gli spostati regia di John Huston USA 1961
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gli spostati (1961)

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locandina del film GLI SPOSTATI

Titolo Originale: THE MISFITS

RegiaJohn Huston

InterpretiMarilyn Monroe, Clark Gable, Thelma Ritter, Montgomery Clift, Eli Wallach

Durata: h 2.04
NazionalitàUSA 1961
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1961

•  Altri film di John Huston

Trama del film Gli spostati

A Reno per divorziare, Roselyn di Chicago si unisce a un cow-boy da rodeo, un garagista e un allevatore che vanno a caccia di cavalli selvaggi. Ognuno dei tre instaura con lei un rapporto diverso; lei s'innamora, ricambiata, del più anziano.

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Voto Visitatori:   7,91 / 10 (16 voti)7,91Grafico
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Voti e commenti su Gli spostati, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  17/04/2024 12:56:14
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Un film iconico a suo modo che sia per il contenuto che per il contesto in cui è nato e gli sviluppi successivi fa inevitabilmente riflettere sul cambiamento dei tempi, era l'alba degli anni sessanta, era un periodo di cambiamento, già in altri paesi come la Francia si stava imponendo il cinema moderno, basti pensare alle prime opere della Nouvelle vague, ad Hollywood invece si era un una fase un po' particolare, un po' influenzata dai cambiamenti sociali dell'America che spingevano verso un nuovo cinema distante dagli stilemi classici, dall'altro lato le grandi produzioni spingevano per quei colossi che diventeranno dei classici della Golden Age per contrastare l'avvento della televisione e creare un formato distintivo del tutto cinematografico, "The Misfits" è un film che va verso la prima direzione, un film che potremmo anche definire generazionale, ma a differenza di quelli che qualche anno prima mostravano una nuova generazione - "Rebel without a cause" , "The wild one" tra gli esempi più famosi - quest'opera si occupa di mettere una sorta di sigillo nei confronti della vecchia, sarà poi uno sfortunato caso che questo sia l'ultimo film in cui hanno recitato due icone assolute della Hollywood classica come Clark Gable, colto da un infarto poco dopo la fine delle riprese e Marilyn, che morirà l'anno dopo - in realtà lasciando un ultimo film incompiuto -

The Misfits parla di queste due signore, una ancora giovane Marilyn, appena divorziata, e invece un'attempata Thelma Ritter, che proprio per concludere la causa di divorzio vanno in uno stato del midwest, credo il Nevada, dove incontrano questi due tipi che le porteranno in giro con loro a fare una gita nelle zone di campagna, uno è Guido, un meccanico, l'altro è Gaylord, un Cowboy.
L'efficace sceneggiatura si occupa fin da subito di creare una forte caratterizzazione dei personaggi e le loro sfumature, Marilyn, il cui personaggio si chiama Roslyn interpreta questa attraente e ingenua donna, che seppur ha appena divorziato, sembra non essere mai uscita dalla bolla della sua città, già la gita in campagna e tutto ciò che ne consegue sembra un'assoluta novità, ma soprattutto i fattori che ne verranno fuori la sconvolgeranno.
Allo stesso tempo, Gable e Wallach che interpretano i due uomini che accompagneranno le due donne, interpretano dei caratteri parecchio interessanti, il primo essendo un cowboy va un po' incontro allo stereotipo dell'uomo duro, egocentrico e superficiale, interessato prettamente ai suoi affari e poco empatico, e di base lo è, lo si vede da come tratta anche Roslyn con cui ha comunque una breve storia d'amore e lo si vede nel suo rapporto con gli animali, spesso trattati con crudeltà e come spunto per fare affari, vedere tutta la parte finali con la caccia dei cavalli, tuttavia, tuttavia, Huston non cade nell'errore di essere eccessivamente divisivo, anzi dona al personaggio di Gable una forte componente riflessiva, crea un dilemma da non poco conto, quello della sopravvivenza, lui è un cowboy, anche parecchio attempato, abituato alla libertà, cattura i cavalli per rivenderli a qualcuno che ne farà cibo per cani, ma quale sarebbe l'alternativa? La sua libertà? E' la natura stessa ad essere crudele e che impone ad una specie di sovrastare l'altra per garantirsi la sopravvivenza, e allo stesso tempo, nei momenti in cui Gable sottolinea questo concetto, fa riflettere sul cambiamento dei tempi, un tempo quei cavalli erano utilizzati dai ragazzini, oggi hanno tutti il motorino, il cowboy, come mostrato qui è ormai desueto, gli rimangono pochi spifferi di sopravvivenza e poche opportunità per fare affari.

Il personaggio di Wallach è uno dei più enigmatici, l'ho trovato abbastanza poco carismatico, ma penso sia una cosa voluta, una sorta di tirapiedi di Gable, ma apparentemente più buono, con tutta la storia riguardante la moglie che era venuta a mancare e le tragedie trascorse, in realtà, fa la figura dell'infame, soprattutto nei momenti finali, ma anche lui è trascinato dalla necessità.

Poi viene introdotto anche quello di Perce, interpretato da Montgomery Clift, altro cowboy che la banda incontra al rodeo, momento altissimo nel suo criticare la forma d'intrattenimento e ostentazione mascolina per eccellenza, Perce, anch'esso infatuato di Roslyn, come il resto dei personaggi, userà il rodeo per impressionarla, lei invece non essendo abituata a spettacoli del genere mostrerà una enorme preoccupazione nei confronti di un'attività così pericolosa e inutile, prendendo quasi le veci dello spettatore nel vedere uno spettacolo simile.

Huston realizza un film quasi revisionista, nello spirito, a metà tra la decadenza di certe usanze e la critica per la futilità, un'opera comunque parecchio avanti nei tempi grazie anche a dei significati filofemministi e filoprogressisti, il personaggio di Roslyn in mezzo a quella banda di spostati, come da traduzione, è l'elemento di rottura che porta lo spettatore a chiedersi quanto effettivamente questi atteggiamenti siano antiquati e sbagliati, è stato un film coraggioso per l'epoca.

Ben interpretato, ho trovato Marlyn sopra la media delle sue prove, anche se comunque non eccezionale, e il trio Gable, Wallach e Clift in formissima, Huston ci regala diverse sequenze di valore, come le già citate scene al rodeo, ma anche i momenti di caccia ai cavalli di matrice più spettacolare, con splendide riprese aeree e gli inseguimenti con la Jeep che possono ricordare alcuni assedi del western classico.

In definitiva, una riflessione niente male sul cambiamento dei tempi, sulla vecchia generazione del periodo e sul ruolo dell'animale e della donna verso una nuova concezione più progressita.

topsecret  @  27/06/2015 15:07:52
   7 / 10
Un dramma ecologista quello scritto da Miller per la Monroe; la fine di un'epoca in cui il lavoro dei cowboys era sinonimo di libertà, di passione e di contatto fisico con la natura.
Una storia amara, ben diretta da Huston che si avvale di un cast di primo piano che riesce ad offrire performance credibili e sentite, ben caratterizzate e quasi cucite addosso, vista l'autenticità di sfaccettature e di situazioni di vita vera.
Ultimo film per Clark Gable, che muore subito dopo la fine delle riprese, e per Marilyn Monroe (se non si conta l'incompiuto Something's Got to Give) che morirà l'anno dopo per un'overdose di barbiturici.

DogDayAfternoon  @  20/01/2015 21:05:16
   6 / 10
Filmetto figlio degli anni '50, gli anni dei polpettoni sentimentali e per quanto mi riguarda uno dei decenni più bui del cinema insieme agli anni 2000.

Storia abbastanza piatta tenuta su dall'importante cast, soprattutto quello maschile. Marilyn più bella che brava, più che altro di certo non aiutata da un personaggio che è vero che le calza a pennello ma che diventa via via sempre più insopportabile.

Appena sufficiente.

Federico  @  12/10/2014 09:42:51
   8½ / 10
poco da aggiungere a quanto detto.

Marilyn bella più che mai.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  29/09/2014 19:12:23
   8½ / 10
Ritratto di una generazione maledetta, la desolante storia di quattro persone che vivono in balia degli eventi giorno dopo giorno. Un film che vede un Huston in stato di grazia e dei grandi attori che sfoderano tutto il loro talento, forse motivati anche da quelli che sono i drammi della loro vita personale. Marilyn, in una delle sue migliori recitazioni, è bella da far male ma Gable (questo il suo ultimo ruolo) è una spanna sopra a tutti, il suo personaggio è il più riuscito.
Pellicola da guardare e rimanerne affascinati.

Dick  @  30/07/2014 20:25:28
   8 / 10
Un bel film malinconico e toccante proprio con un cast proprio in forma che racconta anche un po il tramonto di un' epoca e di come sono cambiati i tempi.

Alex22g  @  29/03/2014 10:47:15
   8½ / 10
Splendido film. Leggero ma al contempo profondo e di buoni principi. Cast in gran forma

Goldust  @  22/09/2013 18:17:43
   7 / 10
Quattro, forse cinque personaggi in cerca d'autore, segnati dalla vita perchè spesso spazzati via dagli eventi. E' un film sul disagio, non solo giovanile, che descrive una società disillusa che vive fieramente alla giornata, senza veri punti di riferimento ( la casa è improvvista, così come il lavoro; gli affetti vengono lasciati sullo sfondo; l'amore non è per sempre). Impetuoso a tratti, in altri prolisso, non è certo tra i più riusciti di Houston ed è da ricordarsi soprattutto per il cast prestigioso e per l'ottima prova drammatica della Monroe.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  03/12/2011 23:51:52
   7 / 10
Non si può negare la bravura degli attori (anche se viene il dubbio che il tutto sia stato cucito loro addosso) nè la forza di certe scene. Però a me resta l'impressione di un film a tratti delirante, pieno di frasi ad effetto tirate fuori dal niente e, soprattutto, molto pesante. Per me il migliore resta comunque Wallach.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/02/2010 12:16:32
   9 / 10
Grande film di Houston su di una generazione in crisi.
Decadente e profetico.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  10/10/2009 00:23:48
   9½ / 10
Una lacerante meditazione sul male di vivere in una società alienante. Momenti di grandissimo pathos, un atmosfera desolata e desolante, un senso di solitudine e morte che non abbandona mai i protagonisti nè lo spettatore per tutta la durata del film. Tra le vette del cinema americano moderno, diretto da Huston con grande lucidità. Testamento cinematografico di tre icone filmiche qui in stato di grazia, con una Marilyn mai così dolorosa ed emozionante. Sottovalutato all'epoca, forse perchè troppo in anticipo sui tempi. Buona parte del maledettismo degli anni '60 viene proprio da qui.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  16/06/2009 18:22:33
   8½ / 10
Bellissimo.

Tre uomini con evidenti problemi esistenziali conoscono una bionda (Marilyn Monroe) e si aprono a lei facendo il punto della loro vita. Spettacolare film sulle debolezze della materia, ma anche sull'amore e la passione. Un cast eccezionale ripaga un John Huston in stato di grazia. Meravigliosa, memorabile e indimenticabile la sequenza finale sulle montagne a catturare i cavalli

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. C'è anche Il "Tuco" de "Il buono, Il brutto il cattivo"( Eli Wallach ).

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/06/2009 19.18.15
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LoSpaccone  @  04/03/2009 12:28:47
   8 / 10
Bellissimo film sul disagio esistenziale e sul senso di inedaguatezza che, di lì a qualche anno, diventeranno il motore della rivoluzione culturale che interesserà l'America prima e il resto del mondo poi. Emblematica in questo senso la scelta di "colpire" la provincia americana del sud e quelle figure (il cowboy e la bella bionda) che rappresentavano gli ultimi baluardi di quel sistema di valori ormai agonizzante. Dipingere la crisi di questi simboli vuol dire comprendere la radicalità del cambiamento imminente.
Con un grande cast, ben scelto, per una galleria di personaggi straordinaria.
Un film autentico da cui emerge la poesia di cui è intriso e che non si perde in vuoti esercizi di retorica. La sequenza della cattura dei cavalli è da consegnare alla storia del cinema.
Sicuramente troppo avanti per essere capito e apprezzato nel 1961.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  02/02/2008 11:49:43
   8½ / 10
Personaggi veri, tagliati con l'accetta, la scena in cui Cable domina il cavallo liberato è memorabile, brilla per verosimiglianza e drammaticità.

La Monroe mostra un viso diverso, con sguardi meno frivoli, una serietà ben legata al ruolo. I volumi del suo viso modificati dall'età non più giovanissima aiutano paradossalmente la Monroe nella recitazione. Nei suoi occhi però si può leggere l'ombra della morte imminente, una tristezza misteriosa che accompagna sempre i suoi gesti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  28/12/2007 17:30:55
   7 / 10
complimenti al cast che caratterizza molto bene i personaggi...in particolare la bella Marylin che piu vedo e piu mi rendo conto che non era raccomandata per la sua bellezza ma aveva ottimi doti di attrice!
il film è di buon livello ma sono sicuro che dovrò rivederlo per capirne meglio le metafore...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/02/2006 15:02:48
   8 / 10
Dico io, ci rendiamo conto? Che razza di meraviglioso "collante" di disperazione e turbamento ha creato Huston per questo film... è troppo facile dire che ha preso le debolezze e la forza dei singoli attori della loro vita privata trasportandola in un film...
Impossibile non amare questa donna fragile che urla la disperazione davanti a una partita di caccia, summa creativa di una Monroe (nei panni di Roslyn) piu' che mai tormentata ma mai così in stato di grazia.
Davanti a lei, il Perce di Clift o il rude Gable sembrano quasi fantasmi creati da un'immaginario che finirà per rivelarsi drammaticamente fatale per tutti loro.
Per quanto il film finisca per essere una sorta di docu-drama per Marilyn e Miller non eviti qualche clichè di troppo, penso che questo bellissimo film abbia ispirato parecchio cinema: sicuramente ha influenzato il cinema indie degli anni sessanta (Monte Hellman Corman), e continua a essere fonte di interesse anche nei giovani autori (qualcosa di Monster, boys don't cry).
E' un'apologo amarissimo, da cui paradossalmente l'unico che dopo molti anni è rimasto ancora in vita, a parte Huston, cioe' Eli Wallach, sembra fatalmente "ucciso" dai ben piu' illustri colleghi.

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