kill me please regia di Olias Barco Belgio, Francia 2010
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kill me please (2010)

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locandina del film KILL ME PLEASE

Titolo Originale: KILL ME PLEASE

RegiaOlias Barco

InterpretiSaul Rubinek, Benoît Poelvoorde, Virginie Efira, Aurélien Recoing

Durata: h 1.35
NazionalitàBelgio, Francia 2010
Generecommedia
Al cinema nel Gennaio 2011

•  Altri film di Olias Barco

Trama del film Kill me please

Il dottor Kruger gestisce una clinica che offre assistenza e qualche goccia di veleno a chi ha deciso di farla finita con questa vita. Il giuramento di Ippocrate lo obbliga a cercare di far desistere qualsiasi paziente dalla scelta estrema ma, se la volontà è forte e sicura, il primario, sostenuto da un contributo governativo, non può far altro che assecondarla, ultimo desiderio compreso. Nella villetta del suicidio medicalmente assistito sbarcano i personaggi più disparati, dal malato di cancro alla bella sfortunata, dal depresso con la fantasia del Vietnam alla cantante lirica che ha perso la voce. Eppure non è così facile spegnere l'umano interruttore quando la campanella della natura o del destino non è ancora suonata.

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (47 voti)7,00Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Kill me please, 47 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

marcogiannelli  @  17/06/2017 20:59:25
   7½ / 10
Molto interessante questo film, una commedia nera e grottesca sul suicidio. Trattato però come una fase della vita a cui ci si arriva solo in determinate occasioni e con i rispetto altrui.
Ci parla di gente che non riesce più a dare un senso alla propria esistenza e non di vite che oggettivamente non hanno senso, guardacaso l'unica paziente che subisce una sorta di accanimento teraupetico è anche l'unica che decide di andare via perchè si rende conto che esser vivi è una fortuna da preservare.
E poi c'è anche una visione diametralmente opposta della gente sulla vita, espressa da una scena e poi portata avanti fino alla fine. Una macchina urta una bara che cade. La bara urtata che cade simboleggia l'assoluta mancanza di rispetto da parte di quelli della clinica verso le persone che invece a vivere ci tengono. La vendetta sarà tremenda. E non vedevano l'ora visto che la clinica era da sempre malvista da fuori.
Personalmente non avrei optato per il bianco e nero.
Ottima la regia e la recitazione.

Nic90  @  11/11/2016 21:09:57
   4½ / 10
Non mi ha convinto questa commedia nerissima(poco commedia in realtà).
Innanzitutto i personaggi,poco strutturati e non approfonditi,molto deboli.
Poi la regia,bello il bianco e nero ma il resto...
tutto questo condito da scene poco credibili e forzate.
Da premiare l'idea iniziale,la tematica e una buona prova del dottore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  15/09/2016 17:25:01
   8½ / 10
Notevole esempio di grottesco d'autore, uno dei film più geniali che abbia visto negli ultimi anni. Il bianco e nero è azzeccato per una pellicola che non si scorda facilmente.

sottopressione  @  30/05/2015 11:12:50
   7 / 10
vincitore del Festival di Roma nel 2010, film originale con una tematica difficile come suicidio ed eutanasia. Grottesco e provocatorio, personaggi sopra le righe, girato con un bianco e nero affascinante, ha un incipit davvero molto bello, fase centrale che scade un pò di tono e finale che si rialza bene.

ferzbox  @  13/03/2015 19:05:36
   7 / 10
Pellicola di produzione belga/francese alquanto bizzarra e difficile da giudicare.

Il tutto parte come una commedia cinica e decisamente nera che narra le vicende di una clinica adibita al suicidio legalizzato per persone affette da mali incurabili o crisi depressive.
Girato in bianco e nero si sente moltissimo il clima del cinema francese; tuttavia,nonostante il film sembri concepito alla risata amara,si assiste ad un evoluzione della sceneggiatura sempre più cruenta e triste,portando lo spettatore ad uno stato di disagio inaspettato; complici anche i vari personaggi (non solo i pazienti) molto ambigui e subdoli.
Per certi aspetti mi ha ricordato anche il cinema spagnolo di Alex De La Iglesia....grottesco e spiazzante.
Una produzione curiosa che secondo me non arriva a grossi espluà,ma contenente aspetti originali che gli donano una certa singolarità......
Interessante ma non spettacolare; a volte mi annoiava un pò.....

guidox  @  19/10/2014 22:32:04
   4½ / 10
prima parte abbastanza interessante e con un grottesco che ci sta bene, seconda parte di un brutto quasi nauseante che sfocia nel pacchiano e perde ogni senso.
sarebbe 4, mezzo punto in più per la scena del "tiratore scelto", l'unica cosa azzeccata dell'ultima mezz'ora.

topsecret  @  11/08/2014 18:28:36
   6 / 10
Chi la considera una commedia deve aver visto qualcosa che io non ho saputo cogliere. Certamente si intuisce la volontà di miscelare il grottesco al dramma, ma il bagno di sangue che ne viene fuori non ha sortito in me le stesse sensazioni che hanno avuto altri. Se da una parte c'è la triste attualità delle cosiddette cliniche della morte, dall'altra si assiste ad una discesa verso il fondo, verso quel politicamente scorretto che va tanto di moda e che ha fatto la fortuna di alcune pellicole, che quì però assume contorni confusi e poco chiari, quasi come a voler lasciare forzatamente un segno per colpire il pubblico...e a quanto pare Barco ci riesce.
Personalmente mi sono piaciute le ambientazioni fredde e monotone, unite alla scelta di una fotografia in bianco e nero e ad alcune interpretazioni, ma nel complesso la storia non mi ha suscitato nè grande interesse nè grandi emozioni da sottolineare.
Di discreto impatto però alcune scene in bilico tra farsa e tragedia.

7219415  @  15/08/2013 11:48:57
   7½ / 10
Commedia nera molto ben riuscita

JOKER1926  @  24/10/2012 01:02:50
   4½ / 10
Il soggetto in un film è molte volte un vantaggio per le regie; cioè una volta individuata una trattazione affascinante e potente il gioco sembrerebbe essere fatto, sembrerebbe…

Olias Barco con "Kill me please" aveva trovato certamente una bella argomentazione, di quelle dure, di quelle violente. A nostro avviso , però, nella produzione del 2010 scorgiamo alcune cose che non vanno, ovvero il soggetto è messo su binari sgangherati, praticamente inopportuni.
Insomma risulta essere un pericoloso azzardo indirizzare il tutto sulla scia di dinamiche fra ironia lugubre e tragicità.
"Kill me please" all'inizio potrebbe pure interessare, curiosità da parte dello spettatore, riservata per alcuni personaggi. Con il tempo la situazione precipita, il ritmo scende terribilmente e molte cose si ripetono. La vera morte del film avviene nel finale ove la trama si sbizzarrisce in cose clamorose ed enfatizzate. Per carità, la regia ha voluto pure dire qualcosa, in modo provocatorio talaltro, ma è ben poco per potere salvare in senso integro il prodotto.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  23/10/2012 23:00:19
   8 / 10
Commedia nerissima, capace di mettere quanto di togliere la voglia di vivere.
Quando il tizio depresso comincia a dar battaglia ai cecchini col fucile da paintball sono morto, in senso buono.

Vedi recensione

Oskarsson88  @  25/09/2012 19:22:50
   7½ / 10
Black Comedy o Grottesco, alla fine poco importa come viene definito. Opera coraggiosa e spiazzante, che fa riflettere e mostra certe situazioni da un altro punto di vista. Peccato che a tratti sfoci in un'eccessiva illogicità, perchè per quanto stravagante, teneva un certo filo logico. Nel finale è solo degenero, e c'è chi forse vede in questo l'apice dell'opera. Per me invece è un po' un peccato, perchè si perde in una spiegazione troppo semplice e irrealistica. In ogni caso un ottimo spunto, chissà perchè non ne avevo mai sentito parlare...pare proprio passato in secondo piano!

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Ultima risposta 26/09/2012 13.35.52
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  25/08/2012 10:54:24
   6½ / 10
Bello... ma si perde facilmente con il passare del tempo. Peccato!

franzcesco  @  05/05/2012 17:49:17
   6 / 10
Idea originale e svolgimento a tratti esaltante.
Purtroppo si regge troppo sull'idea di base.
Epilogo discutibile.

Lory_noir  @  08/03/2012 01:54:34
   6½ / 10
Un film intenso ma un po' troppo lento nello svolgimento.

DarkRareMirko  @  05/02/2012 23:57:00
   8½ / 10
Poteva essere un piccolo grande capolavoro grottesco, ma anche così rimane un film più che buono.

Barco ci sa fare (suo ad esempio è l'ottimo corto Toilettes, del 1994, presente come extra nel dvd di questo KILL ME PLEASE), dirige bene e cura un bianco e nero di buon livello, ma lo script non osa poi tantissimo riguardo all'argomento, risultando fine a sè stesso e poco coraggioso.

Originale e accattivante (pure troppo; è confermata un'altra volta che manco il suicidio come argomento sfugge a ironia e sarcasmi), è un film caratterizzato da un tema che è sfuggito troppo di mano, mescolando mostri, caricature, confusione, elementi poco spiegabili.

E' più una storia da fumetto che da film, però è un'opera riuscita comunque bene.

Larry Filmaiolo  @  22/01/2012 17:59:48
   9 / 10
bè, questo film è uno dei miei preferiti, per pochi ma precisi motivi. 1-è in bianco e nero. Un BEL bianco e nero. 2-tutti i personaggi sono più e meno squilibrati. 3-a un certo punto la trama, insieme a qualsiasi parvenza di messaggio o di significato, va a puttanè in nome di un grand guignol delirante, una festa al grottesco con tanto di sarcasmo nerissimo e liquami appicciccosi.Questo film sfugge insomma a qualsiasi classificazione ed è qualcosa di tremendamente e morbosamente affascinante, nonchè originale, coraggioso e "poetico" come potrebbe esserlo una parete dipinta di schizzi di sangue umano. Una sola cosa è certa: non è una commedia.

The White  @  22/01/2012 17:36:16
   7½ / 10
Il delirio questo film ! Dopo i già decisamente grotteschi Louise Michel e Mammuth entrambi del duo Gustave de Kervern e Benoît Delépine il cinema francese ci regala quest'altra piccola perla !
"Qui, in questo film, la tensione drammatica è concepita come una scala a chiocciola. Gira in tondo e in tondo, eppure sale sempre, finché non ti fa girare la testa quando arriva al suo apice. Poi, quando cadere nello straordinario diventa inevitabile, il film continua per la sua strada verso l'assurdo, a volte divertendoci". Descrizione perfetta dello stesso regista Olias Barco !
Il film si presenta in un bianco e nero stupendo che sembra incredibile ma è stato obbiigato dalla mancanza di soldi per il sangue ! Incredibile come quando si hanno idee si riesce a superare brillantemente quelli sono dei problemi ! Un tema decisamente delicato quello offrontato dal film che inizialmente sembra quasi volerlo presentare in modo serio per poi degenerare sempre verso di più verso situazioni che ti impediscono di restare serio nonostante le situazioni siano decisamente macabre ! Incredibile come la clinica presenti tutti "pazienti" che sono li per morire ma quando poi si presenterà l'occasione sono tutti pronti a darsela a gambe per tornare a lamentarsi un momento dopo di quando sia orribile la loro vita ! Da notare inoltre che tutti hanno motivi futili per farla finita e sono tendenzialmente persone benestanti che pretendono di poter comprare la morte che preferiscono ! Ed è profondamente significativo che l'unica persona di tutta la clinica che tornerà sui suoi passi e ammetterà di non voler più morire sia l'unica che aveva veramente un problema serio e che stava veramente male ! Il tema è comunque affrontato senza esprimere giudizi e senza che si arrivi ad una soluzione semplicemente veniamo trasportati in questa spirale di follia che non sappiamo bene il motivo ma ci ha divertito !

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  26/09/2011 21:32:03
   8½ / 10
Notevole commedia grottesca, coraggiosa nel presentare uno dei grandi segreti spesso nascosti sotto al tappeto del nostro occidente dai fasti trionfali. Coraggiosa nel presentare una clinica di pazienti tristi, annoiati, depressi, cattivi, timidi, senza stereotipare in alcun modo una percentuale che, seppur minoritaria, è relativamente numerosa. Assurdo lo svolgimento della trama, l'ignoranza e ottusità della gente per bene.
Regia e fotografia molto intime, attori d'eccezione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/08/2011 00:56:19
   7½ / 10
Questo Fantasy Island necrofilo è talmente impregnato di sperimentazione da rischiare di sovvertire il senso morale della vicenda. Una black comedy (visto il titolo anglosassone mi ci metto anch'io) che profuma di Nouvelle Vague, di letteratura tardo-europea, persino di espressionismo tedesco (Murnau). Alla fine, il nonsense mi fa pensare a una sorta di Anno scorso a Marienbad diretto da Lars Von Trier. L'uso rigoroso del b/n, con i paesaggi lugubri di Bergmaniana memoria, fanno pensare all'ortodossia con cui il regista racconta esuli di questo o quel mondo, sorta di archetipi devianti che talvolta sfiorano il manierismo, se non proprio la macchietta (l'inserviente che piange, il marito cornificato che ha perduto la moglie in una partita a poker).
Ma complessivamente l'artificio funziona alla grande, proprio perchè si allude a una mercificazione della morte, attraverso la quale gli uomini possono anche peggiorarsi, deteriorarsi, o stringersi a sè nel bisogno ulteriore di "farla finìta" in modo equilibrato e meno brutale.
Mi rendo conto che tutto questo è agghiacciante, ma nell'abisso dell'anima trovano spazio i desideri sessuali inappagati, le nostalgie di antichi amori, la macchina inesorabile della degenza e della malattia.
C'è quasi una perdìta temporale attraverso la quale ogni minimo evento esterno (un milione di suicidi ogni anno nel mondo?!) collima con la disperazione di un'esistenza terminale, senza alcun limite di crudeltà

-Uskebasi-  @  09/07/2011 02:14:23
   8 / 10
"Un suicidio costa alla società 850mila dollari in termini di APP (anni produttivi persi). Un milione di suicidi l'anno nel mondo, pari a un buco di 850miliardi di dollari, da recuperare in parte con l'aumento delle tasse. "

Sono convinto che è da questa curiosa statistica canadese, riportata nella splendida spiegazione del dottor Krueger alla rabbiosa opinione pubblica, che sia nata l'idea del film tradotta poi in chiave grottesca dal buon Barco. Dopo il prologo credevo anche che il bianco e nero fosse soltanto uno stratagemma per rendere più credibile il sangue, è evidente che ancora non avevo capito che cosa stavo guardando. Il regista ha pensato bene di togliere quei colori che non ci sono più nelle vite dei protagonisti, o meglio, che non riescono più a vedere. Depressi in cerca di un bicchier d'acqua, talmente desiderosi della morte da infliggerla ad altri nel momento in cui non potranno più riceverla.
Fa ridere e fa riflettere. Sicuramente vale molto di più di quello che si riesce a percepire. Finale opera d'arte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  08/07/2011 00:05:21
   7½ / 10
Basta pochissimo, soltanto quel piccolo saltino del "mi", per far tutta la differenza del mondo; per passare dal coraggio alla paura, dalla disperazione più totale e istintiva a quella più pensata e organizzata, per desistere dal provare a saltare dal 7° piano, buttarsi sotto un treno, ingoiare un mortale mix di medicinali e spararsi in testa o prendere invece il treno e recarsi alla clinica del dottor Kruger. Nella clinica del dottor Kruger c'è gente che si prenderà cura di voi e nel decoro più assoluto, con assoluta dignità, niente sangue, niente casini, vi accompagnerà per i vostri ultimi giorni. Poi, un bicchier d'acqua, un pò di veleno e 3 minuti per salutare, au revoir.
In un bianco e nero perfetto, rappresentazione anche visiva delle vite senza alcun più colore degli aspiranti suicidi, Kill me please affronta in chiave di commedia grottesca e nerissima l'inossidabile tema del diritto o no a decider di morire. Ora, fermo restando che un suicidio come si deve, insomma "gestito" da soli, è tranne che in rarissimi casi pressochè impossibile da impedire, è giusto che possa trasformarsi in un "suicidio con l'aiutino" o, per dare i giusti nomi alle cose, un omicidio concordato con un' istituzione? Troppi hanno parlato di eutanasia per Kill me please. Non sono affatto d'accordo. Il film di Barco ci parla del mal di vivere e non di situazioni irreversibili di "non-vita". Ci parla di gente che non riesce più a dare un senso alla propria esistenza e non di vite che oggettivamente non hanno senso. Kill me please è un film sulla depressione, sul disamore per la propria vita, sull'assoluta mancanza di motivi per andare avanti. E' un film sul desiderio della morte perchè vista come unico stimolo rimasto in vita, in una vita però che di stimoli avrebbe da offrirne altri centomila. Non è un caso che L'UNICA paziente che subisce una sorta di accanimento teraupetico (la ragazza delle punture) sia anche L'UNICA che decide di andar via perchè si rende conto che esser vivi è una fortuna da preservare. Film sull'eutanasia quindi? All'opposto.
Ed è anche un film che, anche se pare un ossimoro, ha una scena madre "nascosta" ma completamente decisiva. La macchina viaggia veloce, se ne frega del funerale. Urta la bara, la bara cade. Pochi secondi, addirittura in campo lungo, ma importantissimi. Niente sarà più come prima. La bara urtata che cade simboleggia l'assoluta mancanza di rispetto da parte di quelli della clinica, gli angeli del suicidio, verso le persone che invece a vivere ci tengono, e portano i propri morti sulle loro spalle. La vendetta sarà tremenda. Non volete vivere? Vi si aiuta noi.
E così in un'atmosfera comunque sempre divertente e a tratti spassosissima ( i tre nel bosco e la partita a poker, la telefonata, il tiratore scelto - risata a dir la verità amarissima - ) Kill me please riesce però a far pensare, e anche parecchio. Non sarà certo un capolavoro o un film a tesi perfettamente riuscito, ma porta a spontanee riflessioni, e questo non è da poco.
E la spiegazione nel finale riguardo l' istituzione della clinica del suicidio come compensazione dei danni economici arrecati dai suicidi "personali" andati a buon fine è davvero drammaticamente magnifica.
E quella Marsigliese, quella Marsigliese che come ultima volontà doveva esser cantata davanti a tutto il paese sarà invece eseguita in un deserto di morte simile a quello della Grande Abbuffata, in quello che rappresenta senza dubbio il momento emotivamente più alto dell'opera. Una Marsigliese che è un inno sì, ma alla Disperazione.

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Ultima risposta 08/07/2011 00.26.35
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valmont  @  06/07/2011 03:03:06
   6½ / 10
Trama originale e ottima la scelta di usare il bianco e nero in una commedia surreale e angosciante che però si perde da metà film in poi lasciando l'amaro in bocca e una sensazione di "nonsense".

Invia una mail all'autore del commento camifilm  @  28/06/2011 20:32:23
   6 / 10
Non del tutto ...
Non convince nel suo insieme. POteva e doveva essere molto più bella.
Comprendiamo le morali del film, ma la visione risulta difficile e piuttosto noiosa.
Il b/n non ritengo sia un valore aggiunto, non condivido la scelta del regista.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  09/06/2011 16:30:33
   7 / 10
Sorpresa per la sua surrealità, mi aspettavo un film diverso.
La sua visione mi ha riportato più volte al Bunuel de "L'angelo sterminatore", lo stesso respiro claustrofobico, lo stesso cinismo surreale, interpretazione spietata e paradossale della realtà ecc..., tuttavia questo è lontanissimo dalla trasmissione immediata e stridente di una visione soggettiva e geniale, quale è quella di Bunuel; quest'opera si sviluppa su un piano da black comedy, senza immersioni profonde nella psicologia contorta dei personaggi. Resta tutto un po' teatrale, troppo caratterizzato. Lodevole senza alcun dubbio l'avere escluso qualsiasi giudizio morale-religioso dal tema sviluppato. Indovinata pure la scelta del b/n.

baskettaro00  @  03/06/2011 18:55:43
   7 / 10
Surreale commedia dall'assurda trama.
Un dottore apre una sorta di ospedale dove tutti coloro che vogliono porre fine alla propria esperienza possono spontaneamente accedervi, in pratica un luogo dove chi non ne può più della vita ha la possibilità di suicidarsi; l'edificio accoglierà persone strane, dalla cantante lirica senza voce a colui che ha perso tutto al gioco.
Alla fine però non tutto andrà come previsto, e il suicidio non sarà l'unico mezzo per raggiungere l'aldilà..
Il film mi è piaciuto, girato con un bel bianco e nero, la trama è sicuramente originale e ben fatta, le recitazioni son buone, solo che a mio avviso i dialoghi, oltre ad essere pochini, non sono neanche un granchè, non c'è moltissimo da ricordare in fatto di dialoghi, secondo me la loro stesura doveva essere più curata.
Una visione che mi ha soddisfatto complessivamente, un film originale e fuori dagli schemi che tratta un argomento delicato come il suicidio, che senz'altro poteva risultare migliore.

sweetyy  @  28/05/2011 05:14:13
   6 / 10
Occasione sprecata secondo me... Come detto dagli utenti che mi precedono il film parte che è una meraviglia, le premesse sembrano non buone, ma ottime, purtroppo però andando avanti perde di fascino e l'interesse cala vertiginosamente.

lupin 3  @  28/05/2011 04:05:24
   3½ / 10
Buona l'idea iniziale che poi va scemando con il susseguirsi del film.
Che peccato!

barone_rosso  @  22/05/2011 21:56:21
   3 / 10
All'inzio sembrava un bel film, che sembrava avere anche un contenuto abbastanza profondo... Dopodichè il registra si lascia andare al grottesco e non rimane più nulla, anzi si dimentica anche il poco di buono fatto prima.... Bianco e nero completamente inutile e fuori luogo.

lapensocosì  @  12/05/2011 23:58:18
   4½ / 10
Buono fino a metà del film...


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...insomma ho avuto l'impressione che ad un certo punto siano finite le idee, e si sia deciso di allungare il brodo stravolgendo l'idea iniziale e...


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TheLegend  @  04/05/2011 21:08:41
   7 / 10
Commedia intelligente ed originale.
I personaggi sono ben caratterizzati e impersonificati da degli ottimi attori.
Una storia particolare capace di far sorridere e a tratti riflettere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  28/04/2011 15:47:47
   7½ / 10
Ambientato in Belgio, in una clinica che offre come servizio ai propri ospiti quello dell'eutanasia, il film di Olias Barco è privo di qualsiasi moralismo ed apprezzabile soprattutto nell'approccio totalmente laico.
Il film è tendenzialmente grottesco e può lasciare perplessi per la normalità dei comportamenti sia del dottore Kruger sia dei pazienti.
Violenta ed estrema è la reazione del villaggio circostante.
Ottima scelta quella del b/n, film interessante, ben diretto e molto ben recitato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  28/04/2011 15:07:14
   7½ / 10
Potrà non piacere per la scabrosità del soggetto,potrà disgustare i più sensibili dinnanzi la crudezza di certe scene, ma il film vincitore dell'ultimo Festival di Roma ispira intime considerazioni.
"Kill me please" è una grottesca analisi che tratta l'argomento tabù per eccellenza,quello della morte,in questo caso esasperato dal raggiungimento di questa tramite il suicidio.
Olias Barco sdrammatizza con intelligenza la gravosità del tema e pur affrontandolo di petto espone il suo pensiero senza far leva con malizia sul lato più emotivo.Ottima anche l'idea di eludere qualsiasi riferimento religioso,il pensiero laico esclude la sovrapposizione di influenze dogmatiche, lasciando così l'individuo al più totale libero arbitrio.
La clinica dove questi disperati cercano la pace eterna non è certo un mattatoio,il comprensivo Dr. Kruger ha come obiettivo primario quello di dissuadere gli aspiranti omicidi e se non possibile donare loro una morte dignitosa,magari cercando di esaudire anche i più stravaganti desideri.
Non è un film compiacente,è fortemente scorretto e non si concede alcun accomodante moralismo,inizia come un resoconto attendibile delle dinamiche in corso all'interno della clinica per poi erompere in un assurdo e sanguinario pulp.
I personaggi sono molti,forse fin troppo appesantiti da una propensione autodistruttiva e Barco non si modera in alcun modo puntando con impudenza su un'escalation folle che raggiunge l'apogeo durante il finale annichilimento fisico e ideologico.
Il bianco e nero saturo favorisce una percezione ancora più straniante e l'accusa nei confronti di una società ostile verso una scelta certamente oppugnabile ma che merita di essere svincolata da qualsiasi imposizione coercitiva colpisce con energia.Eloquente a tal proposito la brutale reazione dei paesani,immortalati come una minaccia senza volto e simbolo di una morale collettiva,(forse) impossibile da sradicare e feroce nel mettere al bando ciò che anni di precetti formativi hanno portato a percepire come immorale e riprovevole.
Da qualunque parte ci si voglia schierare è evidente la beffa che coinvolge tutti.Seppur i veri sconfitti si trovino agli estremi,divisi in coloro che vorrebbero fare da tramite e quelli che con metodi da inquisizione legittimano la loro avversione nei confronti della libertà individuale.

Fumoffu  @  20/04/2011 00:51:05
   7½ / 10
Un bel grottesco che prende in giro i vivi, i morti e i morenti. Personalmente mi ha divertito più che turbato, ogni personaggio ha una sua buona caratterizzazione, seppur ce ne siano diversi, ci sono diverse battute esilaranti e nonostante nella parte centrale si perda un po' di ritmo, certo non annoia. Le morali o le riflessioni non hanno nulla di troppo ricercato, ma a me sta bene così, la realtà di quelle persone è tutto sommato semplice, ognuno ha i suoi buoni motivi, i suoi problemi mentali, è in fondo un vigliacco anche se non è così facile farlo, così come il dottore che spera nella vita (per statistica?) ma regala la morte anche con l'ultimo desiderio, quello che conta è farlo convinti, come se esistesse un modo migliore per morire.
Non ho ben capito perché gli aspiranti suicidi...

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

A chi ama il genere non dispiacerà.

"Dottore, mi dia la pistola... sono un tiratore scelto".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/04/2011 22:37:06
   8 / 10
Un particolare che ho notato in questo film che lo accomuna ad una pellicola come Hereafter è il suo approccio laico alla questione affrontata. Dio, religione e fede non vengono minimamente menzionati. La scelta del suicidio appartiene solo alla sfera personale di colui o colei che la compie. E talmente personale che la società, intesa come la colletività non riesce a capire, reagendo con brutale violenza. Mi viene da riflettere che con un soggetto del genere sarebbe stato nelle corde anche di un regista come Marco Ferreri, ma Barco ne è un degno sostituto. Costruisce una commedia nerissima in un crescendo continuo di situazioni estreme e sempre più grottesche, in cui i confini, poco marcati inizialmente, tra disperazione reale e capriccio narcisista dei personaggi si fanno sempre più contrastati ed in questo la scelta del bianco e nero della fotografia è più che adeguata. Potrà non piacere, però non è un film che lascia indifferenti tanto da meritarne la visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  04/03/2011 21:00:28
   6 / 10
Più grottesco e più assurdo di così non si può.
Con un film di questo genere speravo che almeno venisse fornita una riflessione sulla vita, morte e sul suicidio, ma in questo caso non sono stato appagato; l’unica riflessione scaturita è stata una statistica finanziaria connessa ai suicidi, e questa l’ho trovata una provocazione bella e buona. Attori e regia così così, girato coraggiosamente con due lire, è un film carino ma niente di trascendentale.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  04/03/2011 13:04:32
   6½ / 10
Simpatica commedia dai toni spesso grotteschi che, tuttavia, non ha quella forza corrosiva che dovrebbe (vorrebbe?) avere. Pur partendo in maniera assai interessante, infatti, va avanti senza altrettanto interessanti idee o, comunque, passaggi di sceneggiatura. Invero, è proprio la sceneggiatura che al termine si rivela essere per certi versi debole: il far west che si viene a scatenare nella parte conclusiva della pellicola, infatti, in special modo quello tra i pazienti stessi, è abbastanza fuori luogo(1), risultando, al termine, divertente per alcune sequenze o dialoghi presi singolarmente ma, nel suo insieme, inconcludente e senza alcuna ratio convincente alla base.

Buone le interpretazioni. Stupenda, invece, la fotografia di Noirhomme.


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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  07/02/2011 20:38:32
   6½ / 10
Commento un film che dovrei rivedere, ma hanno già tolto dalle sale; non senza disagio lo commento.

La sensazione di quando lo vidi (peraltro in lingua originale, suono in presa diretta) è che sia più il fumo che l'arrosto.
C'è tanta ostentazione punk. Stile ostentatamente sciatto. E irriverenza grottesca.
Insomma sono davvero quasi i Sex Pistols che fanno un film.
Ma l'impressione è anche che si miri male al bersaglio, che non sia chiaro il bersaglio; perché vi sia più di un solo bersaglio o perché non importa quale sia il bersaglio.

Ripensandoci e leggendo opinioni e pareri, mi sono persuaso che la chiave di lettura più adeguata sia la codardia di chi vorrebbe un suicidio assistito non avendo il coraggio di quanti si uccidono da sé (una libertà che non è mai stata negata a nessuno).
Avvalora questa ipotesi il sarcasmo che non risparmia, corrosivo, neppure il direttore della clinica.

Ci si può divertire (io non mi sono divertito: ma prevedo sia un film che rivisto a distanza, sedimentando, cambi totalmente il proprio impatto), o si può esserne frustrati.
Sicuramente questo solo fatto, ossia la capacità del film di infiltrarsi dentro di te e smuoverti, anche solo infastidendoti, è indice della sua forza.

E' enorme l'influenza di Ferreri e in particolare dei suoi due capolavori: "Dillinger è morto" e "La grande abbuffata".
Stesso nichilismo.
E al di là dell'interpretazione specifica, "Kill me please" resta un film sostanzialmente nichilista.

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Ultima risposta 12/02/2011 13.36.30
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  02/02/2011 23:01:03
   8½ / 10
Non ho mai visto un film prendere cosi in giro la morte.
Poi la scena dell'assalto è un capolavoro.

suzuki71  @  02/02/2011 09:43:36
   6½ / 10
Non può negarsi il diritto al suicidio. La vità è - spesso - delirio e caos che si abbatte insopportabile su uomini e cose, e lo scandalo non è la fine dignitosa alla sofferenza ma la vita stessa, spesso disumana: queste persone non sono fallite, ma è la vita che riserva loro insormontabili destini. Questo mi è parso il messaggio più forte di un film particolare, anarchico e libero, forse sopravvalutato.

patt  @  28/01/2011 14:33:54
   8½ / 10
Film che ha tutte le componenti per essere definito grottesco nel senso proprio del termine: "inspiegabile, innaturale e caricaturale che genera una comicità allibita". Ed è vero, rimani allibito, ma a differenza di altri film grotteschi che ho visto non ha assolutamente prodotto quei tipici effetti di sottile fastidio e di riso amaro che coinvolgono ma al tempo stesso lacerano, eppure i contenuti sono indiscutibilmente forti, ma forse proprio per questo profondo divario tra l'accettabile e l'inaccettabile nasce una sorta parodìa dove prevale l'aspetto farsesco e indolore, e in questo sta la sua profonda originalità.
E nessun effetto morale postumo, ho riso allibita anche dopo la visione.

polbot  @  25/01/2011 14:07:42
   7½ / 10
Il cinema esageratamente grottesco non è il mio genere, premetto. Per esempio la visione de LA GRANDE ABBUFFATA mi disturbò non poco.. Però la scorrettezza e il surreale della seconda parte del film sono da ricordare. Mi sfugge un po' il messaggio dell'autore, ma è spesso così nei film grotteschi 100%. Condivido che nell'attuale menù cinematografico ci vogliono delle sane sberle come questo film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  25/01/2011 11:22:39
   8 / 10
Originalissimo esempio di cinema grottesco, come non se ne vedeva da tempo.
Non un capolavoro, ma che si distingue sicuramente all'interno di un panorama cinematografico sempre più piatto. Solo per questo merita mezzo punto in più.

Flavietta2  @  22/01/2011 14:49:11
   9 / 10
Ci ho pensato molto prima di commentare questo film e devo dire in tutta sincerità di non averlo ancora compreso, pur avendo intuito la sua satira pungente e la sua originalità.
Allora perchè nove come voto? I motivi devo dire sono vari, ma starli ad elencare stile lista della spesa potrebbero solo sminuire il valore di questa pellicola. Kill me please è un film cattivo, politicamente scorretto, agghiacciante e paradossalmente divertente allo stesso tempo, macabro e grottesco (a mio avviso il tutto è reso meglio dal fatto che la pellicola è in bianco e nero). Ipersonaggi sono persone disperate, vigliacche, che hanno paura di continuare questa vita, ma appena la possibilità di morire gli si para di fronte, scappano spauriti come deve essere, per poi "redimersi" e tornare al loro scopo iniziale.
Il film non fa che spiazzare dall'inizio alla fine, non lascia un momento di respiro, non sai dove vuole andare a parare. Sembra che ogni scena sia un lucido delirio, come se fosse girato in tutto e per tutto dai pazienti della clinica, tanto depressi e frustrati quanto tendenzialmente lucidi nelle loro volontà. Vogliono lasciare questa vita, per sempre, ma prima vogliono che un piccolo desisderio, sfizio gli venga tolto. E questa è la clinica per loro. Possono morire stoicamente e con dignità, senza violenza, ma poi la stessa diventa all'improvviso padrona della scena, tutto si sovverte, tutte le certezze crollano come un castello di carta. E dopo l'ultima scena non puoi che guardare con occhi sgranati i titoli di coda, incapace di intendere e volere.
Sono stata l'unica, o una delle poche nella sala ad apprezzare questo piccolo gioiellino. Sì, gioiellino perchè mai si è visto un film che fa letteralmente "morire" dal ridere (in alcuni punti io ridevo di gusto, ma ero sola e dovevo abbassare i toni) facendo riflettere su argomenti delicati come il suicidio. E la sensazione di vuoto che si ha alla fine, molti lo interpretano come un male, ma per me non può che essere un fattore positivo, perchè un film che riesce a stordire così vuol dire che manda chiaro e forte il suo messaggio. Ma purtroppo siamo troppo legati alle riasate canoniche, a tutti i film più convenzionali che circolano per le sale. Nulla in contrario, molti li trovo anche belli, non voglio far la bastian contraria, ma forse dovremmo accostarci con meno scettiscismo verso questi film, renderli nostri e apprezzare il coraggio dei registi. Perchè Barco di coraggio ne ha parecchio.
ero indecisa se mettergli 8,5 o 9, ma alla fine sono andata per eccesso . In fondo Kill me please è eccessivo, ma per paradosso, crudelmente vero. E' un film che si ama o si odia, io l'ho amato, ma molti hanno dichiarato davanti a me che fa schifo. In ogni caso non può lasciare indifferenti, non può non far riflettere e siccome questo è un optional di questi tempi, sono ben felice di arrotondare il voto.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  20/01/2011 12:28:38
   8 / 10
Uccidimi per favore. Sono un codardo.

Falliti nella vita, nei rapporti con gli altri e con sè stessi, privi di volontà nel risollevarsi, semplici malati mentali, chiedono aiuto ad una clinica per essere uccisi dolcemente, con tanto di ultimo desiderio. Un capriccio appagato senza nemmeno imbrattarsi le mani di sangue.
Gentaglia alla ricerca di un finto suicidio, privo di quel "valore" chiamato coraggio che ognuno dovrebbe assumersi per compiere un passo così grande.

Il suicidio è la decisione più intima che ogni uomo potrebbe prendere: è una scelta azzardata e forse non giusta e nessun dottore o infermiere dovrebbe mai intromettersi. Il libero arbitrio nasce con noi, vive con noi e deve morire con noi: la responsabilità dei nostri atti deve valere anche quando si parla di morte. Proprio per questo un personaggio positivo del film è quello iniziale, prima che la scritta KILL ME PLEASE compaia sullo schermo. Ciò che il dottor Krueger giudica come una sconfitta, in realtà non è altro che il successo più grande.
Così come diventa un successo la decisione della ragazza di tirarsi indietro, lei che era forse l'unica ad avere un valido motivo per farla finita. L'unica che si accorge di vivere in un mondo di mèrda, e non vuole farne parte anche nella morte. L'unica vincitrice in una mise en scène di sconfitti.

E' un mondo dove l'opinione pubblica è così sciocca da assumersi la responsabilità di uccidere senza sporcarsi le mani, perché "tanto fra due giorni moriranno lo stesso". Poi però è la prima che si disgusta nell'affrontare l'argomento.

Tutto il film è dunque la rappresentazione di un fallimento. Una rappresentazione così schietta, cinica e funzionale che difficilmente si potrà evitare una riflessione personale e fine visione.

Due piccole curiosità:
- "Kill me please" è stato girato in bianco e nero per risparmiare sul sangue finto, poi sostituito da Nesquik. Per un film con Vin Diesel fanno esplodere 400 macchine fregandosene dei costi, tanto ci sarà un guadagno. I soldi ce li hanno quasi sempre le persona sbagliate: ovviamente per colpa nostra.
- Il film in Italia è uscito nello stesso mese di "Hereafter" di Eastwood: fa sorridere come un belga sconosciuto abbia dato molte più risposte di quante ne abbia sussurrate l'americano famoso.

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Ultima risposta 21/01/2011 15.06.38
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  20/01/2011 09:28:01
   8 / 10
Visti i miei due vicini qui sotto - (che hanno detto tutto) - mi sento molto l'inquilino del terzo piano.
Kill me please è grottesca e drammatica, sorridi quando la situazione diventa surreale e provi tenerezza per queste persone che non hanno il coraggio "neanche" di suicidarsi.
Da non perdere.

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Ultima risposta 02/02/2011 14.25.47
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  18/01/2011 10:23:20
   8½ / 10
Una boccata d'aria freschissima, il collega qui sotto ha detto tutto, posso dire solo una perla di ironia nera e cinismo da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/11/2010 01:35:23
   8½ / 10
Pemiato a Roma con una forte dose di coraggio - mi viene da pensare allo scandaloso riconoscimento dato alla Coppola a Venezia - Kill Me Please è un grandissimo film, originale e senza mezze misure, condito da un humor nero che sfocia spesso nel grottesco, costruito su temi difficili come il suicidio, l'eutanasia e il libero arbitrio, capaci di alimentare dibattiti infiniti. Argomenti scomodi affrontati una volta tanto in maniera diretta.

La storia è ambientata in una clinica per il suicidio assistito, dove la particolare clientela può trovare un minimo di dignità anche nel gesto più estremo: può sembrare assurdo, ma una clinica del genere opera realmente in Svizzera - più di 1000 decessi registrati in 12 anni di attività - e, soprattutto nella prima parte, il film ne descrive fedelmente trattamenti e " terapie " eseguite. Ma quello che all'inizio sembra essere un registro votato al realismo, cambia nettamente nella seconda parte, in cui l'esagerazione dei carattieri tirati in ballo prende nettamente il sopravvento, con personaggi e trovate talvolta geniali. La metafora del regista belga appare lucida e senza fronzoli:


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Quello che ne può scaturire dopo la visione è tutto da decifrare: indubbiamente non è un film per tutti, non stento a credere che qualcuno possa sentirsi anche offeso a fine visione. Ma riuscire a far ridere parlando di temi così scottanti non è da tutti. Olias Barco annienta una volta per tutte il tabù della morte. E lo fa con un politicamente scorretto senza precedenti, riuscendo a scuotere coscienze e insinuando il dubbio in alcune certezze che in maniera del tutto inaspettata vengono a mancare. Almeno è quello che è successo nel mio caso. Un piccolo gioiellino che sarei felice di veder riproposto al grande pubblico. Allora si che ne sentirete parlare.

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Ultima risposta 17/01/2011 23.57.38
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