. E poi il film è pieno di retorica, il finale è l'apoteosi della retorica.
Enzo001 06/04/2009 18:13:16 » Rispondi Se ti fossi preso la briga di leggermi più sotto, allara sapresti che la canzonetta finale, all'apparenza così stucchevole, parla invece di separazione e abbandono. Miyazaki non ci prende per il ****, né svende false speranze; i suoi protagonisti prendono il volo in un cielo d'infinite promesse, ma sempre con la consapevolezza della fugacità del tempo. E per arrivare a queste conclusioni, io ho rivisto il film 4 volte; quando pensi che ci metta un ragazzino di sei anni?
Granf 06/04/2009 19:00:50 » Rispondi Scusami non so che hai scritto. Cos'è questa storia della canzone finale?
Enzo001 06/04/2009 19:25:23 » Rispondi Te l'ho detto, la canzone finale stempera il romanticismo del disegno parlando di separazione e abbandono. In altre parole, non c'è nessun " alla fine e vissero felici e contenti"; non è questo il senso del film.
In fondo alle lacrime un sorriso tremolante. E' dall'inizio dei tempi... la Promessa del Mondo. Anche se adesso sono da sola dallo ieri di noi due... l'oggi nasce scintillante... come il giorno del nostro primo incontro. Nella dimora delle memorie tu non ci sei; fattati brezza leggera mi sfiori le guance. Il sole del pomeriggio filtrava tra le foglie e anche dopo esserci divise non potrà mai avere fine... la Promessa del Mondo. Anche se adesso sono da sola i domani sono illimitati; sei stata tu ad insegnarmi la gentilezza celata nella notte. Nella dimora delle memorie tu non ci sei; nel canto dei mormorii scroscianti, nel colore di questo cielo, nel profumo dei fiori... ...vivrai per l'eternità
Granf 06/04/2009 20:01:30 » Rispondi Quindi quel finale è, appunto, una presa in giro? Un modo per vendere il film al moggior pubblico possibile. Mah, sarò io forse...
Enzo001 06/04/2009 20:15:34 » Rispondi Presa in giro? Ma perché? A questo mondo deve essere tutto bianco o nero? E' il contrario, l'ho già spiegato su. Ma se poi vuoi vederci quello che vuoi...