Recensione dalla cina con furore regia di Lo Wei Hong Kong 1972
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Recensione dalla cina con furore (1972)

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locandina del film DALLA CINA CON FURORE

Immagine tratta dal film DALLA CINA CON FURORE

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"Dalla Cina con Furore" ("Jingwu men"/"Fist of fury") è il primo film di Bruce Lee ad essere stato distribuito in Italia, ma è in realtà la seconda pellicola che lo vede protagonista; purtroppo si tende a confondere i primi film arrivati in Italia con i primi girati solo ad Hong Kong rischiando di non evidenziare bene l'evoluzione di un attore.

In molti pensano che "Dalla Cina con furore" sia stato anche il primo film di arti marziali in assoluto ad essere giunto nel nostro paese. In realtà le cose non stanno così e questo "onore" spetta a "Cinque dita di violenza". Quello che è certo è che "Dalla Cina con furore" è stato quello che qui ha avuto più successo, poiché neppure i successivi film di Bruce Lee distribuiti in Italia, sarebbero riusciti ad incassare maggiormente!

Il cast di "Fist of fury" è uno dei migliori che si potesse avere all'epoca, per un film di arti marziali, ed è stato girato con un maggior budget, rispetto a "Big Boss", proprio grazie al grande successo che ha avuto quest'ultimo.
La storia non è particolarmente originale, poiché il tema appartiene ad un filone già allora ben noto -quello delle "scuole rivali"- ma "Fist of fury" può essere considerato uno dei migliori, se non il migliore in assoluto.
Il merito principale va sicuramente alla presenza scenica del grande Bruce Lee, che in questo film interpreta Chen Zhen, il più forte allievo di una scuola di arti marziali della Shanghai degli anni 30, periodo in cui la città era sotto il dominio nipponico. I cinesi risultano essere quindi emarginati dai prepotenti dominatori giapponesi, e quando muore il maestro della scuola di Chen, quest'ultimo, trovando la cosa sospetta, comincia a indagare per conto proprio...
Il personaggio interpretato da Bruce Lee risulta avere un comportamento perfino più focoso e impulsivo di quello del film precedente, e finirà per ritrovarsi in una situazione da cui non potrà più tornare indietro.

Riguardo ai combattimenti, è da ricordare sicuramente quello nella palestra giapponese, dove Chen affronta da solo una folta schiera di allievi. Proprio in questo frangente Bruce Lee utilizza per la prima volta i suoi mitici nunchaku, arma praticamente sconosciuta al pubblico occidentale dell'epoca! Il grande Bruce era particolarmente abile nel maneggiarli e ne avrebbe fatto uso anche in tutti i suoi film successivi.
Da antologia anche le sfide finali di Chen contro il mercenario russo (interpretato dall'americano Robert Baker) e contro Suzuki (interpretato da Riki Hashimoto). Una curiosità: a fare la controfigura di Hashimoto, nel duello finale, è stato il mitico Jackie Chan, che ha iniziato la sua carriera proprio come stuntman!

Il regista Lo Wei ha comunque il merito di essere riuscito a trovare il giusto equilibrio fra le scene di combattimento e le altre situazioni, trattando anche argomenti come i pregiudizi razziali. Non per niente alcuni dei maggiori "cultori" di Bruce Lee considerano questo il suo film migliore.
La pellicola termina con uno dei più famosi "stop shot" della storia del cinema, ma se nell'edizione italiana la gente che assiste incita Chen a salvarsi, nella versione originale lo insulta!

Il successo di questo film a Hong Kong fu perfino maggiore di quello precedente. Questo successo portò i produttori a giocarsi la carta del mercato estero, dando così l'occasione a Bruce Lee di ottenere quello che desiderava: una fama internazionale. Occasione che gli era stata tolta in precedenza, negli USA, quando gli fu preferito David Corradine, come protagonista della serie "Kung Fu".

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Recensione a cura di Anakin - aggiornata al 18/03/2005

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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