speciale shokuzai - episodio 1 - sae, la bambola francese
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Episodio 1 - Sae, la bambola francese

Un cortile di scuola, cinque bambine che giocano. Un uomo si avvicina a loro. Dice di essere della manutenzione e gli serve aiuto per riparare un macchinario. Un corpo più piccolo può agevolare il suo compito. Si offrono tutte insieme, ma viene scelta Emiri. La tragedia si compie.
Shokuzai - Episodio 1 - Sae, la bambola franceseDopo aver aspettato invano le quattro bambine si recano nella palestra e trovano il corpo straziato di Emiri. Spaventate, decidono di cercare aiuto: Maki rientra nella scuola in cerca degli insegnanti, Akiko corre alla casa dei genitori di Emiri, Yuka a chiamare la polizia. A Sae viene dato forse il compito più ingrato per una bambina: vigilare sul cadavere di Emiri.
Delle quattro bambine, Sae è quella che più di tutte ha subito il trauma della morte di Emiri fin dall’inizio. Rimasta sola a sorvegliare il cadavere di Emiri, dapprima rimane paralizzata di fronte al corpo dell’amica, poi si raggomitola accovacciata lungo il muro della palestra e chiede aiuto. Acquisisce in maniera traumatica la consapevolezza della morte. Una bellissima sequenza quella di Kurosawa, una delle migliori di "Shokuzai", che grazie all’alternanza del montaggio giocata sul campo/controcampo del volto di Sae e il cadavere di Emiri (ripreso da diverse angolature) alzano sensibilmente il livello della tensione.
Lo shock contribuisce con ogni probabilità a rimuovere dalla sua mente il volto dell’assassino, impedendole di dare un contributo nella ricostruzione del volto e nella cattura dell’uomo. Ad una mente già segnata da questa esperienza il colpo finale lo offre l’ira di Asako, la madre di Emiri.
In tutti gli episodi di "Skokuzai" viene ripetuta la medesima sequenza: dopo la morte di Emiri, le quattro amiche giungono nella dimora della loro compagna accolte amichevolmente da Asako. Dopo brevi convenevoli, Asako mostra il vero volto di una madre sconvolta dal dolore. Rimprovera alle bambine di non aver fornito indizi utili alla cattura dell’assassino, non crede alla loro parola quando hanno affermato alla polizia di non ricordare il volto dell’assassino di Emiri. Non concederà a loro alcun perdono finché il colpevole sarà a piede libero. Sono parole pronunciate con una tono da condanna, quasi una maledizione che pende sul capo di quattro bambine di nemmeno dieci anni. Dopo il congedo, Sae è visibilmente sconvolta.
Piccola digressione: la bambola francese.
Parallelamente e immediatamente precedente a questi avvenimenti, avvenivano degli strani furti nelle abitazioni della città. Venivano rubate delle bambole francesi dalla tipica foggia occidentale dei lineamenti. Anche la bambola di Sae subì lo stesso destino. La teca dove era contenuta la bambola era vuota. Una sottotrama in apparenza svincolata dal contesto della storia ma che acquisisce la sua importanza dopo la morte di Emiri. Quello che subisce Sae in realtà è una duplice perdita: quella della sua bambola e soprattutto dell'amica Emiri, vista nel vuoto di quella palestra come una bambola rotta. In una sorta di meccanismo misto fra autodifesa e autopunizione decide egli stessa di diventare una bambola.

Quindici anni dopo Sae lavora come infermiera in un ospedale. Una ragazza normale come tutte le altre, attraente come tante ragazze giovani, ma ancora segnata dagli avvenimenti di quindici anni prima. Ha un timore profondo nei confronti degli uomini, quasi un terrore che la irrigidisce o addirittura la fa fuggire anche quando incrocia un semplice sconosciuto. Avendo completamente rimosso il volto dell’assassino di Emiri, quindici anni prima, potenzialmente ogni volto della folla potrebbe essere l’omicida di tanti anni fa. Inoltre l’esperienza passata ha lasciato un segno tangibile non solo nella propria psiche, ma anche a livello fisico: pur avendo oltre vent’anni non ha ancora avuto le mestruazioni. Non è una donna, è ancora una bambola.
Shokuzai - Episodio 1 - Sae, la bambola franceseEppure una molla inconscia la fa agire in un senso totalmente opposto, accettando di incontrare un vecchio amico di scuola (di quegli anni) che le ha fatto una proposta di matrimonio, affermando di essere sinceramente innamorato di lei.
Sae assume un atteggiamento molto contradditorio nei suoi confronti. Da una parte accetta di incontrarlo, dall’altra non fa altro che sminuire se stessa nei suoi confronti per scoraggiarlo di questa sua proposta. Afferma di essere una donna anormale, di essere imperfetta, di non aver mai avuto mestruazioni.
L’uomo non si scompone, anzi le confessa il suo amore che risale proprio ai tempi dell’infanzia. Sposarla sarebbe il coronamento di un sogno. L'eventuale mancanza di figli non rappresenta un problema. Takahiro è una personalità debole soffocata dall’autoritarismo paterno, con una vita già predefinita a cui non mai voluto opporsi. Il matrimonio per lui rappresenterebbe la prima scelta della sua vita svincolato dalla volontà del padre. Una prima volta a cui potrebbero seguirne altre in modo di allentare sensibilmente questo rapporto molto difficile. Ha una posizione economica molto elevata e dopo qualche titubanza, spinta anche da questa sincerità reciproca, Sae accetta di sposarlo. Il matrimonio dopotutto potrebbe essere l’inizio di un processo di maturazione fisica e mentale praticamente cristallizzato dalla morte di Emiri. Potrebbe essere l’inizio della normalità, diventare finalmente una donna adulta.

Un'illusione temporanea perchè Takahiro, prima del matrimonio, mette subito le carte in tavola, rivelando a Sae le proprie ossessioni. L'appartamento dove andranno a vivere Sae e Takahiro diventa lo scenario di opposti stati emotivi: l'estasi e il coronamento di un sogno per Takahiro e la frantumazione delle proprie aspettative per Sae che si ritrova proiettata nell'incubo di quindici anni prima.
Shokuzai - Episodio 1 - Sae, la bambola franceseTakahiro infatti le fa una sorpresa. Sveste Sae e la riveste con degli indumenti infantili fatti su misura per lei. Aprendo gli occhi scopre di essere vestita come la bambola francese che le era stata trafugata e davanti ai suoi occhi c'è proprio la SUA bambola francese. Takahiro le rivela di essere lui il ladro di bambole francesi. Questa particolare ossessione per le bambole lo ha portato ad identificare la bambola con chi la possedeva. Una specie di concorso di bellezza perverso che Sae ha vinto, perché lei rappresenta tutto ciò che Takahiro desidera: una bambola umana da contemplare.
Può sembrare illogico che malgrado tutto questo la ragazza accetti comunque di sposare Takahiro, ma più logico riflettendo sul fatto che tale momento è la fine di un percorso iniziato quindici anni prima. In tutto questo tempo l'assassino di Emiri è rimasto impunito, lei stessa non ha dato alcun contributo alla sua cattura. Sae quindi si rassegna ad un destino, perpetuando la propria condanna perché non vi è stata l'espiazione del suo peccato. Una doppia condanna: la propria e quella di Asako.

Il giorno stesso del matrimonio infatti, prima di entrare alla cerimonia vestita con l’abito da sposa, incontra proprio Asako. La madre di Emiri sembra non invecchiata di un solo giorno dal loro ultimo tumultuoso incontro di molti anni fa, come se avesse cristallizzato a sua volta la propria età a quindici anni prima, paralizzandola alla radice temporale del proprio dolore. Shokuzai - Episodio 1 - Sae, la bambola franceseAsako è una presenza costante per tutto il serial che diventerà centrale solo nell'ultimo episodio, ma si aggira dentro le vite di queste ragazze come una presenza spettrale dalle molteplici sfaccettature. Il punto di vista di ogni episodio di "Shokuzai" è fondato principalmente sulla soggettiva delle sue protagoniste. La presenza di Asako per Sae è assimilabile a quella di uno spettro shakespiriano che le ricorda la sua promessa.
L'appartamento è uno scenario perfetto, nella sua pulizia e nella sua asetticità, alla perpetuazione della condanna ad essere per sempre una bambola, in forte contrastato con l’orrore e il disagio interiore dei suoi protagonisti. Un'ambientazione ai limiti dell'astratto dove l'appartamento funge da immensa teca per custodire la bambola umana Sae, confezionato in una fotografia raggelata e dalla messa in scena pressoché perfetta. Un matrimonio apparentemente normale di giorno ma non di notte. Non consumato, ma puramente legato alla contemplazione di Takahiro nei confronti di Sae vestita da bambola. Infatti prima di coricarsi, il marito impone alla moglie di vestirsi da bambola e mettersi in piedi davanti al talamo nuziale. Solo il tempo di addormentarsi felice e Sae può raggiungerlo. Deve uscire di casa solo stretto necessario, non vedere nessuno, nemmeno la madre. La vita perfetta per una bambola: contemplata, adorata, pura ed intoccabile.

L'orrore in molti film di Kiyoshi Kurosawa non è mai apertamente visibile. Scaturisce molte volte dalla sfera interiore dei suoi personaggi. Prima di mostrare l'orrore bisogna approfondire e scavare nel personaggio e "Shokuzai" non rappresenta certamente un'eccezione nella filmografia del regista nipponico.
Shokuzai - Episodio 1 - Sae, la bambola franceseAnche in questo caso la ribellione di Sae a questa condanna è un meccanismo inconscio imperscrutabile dell'animo umano, una ribellione verso una forzatura delle leggi naturali. All'ennesima rappresentazione dello stesso spettacolo, Sae si corica a letto ed istintivamente si avvicina al corpo del marito toccandolo appena. Un contatto fisico quasi impercettibile che ha una vita matrimoniale fuori dai canoni. Più che marito e moglie, due singoli individui uniti dalla propria complementarietà, ma con quasi assenza di un vero contatto fisico. Sae con quel semplice gesto istintivo sfata come un tabù personale. Desidera. Con il desiderio diventa una donna. Il giorno dopo ha i dolori del ciclo.
Si ribalta così il rapporto iniziale tra Sae e Takahiro. Diventando donna per Takahiro è la fine di un sogno, la fine di una purezza. La sua bambola è un oggetto sporco ed impuro, non degno di essere contemplato. Takahiro, mentre sta scendendo il sangue mestruale, ripudia Sae.
Importante anche la scelta dei colori per Sae che assumono una forte valenza simbolica, la sua maturazione o meglio la sua trasformazione in donna. Chiari e candidi i vestiti da bambola, una veste nera mentre tra le gambe scorre il sangue quando ha le prime mestruazioni davanti a Takahiro.
L'atto finale dopo l'uccisione di Takahiro in quel talamo, che non ha mai assaporato come donna, è uscire dall'appartamento e vedere di nuovo Asako. Diversamente dal giorno del matrimonio, dove la presenza di una damigella confermava l'effettiva presenza di Asako, in questo caso è più una proiezione interiore della coscienza di Sae che rivela l'omicidio del proprio marito. Chiede perdono per la morte di Emiri, per non aver potuto fare nulla in tutti questi anni. Alla condanna precedente se ne aggiungerà un'altra pronunciata dalla legge umana. Un'altra espiazione.


Torna suSpeciale a cura di The Gaunt - aggiornato al 26/02/2013

Speciali Filmscoop.it

SHOKUZAI