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Non è sicuramente al livello di Noroi, ma rimane comunque un mockumentary ben fatto, soprattutto grazie alla bravura degli attori (in particolare quello che interpreta l'uomo a cui viene inciso il simbolo e che poi diventa il protagonista è davvero convincente). Certo che però il finale, per quanto uno possa apprezzare le trovate fuori dagli schemi, è davvero troppo.... non so cosa avesse bevuto/fumato/mangiato Shiraishi quando gli è venuta l'idea di quel "filmato dall'aldilà". Mezzo punto in meno quindi per l'inquadratura più stupida che abbia mai visto, per un film che comunque si fa vedere volentieri dall'inizio alla fine.
Un maniaco impazzisce all'improvviso, uccidendo una ragazza e ferendo un uomo. Il fatto, concluso con il suicidio misterioso dello psicopatico, è stato casualmente ripreso su telecamera da uno dei presenti. Una giornalista vuole fare luce sull'accaduto intervistando l'uomo che è stato quasi ucciso e il fidanzato della vittima, scoprendo che dietro c'è un misterioso UFO e un inquietante simbolo da ripescare nell'antico folklore locale. Nel frattempo eventi paranormali turbano la realizzazione del film...
Dopo il gran successo di uno dei più begli horror che mi sia capitato di vedere, "Noroi", la perfezione del mockumentary horror, Koji Shiraishi ritorna con un altro finto documentario di matrice paurosa, girandolo in fretta e in budget bassissimo, lo stesso anno che pubblicò il suo più conosciuto film, il torture porn "Grotesque" e il dittico "Teketeke". Il risultato è sicuramente inferiore al bellissimo "Noroi", l'unico horror ad avermi tolto qualche anno di vita, perchè frettoloso e poco convoilgente, stentando difficilmente l'archetipo del terrore.
Il film, seppur interessante, si basa più sull'essenza vera del documentario, basandosi sulle parole dei diretti intervistati, e meno sul paranormale, comunque presente, soprattutto nel finale inspiegabile, talmente kitsch da poter essere ****** assoluta o genialità dell'anno. Tra gli attori, tutti bravissimi, spicca anche il regista Kiyoshi Kurosawa nei panni di sé stesso, che dona un po' di freschezza ad un prodotto sì originale, ma abbastanza stanco, perchè non decolla mai e non ha mai dei picchi di tensione o di paura. La trovata dell'UFo tentacolare, tuttavia, merita la visione di un film che pare la versione soft di "Cloverfield".
"Occult" è da catalogare tra i film minori di uno dei registi horror più originali e prolifi nipponici, mantiene alto l'interesse fino alla fine, ma non trova mai una vera e propria spiegazione convincente al mistero e non fa paura. Strano, considerando che l'autore è uno dei pochi a riuscirci come niente.
Praticamente introvabile, il film, è però visibile su youtube (!!!) con il titolo "The Unindentified".