club zero (2023)

Un soggetto del genere poteva generare diversi film con diverse tonalità da scegliere, dalla commedia al dramma senza soluziomni continuità. La Hausner sceglie di percorrere la via del thriller, ovviamente non canonico, ma che ha il merito di insinuarsi sottopelle in maniera pervasiva come gli insegnamenti dell'insegnate Novak, interpretata molto bene dalla Wasikowska, che conduce un corso di alimentazione consapevole. Mangiare di meno per avere più cura dell'ambiente ed annullare gli sprechi. Molto persuasiva senza alzare la voce, manipolando giovani menti di ragazzi che la seguono nell'obiettivo finale del club zero, cioè non mangiare più. I quadro della Hausner sono asettici, quasi atemporali e comunicano il progressivo distacco verso i genitori sempre più disorientati dal comportamento dei figli. E' un percorso che parte da un semplice insegnamento fino a diventare dottrina e da lì in una specie di culto pseudo religioso. Non è un caso che l'ultima parola pronunciata del film è appunto "Fede".

Così entusiasta nel recuperarlo, ma così altrettando presto mi è passata la poesia. Quando le aspettative non coincidono con la realtà e ci si trova un prodotto un po insipido non si può nascondere una piccola delusione. Avete in mente quando nei film horror i protagonisti non fanno ciò che si farebbe nella realtà? e nasce quel fastidio? Ecco, Club Zero mi ha donato questo fastidio non di certo perchè si tratta di un film horror, ma per il il fatto dei genitori così passivi. Il temi trattati sono super attuali, una vera bomba, peccato disinnescata dal film stesso.

Film che mi ha provocato emozioni contrastanti.
Alcuni aspetti potevano essere approfonditi meglio ma tutto sommato un buon film.