Rask 6 / 10 25/05/2011 21:44:48 » Rispondi Ingiudicabile. Oscilla violentemente tra il 10 e l'1, come un 2001 odissea nello spazio girato da Ratzinger. E' uno di quegli esemplari di cinema che ti strappano a forza nuovi stati di coscienza con le tenaglie. Ma dura di più la sensazione di clausura in un ambiente fosco, nonostante gli spazi interstellari e gli eoni temporali squarciati da poderose sciabolate sinestetiche. E' una sensazione di insoddisfacente opacità sicuramente derivante dal non condividere quell'ideologia salvifica del tutto è bello, al di là del bene e del male, che ti prende a sberle nonostante gli immani sforzi, e dico immani, di quella mente adorabile di Malick di renderla astratta e pudica. La scelta tra la via della Grazia e quella della Natura è solo apparente. Malick ha già scelto per te, e ti aspetta in sagrestia. Ovvio, per essere del tutto giusti bisogna ammettere che questo The tree of life vale 10 trattati di teologia sull'unde malum. Non importa quando dolorosa sia l'esperienza di vita, c'è una struttura nascosta e meravigliosa, possente e aliena, fragorosa e silenziosa, che vive ben oltre le miserie umane, ti fa da faro, ti scioglie le contraddizioni logiche e ti rivela che tutto ha un senso. Te lo rivela, ma in ritardo. E no, non è una struttura impersonale, è proprio lui: Dìo. Cercato per tutto il film dall'uomo e provocatoriamente evocato come interlocutore del libro di Giobbe. E' un peccato che sia lo stesso Dìo che decide di abbandonare l'uomo alla sofferenza nel suo livello di realtà, sebbene gli mostri quanta serenità esista negli altri. Ma non importa, una percezione mistica del reale si pone al di là di un giudizio morale, figuriamoci uno su un presunto Dìo. E infatti è dove tacciono sia l'uomo che la divinità che il film raggiunge le sue vette di inesplorata poesia. Un complesso edipico grosso quanto un dinosauro cullato dalle astrali intuizioni di Mahler e della NASA; l'uomo e l'universo, di nuovo insieme. Fantastico, mirabile. Ma perché Terrence. Perché rovinare tutto con l'ottimismo ingenuo di eternità. Neanche a dire che si conceda ad un'altra eternità, aliena all'uomo e in cui comunque l'uomo avrebbe il diritto e dovere di naufragare dolcemente; è proprio la vita eterna, senza possibilità di replica o di smentita. Altro che opera aperta ed ermetica. E' un'opera chiarissima: l'uomo è il vertice di una creazione oltre l'uomo, ma l'unica creatura in grado di cogliere il Tutto, di parlare con Dìo e di godere della sua infinita, incomprensibile, misericordia. Sarebbe bello lasciarsi cullare anche da questo tipo di eternità, probabilmente. Ma non mi interessa.
martina74 26/05/2011 07:59:37 » Rispondi sono totalmente d'accordo, ho pensato le stesse cose per tutto il film, o meglio chiamarla esperienza visiva (maestosa, peraltro).
Rask 26/05/2011 10:31:56 » Rispondi Ovvio che hai pensato le stesse cose, sei un mio fake!
martina74 26/05/2011 10:34:48 » Rispondi uh è vero, non ho una mente mia. ritengo giusto informarti, tuttavia, che sei andato al cinema con un uomo che diceva di vivere con te.
strange_river 27/05/2011 13:11:04 » Rispondi Non ho nemmeno letto tutto, ma son d'accordo.
La scelta posta inizialmente tra natura e grazia, la porta (della grazia) attraversata per scelta alla fine...perchè questa dicotomia forzata? Molto meglio la conflittualità del ragazzino "perchè non sono più come voi?"
Rask 27/05/2011 15:53:52 » Rispondi No. Mo' lo leggi tutto.
(gh). Già, ci sono altre scelte, per esempio la via della goliardia.
Pasionaria 14/06/2011 16:22:31 » Rispondi Rask condivido totalmente il tuo commento. Ho visto ieri il film e sono ancora sorpresa dal fatto che non mi sia piaciuto. Un messaggio filosofico che non spinge all'intima ricerca e al dubbio esistenziale, come dici tu "altro che opera aperta ed ermetica".
Il mio primissimo giudizio sul film è stato "banale". Sono una cattiva "ragazza" con tante zone d'ombra, che non si sollevano, però, come quelle di Malick
logical 26/05/2011 01:38:12 » Rispondi Grande Rask, un controsermone coi fiocchi, laico ma non materialista, lucido ma non cinico. Mi piace molto anche il disinteresse per l'eternità. Raro leggere qualcosa di concentrato e illuminante quando c'è di mezzo il cinema e tutte le sue vacue distrazioni. Immagino che comunque sia un tuo 'antico' punto di vista, una cellula dormiente riattivata per l'occasione. Ne ha tutta l'aria.
Rask 26/05/2011 10:31:15 » Rispondi Fa piacere ricevere questo commento da quello che da tempo ritengo uno dei più lucidi del sito. E sì, era un'antica cellula dormiente.
jem. 26/05/2011 01:11:11 » Rispondi molto d'accordo.
VincentVega1 26/05/2011 11:05:34 » Rispondi a parte che il tuo commento è magnifico come sempre, ma io l'eternità non ce l'ho vista. sarà una mia visione sciocca del film, ma credo che D.io non sia contemplato, e sia contemplato solo l'uomo.
il finale è una riconciliazione con il suo passato che non necessariamente è eterna.
martina74 26/05/2011 11:38:28 » Rispondi non sono d'accordo: mi sembra che il finale - che, accidenti, è la parte che mi è piaciuta meno - rappresenti, dopo il varco della simbolica soglia, una riconciliazione con il tutto (o il Tutto?) che presume necessariamente il superamento della Natura e il raggiungimento della Grazia divina.
ovviamente posso sbagliarmi io ma la mia visione è che l'ipotetico varco della soglia è un raggiungimento puramente personale di jack (è finalmente pronto alla morte). le persone che incontra sono quelle dei suoi ricordi più belli quindi è una visione soggettiva (è ovvio che quello non sia il paradiso). può essere vista come l'aver raggiunto finalmente una dimensione interiore, e non a caso il ponte è l'ultima immagine. quella è la morte, e oltre il ponte nessuno sa cosa l'aspetta, nemmeno malick che con il suo film non vuole andare oltre all'essere umano terreno.
il percorso di jack nasce e muore con jack. l'eternità non esiste, o non si sa se esiste, i personaggi camminano sulla spiaggia sino ad andare fuori campo, nel mistero. ma quei personaggi sono tutti jack: lui così riesce a raggiungere una morte dignitosa, nulla di più.
Rask 26/05/2011 11:45:02 » Rispondi Grazie. C'è sempre qualche grado di libertà nell'interpretare i simboli, ma per me è stato difficile evitare di vedere la conversione religiosa di Malick. La spiaggia finale in cui tutti si riconciliano sarebbe anche potuta essere solo la proiezione di un desiderio umano, ma diventa un paradiso eterno combinata con l'incessante voce sussurrata fuoricampo che spiega come e dove fosse tangibile la presenza di Dìo nei vari episodi della sua vita e la filosofia della Grazia, che ti invita a cercare la meraviglia ovunque; anche nella morte - e se la morte fosse conclusiva, e non solo un passaggio (la porta di Penn) sarebbe difficile trovarne qualcosa di meraviglioso. Difficile anche non vedere un riferimento allo Spirito Santo nelle fiammelle fluttuanti e il simbolo di passaggio all'oltre nel ponte finale. Per non parlare del "ti dono mio figlio", un riferimento evangelico ingombrante.
VincentVega1 26/05/2011 11:54:50 » Rispondi ovviamente il film va rivisto, non piacerebbe nemmeno a me una soluzione del genere, ti rimando alla risposta sopra alla marti.
sarò sciocco ma mi piace pensare che tutto il film è rinchiuso nella vita terrena, l'immagine del sole che si spegne non lascia scampo a nessun futuro possibile.
per quanto riguarda le fiammelle, boh, è uno dei simboli a cui non sono riuscito a dare risposta. vederci lo spirito santo mi fa venire l'orticaria, non voglio nemmeno pensarci.
martina74 26/05/2011 12:08:18 » Rispondi per quanto riguarda le fiammelle io spero di averci visto solo un'aurora boreale che può rappresentare un inizio, per il resto devo meditare, ma quel che è certo è che, se i precedenti di Malick li ho visti diverse volte, di questo per il momento mi basta una sola visione. però il ponte è un riferimento molto palese... io la continua insistenza sulla presenza del divino e - soprattutto - sulla sua prevalenza rispetto all'elemento della Natura l'ho percepita molto forte.
VincentVega1 26/05/2011 12:10:56 » Rispondi sarà che sono troppo abituato al mio amore per Lynch...
Silly 27/05/2011 10:51:50 » Rispondi Io la penso come te Vins, pure io ho timore di essere caduta tra le grinfie del misticismo cristiano. No, vi prego...
VincentVega1 27/05/2011 11:12:45 » Rispondi facciamo che abbiamo ragione noi due e loro non capiscono una cippa lippa e vedono i preti dappertutto come silvio vede i comunisti.
martina74 27/05/2011 11:49:39 » Rispondi è troppo tardi per salvarvi, ma quando eravate diversi vi ho voluto bene.
strange_river 27/05/2011 13:15:23 » Rispondi io il contrario, ho sempre paura di esser diventata un persona insensibile quando mi accosto a questo tipo di presentazioni spirituali. hanno così poca presa su di me..