Recensione mona lisa smile regia di Mike Newell USA 2003
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Recensione mona lisa smile (2003)

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locandina del film MONA LISA SMILE

Immagine tratta dal film MONA LISA SMILE

Immagine tratta dal film MONA LISA SMILE

Immagine tratta dal film MONA LISA SMILE

Immagine tratta dal film MONA LISA SMILE

Immagine tratta dal film MONA LISA SMILE
 

Un collegio americano a cavallo fra 1953 e 1954. Preside e insegnanti votati ad una tradizione intransigente e penosamente austera. Un docente che giunge e si ribella, con metodi innovativi e tesi a sviluppare la coscienza degli studenti.
Non sorprende quindi che la critica maggiore e il maggior fattore di svalutazione del film siano proprio l'incredibile somiglianza con "L'attimo fuggente" di Peter Weir.

Questo, in realtà, dovrebbe solo far piacere.

Se il film del professor Keating è considerato un esempio, o addirittura un concentrato di esempi, beh, allora è naturale, se non giusto, che venga imitato. Oltretutto, si peccherebbe di sussiego etichettando "Mona Lisa Smile" come brutta copia.
Il cast letteralmente stellare (Julia Roberts, Kirsten Dunst, Julia Stiles, Maggie Gyllenhaal, Ginnifer Goodwin, Marcia Gay Harden, solo per citarne alcuni), unito ad una regia d'autore che vede il pluripremiato Mike Newell ("Ballando con uno sconosciuto", "Quattro matrimoni e un funerale" e , più recentemente "Harry Potter e il calice di fuoco", "L'amore ai tempi del colera", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo"), e ad una fotografia che sa valorizzare ogni sguardo ed ogni costume, rendono la pellicola un ottimo doppione, se si vuole insistere con questo paragone.

Lo stampo è evidentemente femminista, un nuovo inno al pensiero libero ed alla ribellione intellettuale, attraverso il dibattito, tutto interno al gentil sesso, sull'emancipazione.
Miss Katherine Watson è ancora piuttosto giovane. Ha realizzato il suo sogno approdando come insegnante al Wellesley College, una delle scuole più prestigiose, e ovviamente più rigide, esempio dell' America Maccartista e conservatrice di quegli anni.
Le sue aspettative sono in parte deluse.
Al primo impatto le studentesse sono aggressive, forti di una mente brillante e di un libro imparato a memoria: la prima lezione è un fiasco. Davanti a lei, con penna in mano ed espressione sarcastica, stanno ragazze dalla lingua tagliente e dalle idee chiare: finire gli studi e realizzarsi in un matrimonio perfetto. Giselle, provocatrice e maliziosa, sarà immediatamente attratta dalla verve creativa dell'insegnante e dalle affinità liberali che condividono; Connie,sorridente e bonaria, racchiude la tenerezza della pellicola; Joan, sagace, contenuta, splendente di potenzialità, incarnerà il messaggio di Miss Watson nella sua realizzazione più inaspettata; Betty, implacabile e fredda portavoce della cieca sottomissione, sorda alle novità quasi fino alla fine.

L'opposizione è dovuta ad un torpore che necessita una sveglia dirompente.
Katherine.
La donna capisce che se vuole interessare, stimolare, deve sorprendere, incalzare, stravolgere i dogmi di Wellesley. E lo fa primariamente osando mettere in discussione l'arte stessa, - Cos'è arte? - , chiudendo il manuale, fino a quel momento unica fonte di verità, e uscendo, contemplando dal vivo, criticando oltre il consentito.

I personaggi, e ovviamente soprattutto quelli femminili, sanno proporsi con piacevole realismo e media profondità, senza eccellere in modo particolare tranne nel caso della Roberts per Katherine e di Maggie Gyllenhall per Giselle.

Tratto dall'omonimo libro di Deborah Chiel, ispirato a sua volta ad una storia vera, "Mona Lisa Smile" è veramente un film di luoghi comuni, ma li affianca con dolcezza alle emozioni più belle, e all'intramontabile ricerca dell'indipendenza critica.
Sbaglieremmo a sottovalutarlo.

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Recensione a cura di Marco Felici - aggiornata al 01/07/2010 11.21.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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