Recensione il truffacuori regia di Pascal Chaumeil Francia 2010
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Recensione il truffacuori (2010)

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locandina del film IL TRUFFACUORI

Immagine tratta dal film IL TRUFFACUORI

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Lo scorso mese di ottobre, al cinema Odeon di Firenze, in occasione del France Odeon - Festival del cinema francese, è stato presentato in anteprima nazionale una commedia sentimentale d'azione, niente affatto mielosa, dal sapore tipicamente frankcapriano, che in questi giorni ritroviamo nelle sale per festeggiare S. Valentino.

Protagonista è il bell'Alex Lippi, un ragazzo trentenne che di professione fa "Il truffacuori", o, per meglio dire, lo sfasciacoppie.

Nella sua attività Alex è un artista molto rigoroso, che applica una sua personale teoria sulle donne.
Secondo l'affascinante seduttore infatti, le donne si dividono in tre categorie: quelle felici, quelle infelici che lo accettano e quelle inconsapevolmente infelici.

La sua etica professionale lo impegna ad occuparsi esclusivamente solo di queste ultime, mettendo le sue capacità seduttrici al servizio della causa di ridare loro la voglia di vivere e la forza di chiedere il meglio dalla vita, mentre, al contrario gli impedisce di intromettersi in rapporti felici o sulla base di ragioni religiose o razziali.

Sorridente, simpatico, "piacione", ma anche romantico e tormentato, il novello casanova professionista viene ingaggiato, di volta in volta, dai familiari di giovani fanciulle infelicemente innamorate dell'uomo sbagliato, per fare innamorare di sè l'infelice di turno, offrendole così il pretesto per troncare una relazione che rischia di rovinare per sempre la sua vita.

La sua tecnica: la seduzione.

Il suo onorario: i debiti che lo strozzano.

Per centrare l'obiettivo, Alex è maestro di camaleontiche trasformazioni: all'occorrenza è capace di improvvisarsi cuoco raffinato, cantante melodioso, ballerino acrobatico, poliglotta internazionale.
Con questa tecnica, messa a punto con l'aiuto della sorella, astuta responsabile della buona riuscita delle missioni, e del cognato, che ambisce, con scarsi risultati, ad emularne le imprese e nel frattempo si occupa degli aspetti pratici delle missioni, Alex e la sua squadra non hanno mai fallito un colpo.
Non importa quanto difficile sia il caso e quanto arduo il cuore da conquistare, Alex e i suoi collaboratori sono sempre all'altezza della situazione e in breve la fanciulla è conquistata e convinta che l'(ormai) ex fidanzato proprio non la merita.
Fino a quando il diavolo, nelle sembianze di Juliette Van Der Becq, una giovane, ricca e affascinante ereditiera, non ci mette la coda.

Ingaggiato dal ricco padre di lei per sedurre la figlia, in procinto di sposare il suo amatissimo fidanzato e impedire così il suo matrimonio con un altrettanto ricco rampollo inglese (a motivo che a lungo andare la fanciulla potrebbe annoiarsi a morte con un uomo incolore), il nostro rubacuori si troverà invischiato nella più difficile , missione della sua carriera.
La fanciulla all'inizio sembra un osso duro, ma poi la situazione prende tutta un’altra piega.

Dopo aver fatto un po' di TV ed avere appreso il mestiere da Luc Besson, Pascal Chaumeil esordisce alla regia puntando su una commedia al tempo stesso d'azione (gli inseguimenti in auto per le strade del Principato di Monaco sono un classico dei film del genere) e di sentimenti, che sovverte tutti i canoni delle commedie sentimentali, che da anni, ormai si susseguono tutte uguali a se stesse, e che con un montaggio più incisivo sarebbe potuto risultare perfetto.

Chaumeil è molto abile a tenere un ritmo serrato e asciutto nell’affrontare le storie d'amore da un altro punto di vista: quello del dongiovanni per necessità, che utilizza il proprio charme per fare strage di cuori femminili, ma a fin di bene, preoccupato di far prendere coscienza alle donne del loro valore, ma soprattutto della loro triste condizione sentimentale.
Perchè Alex in fondo aiuta le donne ad aprire gli occhi e a scrollarsi di dosso il ruolo di vittima designata della superficialità, inconsistenza, menefreghismo, cinismo, meschinità degli uomini.

Divertente e gradevole, "Il truffacuori" è una commedia giallo/rosa molto meno frivola di quanto il titolo italiano (molto azzeccato, una volta tanto) non farebbe pensare, in cui non manca anche un accenno di conflitto di classe, con la ricca ragazza di buona famiglia destinata a sposare un pari grado, fino a quando non arriva l'amore con l'A maiuscola, neri panni di un bel tenebroso, che riesce ad infrangere gli schemi sociali precostituiti.

Dialoghi, sceneggiatura, colpi di scena, situazioni comiche, momenti romantici, location da sogno, sono ben strutturati e concorrono a fare de "Il truffacuori" un film molto ricercato e attuale, che trae ispirazione dalle vecchie commedie hollywoodiane stile anni '30/'40 (alla "Accade una notte", per intenderci).

"Il truffacuori" è dunque una pellicola che non ti aspetti, lontana cioè da quelle commedie romantiche e zuccherose (alla Moccia o alla Brizzi, che tutto sono, tranne che cinema e tranne che commedie.
Una pellicola scevra da volgarità e luoghi comuni, che regala momenti di salutare divertimento, grazie ad un umorismo di gusto tipicamente francese, che si fa perdonare qualche ingenuità nell'intreccio e un finale gustosamente scontato.

Di culto la straordinaria colonna sonora di Charles Badelt, che con il suo pianoforte accompagna le romantiche avventure umoristico/ sentimentali del protagonista, alternando, di volta in volta, brani romantici ad altri più brillanti, con cui riesce perfettamente a trasmettere le intime sensazioni che il "mal d'amore" sa donare.

Ma la marcia in più dell'intera opera risiede nel personaggio di Alex e alla performance di Romain Duris (attore feticcio di Cédric Klapisch), che gli dà vita sullo schermo.

Il giovane attore, simbolo del nuovo cinema francese, in un ruolo lontano da quelli a cui ci ha abituati e che lo hanno reso uno dei migliori talenti sulla scena internazionale, si dimostra perfettamente all'altezza anche in una commedia romantica, esibendo con impeccabilità uno charme scanzonato e irresistibile, ma mai sopra le righe.

Al suo fianco una brava, anche se in tono minore rispetto ai suoi abituali ruoli drammatici, Vanessa Paradise, cha ha dato vita ad un personaggio tutto giocato sull'espressività, piuttosto che sull'eloquenza (vedesi le sequenze dell'evoluzioni dei sentimenti nei confronti di Alex).

Notevoli anche le interpretazioni delle figure di contorno, interpretati da attori caratteristi, il che dimostra la bontà della scuola francese.

In definitiva "Il truffacuori" risulta un film patinato ed elegante, perfetto per una serata all'insegna del disimpegno intelligente, che aggiunge raffinatezza alla nuova stagione del cinema d'oltralpe.

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Recensione a cura di luisa75 - aggiornata al 28/02/2011 11.58.00

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