il pellegrino regia di Charles Chaplin USA 1923
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il pellegrino (1923)

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locandina del film IL PELLEGRINO

Titolo Originale: THE PILGRIM

RegiaCharles Chaplin

InterpretiCharles Chaplin, Edna Purviance, Sidney Chaplin, Tom Wilson

Durata: h 0.38
NazionalitàUSA 1923
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1923

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•  SPECIALE IL PELLEGRINO

Trama del film Il pellegrino

Come sempre l'omino col bastone e la bombetta è alle prese con la fame. Per una serie di fortunate coincidenze capita in una comunità molto osservante che lo scambia per un integerrimo pastore. L'equivoco dura abbastanza per permettere a Charlot di combinarne alcune delle sue, ma non abbastanza per garantirgli l'impunità.

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Voto Visitatori:   8,25 / 10 (8 voti)8,25Grafico
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Voti e commenti su Il pellegrino, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/05/2009 16:54:36
   8 / 10
Sicuramente tra i migliori lavori di Chaplin (esclusi i lungometraggi).
In questo mediometraggio c'è tutto il Chaplin degli anni a venire.
Molto divertente con una sottile satira.
Bellissima la sequenza con Charlot che dice messa.
Una visione per gli amanti del genere è d'obbligo.

pinhead88  @  01/04/2009 17:13:29
   8 / 10
uno tra i migliori mediometraggi di Chaplin.i momenti migliori sono sicuramente le imitazioni di Davide e Golia nella chiesa,la scena del cappello e il finale.da non perdere.

leonida94  @  22/02/2009 11:38:48
   7½ / 10
In questo mediometraggio non ci sono molte risate, come invece succede in altri corti di Chaplin.
Invece vediamo un Charlot ricercato e scambiato come pastore in una cittadinà.
In questa pellicola ci sono scene davvero fantastiche, tra cui quella della chiesa, in cui mima la storia di Davide e Golia in modo molto buffo e geniale.
Un'altra scena è quella finale, in cui Charlot gioca col confine camminando con una gamba in Usa e l'altra in Messico, senza far parte di nessuno dei due stati.
Altre scene tra cui quella del bambino dispettoso sono invece troppo prolungate e poco divertenti e risulta appesantire la pellicola.
Nel complesso un buon corto ricco di ironia e di amarezza che conferma le capacità del grande Charles Cheplin!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/02/2009 23:46:32
   8 / 10
Tra i migliori corto-mediometraggi di Chaplin. Un racconto molto lineare dove la pantomima di Charlot la fa da padrone in uno dei migliori momenti, cioè il sermone su Davide e Golia raccontato in maniera esilarante davanti ad una folla di fedeli sbigottita. Molto bello e in fondo amaro quel finale in cui l'eterno vagabondo Charlot cammina sulla linea di confine fra Usa e Messico quasi a voler esprimere con forza la sua condizione di essere straniero in qualsiasi paese.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/09/2008 14:02:54
   8½ / 10
L’ultima opera girata per la First National è il mediometraggio The Pilgrim (Il Pellegrino), uscito nelle sale nel febbraio del 1923. Si tratta di un’opera di discreto valore artistico, molto più curata di quelle precedenti. E’ una satira molto gustosa della provincia bigotta americana con i suoi devoti tronfi, brutti e ridicoli. Con i mezzi comici si riesce a mettere in evidenza la contraddizione che c’è fra l’essere e l’apparire in questo tipo di società. La storia è ambientata in Texas e in molte scene si fa sentire l’atmosfera del genere western.

Anche qui si inizia con il vagabondo che evade dalla prigione. Soprattutto in questa comica sorge spontanea la domanda, cosa diavolo può aver combinato un’anima candida e onesta come quella del vagabondo per finire sempre in prigione. Evidentemente si vuole suggerire fra le righe che il sistema giudiziario americano degli anni Venti è profondamente ingiusto, oppure prevenuto verso un certo tipo o strato sociale di persone. Nel finale si cerca però di smorzare questa impressione.
Il vagabondo non ci sta certo a subire la mancanza di libertà e una volta evaso ruba i vestiti ad un sacerdote che stava facendo il bagno, recandosi poi nella comunità di cui doveva diventare il nuovo parroco.

L’arrivo alla meta non è tranquillo. Ci sono poliziotti dappertutto e nonostante il travestimento da prete, il vagabondo si sente sempre un evaso. Questa dicotomia esce fuori alla grande nella scena della funzione religiosa, che il vagabondo officia naturalmente a modo suo. Con l’inesperienza mette in ridicolo tutti i gesti strani che fanno i devoti, poi dalla sua espressione si desume che i canti siano stonati e infine crea scompiglio facendo alzare e sedere in continuazione la gente.
Ovviamente non poteva mancare la questua, che il vagabondo segue con occhio molto interessato facendo vedere che è la parte più importante della funzione.
La perla del film però è la predica (l’episodio biblico di Davide e Golia) che il vagabondo recita come se fosse una pantomima, trasformando la chiesa in un palcoscenico teatrale, qualcosa di allegro in qualcosa di serio. Un bambino è l’unico che apprezza applaudendo alla bravura, mentre gli adulti restano sbalorditi. Per certi versi anticipa la scena della passerella di moda nel film Il piccolo diavolo di Benigni.

Altra parte importante del film è la scena del thè nella casa in cui il vagabondo/reverendo viene ospitato. Viene invitata una famiglia tipica composta da mamma, occupata solo a spettegolare, padre, tutto impomatato e altero, e infine dal bambino viziato e pestifero, il quale ne combinerà di tutti i colori, soprattutto al cappello del padre. Si tratta di una satira del piccolo-borghese che tornerà più cattiva e puntuta in Monsieur Verdoux, mentre il bimbo pestifero riapparirà in Un re a New York.

Nel finale il vagabondo viene scoperto, ma rivela il suo animo fondamentalmente onesto e gentile, riparando al furto di un suo ex compagno di carcere nei confronti della famiglia che lo ha ospitato. Stavolta però il suo gesto paga. Per la prima ed unica volta nei film di Chaplin, la legge transige alle sue regole ferree per venire incontro ad un povero diavolo. Lo sceriffo che lo dovrebbe riportare in cella, lo conduce invece al confine con il Messico e cerca di farlo scappare. Il vagabondo non riesce proprio a concepire che un uomo di legge possa fare questo e si comporta in maniera paradossale, facendo l’iperonesto (o forse l’ingenuo). Lo sceriffo lo deve proprio spingere con un calcio al di là del confine. Il vagabondo gioisce della libertà, si guarda però intorno e vede solo una landa desertica, per di più infestata dall’anarchia con bande che si affrontano fra di loro a pistolettate. Ecco che allora ritorna di corsa verso gli U.S.A., ma essendo lì un ricercato risolve il problema camminando a cavallo del confine: un piede negli Stati Uniti e l’altro nel Messico.
Un finale molto bello che si presta a mille interpretazioni: lo scarso nazionalismo del vagabondo, la difficoltà di vivere in qualsiasi stato della terra, l’assurdità dei confini sono solo alcune. Ognuno è libero di pensarla come vuole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/11/2006 22:52:56
   8 / 10
grandissima opera di chaplin...la scena in chiesa è fenomenale e la riproduzione della storia di Davide e Golia è unica e imperdibile...
secondo me l'unica sequenza che si poteva evitare è quella dove il bambino comincia a dare fastidio,si tira un po troppo per le lunghe e non riesce a far ridere come in altre occasioni...il finale è memorabile e di un'ironia che solo pochi sono in grado di fare...

p.s. con questo ho davvero visto tutto del grande chaplin e non vi nego che scrivo cio con un pizzico di commozione perche gia mi manca...mi manchera la sorpresa di sapere cosa fara nella prossima scena,quale sara la sua prossima smorfia...grazie charlie,io non ti ho mai dato nulla ma tu per me hai fatto davvero tanto...;-(

cinefilomalato2  @  27/12/2005 11:51:42
   10 / 10
Uno dei migliori mediometraggi di Chaplin. Una deliziosa satira sul bigottismo!

Ch.Chaplin  @  20/10/2005 12:56:36
   8 / 10
Niente di eccezionale se paragonato ai grandi capolavori..ma è un opera che non scade mai...strano anche xkè non si vede mai charlot negli abiti del vagabondo, ma sempre con la tunica da reverendo. alcune ottime gag, altre un po meno divertenti, altre ancora insulse agli occhi di uno spettatore di 82 anni + tardi..
ciononostante fantstica la maggior parte delle trovate del grande charlie..sarebbe un film da voto 7 ma grazie al finale straordinario si merita un voto in +..charlot si ritrova al confine tra Usa e Messico, da una parte è ricercato, dall'altra sarebbe libero. Chaplin gioca con l'assurdissima (x lui e anke x me) concezione dei confini nazionali (lo ricorderà anche nel discorso finale del grande dittatore "...to do away with national barriers, to do away with greed, with hate and intolerance!Let us fight for a world of reason...")ed il film finisce con charlot che corre lungo la linea di confine con una gamba in texas e l'altra in messico..grandissimo!

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