uno, due, tre! regia di Billy Wilder USA 1961
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uno, due, tre! (1961)

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locandina del film UNO, DUE, TRE!

Titolo Originale: ONE, TWO, THREE

RegiaBilly Wilder

InterpretiJames Cagney, Horst Buchholz, Pamela Tiffin, Lilo Pulver, Arlene Francis, Red Buttons

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 1961
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 1961

•  Altri film di Billy Wilder

Trama del film Uno, due, tre!

Un uomo d'affari americano arriva a Berlino Est per vendere ai sovietici la Coca-Cola, ma, tra una trattativa e l'altra, deve occuparsi della figlia del suo boss per impedirle di sposare un giovane comunista dissidente.

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Voto Visitatori:   8,68 / 10 (30 voti)8,68Grafico
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Voti e commenti su Uno, due, tre!, 30 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  15/11/2023 23:27:19
   10 / 10
Una delle migliori commedie del geniale Billy Wilder
Insieme al film italiano di Giorgio Bianchi Totò e Peppino divisi a Berlino del 1962 è uno dei due film in tempo reale sulla Guerra fredda e sulla costruzione del muro di Berlino .
Commedia scatenata con un bravissimo James Cagney( doppiato alla grande da Nando Gazzolo) e due attori all'epoca giovani poi presenti nel cinema anche italiano come Horst Buchholz( che ritroveremo anche nel film La Noia di Damiani tratto da Moravia) e Pamela Tiffin protagonista in film anche di Risi, Salce e Steno.
Ottimo il doppiaggio di tutti i personaggi in particolare quello di Luigi Pavese di un russo( lui che interpreterà uno spassoso colonnello sovietico nel film di Bianchi con Totò e Peppino citato sopra).
Commedia che sfotte sia il capitalismo , vedi scena finale, sia il comunismo.
Adatta e trascinante la colonna sonora di Previn
Da non perdere.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  21/03/2021 01:43:44
   7½ / 10
Simpatica commedia ambientata nella città simbolo della guerra fredda. In una battuta si parla di missili a Cuba un anno prima che fossero realmente istallati!

BlueBlaster  @  29/06/2020 12:29:35
   7 / 10
Simpatica commedia dei tempi ormai passati che racconta in modo leggero lo "scontro" culturale tra Germania Est ed Ovest...
Valide interpretazioni e risate assicurate escono dalle mani del maestro Billy Wilder.
Certo che è proprio un film PRO-STATES all'ennesima potenza e sicuramente sponsorizzato dalla Coca Cola...non vi è margine di pensiero per lo spettatore, qui ti dicono che i comunisti erano inferiori e punto!
Non mi fanno proprio impazzire film così ruffiani.

Dom Cobb  @  18/05/2019 16:02:46
   10 / 10
Berlino: nel pieno delle plumbee atmosfere della guerra fredda, lo spregiudicato imprenditore McNamara, intento a trattare la vendita di Coca-Cola al di là della cortina di ferro, viene incaricato dal suo boss di occuparsi della figlia frivola e incline alle scappatelle. Quando si scopre che la ragazza si è innamorata ed ha sposato un giovane comunista fanatico, si scatena l'inferno...
Se devo essere onesto, questa proprio non me l'aspettavo. Non che Billy Wilder lo avessi mai considerato un pessimo regista, anzi; solo, finora non era mai riuscito a confezionare una commedia che, secondo me, funzionasse al cento per cento. "Quando la moglie va in vacanza" era grazioso, ma nulla di trascendentale, e meno si parla di quella mattonata di nome "A qualcuno piace caldo", meglio è. Perciò, non avevo grandi aspettative avvicinandomi a questo film, tanto più che si tratta forse di uno dei titoli meno famosi del regista.
A torto, perché a mio modo di vedere, questo è un autentico, bistrattato ed assoluto capolavoro. Non ricordo di aver mai riso così tanto e così sguaiatamente in tutta la mia vita di fronte a una commedia, con le probabili eccezioni dei film del trio ZAZ (Zucker-Abrams-Zucker).
Le risate cominciano praticamente dalla prima scena,


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e da quel momento il film vola alto con il piede premuto sull'acceleratore senza mai rallentare neanche un istante, procedendo allo stesso ritmo insistente della "Danza delle spade" di Kachaturian che fa da tema principale; Wilder abbandona ogni remora e restrizione e mette in scena una dissacrante satira su praticamente tutti gli argomenti scottanti del momento, dal comunismo sovietico al capitalismo americano, dalla mentalità da squalo industriale dilagante nell'ambiente del protagonista al fanatismo idealista dei giovani. Niente e nessuno rimane risparmiato dalla lente d'ingrandimento del regista che, coadiuvato dallo sceneggiatore I. A. L. Diamond, imbastisce una perfetta commistione di battute a mitraglietta, gag slapstick nello stile più classico e battaglie verbali intrise di umorismo che passa dal nero al surreale; un cocktail esplosivo che non lascia un solo attimo di respiro, in specie nella delirante mezz'ora finale, dove tutto raggiunge apici di assurdità strepitosi.


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Il cast è una bizzarra commistione di vecchie glorie ormai sul viale del tramonto (James Cagney), nuove scoperte (Horst Bucholz, il giovincello dei Magnifici Sette) e specialità locali (Lilli Pulver), ma sorprendentemente funziona alla grande: Cagney in particolare da una prova maiuscola, divertente e divertita, contraddistinta dalla velocità atomica con cui parla e si muove senza un attimo di pausa, quasi fosse un personaggio dei Looney Tunes in carne ed ossa (grandioso Nando Gazzolo, il doppiatore italiano, capace di stargli dietro secondo per secondo); ma anche gli altri non scherzano.
Elencare le varie battute e situazioni sarebbe inutile, primo perché a farlo starei ancora qui fra una settimana, secondo perché rovinerei solo la sorpresa a chi magari si incuriosisce leggendo. Fra gli spoiler lascerò alcuni dei miei momenti preferiti come contentino, ma per il resto basti sapere che questa ora e cinquanta di pellicola è oro colato. Che sia in bianco e nero importa poco, se vi piace la commedia intelligente e di buona qualità passerete una visione indimenticabile.


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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  20/05/2018 16:40:58
   7½ / 10
Divertente commedia firmata dal grande Billy Wilder. Satira sui comunisti, i tedeschi, gli americani; anche se è indubbiamente un film molto americano. Ritmo incessante e battute frizzanti, un po' datato nei temi, ma ancora godibile.

ZanoDenis  @  22/09/2016 20:59:42
   9 / 10
Una delle più grandi opere satiriche del periodo, e dell'argomento, una successione di gag che lascia senza fiato, ritmo altissimo, sceneggiatura incredibile e parecchio frizzante, un film quasi totalmente teatrale, pienissimo di dialoghi e performance istrioniche da parte di tutto il cast, Wilder si diverte a giocare con le ideologie, dissacrando tutto, ma si diverte a giocare anche col destino beffardo. Commedia straordinaria.

eruyomè  @  17/12/2015 15:41:55
   7½ / 10
Ammetto che all'inizio non mi ha entusiasmato, forse certe battute e certa satira, che ho trovato un po' troppo a senso unico, mi son parse un tantino datate, però mano a mano che il film proseguiva mi ha preso sempre di più, e a un certo punto son stata catturata dal vortice frenetico, dal divertimento e dal ritmo della narrazione, e forse soprattutto dall'istrionismo di quel magnifico attore che è Cagney. Veramente una prova eccezionale.

topsecret  @  15/09/2014 12:27:17
   7½ / 10
Pimpante commedia diretta da Billy Wilder che prende in giro comunismo e capitalismo in chiave ironica e quasi farsesca.
Un Cagney sugli scudi è il protagonista indiscusso di questa pellicola frizzante e densa di simpatiche scenette, condite da dialoghi sagaci e spiritosi.
Assolutamente da scoprire e consigliare.

steven23  @  28/05/2014 21:24:14
   9 / 10
Pensando al periodo in cui Billy Wilder si dedicò alle commedie mi sovvengono principalmente tre titoli: "A qualcuno piace caldo"... "L'appartamento" e "Irma la dolce". Ecco, quale regista non farebbe carte false per vantare nel proprio curriculum tre lavori anche lontanamente paragonabili a questi? Stiamo parlando di pellicole straordinarie che, già da sole, garantirebbero giustamente un posto tra i più grandi registi del genere.
Ebbene, Wilder le realizzò nell'arco di quattro anni (e dopo aver già fatto lavori del calibro di "Sabrina" o "Quando la moglie è in vacanza")... ma c'è di più.
Questo "di più" risulta essere proprio la pellicola che sto commentando. Uscita a un anno di distanza dal già citato "L'appartamento" rappresenta l'ennesima, ulteriore conferma dell'assoluta grandezza di questo regista. Grandezza che quasi si fatica nel descrivere a parole... per comprenderla resta solo una cosa da fare, ed è guardarsi i suoi film.

Arrivando finalmente alla pellicola in questione beh, è eccezionale. Wilder demolisce la guerra fredda in piena guerra fredda... so che sembra un bizzarro giro di parole, ma non mi viene in mente nient'altro che possa spiegarlo con la stessa semplicità. Comunismo, capitalismo, la stessa Germania ancora impegnata a lasciarsi alle spalle la triste parentesi del nazismo... niente viene tralasciato, finisce tutto sotto la lente d'ingrandimento dissacratoria del regista. Una lente che non risparmia nemmeno gli aspetti più secondari che la guerra fredda ha portato con sé, su tutti l'importanza data al simbolismo. Basti pensare alla continua entrata in scena dell'orologio a cucù dello Zio Sam il quale, oltre a ricordare la sua presenza ogni mezz'ora, diviene anche il responsabile dell'arresto di Otto.
Il risultato è quindi una commedia dalla satira pungente e caustica, ricca di cadenze farsesche e personaggi, oltre che memorabili, anche perfettamente in linea con lo spirito della pellicola. Wilder, inoltre, calca la mano su certi loro atteggiamenti rendendoli delle autentiche canaglie. Basti pensare ai tre funzionari sovietici e al loro modo di vedere la segretaria di MacNamara, oppure al segretario del protagonista il quale minimizza quasi in modo macabro sul suo passato nelle SS ("facevo solo il pasticcere").
Ho lasciato per ultimo proprio lo stesso MacNamara, forse la "canaglia" per eccellenza dell'intera pellicola. Il suo cinismo, la sua visione del comunismo e i suoi atteggiamenti (verso lo stesso Otto, nei confronti dell'intero ufficio quando lo fa mobilitare per l'incontro del ragazzo con il suocero e anche con la segretaria) incarnano alla perfezione la figura del capitalista americano che vuole Wilder. E Cagney è fenomale nella sua interpretazione. Avete presente una mitragliatrice? Ecco, immaginatevi lui al suo posto, con le battute che escono al posto dei proiettili. E' fantastico e dimostra ancora una volta l'enormità della sua bravura.
Ottimo anche il resto del cast, da Bucholz per arrivare sino alla bella e svampita Tiffin, nessuno risulta fuori parte o sotto tono.
E il tutto scorre che è una meraviglia, con l'ultima mezz'ora da seguire tutta d'un fiato.
Imperdibile!

Goldust  @  07/08/2013 10:19:59
   9½ / 10
Una delle vette di Wilder, talmente avanti coi tempi da risultare incompreso al momento dell'uscita nelle sale. Capitalismo, comunismo, società consumistica e famiglia, nulla sfugge alla macchina dissacratoria del regista, pigiata al massimo sul pedale dell'accelleratore. Insomma, un fuoco di fila continuo di gag, ben assecondato dalla presenza dirompente di un James Cagney assolutamente inarginabile. Gustose le macchiette di contorno ( il militaresco assistente teutonico Schlemmer, lo scalcinato terzetto di ispettori sovietici ) mentre i quaranta minuti finali, con la trasformazione di Otto da comunista dissidente a nobile inappuntabile sono da vedere in apnea!

guidox  @  05/05/2013 14:38:40
   7½ / 10
veramente divertente e intelligente, questo è l'ennesimo film di Wilder che ho avuto modo di apprezzare.
bravissimo Cagney nel ruolo brillante, veramente la perla del film.
ottimi i dialoghi.
da riscoprire.

Lory_noir  @  26/12/2012 15:50:45
   7½ / 10
Una commedia frizzante e molto divertente sui cliché del'americano e del russo durante la guerra fredda. Il periodo in cui è stato realizzato sottolinea ancora di più quanto Wilder sia stato brillante nella messa in scena.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  31/03/2012 17:32:12
   7½ / 10
Con "Uno, due, tre" Wilder sviluppa e approfondisce lo stile particolare con cui ha concepito le sue commedie da "L'Appartamento" in poi. Generalizzazione dello stereotipo e ironia cinica la fanno infatti da padrone anche in questo film.
Ciò che lo distingue dai precedenti è il ritmo indiavolato, come da fuochi d'artificio, con il quale lo spettatore viene letteralmente preso per mano e fatto entrare in una specie di turbine, da cui ne esce quasi senza fiato. Situazioni, scene, battute si susseguono freneticamente colpendo chi guarda e lasciandolo meravigliato. Wilder quindi con questo film prova a fare il "virtuoso" e senza dubbio ci riesce. Anche oggi questa caratteristica stilistica è il maggior pregio del film, l'aspetto che lo fa apprezzare di più, nonché la parte più divertente. Grande merito va ovviamente all'interpretazione di Cagney.
Come detto, anche in questo film Wilder utilizza la forma del "tipo" per modellare i suoi personaggi. L'ambiente sociale è sempre quello della classe media impiegatizia, colonna portante e anima della società del godimento e del consumo "vizioso", visto anche qui come il vero motore della società e non come una piaga morale da combattere.
A questo schema molto semplificante, fatto di stereotipi e luoghi comuni, non si sottrae nemmeno il ritratto della parte "antagonista" della società dei consumi, cioè quella comunista, vista come un sistema che produce solo irregimentazione e miseria.
Tutto ovviamente è visto in modo semiserio e ironico. Lo scopo è quello di ironizzare sui luoghi comuni; la distorsione comica sta non nel rovesciarli ma nell'accettarli in maniera potenziata, portandoli alle estreme conseguenze (il ridicolo come paradosso della percezione tipizzata del reale).
L'ironia è una bestia bizzosa, non sempre ubbidisce ai propri voleri. Così anche in questo film, al di là della visione accondiscente e divertita dei vizi veniali del nostro mondo, sotto traccia viene fuori un ritratto sociale, etico e sentimentale umano davvero sconsolante. Diciamo che regna incontrastato il materialismo, l'opportunismo, il servilismo, la vanità, la superficialità, il carrierismo, l'ipocrisia e la prostituzione. Tutto viene agito per forme e regole prefissate, non per moto interiore del proprio animo. La mira è adeguarsi alle regole traendone il massimo profitto.
In questo, comunismo e capitalismo sono uniti, in pratica non c'è differenza fra i due sistemi, i funzionamenti sono i medesimi. Va a finire che a scapitarci di più poi è il sistema capitalistico. L'irregimentazione qui non è imposta dall'alto ma addirittura accettata e ricercata dai sottoposti stessi, nell'ottica del raggiugimento o meglio dell'avvicinamento agli standard materiali con cui la classe dominante rappresenta se stessa (la Coca Cola è uno di questi). La classe dominante stessa, che in "Sabrina" si autorappresentava come una classe attiva e civilizzatrice, adesso appare più come una classe parassita, dedita solo ai vizi e ai piaceri. Se non altro è l'unica che conserva dinamismo, spirito d'iniziativa ed è l'unico aspetto che le assicura il successo.
In questo quadro desolante l'unico personaggio che si salva, quello che a cui vanno quasi senza volerlo tutte le simpatie dello spettatore disincantato, è Otto, il giovane comunista.
Lui è l'unico che professi un'aspirazione, un ideale, un sentimento vero, profondo e sentito (anche e soprattutto amoroso). La sua resistenza e ribellione sono l'unico sussulto di dignità umana in un mondo popolato da automi tipizzati quasi inanimati. Il cinismo assoluto e "cattivo" di Wilder farà sì che anche lui alla fine ceda, si adegui e che anzi arrivi a guidare il sistema tanto "odiato".
Questo sistema basato sul "do ut des", sulla commercializzazione di ogni aspetto della vita umana (compresa quella intima), sull'accettazione e sulla naturalezza di tale stato di fatto, verrà espresso allo scoperto, in maniera diretta, in "Irma la dolce", dove la prostituzione perviene finalmente al suo status implicito di mezzo privilegiato nei rapporti fra uomo e donna, di forma principale con cui la donna esprime il suo ruolo in società.

6 risposte al commento
Ultima risposta 10/04/2012 17.01.36
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/08/2011 14:57:09
   9 / 10
Possiede un ritmo scatenato, fulminante nei suoi continui botta e risposta che si susseguono ad una velocità impressionante. In questo mettere alla berlina (a Berlino) ideologie contrapposte e la loro debolezza nell'essere messe in pratica, giganteggia la figura di James Cagney, attore senza dubbio più famoso per le sue parti da gangster. Ecco, Il film di Wilder, per chi conosce Cagney solo per i gangster movie, è un'occasione per apprezzarne le sue doti di poliedricità, dimostrando di essere perfettamente a suo agio come interprete di commedia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  15/06/2011 14:51:47
   9 / 10
Anni dopo l'uscita de "Il grande dittatore", Chaplin si risentì d'aver sottovalutato la tragedia dell'Olocausto. Sorte simile, con esiti assai peggiori, toccò a Billy Wilder col suo "Uno, due, tre!", girato a Berlino. Caso volle che a riprese già inoltrate si desse inizio alla costruzione del muro. In pochi giorni quella che era "solo" una linea invisibile si concretizzo materialmente e Wilder si ritrovò profeta involontario di un dramma storico senza precedenti. Divenne ovviamente oggetto di critiche severissime da parte dei recensori tedeschi, del resto è relativamente facile immaginare quanto teso dovesse essere il clima berlinese nel 1961. Alla luce di un tale scenario le battute del film, sferzanti, sottilissime, aforistiche, appaiono obiettivamente impudenti. Tanto più che l'occhio registico non si limita a sviscerare il presente, ma guarda con una certa insistenza ad un passato ancora vicinissimo e invadente, quello del Nazismo, un cancro di cui allora si intravedeva appena l'effettivo orrore. Oggi fortunatamente le oneste intenzioni di Wilder sono state chiarite e "Uno, due, tre!" è di fatto uno dei più pungenti spaccati storico-politici che il cinema satirico ci abbia regalato in quegli anni, battuto solo dal più lucido "Il dottor Stranamore". Una pellicola da riscoprire proprio in quella sua inconsapevole spudoratezza, uno dei casi rari in cui le strade di Cinema e Storia si sono letteralmente e fatalmente incrociate.

favoletta  @  11/05/2011 03:52:23
   9 / 10
Solo il genio di Wilder poteva tentare di fare della satira politica estremamente pungente sulla situazione est-ovest nel 1961e riuscirci in maniera così brillante!Un film frizzante, che non concede un attimo di respiro tra una battuta e l'altra.Divertente ed intelligente come pochi.Ma soprattutto colpisce come a distanza di 50 anni si tratti di un'opera dai temi attualissimi che potrebbe benissimo essere trasposta ai giorni nostri.La parola che meglio potrebbe descrivere quisto gioiello della commedia è : dissacrante. Assolutamente da non perdere!

Invia una mail all'autore del commento ciaco63  @  12/01/2011 00:03:33
   7½ / 10
Un piccolo gioiello di satira sulla situazione geopolitica negli anni della guerra fredda! Divertente e ricco di battute memorabili!

Mothbat  @  13/11/2010 01:54:03
   10 / 10
Stratosferico. James Cagney qui è un'autentica mitraglietta.
Tra le più belle e pungenti commedie del grande Wilder.

donfabios  @  27/05/2010 00:41:30
   9½ / 10
la commedia perfetta, temi delicati e storici da dissacrare, attori superbi, ritmo martellante e battute / gag esilaranti. Perfetto

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/02/2010 18:56:46
   8½ / 10
Splendida commedia firmata Wilder che ormai non mi sorprende piu'!
Questo film mantiene intatta tutta la sua verve comica a distanza di cinquant'anni,mai un attimo di sosta,le battute sembrano sparate con la mitragliatrice!
Impossibile non divertirsi con questo magnate della "coca-cola" costretto a varcare la soglia del suo Mondo per passare dalla parte del "nemico" comunista!
Un modo anche per parlare della situazione Tedesca nel periodo della guerra fredda!
Gran film!

dobel  @  11/10/2009 16:02:09
   10 / 10
La lettura del genio di Wilder sulla contrapposizione Est - Ovest ai tempi della cortina di ferro.
Da vedere, meditare, contemplare... Intanto un immenso James Cagney, poi una vicenda esilarante ricca di equivoci, gag, colpi di scena imprevedibili.
Siamo di fronte ad una sinfonia di Mozart: tutto è perfetto al millesimo; tutto ha un ritmo frenetico che trasmette la follia stessa della vita; soprattutto il film ha un crescendo quasi insostenibile che da un andante lo trasforma a poco a poco in un allegro furioso senza che lo spettatore se ne accorga se non quando ormai si trova travolto da questa folle giornata!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  16/05/2009 15:39:09
   8½ / 10
Incredibile e bellissima commedia diretta da un'insuperabile Billy Wilder!! James Cagney forse era drogatissimo per riuscire a recitare in quel modo, basta pensare alla sequenza finale molto frenetica e tremendamente carica di tensione dove l'attore raggiunge il suo massimo livello d'espressione. Scene troppo divertenti e una splendida lotta dai toni satirici fra capitalismo e comunismo. Esilarante!

pinhead88  @  07/05/2009 17:19:56
   10 / 10
il re della commedia non sbaglia ancora una volta.una commedia deliziosa e pungente,riuscita in tutto.non mancano i momenti esilaranti che fanno sbellicare dalle risate.fantastiche tutte le interpretazioni
da vedere assolutamente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/05/2009 19.19.30
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/03/2009 13:19:02
   9 / 10
Uno dei pochissimi Wilder che mi mancano (due, tre!). IMPRESSIONANTE l' interpretazione di Cagney, che quando afferra il pompelmo in quell' ironica autocitazione, ragazzi sono brividi. Dopo "L' Appartamento" inizia il viaggio europeo e non poteva mancare la propria Germania, e questa volta alla berlina è messo il capitalismo. Ma è la forma ad essere straordinaria: quella formula perfetta secondo cui Lubitsch dichiarava che un elemento deve essere sfruttato il più possibile, e con l' immancabile, lubitschiana sfumatura di malinconia nel finale. Tra i migliori di Billy Wilder.

Beefheart  @  11/07/2007 15:56:48
   8½ / 10
Divertente e brillante commedia satirica, made in USA ma ambientata a Berlino durante la costruzione del Muro, dissacrante e provocatoria verso tutto e tutti. In breve, MacNamara, il direttore americano dello stabilimento della Coca-Cola di Berlino, si trova, suo malgrado, a dover ospitare la figlia vacanziera di un suo superiore della sede di Atlanta che si raccomanda con lui affinchè le dia appoggio e vigili su di lei. Puntualmente costei si innamora e, in pochi giorni, sposa in segreto, un giovane "bolscevico" anti-capitalista, costringendo MacNamara, che vede sfumare ogni possibilità di una promozione a massimo dirigente europeo, a farsi in quattro per sistemare le cose prima che i genitori di lei la raggiungano in Germania per farle visita. Gli eventi roccamboleschi si susseguono in rapida sequenza, con un ottimo ritmo narrativo e siparietti decisamente divertenti, così che la presa sullo spettatore non diminuisce mai, dall'inizio alla fine. A livello di contenuti, come dicevo, ce n'è un po per tutti: dalla caricaturizzazione dell'ideologia comunista, all'ironia sui russi pasticcioni e allupati, sui tedeschi buffamente pragmatici, sui giovani svaniti e frivoli, sulla classe dirigente americana ipocrita ed arrivista. Il tutto oliato da una felicissima ironia di fondo. Il cast è in grande forma e su tutti splende incontrastata la stella del grandissimissimo James Cagney, con un'interpretazione irripetibile ed impareggiabile, satura di energia, vitalità, impeto, lucidità e maestria che fa della sua sola presenza scenica un motivo più che valido per non perdersi assolutamente questo film. Potentissimo anche il personaggio di Schlemmer, l'assistente, che ad ogni ordine di MacNamara scatta sull'attenti sbattendo i tacchi. Decisamente consigliato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/03/2006 13:52:06
   9 / 10
Non ha perduto nulla dell'antica freschezza, e forma - con Citizen Cain (Quarto potere) e Il dr. Stranamore un trittico perfetto sul potere imperialista e i crocevia del sistema capitalista.
In fondo, l'istrionico e spregiudicato Mac Namara potrebbe essere l'addattamento farsesco del personaggio di Welles nel suo primo, indimenticabile film.
Ma è anche e soprattutto una satira beffarda e feroce sull'estabilishment Usa, che da una parte mette in risalto con protervia ammirazione l'"asso nella manica" della produzione americana e dall'altra dipinge un personaggio cinico, fors'anche crudele, ma dopotutto quasi commovente e comprensivo nella gestione "disperata" della salvezza del suo impero (mi ricorda qualcuno da vicino).
Mac Namara è tutto nelle spalle di Cagney, letteralmente formidabile, un mix esplosivo di gigionismo e prepotente vitalità.
Uno che preferisce "un eroe morto piuttosto che un comunista vivo" e la dice lunga sul concetto di Democrazia espresso in anni non lontani, con lo spettro del Maccartismo dove forse questo film non avrebbe potuto nemmeno trovare una distribuzione.
Come spalla, Wilder (occhio: viennese che lavoro' spesso a Berlino prima della seconda guerra mondiale) sceglie l'ineffabile Bucholz, ottimo attore polacco paradossalmente spesso impegnato in ruoli di nazista (suo l'addio alle scene nell'acclamato "la vita è bella" di Benigni), mentre la Tiffin inaugura un clichè che gli è consono, quello della bellona dal cervello fino che fa innamorare di sè per le sue procacità ehm fisiche.
Gustato tutto d'un fiato, il film è semplicemente esaltante, una delle commedie migliori del regista. Ma è anche una rutilante e ininterrotta fila di sequenze memorabili: su tutte, la corsa in macchina dei russi ingannati da Mac Namara in una Berlino fredda e sinistra come mai ci era capitato di vedere, l'esilarante scambio-baratto con la segretaria (sarebbe degna di una puntata dei Simpsons ai nostri giorni), il russo che si toglie la scarpa come Krusciov, le strenue difficoltà del leninista Otto con i vantaggi (svantaggi) del Modello Capitalista Occidentale ("E' il segreto del nostro benessere, tutti hanno debiti con tutti" cfr. riferimento indiretto a un certo Howard Hughes?).
Al di là di dialoghi irresistibili come "lui non porta mutande? Ci credo che vincono la guerra fredda", e della trionfante Cavalcata delle Valchirie usata molti anni prima di Coppola, questo è un film seminale come pochi, e riflette il clima di distensione dell'epoca, dei dialoghi e della collaborazione, promosso da Kennedy e dallo stesso Krusciov...
Ma è soprattutto un'ineffabile rilettura di un marxismo che davanti alle incongruenze dell'idealismo si ribella, diventando un altro esempio di "soggetto ordinario", come giustamente mostra di fare l'invasato otto quando scopre che la purezza del disegno "socialista" è solo un bluff...
Un vero esempio di quanto il cinema di Wilder, ingiustamente sottostimato come autore "leggero" di commedie, sia stato in realtà tra i piu' profondi e radicali nel mettere a soqquadro l'egemonia sociale di una nazione, o forse soltanto quella dell'Uomo nel suo ambiente circoscritto.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  27/11/2005 19:16:05
   8 / 10
Splendida commedia con un grande J.Cagney.
Il ritmo frenetico non concede pause e l'attenta regia di B. Wilder da il giusto tono ironico al film.
Davvero un gran film!

Invia una mail all'autore del commento Il Franchi  @  28/08/2005 14:27:27
   9 / 10
L'unico commento degno è saltare in macchina, mettere "La danza delle spade" a tutto volume e iniziare a girare per il centro a centotrenta all'ora

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  17/01/2005 21:44:45
   9 / 10
Incredibilmente comico...non me lo aspettavo così! Mi è piaciuto veramente molto, ma io preferisco "Prima Pagina" e soprattutto "A qualcuno piace caldo".

2 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2005 12.05.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  02/12/2004 20:59:13
   10 / 10
Una commedia che funziona come un meccanismo a orologeria, un ritmo indiavolato, una sceneggiatura che non sbaglia un colpo e infinite gag memorabili.
"Uno due tre" è una commedia farsesca come non se ne vedono da decenni, non c'è un attimo di silenzio, i dialoghi sono velocissimi; Wilder ironizza sul comunismo e sul capitalismo, e dimostra di aver imparato la lezione di Hawks e Lubitch.

Senza un attimo di tregua, veramente esilarante, con un cagney insolito e memorabile.

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