Recensione two mothers regia di Anne Fontaine Australia, Francia 2013
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Recensione two mothers (2013)

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locandina del film TWO MOTHERS

Immagine tratta dal film TWO MOTHERS

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Immagine tratta dal film TWO MOTHERS
 

Lil e Roz sono amiche da una vita e così i loro figli, Ian e Tom. I quattro condividono una vita tranquilla e felice in due case vicine in riva all'Oceano Pacifico, da qualche parte in Australia. Il resto del mondo è una seccatura della quale non si può fare a meno (il marito di Roz toglie il disturbo andando ad insegnare a Sidney, mentre Lil, vedova, è addirittura maleducata con i suoi pretendenti). L'equilibrio viene turbato quando Roz e Ian finiscono a letto insieme, prontamente imitati da Tom e Lil. Sistemata anche la questione sessuale, i quattro continuano nel loro morboso idillio per un paio di anni, fin quando Tom non parte per Sidney per lavoro e incontra, finalmente, e probabilmente per la prima volta in vita sua, una coetanea. Lontano dalle grinfie di madre e amante, Tom dà inizio a una serie di eventi inaspettati che, alla fine, non avranno alcun effetto se non quello di annoiare definitivamente il pubblico.

Accanirsi contro produzioni del genere è fin troppo facile. Nonostante la nobile fonte (un racconto del premio Nobel Doris Lessing), "Two Mothers" (o "Adore", o "Perfect Mothers", non si capisce bene quale sia il titolo ufficiale visto che cambia ad ogni occasione, probabilmente per confondere la critica) è la sintesi di tutto ciò che rende un film intollerabile e ridicolo. Una lunghezza eccessiva, sia in assoluto (quasi due ore) sia relativamente a quanto raccontato, un soggetto talmente assurdo che solitamente viene utilizzato come scenario nel cinema porno, una sceneggiatura inesistente ("TUO figlio ha bevuto, quindi MIO figlio resta a casa TUA per assicurarsi che stia bene"... Se vi ricorda qualcosa, è un porno che avete visto, ma con dialoghi peggiori), scelta degli interpreti discutibile, colonna sonora irritante, una regia banale e piatta. Soprattutto, non succede nulla. Dopo quindici minuti scopriamo che le due si sono baciate da ragazze (come se ci fosse ancora il dubbio), dopo quaranta minuti si sono formate le due coppie e il film, di fatto, finisce. Non accade più nulla di significativo (ma restano oltre sessanta minuti da sorbirsi). Quando qualcosa accade, il comportamento dei quattro è talmente irrazionale e ingiustificabile che impedisce qualunque empatia o il minimo interesse da parte dello spettatore. Anzi, l'impermeabilità della doppia coppia al dolore che il loro comportamento causa nel prossimo (mariti, amici, mogli, figli) rende ancora più improbabile partecipare emotivamente alla vicenda.

Un concept così poco interessante è reso quindi insopportabile dalla totale mancanza di qualsivoglia approfondimento psicologico dei quattro personaggi principali. Interminabili primi piani con archi sostenuti in sottofondo a fine scena sostituiscono come nelle migliori telenovelas dialoghi, riflessioni e sviluppo dei personaggi. Il risultato è una storia noiosa e assurda su quattro brutte persone che non si curano minimamente dell'effetto delle proprie azioni sugli altri. L'unica cosa credibile è che i due figli si comportino male tanto quanto le madri, in ossequio al detto che la mela non cade mai lontano dall'albero. Ci si aspetterebbero furiose recriminazioni tra le due madri o tra i due figli, uno sconvolgimento degli equilibri instaurati in vent'anni di casta amicizia, un dilemmino morale sulla differenza di età o una riflessione su quanto sia morbosa la situazione. Niente. Nemmeno da parte della regia, s'intende.

Chi si sottoporrà masochisticamente alla visione di "Two Mothers" sperando nella ricompensa di qualche natica nuda, dovrà accontentarsi di quelle di Xavier Samuel perché sia Robin Wright che Naomi Watts si guardano bene dal mettersi a favore di camera nelle (poche e noiose) scene di sesso.

La performance di Robin Wright è l'unica cosa credibile. Il fascino che emana, assieme a uno sguardo perennemente inquieto e malizioso allo stesso tempo, la rendono irresistibile, nonostante l'età ormai non più giovanissima. Naomi Watts è invece troppo giovane per la parte e ancora una volta poco credibile, poco misurata, per nulla attraente, convinta che sgranare gli occhioni blu e recitare siano più o meno la stessa cosa. Oltre ad essere sempre di un pallore spettrale, nonostante i quarant'anni di vita in costume da bagno che avrebbero dovuto renderla perennemente abbronzata (ma questo è solo uno delle tante dimostrazioni di superficialità della produzione e delle divagazioni a cui si è portati per non cedere al sonno durante la visione).

"Two Mothers" esiste solo per ricordare a tutti come non deve essere pensato, scritto e realizzato un film drammatico. Qualcuno doveva sacrificarsi, un applauso a Anne Fontaine, Naomi Watts e Robin Wright per essersi immolate per tutti.

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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 18/10/2013 16.08.00

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