Si celebra il processo contro Dominique Marceau, accusata di avere ucciso il fidanzato della sorella, Gilbert Tellier. Molte sono le prove che l'accusano, e contro di lei è la generale prevenzione. Dominique, trasferitasi a Parigi con Annie, si abbandona ad una vita libera ed oziosa, mentre la sorella maggiore, studentessa di musica, stringe affettuosa amicizia con Gilbert, un suo compagno...
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Nonostante l'alta media voto vado parzialmente controcorrente per dire che da questo mi aspettavo di più: amo Clouzot e speravo che questo lavoro potesse essere al livello di altri suoi capolavori come "I diabolici" e "Vite vendute", l'ho trovato invece un pò troppo schematico nel suo ping pong dal dramma processuale a quello sentimentale in cui la vita della povera Dominique viene vivisezionata senza nessuna pietà. I numerosi flashback appesantiscono un racconto che è già pregno di gravosi annotazioni sociali e di scontro morale generazionale tra il conservatorismo estremo del comparto giudicante e la voglia di vivere in modo libertino che caratterizza l'imputata. Nulla da dire su interpretazioni e regia, la vitalità della Bardot è chiaramente il motivo di propulsione del film ma anche Sami Frey mi è piaciuto molto.
Una Bardot di prorompente bellezza regge con bravura un ruolo difficilissimo in uno dei film di maggior successo di Clouzot. Una pellicola di sicuro impatto che coinvolge per due ore, piuttosto spinto nella trama e nelle immagini. L'occhio sui personaggi principali, forse perché sono ragazzi, è benevolo rispetto ad altri movie del regista.
Il '60 è l'anno in cui Clouzot perde prematuramente la moglie, protagonista dell'ultimo film e qui in veste di sceneggiatore. Per rilanciarsi al botteghino gli affidano la Bardot, e lui ne fa buon uso, oltre che metterne in bella mostra la sinuosità delle sue forme ed esaltarne la femminilità erotica, riesce anche a ricreare in lei un lacerante quadro psicologico, il personaggio frivolo, eternamente umorale che si regge sul filo del rasoio per condurre la propria vita fatta di vacue soddisfazioni mondane è allo stesso tempo vittima e carnefice. Narrato in flashback, raccoglie l'estetica fotografica e il retaggio colpevolista (pregiudizio bigotto) di 'Anatomia di un omicidio' di Preminger, nessun arringa plateale quale il cinema di genere poi ha assunto, ma esibisce l'accademica e disumana mercificazione delle cause.
Un film che funziona per buona parte ( a mio avviso però è troppo lungo ) soprattutto per la splendida ( e sensuale ) prova di Brigitte Bardot in una delle sue migliori interpretazioni. Un mix di passione, critica, cinismo e gioco di ruolo possibile grazie anche al cast di tutto rispetto. Ho visto pochi film di questo regista ma dopo "Il Corvo" questo mi è parso il migliore.
La Veritè è l'ennesimo film da recuperare di un regista messo un po' troppo in disparte. Aldilà dell'oggettività dei fatti, ciò che si vuole processare è principalmente la condotta dell'imputata, contraria alla morale benpensante. La condanna che si vuole emettere è già scritta e pesantemente condizionata fin dall'inizio, giacchè non viene lasciato spazio ad alcun tipo di attenuante. In quest'ottica l'utilizzo dell'attrice/icona Brigitte Bardot è perfetto nella sua funzionalità. Il suo modo di essere, la sua sensualità così provocante, ma vissuta in maniera sincera e genuina fa storcere più di una volta il naso agli astanti. Di conseguenza diventa un meccanismo da stritolare a tutti i costi.
Strano che nessuno abbia commentato ancora "La verità": un film-requisitoria davvero fuori dal comune, ed è qui che (molto più del tedioso "Vita privata" di Malle) per la prima volta B. B. ha modo di affrontare uno script serio che mette in risalto non solo la sua avvenenza fisica ma anche le sue doti professionali: forse dura un pò troppo ma l'esito è pienamente raggiunto, a partire da un cast di comprimari sorprendenti (Vanel, un giovane Samy Frey).