Recensione spider-man 3 regia di Sam Raimi USA 2007
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Recensione spider-man 3 (2007)

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locandina del film SPIDER-MAN 3

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN 3

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN 3

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN 3

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN 3

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN 3
 

Preceduto da un'imponente campagna promozionale e da una distribuzione in ben novecento sale solo in Italia, "Spider-man 3 appartiene a quel genere di film che non possono passare inosservati: solo considerando il budget di 300 milioni di dollari che, tanto per fare una proporzione, equivale a quello impiegato dalla New Line per produrre l'intera trilogia de "Il Signore degli anelli", si capisce come "Spider-man 3" meriti perlomeno di essere visto al cinema. Aspettare l'uscita in dvd potrebbe infatti essere un "peccato mortale", levando il gusto di una visione spettacolare che solo sul grande schermo può esprimere in pieno tutte le sue potenzialità.
Quando un film ha un budget così spropositato è necessario che vadano a vederlo in tanti: grandi e piccini, appassionati di fumetti e adolescenti, genitori e figli, cosicchè opere di questo tipo risultano difficilmente identificarli in un genere data la pluralità di "target" cui sono rivolti. "Spider-man 3" può essere infatti visto sia come film fantastico che fantascientifico, sia drammatico che d'amore.
Per recuperare le immense spese di produzione e per poterne ricavare un legittimo profitto la Columbia-Tristar dovrà assicurarsi un incasso totale non inferiore al miliardo di dollari. Considerando il successo dei precedenti episodi si potrebbe pensare che la casa di produzione vada a colpo sicuro ma le incognite sono molte; in primo luogo la struttura della trilogia stessa.

Con "Spider-man 3" non siamo infatti in presenza di una serie strutturata narrativamente in modo unitaro, simile a trilogie come quella di "Matrix"; gli episodi sono slegati fra loro e l'unico anello di congiunzione fra le varie puntate è rappresentato dalla storia d'amore fra Peter Parker e Mary Jane.
Il rischio più grande incontrato dagli sceneggiatori è stato quello di confezionare un film ripetitivo tale da deludere il pubblico e non riscontrare il successo dei precedenti episodi; ecco che si è quindi cercato di creare una megastoria in cui citare tutti i personaggi della serie, concentrarsi sulla storia d'amore e nello stesso tempo continuare a parlare della rivalità tra l'Uomo Ragno e Goblin junior.
Possibile riuscire a fare tutto questo in un unico film? La risposta è ovviamente no ma "Spider-man 3" ci prova con risultati alquanto discutibili.

Qualsiasi film che ha il pregio di portare tanta gente al cinema merita attenzione e rispetto, e considerando che la serie dell'Uomo Ragno al cinema ha portato decine di milioni di persone, non si può fare altro che ammirarne le capacità senza però dimenticarne i difetti che, mai come questa volta, non mancano.

La trama riprende in grandi linee gli avvenimenti del secondo episodio, in cui Peter Parker (Tobey Maguire) si è finalmente fidanzato con il suo amore di sempre Mary Jane (Kirsten Dunst). Gli avvenimenti che si susseguono sono fra i più disparati, dall'arrivo dell'Uomo Sabbia a quello di Venom, dalla scoperta di un lato oscuro dell'Uomo Ragno a quella dell'irriducibile Goblin junior che vuole vendicare il padre.

Dalla trama si evince chiaramente la presenza di troppa carne al fuoco, di una serie infinita di avvenimenti e personaggi che si susseguono, spezzando continuamente il ritmo narrativo della storia e dando l'idea che il regista sia troppo preso nel cercare di far rientrare tutti i personaggi della serie da dimenticarsi di creare una sceneggiatura verosimile o quantomeno plausibile.
Sicuramente la paura più grande è stata quella di non annoiare lo spettatore con la solita formula che ha caratterizzato i precedenti episodi: cattivo di turno che vuole distruggere la città e Spider-man che interviene. Qui i piani sono cambiati e i nemici sono legati fra loro da rapporti personali, a volte anche molto intimi; cambia quindi la prospettiva del racconto concentrandosi molto sui personaggi.
Ecco che il film vira in modo molto più incisivo sul suo elemento sentimentale, tale da trasformare la pellicola in un "Dawson's creek" popolato di supereroi, di cui francamente non si sentiva l'esigenza.

Non si vuole criticare la scarsa aderenza del film alle storie illustrate: la contaminazione dei generi è un elemento positivo quando però è funzionale alla storia; in questa sede semplicemente si sottolinea la presenza di un prodotto troppo ruffiano, attento ad accontentare tutti senza entusiasmare nessuno. I nuovi aspetti possono anche essere graditi, ma se per movimentare la storia d'amore di Peter Parker con Mary Jane si fa cadare un meteorite dallo spazio, abitato da una creatura che fa diventare Spider-man un donnaiolo, indipendentemente dall'aderenza dell'episodio al fumetto cui la pellicola si ispira, è evidente che gli sceneggiatori dovevano essere alla canna gas, non sapendo più che inventarsi per rendere il film più avvincente.
Anche il modo con cui Sandman viene introdotto nella storia è decisamente forzato, giocando con inverosimile coincidente che vedono l'assassino dello zio di Peter Parker essere proprio l'Uomo Sabbia!
Insomma una sceneggiatura colabrodo è stata creata per riunire in un unico film tutti i personaggi più amati della serie, senza preoccuparsi minimamente di creare un soggetto credibile ed una storia organica che, a parte la parentesi amorosa, non ha nessuno spunto accattivante.

Anche se Raimi ha dichiarato che la tematica principale di questo film sarebbe principalmente la "vendetta", la storia non sembra approfondire l'unico elemento veramente interessante ovvero, la rivalità fra Spider-man e Goblin junior, che viene risolta in un paio di battaglie.

Sul fronte effetti speciali siamo in presenza di un vero spettacolo per gli occhi, azione allo stato puro, scene mozziafiato e sopratutto le immagini che raccontano la nascita dell'Uomo Sabbia sono pura estasi per gli amanti della computer grafica; ,maestria e professionalità tecnica che sono evidenti anche agli occhi di un profano. In Spider-man non si è tralasciato niente.....nemmeno un granello di sabbia!
Ma una domanda sorge spontanea: con 300 milioni di dollari spesi, non se ne sarebbero potuti spendere un paio in più per costruire una sceneggiatura decente?

Tobey Maguire è stata una scelta vincente, ed in questo terzo capitolo della saga altro non è che una riconferma, sicuramente uno dei miglior attori giovani di Hollywood. Stesso discorso vale per Kirsten Dunst, che in questi anni ha saputo lavorare ad una serie di pellicole molto interessanti, tra le quali si evidenziano "MarieAntoniette" o "Elizabethtown".
Discorso a parte merita James Franco, che nonostante la giovane età è già un attore professionalmente in caduta libera, protagonista di film quantomeno discutibili come "Annapolis" o l'inguardabile "Un pugno di eroi", in "Spider-man 3" ha visto nettamente ridotta la sua presenza in scena, nonostante le potenzialità del suo personaggio.

Quello che emerge chiaramente è che Sam Raimi è troppo preso a guadagnarsi lo scettro di miglior regista d'azione per preoccuparsi delle ambientazioni e cercare di dare personalità al film.
Contrariamente ai due episodi precedenti c'è una certa freddezza di fondo, una mancanza di personalità tipica dei film di molti kolossal ma non della serie di "Spider-man.

E' inutile dire che "Spider-man 3" sarà un grandissimo successo al botteghino; anche il lavoro della regia o degli attori gioca un ruolo di secondo piano quando si muove una macchina produttiva di simile entità. Un simile sforzo in parte ricorda quello azionato per "Il Codice da Vinci", un successo annunciato in partenza, in cui Ron Howard si limita a fare il lavoro assegnato, dando l'idea di aver confenzionato un'opera ben girata, ineccepibile dal punto di vista tecnico ma drammaticamente fredda.

Insomma se proprio una critica si vuole muovere a questi megakolossal, questa va ricercata non tanto nei contenuti - non ci si può aspettare nulla di più - quanto nella mancanza di personalità che fa perdere efficacia comunicativa ai film stessi, incapaci di emozionare.

Viene spontaneo chiedersi se questo terzo episodio sarà l'ultimo della serie, come annunciato, o se ci sarà un ripensamento che farà nascere anche un quarto. L'augurio più serio è che con "Spider-man 3" la serie arrivi alla propria naturale conclusione e che non si contiunui uno sfruttamento indiscriminato di un personaggio che già ha visto una gestione quantomeno discutibile.
Per il resto godetevi un filmone tutto effetti speciali che sa intrattenere e divertire e, sopratutto, sa farsi dimenticare il minuto successivo la sua conclusione.

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Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 - aggiornata al 09/05/2007

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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