Recensione jimmy della collina regia di Enrico Pau Italia 2006
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione jimmy della collina (2006)

Voto Visitatori:   6,67 / 10 (3 voti)6,67Grafico
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film JIMMY DELLA COLLINA

Immagine tratta dal film JIMMY DELLA COLLINA

Immagine tratta dal film JIMMY DELLA COLLINA

Immagine tratta dal film JIMMY DELLA COLLINA
 

"Il cinema ha il compito di raccontare realtà che altrimenti non si conoscerebbero. Il cinema più di ogni altra cosa ha questa forza, questa potenza".

Con queste parole il regista Enrico Pau, professore di lettere e regista impegnato, presenta il suo film tratto da un romanzo di Massimo Carlotto.
Non è un caso se questa dichiarazione può essere tranquillamente accostata al nome di Carlotto, lo scrittore che forse, più di chiunque altro negli ultimi anni, ha saputo meglio rappresentare le tragedie di vite comuni nell'Italia della provincia, qualunque essa sia, e descrivere con accuratezza storie diverse di comuni mortali in un'Italia sotterranea e abbandonata a se stessa.
La realtà del carcere e della latitanza, che lo scrittore ha vissuto di persona, sono il perno centrale della storia di Jimmy, un ragazzo di quasi diciotto anni della provincia di Cagliari, che per sfuggire a una vita destinata, come suo padre e suo fratello, al lavoro in una raffineria petrolchimica decide di tentare il tutto e per tutto con una rapina, destinata a fallire ancora prima di cominciare.

"Jimmy della collina" è quello che si potrebbe definire un film di genere realistico, perché se il tema e l'ambientazione sono quelli del film carcerario, la mise en scène è di chiaro intento realista, a tratti impegnato. Nulla a che vedere con i prison movie ai quali siamo stati più o meno abituati: se si può azzardare un (non) paragone il film di Pau è quanto di più lontano si possa immaginare da un prototipo del genere come "Le ali della libertà" di Frank Darabont.
Una pellicola di fatto interessante, non senza qualche caduta di tono alla fine, come la confessione forzata e francamente non indispensabile di Claudia, la ragazza che ha il compito di assistere i ragazzi nel carcere minorile, o l'ultima inquadratura, ma che ha sicuramente dalla sua molti lati positivi. Enrico Pau, pur non essendo un regista di professione, affronta il tema con mano sicura, senza essere banale ed evitando con cura i soliti cliché del genere, presentando dei personaggi ben marcati, coperti da un velo di malinconia, consapevoli di quello che poteva essere e non è stato, a tratti anche teneri nel loro pietismo.

Bravissimi gli attori non professionisti, quasi tutti senza esperienza alle spalle, e l'esordiente Nicola Adamo, al quale va riconosciuto il merito di aver retto quasi tutto il film sulle proprie spalle, mentre Pau lo mette ripetutamente alla prova con lunghi primi piani introspettivi.

Se comunque questi aspetti della pellicola saltano subito all'occhio, va aggiunta una nota dolente a tutto il lavoro. Infatti il film soffre del complesso che attanaglia molti film italiani dell'ultimo periodo, che siano a basso, medio o alto budget. Queste pellicole riescono a guadagnarsi le partecipazioni e i premi nei festival di tutto il mondo e i favori di un pubblico ristretto ma molto appassionato, riescono persino a stupire di quando in quando, ma pur rimanendo opere di grande interesse e valore non riescono ad essere incisive, osano ma non troppo, per fermarsi su quella linea di confine invisibile che separa il cinema italiano da quello internazionale.
Si esce con la convinzione che solo un pubblico d'essai potrà arrivare a comprendere l'opera, come se una barriera che ci siamo imposti evitasse di spingersi oltre.

Rimane la consapevolezza che il nostro cinema potrebbe tornare alla vecchia gloria, di cui si sente incredibilmente la mancanza, e il dolore di un cappio che si stringe inesorabile intorno alle novità migliori, alle idee originali e soprattutto alla buona volontà e alla passione di tanti cineasti e semplici mestieranti. Dispiace, perché di sicuro i talenti non mancano.

Commenta la recensione di JIMMY DELLA COLLINA sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di matteoscarface - aggiornata al 21/04/2008

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico


1049659 commenti su 50672 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

BLACK SUMMER - STAGIONE 2FABBRICANTE DI LACRIMEFALLOUT - STAGIONE 1FARSCAPE - STAGIONE 1FARSCAPE - STAGIONE 2FARSCAPE - STAGIONE 3FARSCAPE - STAGIONE 4FOR ALL MANKIND - STAGIONE 1FOR ALL MANKIND - STAGIONE 2FOR ALL MANKIND - STAGIONE 3FOR ALL MANKIND - STAGIONE 4INVASION - STAGIONE 1LA CREATURA DI GYEONGSEONG - STAGIONE 1SNOWFALL - STAGIONE 1SNOWFALL - STAGIONE 2SNOWFALL - STAGIONE 3SNOWFALL - STAGIONE 4SNOWFALL - STAGIONE 5SNOWFALL - STAGIONE 6THE CHOSEN - STAGIONE 1THE CHOSEN - STAGIONE 2THE CHOSEN - STAGIONE 3THE WALKING DEAD: THE ONES WHO LIVE - STAGIONE 1V - STAGIONE 1V - STAGIONE 2WILLOW - STAGIONE 1

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net