Salvador Mallo, un regista nel crepuscolo della sua carriera, riflette sulle scelte che ha fatto nella vita come il passato e il presente arrivano schiantandosi intorno a lui.
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E' capitato anche ad Almodovar...quando i registi provano a toccare argomenti cosi importanti e decidono di fare il proprio "film" spesso non riescono. Un autobiografia di alcuni punti della vita del grande regista Spagnolo accompagnato da due delle sue muse piu' utilizzate, Banderas e la Cruz. Gli ingredienti c'erano ma nel complesso la visione appare scialba e superficiale. A mio avviso uno dei film meno riusciti di Pedro...
Nella categoria dell'arte autoreferenziale, autoanalitica, autobiografica, reputo più interessante il confronto con altri autori rispett'a quelli che ho trovato citati nelle recensioni a "Dolor y Gloria". Non l'ho percepito un film riuscito, non ho ricevuto l'impressione che Almodóvar abbia saputo o voluto trasfigurare il suo personalissimo materiale. L'inizio coi capitoli "geografia" e soprattutto "anatomia", elenco animato dei vari acciacchi di salute, prometteva una forma di rielaborazione trieriana, potentemente ingegnosa, sarcastica al limite dell'autoparodia, ma non sono tonalità che appartengono alla tavolozza di Pedro. Altro regista notorio per la tormentata ricerca d'estendere il proprio ombelico alla condizione umana è Moretti, e il suo film migliore è quel "Caro diario" (1993) in cui s'è vincolato a una struttura classica come quella wolffiana (la stessa presente anch'in "Antichrist", 2009). Qui invece siamo vicini a un flusso di coscienza liberatorio e catartico più per chi lo esprime che per chi ne fruisce. Dett'altrimenti, ho qualche difficoltà a identificarmi con questo tipo di resoconto d'una vita eccentricamente banale, troppo soggettivo e troppo poco oggettivo.
Solo per veri fans di Almodovar . Il regista fa a pezzi la sua vita con tanti flashback e ci racconta di sua madre ,dell'eroina e dell'omosessualità ,in un film lento ,dialogato e dai toni bassi che non sembra neanche il suo, saraà un testamento cinematografico? Della vecchia produzione resta solo la fotografia edulcolorata sino all'eccesso . Molto bene Banderas.
Profonda delusione, il peggior film di Almodovar senza dubbio. Mai avrei pensato di poter scrivere cosi' su uno dei miei Registi preferiti. Noioso a dir poco e nonostante il racconto e i ricordi pure "freddo" e distaccato.
Si arriva a un punto nella carriera di un regista in cui, inevitabilmente si deve raccontare di se stessi. Non so se è una dinamica narcisista oppure improvvisamente un produttore arrivi da Almodovar e gli chieda "Pedro ma perchè non parli un pò di te?" Ho sempre trovato operazioni simili fastidiose per vari motivi, il primo è che per parlare di sè bisogna parlare di altro, la personalità dei registi emerge anche senza dedicarsi ad operazioni così didascaliche. Il secondo punto lo si può sintetizzare con un : ma chissenefrega.
Ricchi artisti annoiati che riempiono i loro vuoti con droghe, alcool e seghe mentali. Ho trovato il film terribilmente banale ma soprattutto verboso e noioso. In una parola insopportabile.