breaking surface - trattieni il respiro (2020)

Niente male questa produzione scandinava.
Storiella semplice e non priva di qualche incongruenza ma gestita bene e piuttosto curata dal punto di vista tecnico.
Bella l'ambientazione e la fotografia, affascinanti le riprese subacquee e con una tensione che tiene per tutta la durata.
Contribuiscono alla buona riuscita del film,la durata stringata e le due protagoniste convincenti.
Niente di originale ma un survival-movie più che godibile.

Thrillerino subacqueo che dopo tutto fa il suo. Intrattiene discretamente nella sua breve durata senza grosse perdite di tempo. Bellissimi i paesaggi mostrati nelle fasi iniziali. Gradevoli le musiche. Non male la regia. Nulla di memorabile però ci sta.

Piacevole e godibile, coinvolgente, e poi dei paesaggi davvero belli.

Si lascia pure guardare tra i bei paesaggi scandivani..... thriller subacqueo passabile

Appena Sufficiente. 6=

Non mi è dispiaciuto affato questo film svedese. Semplice ed efficace nella struttura con una parte iniziale che serve a dare un minimo di caratterizzazione dei personaggi e del contesto in cui operano. Un film sostanzialmente con due soli personaggi: due sorellastre che vanno a fare un'immersione. La maggiore delle due l'immersioni sono un hobby, mentre la minore ne ha fatto un mestiere. Quindi la situazione che si presenta e che si sviluppa si gioca sul fatto che l'inesperta deve salvare l'esperta. Di conseguenza la tensione è alimentata da un personaggio insicuro, che prova un po' d'invidia di fondo nei confronti della sorella per il rapporto con la madre e che soprattutto è portata a commettere errori ed imprudenze. La tensione si gioca su questo ed a mio parere funziona e grazie alla breve durata, riesce a reggere fino alla fine. Non è certo un capolavoro, ma non è un brutto film.

Due sorelle legate dalla passione per le immersioni, la più giovane è una subacquea professionista, dovranno lottare contro il tempo in seguito ad un incidente nel fondale di un lago norvegese. Splendida la fotografia e l'ambientazione scandinava, gran parte del film è girato sott'acqua e le ottime riprese rendono il tutto molto credibile. I comportamenti e le scelte delle protagoniste abbastanza discutibili e recitazione basilare rovinano un film claustrofobico che intrattiene e tiene con il fiato sospeso.

Nel cinema non esiste l'immunità dall'idiozia e nessun paese è al sicuro sotto questo aspetto. E' il caso di BREAKING SURFACE, pellicola in co-produzione tra Belgio, Svezia e Norvegia, piena zeppa di cacchiate in sede di scrittura, diretta con poco acume e interpretata in maniera ordinaria, senza acuti o virtuosismi di cui tenere conto.
Una visione sopportabile, vista la durata contenuta, ma piuttosto irritante e decisamente non necessaria.

Ho notato che ultimamente gli scandinavi tentano di sdoganarsi e producono film in stile americano, come questo dramma concitato da situazioni al cardiopalma sul filo dei secondi, che però ci mettono di mezzo sempre i rapporti familiari. La pellicola di Hedèn è realizzata davvero bene con splendide scene subacquee non certo facili da girare. Peccato, però, che dei prodotti americani questo film ne erediti pure le immancabili idiozie: la protagonista tiene comportamenti scemi ed in situazioni di fretta non ho mai visto nessuno perdere tanto tempo; in più capitano una serie di sventure tanto paradossali quanto "fantozziane" che in un paio di occasioni provocano risate involontarie. Vengono messe in atto delle idee che spesso ti fanno dire: "Ma perchè non ci hanno pensato subito?" ed il finale vorrebbe non essere scontato ma cade troppo nello stucchevole. I personaggi delle due protagoniste non definiti quasi per niente ed alla fine tutto il preambolo sui rapporti familiari risulta totalmente inutile nell'economia della storia. A film finito mi sono divertito a ripensare a tutta la vicenda ma con Fantozzi e Filini come interpreti.
Per lo meno dura poco.