Madeleine Verdier, un'attrice squattrinata è accusata dell'omicidio di un famoso produttore. Con l'aiuto della sua migliore amica dimostra che il fatto è avvenuto solo per legittima difesa difesa. Viene assolta e diventa una star, finché la verità non si presenta alla sua porta.
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Discreta commedia francese anche se non irresistibile...qualche risata la si fa e la ricostruzione storica è di gran pregio. Però di giallo non c'è poi molto.
In queste tipologie di film Ozon è spesso una sicurezza: sulle orme di "Potiche" per il messaggio femminista anticonformista di fondo e senza dimenticare "Otto donne e un mistero" per il gusto del giallo e di una certa teatralità d'antan il film ha una buona propulsione comica, con personaggi gustosi che ne arricchiscono l'assunto ( come non citare l'inetto procuratore interpretato da Fabrice Luchini ) . Peccato che la Huppert, inarginabile nei panni della diva attempata in cerca di nuovi riflettori, porti in giro un personaggio troppo caricaturale per risultare credibile. Gli omaggi cinefili comunque non si contano, dal Wilder di "Testimone d'accusa" fino alla "carica dei 101". Un divertissement intelligente e di classe che proietta lo spettatore oltre lo spazio ed il tempo, regalandogli/le un'ora e mezza di intrattenimento di livello.
Una commedia deliziosa con un ottimo cast che dimostra l'estrema poliedricità di un autore come Ozon. Un inno al femminismo ed alla rivalsa femminile in un mondo dominato dagli uomini, dove tuttavia non nasconde le insidie di un femminismo di facciata in cui le due stesse protagoniste, aspiranti attrice ed avvocato, approfittano della situazione per fini puramente personali e di carriera, con la maliziosa manipolazione che operano nei confronti degli altri personaggi. Più sfaccettato rispetto alla sua apparenza ed una direzione che ricalca molto le commedie americane degli anni 30, epoca in cui lo stesso Mon Crime è ambientato.
Seguo assiduamente o quasi la copiosa filmografia di Ozon, che ha girato nella sua carriera una serie indiscussa di Capolavori ("Sotto la sabbia", "Les amants criminels", "Ricky", "Bella e giovane", "Nella casa", "Frantz") ma anche più di un paio di incomparabili porcate ("Cinquexdue", "Una nuova amica"). Beh mi pare chiaro che questo suo ennesimo film appartenga almeno in parte alla seconda categoria. Comincia alla grande, come una parodia del Noir e dei gialli di Simenon, poi ingloba il tutto in una screwball comedy dove il manierismo e il grottesco cercano di predominare. Chi ha scritto che è anche un irriverente trattato sull'emancipazione femminile dovrebbe guardarsi "Giochi nell'acqua" dell'immenso Greenaway. Intendiamoci il film è visivamente grazioso ma raggiunge vette insopportabili perché non fa ridere annoia ed è sempre sopra le righe, sprecando anche un'attrice come la Huppert in un ruolo alla Gloria Swanson davvero imbarazzante. Sono certo che l'imminente film su Fassbinder sarà centrato e riuscito, ma questo divertissment retrò mi ha solo infastidito