the hater (2020)

The Hater non racconta tanto di nuovo sul mondo dei social media e sulla loro capacità di influenzare le masse che si bevono str0nzate su str0nzate (o fake news). Offre uno sguardo non tanto da chi subisce ma chi fabbrica la cosidetta fabbrica del fango. E non parliamo del classico leone da tastiera, ma di un individuo capace anche, a livello fisico, di penetrare le vite altrui e servirsene a proprio vantaggio. Tomasz non si puù nemmeno definire un antieroe, ma un "cattivo" nel vero senso della parola. La sua evoluzione inizia dal basso e sfruttando le falle di un sistema già corrotto di suo acquisisce sempre più potere a scapito di qualsiasi senso morale ed etico. Si lascia svuotare della propria umanità e conquista quel rispetto da coloro che lo avevano messo in disparte. Ottima l'interpretazione di Maciej Musiałowski, volto perfetto per questo personaggio privo di morale in un mondo che ben accetta individui come lui.

Film polacco molto attuale. Purtroppo è così con tutti questi social. Buon intrattenimento.

Veramente una piacevole sorpresa

L'identità fluida indissolubilmente composta da vita reale ("irl") e virtuale ("VR")/digitale è ormai diventata la nostra nuova esistenza quotidiana, perciò mi stupisce l'ipertrofic'affabulazione della cinematografia polacca (vedi anche "Sweat" di Magnus von Horn), il suo eccessivo romanzare le ricadute sui social media dei problemi tardoadolescenziali quando si è già pieni di storie vere d'influencer e spin doctor da tradurre in biopic. Forse da loro non ci sono fenomeni come i Ferragnez o i Casalino? Ne dubito.
Ps: "Corpus Christi" era d'un altro livello.

Scelto solo perché attratto dal titolo e dalla tematica che esso implica, credevo si trattasse della solita pecionata d'intrattenimento targata Netflix, non sapendo che alla regia c'era un giovane e talentuoso cineasta polacco candidato all'Oscar con Corpus Christi.

Ebbene ne sono rimasto molto sorpreso. Un ragazzo silenzioso con dentro un intero sistema ad orologeria pronto ad esplodere. Vorrebbe fare il salto di qualità e farsi apprezzare dagli amici alto borghesi e dalla ragazza che ama ma quando capisce che quella famiglia di cui vorrebbe far parte lo schernisce alle sue spalle, elabora un'intricata vendetta ai danni, non solo della famiglia in questione, ma anche di tutto l'establishment snob di cui fanno parte. Ne esce fuori il ritratto di un protagonista mostruoso e di un'intera società ancora più spaventosa, dove la rabbia e lo scontento tra le classi sociali trovano i propri canali di sfogo nei meandri più neri ed oscuri del Web.

Interessantissimo e spaventoso la rappresentazione dell'ufficio di fake news makers.

Ottimo thriller politico di grande coraggio visto il clima politico polacco, e particolarmente acuto nello svelare i retroscena del nuovo modo di intendere la comunicazione politica sfruttando i social network e gli umori della pancia dell'elettorato. Bravissimo il protagonista.

Film ben scritto ed anche ben interpretato dal protagonista.
Storia precisa ed incisiva.
Buona la regia.

Si tratta di un film abbastanza complesso ma se capito a fondo risulta non poco inquietante. E' la dimostrazione che oggi, con internet, si può fare tutto: con i social si possono manipolare, modificare finanche distruggere le vite degli altri. Il protagonista è appunto un giovane manipolatore freddo e cinico che usa i social per arrivare ai suoi più reconditi scopi fino ad estreme conseguenze. La vita oggi si vive anche nel virtuale e pure un semplice videogioco può essere un punto di incontro; ma nella pellicola c'è anche una dimostrazione circa l'arte della guerra: una vittoria la si raggiunge dal di dentro, stando a contatto con il proprio nemico. Komasa dirige in maniera asettica una storia precisa ed affilata come un bisturi dove, quasi come in un film di fantascienza, il male nasce dal virtuale e si esplica nel reale con un deflagrante momento di violenza. Bravo il protagonista.
Un film che mi ha reso ancora più contento di essermi tolto dal libro delle facce!