Recensione tomb raider regia di Simon West Gran Bretagna, USA 2001
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Recensione tomb raider (2001)

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locandina del film TOMB RAIDER

Immagine tratta dal film TOMB RAIDER

Immagine tratta dal film TOMB RAIDER

Immagine tratta dal film TOMB RAIDER

Immagine tratta dal film TOMB RAIDER

Immagine tratta dal film TOMB RAIDER
 

In perfetto stile col celeberrimo videogame dal quale è tratto, "Tomb Raider" narra le vicissitudini dell'archeologa Lara Croft. Il suo incarico è trovare le due parti di un potente oggetto prima che se ne impossessi il malvagio di turno.
Azione genuina, quintessenza del movimento, figure in esercizio fisico perenne che zompano, combattono, volano, utilizzano e maneggiano arnesi per interagire con la realtà che li circonda: il film diretto da Simon West è quasi tutto qui.

Lara Croft, interpretata da Angelina Jolie, è un'ereditiera scaltra e benestante appartenente alla nobiltà britannica. La sua dedizione ai templi e alle tombe inesplorate è formidabile; un hobby costoso ma estremamente allettante. Questa volta, però, la missione della bella Lara è più importante del solito: salvare il mondo dalla setta massonica degli Illuminati, intenzionati a controllare il Tempo, grazie al rinvenimento di un inconsueto e poderosissimo orologio astrale (il suo aspetto richiama epoche di leonardiana memoria).
Le saranno di aiuto anche gli altri due abitanti del maniero dove vive: un maggiordomo che, in caso di bisogno, si trasforma in infallibile cecchino e un supertecnico robotico dedito in modo pressoché esclusivo al mondo della meccanica informatica (questi ultimi sono anche i personaggi che permettono alla sceneggiatura di servire gli assist migliori per le battute più simpatiche ed esilaranti).

Il film non può certo essere definito originale, dato il suo chiaro riferimento alla serie di Indiana Jones, ma è coinvolgente quanto basta, seppure la sua trama risulti un po' scontata e a volte incerta.
Anche le tecniche visive, gli effetti speciali e le pirotecniche acrobazie di Lara non costituiscono certo eventi imprevedibili per chi guarda.
L'assetto episodico e meccanico del videogioco viene introdotto senza alcuna variazione anche nell'organismo filmico: i passaggi di livello tipici dei balocchi utilizzabili alla consolle corrispondono, in questo caso, anche all'avanzamento delle sequenze cinematografiche.
Il momento più scenografico e riuscito è senza dubbio l'attacco notturno al lussuoso castello di 83 stanze di proprietà Croft; in questo frangente, la nostra eroina si libra in aria, stile bungee jumping, grazie ad alcuni elastici che la sorreggono e che gli permettono di muoversi al ritmo della musica classica che funge da sottofondo.
L'incursione a sorpresa nella sua residenza è fronteggiata da Lara con estrema naturalezza, evitando i proiettili grazie alla sua enorme abilità, compiendo impossibili acrobazie con la sua moto e sfidando ogni regola della fisica, come nei cartoni animati.
Peccato che in questi frangenti non si sia utilizzata, come viene invece fatto soltanto durante i titoli di coda, l'accompagnamento musicale di "Elevation" degli U2, un brano trascinante che invita al movimento, impreziosito dalle chitarre distorte e dalla formidabile ritmica.

Lara Croft costituisce perciò il simbolo più evidente di "tecnologia prestata al corpo" e di "corpo prestato alla tecnologia"; un processo di metamorfosi biunivoco al quale si concede benissimo la nostra attrice Los-Angelina la quale mette bene in risalto le sue forme sinuose.
Una riprova di questa spersonalizzazione da laboratorio la si ha quando, nel corso dell'avventura, Lara incontra una notevole serie di uomini e, pur interagendo esclusivamente con loro, conserva un atteggiamento algido, distaccato, quasi che il suo personaggio vivesse ormai solo in un passatempo tecnologico e fosse affrancato da qualsiasi tipo di passione.

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Recensione a cura di pompiere - aggiornata al 23/03/2009

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