i giorni del vino e delle rose regia di Blake Edwards USA 1962
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i giorni del vino e delle rose (1962)

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locandina del film I GIORNI DEL VINO E DELLE ROSE

Titolo Originale: DAYS OF WINE AND ROSES

RegiaBlake Edwards

InterpretiJack Lemmon, Lee Remick, Charles Bickford, Jack Klugman

Durata: h 1.57
NazionalitàUSA 1962
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1962

•  Altri film di Blake Edwards

Trama del film I giorni del vino e delle rose

Joe Clay e Kirsten Arnesen sono due alcolisti. Lui riesce a guarire. Lei no, ma Joe non la lascia sola.

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Voto Visitatori:   8,25 / 10 (16 voti)8,25Grafico
Miglior canzone (Days of wine and roses)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior canzone (Days of wine and roses)
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Voti e commenti su I giorni del vino e delle rose, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  27/08/2025 12:40:52
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Ottimo dramma di Edwards, che mostra la duttilità dell'autore, capace di passare efficacemente dalla commedia a film di impronta ben più pessimista, come questo, lo stesso discorso lo farei con Lemmon, proveniente da un filotto comico leggendario assieme a Wilder - che tra l'altro, grande coincidenza, ha realizzato uno dei film da cui questo ha probabilmente preso più ispirazione, ovvero quel capolavoro di "Lost Weekend" -, qui capace di adattarsi meravigliosamente ad un ruolo drammatico, ma d'altronde parliamo di uno tra i migliori attori del suo tempo, e forse anche di più.

"Days of wine and roses" inizia come un film sentimentale, con la nascita della relazione tra Jack e Kirsten, che lavorano nella stessa azienda, lui uomo di successo che lavora come responsabile marketing, dopo un'iniziale serata in cui non iniziano col piede giusto il loro rapporto andrà a consolidarsi, ma l'elemento sempre al centro di esso è l'alcool, infausto protagonista della vita di entrambi, a questo proposito ho trovato la sceneggiatura straordinaria nel suo incedere subdolamente verso la dipendenza, mostrando come i protagonisti non riescano a realizzare in tempo la loro condizione, assottigliando tantissimo il già sottile confine tra qualche bevuta saltuaria e l'alcolismo, l'opera e la visione del regista infatti riescono a dare una panoramica super partes, non condannando a prescindere il consumo di alcolici, come esplicitato più volte negli acuti dialoghi, non biasimando i protagonisti, ma trattando l'alcolismo per quello che è, una malattia, creando quel tipico gioco di alti e bassi, cadute e riprese, che riguardano la coppia e la loro vita, e la costante tentazione, mostrando ancora di più la natura meschina della malattia nelle facili ricadute, proprio nei momenti in cui sembra andare tutto bene, è lì che viene sottovalutata e che fa il danno peggiore, la famosa sequenza della ricaduta di entrambi, con Jack che finisce nella serra nel quale aveva nascosto una bottiglia finendo per distruggere tutti i fuori, frutto di duro lavoro nel corso dei mesi, è un colpo al cuore per la sua forza espressiva e per la componente drammatica sprigionata.

La parte finale del film accentua la componente psicologica della vicenda, dopo i mesi passati in riabilitazione Jack riesce a prendere la definitiva consapevolezza della sua condizione, il primo passo verso una difficoltosa guarigione, andando a prendere parte anche alle riunioni degli alcolisti anonimi, cosa che invece Kirsten non riesce a fare, nascondendosi dietro un dito e autoconvincendosi che il problema non ci sia, quando invece è più presente che mai e le rovina quotidianamente la vita.

Film di stampo teatrale, valorizzato tantissimo dalle grandi interpretazioni della coppia protagonista, un dramma dolente e sentito, due vite che vengono portate verso la progressiva distruzione, coinvolgendo anche l'innocente figlia nelle pericolose trappole della malattia - l'incendio causato da Kirsten ubriaca -, altro importante tassello di quello che probabilmente è il decennio di maggiore ispirazione per Edwards.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/01/2025 12:39:39
   8 / 10
"In questa casa siamo in tre: Io, tu e la bottiglia". Stupenda parabola sul dramma dell'alcolismo diretta da Blake Edwards con un altrettanto stupendo duo di protagonisti. Non si parla di individui marginalizzati, ma di persone assolutamente normali nella loro graduale e subdola discesa agli inferi dell'alcolismo. Un rapporto d'amore sincero che diventa tossico perché relato dal bisogno di bere, vizio dove è facile entrare ma difficilissimo uscirne. Un racconto realistico che evita qualsiasi tipo di facile retorica, descrivendo i meccanismi di tale vizio con le conseguenti ripercussioni. Molto bello anche lo struggente finale.

Goldust  @  13/03/2021 21:47:57
   7 / 10
Duro da vedere e duro da sopportare. Lemmon in una delle sue prove migliori.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

fabio57  @  11/02/2016 10:16:05
   8 / 10
Edwards di solito è più portato a regie brillanti e a film leggeri , tipo "Pantera rosa" per intenderci, invece stavolta sorprende un po' tutti con un lavoro impegnato, solido e drammatico. L'alcolismo è sempre stata una malattia sociale infida e rovinosa, forse ne uccide più della droga e questo dovrebbe far riflettere. Scivolarci dentro è facile come il film dimostra, si può cominciare per puro divertimento e si finisce schiavi. Lemmon è bravissimo come sempre anche in ruoli seri come questo.

DogDayAfternoon  @  05/04/2015 14:06:04
   8 / 10
Profondo ed emozionante, con un Jack Lemmon impeccabile: troppo spesso ho sottovalutato in passato questo attore, etichettandolo come interprete da commedia, ma in realtà capace di dare grande profondità anche ai suoi personaggi più impegnati.

Parte come una commedia fino ad inoltrarsi nel dramma più profondo di una coppia afflitta dal morbo dell'alcol, un vero e proprio viaggio infernale di grande impatto. Merito di una coppia di interpreti eccezionali supportati da una sceneggiatura tosta, con scene strazianti ma mai patetiche e dialoghi ben scritti.

Non mi sembra sia un film molto ricordato, ed è un gran peccato perché merita parecchio. Bello anche il titolo, una volta tanto mantenuto uguale anche nella versione italiana.

Una volta di più, impressionante come nei film anni '40-'60 sia spesso l'alcol a fare da protagonista, soppiantato a partire dagli anni '70 dalla sorella droga. Negli ultimi decenni film sugli alcolizzati se ne son visti sempre meno, forse considerando il tema droga di più forte impatto visivo ed emotivo. I giorni del vino e delle rose si può forse definire l'ultimo grande film sul tema, a torto dimenticato.

Mr.Bowie  @  18/01/2015 14:59:46
   8½ / 10
Blake Edwards, un tipo da commedia, se ne esce con un film devastante che tratta un argomento delicato e ancora attualissimo. Servendosi del superlativo Jack Lemmon il regista racconta una storia cruda, dura ( finale tosto ) che sa farsi voler bene nonostante le sue scene forti. Basta vedere il rapporto tra i due protagonisti nel film per capire che la pellicola ha molto da offrire e sicuramente dona spunti su cui riflettere. Dopo "Victor Victoria" questo è il miglior film del regista considerando anche che senza Enrico Mancini, che ha composto capolavori come "Moon River" e ovviamente la colonna sonora del film in questione, non sarebbe stata la stessa cosa.

bm_91  @  05/11/2013 17:24:05
   8½ / 10
Ho avuto modo di vedere diversi film con Jack Lemmon ("A Qualcuno Piace Caldo", "L'Appartamento", "Irma La Dolce" giusto per citare i più famosi) e alcuni film di Blake Edwards ("Victor/Victoria", "Colazione Da Tiffany", "S.O.B") e.........cavolo se mi hanno stupito entrambi. Lemmon l'ho sempre trovato adorabile nelle commedie che ha realizzato, ma qui è davvero immenso, riesce a tratteggiare in modo perfetto il declino fisico e morale dell'uomo schiavo dell'alcol. Blake Edwards sforna un prodotto di grande qualità, forse tra i suoi migliori lavori, peccato che non sia così conosciuto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/09/2012 14:52:08
   8 / 10
Jack Lemmon diretto da Blake Edwards, chissa' le risate...e invece.
Dopo la prima parte da classica commedia romantica il film prende una direzione drammatica che non avra' nessun ritorno sulla strada iniziale.
Non ricordo molti film migliori di questo sul tema dell'alcol, che poco alla volta prende in "ostaggio" una coppia di sposi.
Tra rinunce,disintossicazioni e ricadute assistiamo alla difficile privazione di questo brutto vizio che allontana dalla realta' proprio come puo' fare la droga...c'è chi non riuscira' a guarire e chi dovra' rinunciare non solo alla bottiglia e dovra' vedere il proprio amore allontanarsi mentre l'appartamento è illuminato dalla scritta a neon "bar"...che finale!
Gran film drammatico, e sottolineo drammatico, di Blake Edwards!

Lunatico  @  14/02/2010 00:39:40
   9 / 10
Gruppo REDAZIONE maremare  @  23/11/2009 01:40:19
   8 / 10
Insolita incursione nel dramma per Edwards, con un film sulla devastazione da dipendenza etilica, voluto fortemente dal suo attore feticcio.
Superlativo Lemmon

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  23/11/2009 00:21:00
   7½ / 10
Paragonarlo al film di Billy Wilder mi sembra un'esagerazione. A prescinedere da questo la pellicola di Edwards, insolita direi, risulta essere un buon dramma che mette in luce le straordinarie doti di Jack Lemmon qui impegnato con il problema dell'alcol. E' girata bene e alcune scene sono davvero forti (quella nella serra è bestiale ). Duro il finale ma realistico.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  31/10/2009 12:44:07
   9 / 10
Lacerante analisi di coppia devastata dall'alcolismo in un film crudo e realistico che ancora oggi mette i brividi per la ferocia e la passione con cui racconta il dramma. Edwards alla regia stupisce per sensibilità e forza emotiva, le interpretazioni di Lemmon e Remick sono da urlo ed il tema principale di Mancini è indimeticabile. Cinema vero di straordinario livello qualitativo che all'epoca non incontrò i favori del pubblico.

LoSpaccone  @  15/09/2009 20:22:28
   8 / 10
Edwards ci sapeva fare anche al di fuori della commedia e questo film lo dimostra. A differenza di “Giorni perduti” di Wilder a cui viene spesso (giustamente) accostato è meno raffinato sul piano psicanalitico ma tende a proiettare il dramma dell’alcolismo in una sfera più strettamente emotiva, dando risalto al ritratto dei sentimenti e dei legami tra i due protagonisti, senza però cadere nelle trappole della retorica facile o del moralismo. C’è una nota di candore che avvolge tutto il racconto, anche nei momenti più cupi, che tende a far emergere l’umanità dei personaggi (non si riesce a biasimarli nemmeno per un attimo) che è anche l’umanità di un film positivo ma non buonista, dal realismo equilibrato, e il fatto che non termini in un prevedibile finale consolatorio ne è la prova. Lemmon magnifico.

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2009 21.39.39
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harry stoner  @  20/03/2008 16:21:51
   9 / 10
Riuscita incursione nel genere drammatico da parte di Edwards.Lemmon da un saggio di bravura nei panni di Joe(indimenticabile la scena nella serra).Ruolo che l'attore sentiva particolarmente avendo avuto problemi di alcolismo.Molto brava anche la Remick mentre indimenticabile il tema di Mancini.Bello.

The Monia 84  @  07/02/2008 18:22:48
   9 / 10
Scioccante adattamento di Playhouse 90 diretto da un insolito Blake Adwards con un'intelligenza e una cura sublimi. Assieme a "I Giorni Perduti" di Wilder, il miglior dramma partorito dal cinema americano sui drammi dell'alcolismo ed una delle storie d'amore e di disperazione più coinvolgenti del grande schermo. Jack Lemmon e Lee Remick al loro meglio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/02/2008 18.33.20
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Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  26/01/2007 14:50:11
   8½ / 10
Film anomalo per la carriera di Edwards, voluto espressamente da Lemmon, tenendo conto dei toni di commedia iniziale, una commedia sempre amarognola, di denuncia della società del tempo e non solo. Un film che ci può riportrae in parte all'Appartamento, ma solo in parte, perché poi la fase drammatica prende campo, riallanciandosi con Giorni perduti, sempre di Wilder, sul tema dell'alcolismo. La storia prende campo ed i progonisti reggono bene il dramma in maniera poco Hollywoodiana, e forse per questo non gli dato riconoscimenti partivcolari, pur avendone a bizzeffe, gli fu dato solo un'Oscar a Mancini per la MUsica
Ottima prova drammatica, che poi non ha ripetuto, se non in altri campi come i gialli o spionistici, ma certamente non con gli stessi risultati.. Questo regista è comunque un grande che ha dovuto subire la tragedia degli Studios a cui si è sempre ribellato in maniera personale.
Mancini vinse l'Oscar, meritatamente, ma forse gli fu dato perché non avevano avuto il coraggio di adre al films altri premi più meritati
Jack Lemmon.Ha dato prova per un personaggio drammatico, che poi avrebbe caratterizzato tutta la sua seconda parte della carriera. Una grande intepretazione che pochissimi si aspettavano.
Lee Remick.Fu candidata all'Oscar, ma non riuscì ad ottenerlo. Be' è stata una brava attrice, e questo è il ruolo che le appartiene di più, pur avendo delle ottime parti in altri films

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