Recensione cyberbully - pettegolezzi on line regia di Charles Binamé Canada 2011
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Recensione cyberbully - pettegolezzi on line (2011)

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locandina del film CYBERBULLY - PETTEGOLEZZI ON LINE

Immagine tratta dal film CYBERBULLY - PETTEGOLEZZI ON LINE

Immagine tratta dal film CYBERBULLY - PETTEGOLEZZI ON LINE

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Immagine tratta dal film CYBERBULLY - PETTEGOLEZZI ON LINE

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"Cyberbully - Pettegolezzi online" è un filmtv prodotto dalla ABC Family, rete televisiva via cavo statunitense, di proprietà di ABC Family Worldwide Inc., una divisione di The Walt Disney Company. Uscito sulla tv statunitense il 17 giugno 2011, è ora disponibile in Home Video da febbraio 2012.

Taylor Hillridge è una giovane liceale a cui la madre regala un computer per il compleanno. Entusiasta della sua indipendenza sul web, si iscrive al social network più in voga tra i suoi coetanei ed il potere di Internet le si prospetta subito con chiarezza: è un mondo in cui anche una ragazza timida come lei può avvicinare uno dei ragazzi più corteggiati della scuola o conoscerne di nuovi ed interessanti.

Internet, però, ha anche una doppia faccia che Taylor scopre fin troppo presto. Se nascondersi dietro ad uno schermo può essere utile per parlare con più disinvoltura e farsi nuovi amici, può essere utilizzato anche per insultare e denigrare con facilità. Senza un vero motivo, Taylor diventa vittima di "cyber-bullismo": decine e decine di ragazzi iniziano a scrivere commenti cattivi sulla bacheca del suo profilo. La insultano, la umiliano, la deridono, la fanno soffrire. Una situazione sempre più insostenibile che continua sia a scuola che a casa in maniera crescente, tanto che Taylor si rende presto conto di non essere in grado di gestirla, né tanto meno di uscirne.

Quello dei social web sarà pure un mondo virtuale, ma questo tipo di molestie sono tanto reali quanto quelle fatte di persona, se non peggiori. Le immagini che associamo al bullismo sono quelle di intimidazioni fisiche tra coetanei: spinte, pugni, furti, vandalismo ecc. Ma se in Italia ancora non si presenta come un problema grave, il "cyber-bullismo" è una realtà sempre più presente oltreoceano, dove i portali web sono numerosi e l'età in cui si aprono account sui social network si abbassa vertiginosamente. Così non è difficile che i ragazzi più giovani siano insultati pesantemente per qualsivoglia motivo su uno spazio pubblico, che chiunque può leggere: la fisicità, le scelte sessuali, gli interessi e le passioni, le abitudini culturali, l'etnia, ecc diventano pretesti per umiliare.

Le parole feriscono. Quanto e più di un coltello. Soprattutto quando chi è colpito è un adolescente, capace di vedere una ferita mortale in un piccolo graffio e l'Oceano Pacifico in una pozzanghera. Prede facili, deboli, indifese.

Se le vittime del bullismo "classico", vissuto tra i banchi di scuola, possono trovare un po' di sollievo tra le mura domestiche, quelle che subiscono il "cyber-bullismo" vengono colpite ininterrottamente. Troppo facile dire di non usare internet e social web per evitare il problema: i nuovi media sono profondamente integrati nella vita degli adolescenti di oggi. Fa parte della loro vita sociale, non utilizzarli corrisponderebbe a rifiutare la società moderna, ad estraniarsi dal mondo, probabilmente con un effetto anche peggiore. Come dire di arginare il problema dei tele-dipendenti, non comprando il televisore. Discorso fattibile per chi ha vissuto prima degli anni '50, non per chi con la TV in casa c'è nato.

Allo stesso tempo, il "cyber-bullismo" non è un tema da sottovalutare. Nessuno può sapere come un giovane possa reagire ai continui attacchi dei coetanei: sentirsi diverso, rifiutato o disprezzato dalla comunità, sentirsi solo può portare a scelte sbagliate o ad azioni avventate.

Quindi cosa fare? Reagire.

Taylor impara che si può bloccare chi non ci piace, si può denunciare alla sicurezza del social web l'utente che calunnia o insulta e poi si può combattere perché gli Stati che non l'hanno ancora fatto si adoperino perché venga stipulata una regolamentazione precisa sul bullismo cibernetico.

"Cyberbully - Pettegolezzi online" non è una pellicola perfetta e risente di una sceneggiatura televisiva che tende a semplificare troppo le soluzioni a problemi per niente banali. Ad ogni modo, però, riesce a prendere lo spettatore grazie all'attento sviluppo di una tematica interessante e all'ottimo lavoro del cast.

La protagonista Taylor è interpretata da Emily Osmet, giovane attrice cresciuta in casa Disney, che sviluppa questo personaggio in maniera totale, convincendoci con la sua performance della maturità artistica raggiunta: grandi passi dal ruolo di Lilly, nella fortunata serie televisiva Hannah Montana, che l'ha resa famosa al grande pubblico. La madre di Taylor, Kelly, è invece portata sullo schermo da Kelly Rowan, conosciuta soprattutto per il suolo di Kirsten Cohen nella serie televisiva The O.C..

Lavoro dignitoso anche se privo di lodi, "Cyberbully - Pettegolezzi online" è di lunga superiore a tanti "filmetti" adolescenziali usciti nelle sale mondiali, è un film-tv realizzato con intelligenza, davvero utile per la scoperta di una realtà di cui l'informazione non si cura abbastanza. Il film vuole appunto rimediare, cercando di rendere più persone possibili coscienti di questi problemi. L'utilizzo di Internet si è ampliato moltissimo in pochi anni e continua ad espandersi non solo in termini di numeri di utenti, ma anche di possibilità offerte nel web. Sembra arrivato il momento che tutti i Paesi si impegnino alla realizzazione di una regolamentazione completa e dettagliata.

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Recensione a cura di Corinna Spirito - aggiornata al 04/05/2012 12.26.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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